Il fascino del primo capitolo viene a mancare, ma il divertimento e assicurato.
Mi ha riportato a quando ero ragazzino, alle visioni nelle sale parrochiali di film tipo
I magnifici sette nello spazio o
Battlestar Galactica.
Da Meyer, autore di uno dei miei cult del cuore
L'uomo venuto dall'impossibile, mi sarei aspettato di più, ma c'era poco da aspettarsi o intravedere una possibile "politique des auteurs"(anche se qualcosina ho odorato), da un sequel della saga di
Star Trek.
Ottimo e piuttosto carismatico il cattivone di Khan interpretato da un grandissimo Ricardo Montalban(con capigliatura alla Sandy Marton), e le sue poco ortodosse maniere di plagiare i nemici alla sua volontà tramite schifosissimi e "cronenberghiani" bagarozzi infilati nelle cavità uditive.
Bellissima la Kirstie Alley, e alcune scenografie di paradisi artificiali dovuti al progetto
Genesis. E di una certa poetica/visiva il feretro di Spock adagiato su un pianeta rigoglioso di flora.
Non essendo un fan, non sapevo che Khan era apparso in un episodio della serie tv(come sottolinea il buon Puppigallo in
Curiosità), altra buona ragione per cui sarebbe stato inutile un approfondimento sulla saga senza aver visto il serial tv.
D'ora in poi, quando mi verrà da esclamare "zio can", dirò "zio Khan". Quando un imprecazione si trasforma in onorevole parentela.