Data per scontata la centralissima presenza di De Sica, ci si domanda sempre chi riempirà l’episodio che si alterna a quello del mattatore (il quale ha ormai da tempo trovato in Ghini la spalla ideale per sostituire Boldi): partito De Luigi e mantenuta la Hunziker, l’incombenza spetta questa volta allo sperimentato duo di figli d’arte composto da Gianmarco Tognazzi e Alessandro Gassman, già interpreti in coppia di dimenticabili commedie talvolta di discreto successo nei Novanta. I due sono innamorati della stessa donna (la Hunziker, ovvio, che mostra appetitose porzioni di un corpo perfetto e conferma la sua aria da santarellina sexy), ma mentre Gassman se la deve sposare,...Leggi tutto Tognazzi la conosce la sera dell’addio al celibato e tenterà ogni sorta di squallido espediente per dividere i due e subentrare al promesso sposo. Il punto è: si sposano la comicità romanesca esuberante di Gassman e quella più contenuta di un Tognazzi in versione Giannini di SESSOMATTO alla collaudata formula del cinepanettone? Dispiace dover dire di no: il confronto col solito immenso De Sica è impietoso, e mentre questi si guadagna facili applausi per la consueta performance sopra le righe in cui l’espressività e la grande teatralità lo portano a surclassare chiunque, i due “giovani” arrancano alle prese con un episodio debole che faticano a vivacizzare come si converrebbe. Non è tanto la vetustà delle gag a penalizzarli (quelle di De Sica non sono poi granché meglio) quanto piuttosto l’interpretazione corretta ma poco personale, che ricorda i tanti anonimi film a episodi degli anni Cinquanta o Sessanta in cui l’assenza del grande nome li confondeva allora come oggi in una poltiglia indistinta e trascurabile. Inevitabile quindi che l’attenzione sia rivolta a De Sica il quale, ritrovata la ex moglie (Ferilli) lasciata 16 anni prima appena le era nato il figlio (Propizio), sarà costretto a fingersi con il nuovo marito di lei (Ghini) il fratello missionario reincontrato per caso a Beverly Hills. Equivoci a raffica, finale con i due uomini che solidarizzano cedendo facilmente di fronte ai mignottoni d’alto bordo. Tutto già visto, che discorsi, ma la testimonianza di un De Sica ancora tanto in forma nonostante l’età non più verdissima è in fondo una consolazione. E dal momento che la regia di Parenti si conferma solida, i tempi comici sono quelli giusti e le battute spesso vanno a segno perché lamentarsi? Gli sforzi maggiori degli autori, è evidente, sono concentrati lì, in modo da offrire a Christian la possibilità di non deludere. E lui non delude di certo: fa quel che sa caricando sempre di più il suo personaggio di vezzi e atteggiamenti diventati ormai marchio di fabbrica. Ghini sembra migliorare l’affiatamento ma il suo marchese Pelillo della Freg(h)na incrocia banalità eccessive ed è meno centrato rispetto al recente passato. Conticini, più in disparte (è il padre della Quattrociocche, abbordata dal figlio de De Sica), non infastidisce e nel finale ha un buon duetto con la Ferilli, la quale fa il solito senza infamia né lode. In definitiva, una volta di più, l’intero film poggia sulle spalle solide del suo mattatore: se non ci fosse lui prodotti così perderebbero di senso e appeal. E Beverly Hills? Giusto qualche palma, presta il brand per il titolo.
Per il cinepanettone '09 si è riconfermata la scelta di luoghi caldi anziché le fredda neve. Poco importa, in fin dei conti (siamo ormai abituati in questo in senso) la vicenda esiste a prescindere dalla location che, qui come non mai, è solo accennata. Inutile dire che il film poggia sostanzialmente sulla presenza di Christian De Sica, a seguire tutto il resto del cast. Quest'anno fortunatamente non si è puntato molto sul giovanilistico e la Quattrociocche è stata inserita solo a titolo di stilema.
Ad una prima visione, direi che è uno dei peggiori cinepanettoni dal 2000 in qua. Primo tempo assolutamente vuoto: mai una risata e le storie risultano ridicole. Nel secondo prende quota l'episodio della Hunziker. Intelligenti alcune trovate su come Tognazzi possa conquistare la bella Hunziker a danno del suo promesso sposo Gassman. L'episodio di De Sica è improponibile: la recitazione del protagonista appare stanca anche se qualche risata la strappa. Ghini in ombra. Volgarità a go-go, molte giocate sul cognome di Ghini. Comicità scatologica.
Già dalla sigla si intuisce che qualcosa non va e i nostri timori divengono tristemente realtà quando entrano in scena il trio Tognazzi/Hunziker/Gassman: un livello così basso di battute che non si era mai visto prima, la noia regna sovrana e le risate latitano. Fortunatamente una lussuosa limousine ci anticipa l'entrata in scena di De Sica, mai scoppiettante come in questo film. La baracca è così retta nuovamente, dopo il fantastico Natale brasiliano, da Ghini e De Sica, mentre gli altri attori fanno da contorno. Buona regia, rivogliamo De Luigi!
MEMORABILE: L'equivoco nella stanza dove si trovano De Sica e Ghini incatenati alla ringhiera del letto, i maiali e la poliziotta... tutto il secondo tempo!
Da quando non esiste più la coppia Boldi-De Sica per me non esiste più il cinepanettone... però sono andato lo stesso a vedere questo film. Film molto banale con un De Sica rozzo più del solito, inguardabili le vicende del trio Tognazzi/Hunziker/Gassman. Ogni tanto De Sica e Ghini riescono a strappare qualche risata.
MEMORABILE: De Sica e Ghini incatenati alla ringhiera del letto.
La musica dei titoli di testa (e del trailer) quest'anno è terribile, la sceneggiatura è praticamente inesistente, le gag volgari. Si salva solo la recitazione: Christian De Sica in testa, ormai abituato al suo ruolo sopra le righe e come sempre spassosissimo, Massimo Ghini gli fa da spalla efficacemente; la coppia Gassman/Tognazzi funziona meglio nella seconda parte e il secondo è meglio del primo. Per il resto un notevole passo indietro rispetto al film precedente.
Pochade o commedia degli equivoci con un tocco (pesante) di volgarità e battute pecorecce come non mai: questo il solito Natale a firmato Neri Parenti con la consueta compagnia di giro capitanata da De Sica, divertente sì, ma meno che in altre occasioni (gli anni cominciano a sentirsi anche per lui). Sceneggiatura rabberciata e buoni attori (Alessandro Gassman e Massimo Ghini ad esempio) che girano con il freno a mano tirato.
Allora... Un tizio con parrucca e occhiali da talpa in stile Normalman cerca di portare via la fidanzata al suo amico... salvo dire una parola fuori posto all'ultimo secondo (che "casualmente" viene captata al volo dalla Hunziker). Poi c'é un secondo episodio dove De Sica e Ghini fanno "Le comiche" (vedere la scena dell'autopompa di benzina). Inguardabile. Neri Parenti ormai è sottozero. Serve una sterzata netta. Tornare ai Vanzina, se possibile.
Passo indietro rispetto agli ultimi Natale a... L'ho trovato un pò noioso, soprattutto nella prima parte molto piatta. Si riscatta nel finale. Da rimarcare la qualità complessiva del film. Su De Sica niente da aggiungere a quanto scritto per i precedenti episodi. M. Ghini dimostra di essere ben affiatato con il mattatore principale. Fra il resto del cast segnalo Alessandro Gasmann. Pesante la assenza di De Luigi.
Avendo perso interesse per i cinepanettoni dopo le brutture ambientate in India e a Miami, mi è parso di vedere un risollevamento del livello di qualità. Niente di eccezionale, però gli attori sembrano lavorare bene insieme. De Sica è nel suo ambiente naturale e in sintonia con Ghini e la Ferilli, ma la storia è tremendamente fiacca. Il trio Hunziker/Gassman/Tognazzi si spreca riducendosi quasi all'autoparodia. Ci sono le possibilità per far decollare il genere, ma serve del materiale migliore!
Sinceramente pensavo peggio. E non per l'episodio di De Sica, che con Ghini oramai forma una coppia ben collaudata, quanto per quello con la coppia Gassman-Tognazzi. Invece questi ultimi si danno assai da fare, anche se il soggetto del loro episodio non brilla certo per originalità. A tutto ciò bisogna necessariamente aggiungere una Michelle Hunziker che concede alla telecamera qualche scampolo del suo splendido fisico, cosa che regala alla pellicola quel pizzico di pepe che non guasta. Non male, dopotutto.
Anche se della bellissima Beverly Hills si vede poco più di una palma, il grande comico De Sica riesce sempre a stupire facendo ridere con gag non troppo brillanti e con il suo atteggiamento sempre sopra le righe. Nelle scene con Tognazzi, Gassman e la Hunziker, si salva solo quest'ultima (dopo tutto è difficile reggere il confronto con De Sica che, nonostante l'età non più verde, diverte sempre e comunque). Abbastanza buono nel complesso, ma senza De Sica non si andrebbe da nessuna parte...
MEMORABILE: La "vecchia" che lascia De Sica per il giovane Rubicondi che in questo campo sa il fatto suo!
Vedere il cinepanettone fa sognare un mondo diverso, un mondo in cui tutti parlano italiano. Che bello, aspetto un futuribile Natale a Pechino per vedere la mia lingua trionfare anche sul mandarino. Questo per inquadrare l'approssimazione con cui è fatto questo ennesimo capitolo: l'unica cosa fatta con cura sono gli spot subliminali, per il resto da salvare c'è solo un de Sica ancora mattatore, ma un po' stanco e costretto alla volgarità eccessiva e ripetitiva (marchese della...). La Hunziker è insopportabile e il suo episodio fa cascare le braccia.
Ennesimo cinepanettone dei soliti noti e con i soliti nei. Soggetto scarso, sceneggiatura inesistente ecc. Però questa volta non posso negare che nella gag finale di De Sica e Ghini ho riso con le lacrime agli occhi. Sicuramente De Sica è uno dei migliori attori comici del momento (se non il migliore) che ha trovato in Ghini (altro che Boldi) la spalla perfetta. La sua mimica e la sua gestualità sono davvero insuperabili. Peccato che cotanta genialità comica venga sempre sfruttata male e in contesti ormai stravisti e improponibili.
Con la tappa a Beverly Hills il cinepanettone Filmauro sembra imboccare la strada del declino dignitoso, con costi (e ricavi) ridotti e una freschezza nello script che viene sempre meno. La macchina però è talmente collaudata da riuscire lo stesso a garantire ciò che il pubblico vuole: 90 minuti di risate e allegro disimpegno. In tal senso la gag del motel, con De Sica (insostituibile e impagabile) e Ghini (sempre più convincente come spalla) legati alla sponda del letto è un piccolo grande capolavoro di comicità, da far sbellicare fino alle lacrime.
MEMORABILE: La suddetta scena, una delle più divertenti del cinema negli ultimi anni.
Qualche movimento (in uscita e in entrata) di cast caratterizza il film. Tolto De Luigi e inseriti Gasmann e Tognazzi, la storia in parallelo della Hunziker non riesce a essere per nulla divertente. A reggere ancora il film abbiamo il solito marpione De Sica che si avvale come "spalle" della classica interpretazione della Ferilli "burina" e di Ghini. A ben vedere il prodotto è sempre quello e quindi anche il giudizio in sè dovrebbe essere lo stesso, ma la sensazione è che anche gli attori (pur cambiando) siano stufi della stessa solfa.
Solita commedia natalizia divisa in più storielle. Divertente a tratti grazie a Tognazzi nel ruolo dello sfigato e alle maschere di De Sica, ma noiosa e banalotta quando entrano in scena i ragazzini. Gassman sembra fuori ruolo: irritante e inespressivo; le donne invece si salvano. Non il peggiore cinepanettone ma molto lontano dal primo Vacanze di Natale.
Di solito parto prevenuto, ma visto cosa ci propongono i vari Pieraccioni e commedie made in Usa, probabilmente mi sbaglio. Questo panettone "90210" è meno peggio di altri. Ormai abbandonato da tempo l'insopportabile Boldi si punta sulle spalle del mattatore De Sica, che trovo sempre all'altezza o quasi, non lo posso negare. Sinceramente, per quanto non eccellenti, non mi sono dispiaciuti i figli d'autore né la Hunziker, meno fastidiosa del solito. Un po' ripetitiva la gag della Frègna. Insulsa la parentesi Quattrociocche-Propizio.
Sulla scia degli ultimi "cinepanettoni" (New York in particolare), un film brillante e tecnicamente curato (torna la fotografia ad opera del figlio di Joe D'amato), non disprezzabile nemmeno dal punto di vista dei contenuti, con la solita storia di scambi di coppia stavolta con qualche sorpresa in coda e una simpatica rivisitazione dell'Otello in chiave ironico-sentimentale. Ghini si conferma spalla perfetta di De Sica, qui forse al top delle sue potenzialità, ma tutto il cast nel complesso funziona. Tra i migliori della serie.
MEMORABILE: De Sica (col suo personaggio misogino per natura) entra il scena, sorridente, trasportando l'anziana moglie in sedie a rotelle, insultandola sottovoce.
Si poteva sperare in un leggero salto di qualità dopo il divorzio Boldi-De Sica e con l'innesto della Ferilli e Ghini, ma la compagnia De Laurentiis è riuscita ad affondare anche le carriere di questi due attori "per famiglie". Qui sembra che Neri Parenti non abbia mai avuto a che fare con una cinepresa: zero ritmo, zero regia, zero sceneggiatura, zero tutto.
Cinepanettone più scialbo rispetto ai due precedenti, ma l'episodio con De Sica, Ferilli e Ghini riesce per fortuna a strappare diverse risate. Al contrario quello con Gassmann, Tognazzi e Hunziker risulta piuttosto sciatto e con gag di scarsa presa. De Sica come al solito gigioneggia alla grande.
Non così male, pur non essendo tra i migliori prodotti del genere. A tener su la baracca ci pensa il solito De Sica, che riesce sempre, battuta su battuta, a regalare qualche risata. Di fatto il suo episodio (con Ghini e la Ferilli) resta il migliore dei due. Mediocre invece la vicenda che coinvolge il trio Hunziker, Gassman e Tognazzi. Si è visto di peggio, ma anche di meglio.
Inutile negarlo: cosa sarebbe questo cinepanettone senza la presenza di De Sica? Ma il buon Christian c’è, e spalleggiato da un discreto Ghini salva il film dall’insufficienza. Strappa sorrisi e mette il buonumore. Sul resto è quasi impossibile esprimere un giudizio. La Hunziker è un copione perenne ma, ahimè, recita meglio nel privato fatto di sorrisetti in perenne stampiglio che su un set cinematografico. La trama è quella che è, più o meno la solita, ma non è che si pretenda molto di più se non un semplice momento di evasione.
Sull'episodio con De Sica poco da dire: una volta accettata la grana grossa basta lasciarsi trascinare dalla verve del nostro, che con Ghini viaggia a mille. Arrancano invece Gassmann e Tognazzi, i quali non riescono a dare il guizzo a un episodio piuttosto scarso dal punto di vista della sceneggiatura. Per carità, facendo una media rimane un simpatico passatempo, però la disparità tra i due segmenti è palese. Quel che è certo è che si potrebbe essere a Beverly Hills come a Vetralla: due palme non fanno "primavera"...
Cinepanettone che come da copione propone scenette che si intrecciano tra loro in modo improbabile. Parenti imbarbarisce un soggetto di scarsissimo spessore che ripropone gag obsolete e poco efficaci tanto che qualche sparuto sorriso lo si deve solo al talento degli attori impiegati (o almeno dei migliori) che in ogni caso paiono palesemente poco coinvolti dall'esiguità della storia, in cui si salva giusto qualche location californiana. Un film trito, a tratti noioso che non ha praticamente nulla da dire: e pensare che volevano dargli perfino i finanziamenti statali...
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DiscussioneGugly • 29/12/09 17:49 Archivista in seconda - 4712 interventi
Disorder ebbe a dire: Gugly ebbe a dire: Volgio riportare questa intervista da www.corriere.it perchè parte dei concetti non è errata:
Del resto l’italiano non esiste; lo usi se reciti Dante o Shakespeare; altrimenti parli i dialetti, che sono pieni di maleparole. È l'Italia di oggi, a essere un Paese volgare ».
De Sica non ha torto in molti punti,ma questa frase fa male. Sa di resa incondizionata al provincialismo,al nazional-popolare,alla mediocrità.
Auguroni per un 2010 pieno di salute, serenità,
felicità, lavoro, film, donne/uomini :-P e tutto ciò che vi piaccia.
DiscussioneZender • 2/01/10 08:30 Capo scrivano - 48841 interventi
Mi aggiungo oggi agl iauguri e dev dire intanto che l'intervista di De sica al Corriere è illuminante per molti punti. E concordo pure con Sciamano: la frase più infelice è proprio quella sui dialetti. Ci mancherebbe che si usasse l'italiano solo per Dante...
DiscussioneGugly • 28/02/10 17:21 Archivista in seconda - 4712 interventi
Rifiutato dopo interminabili dibattiti il contributo " di interesse culturale" oggetto di discussioni anche qui
Il cinepanettone non è un film d’autore. E quindi non può ricevere il contributo che lo Stato riserva alle pellicole che magari non fanno grandi incassi ai botteghini, ma che danno lustro alla cultura nazionale. Sembra la scoperta dell’acqua calda e invece ci sono voluti mesi di dibattiti e polemiche per arrivarci. Da ieri è infatti ufficiale che Natale a Beverly Hills, il cinepanettone di Aurelio De Laurentis con la regia di Neri Parenti (protagonista la solita compagnia di giro del genere, da Christian De Sica a Sabrina Ferilli e Massimo Ghini) non è un film di interesse culturale nazionale e nemmeno d’essai e non ha quindi diritto al contributo del ministero dei Beni culturali.
Le polemiche erano scoppiate subito, nei giorni a cavallo di Natale, quando invece il riconoscimento economico sembrava cosa fatta per la pellicola di Neri Parenti. Ci fu anche l’intervento del ministro Bondi, oltre che di diversi addetti ai lavori. «Non sappiamo se e quando sarà emanata la tanto auspicata nuova legge per il cinema, ma il primo provvedimento da adottare subito è senz’altro la revisione della disciplina del cinema d’essai: attribuire la qualifica di "interesse culturale" all’ultimo film di Neri Parenti rappresenta un vero sabotaggio dell’attuale sistema» disse ad esempio Mario Lorini, presidente della Fice, la federazione che rappresenta i cinema d’essai italiani.
A sancire l’esclusione di Natale a Beverly Hills, che tra l’altro ha registrato un calo di oltre due milioni di euro rispetto allo scorso anno negli incassi al botteghino del suo omologo Natale a Rio (sempre di Natale si tratta, con Neri Parenti), sono state due commissioni, quella delegata al riconoscimento dell’interesse culturale nazionale (6 contrari e un astenuto) e quella più specifica per l’ammissione ai benefici di legge e l’individuazione dei film d’essai. Della serie, meglio tardi che mai.
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per FilmAuro:
DATI TECNICI
* Formato video 1,85:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano
5.1 DTS HD: Italiano
* Sottotitoli Italiano NU
* Extra Backstage
Speciale
Paperissime
Trailer
Teaser
TV spot