Vitali sposta le sue consuete "pierinate" in contesto letterario, riprendendo il pestifero personaggio di Vamba: questo in parte imbriglia la verve del comico in un certo schematismo, che gli impedisce di dare il meglio di sè e di raggiungere le esilaranti vette dei suoi Pierini doc. Comunque, film divertente e scacciapensieri, grazie anche ai contributi dei vari caratteristi, come la coppia Colosimo-Robutti e Musumeci.
Burinissima commediola che tradisce Vamba, che fa ridere assai poco, ma che si guarda fino in fondo perché, tolto Alvaro Vitali che non funziona (colpa anche del personaggio originale, sempre eccessivo), il cast è perfetto (spicca, immenso, Mario Carotenuto). Una citazione da I Vitelloni (l'auto che si ferma nel momento meno opportuno) e una, di finezza sbalorditiva, da Edmondo De Amicis ("Tu uccidi quell'uomo!"). La callipigia servetta di Marisa Merlini è (come dice Daidae) Sandra Venturini.
Pingitore prende il Pierino cinematografico e pari pari lo pone in questa rivisitazione, direi decisamente personale, del Giamburrasca di Vamba. Pregi della pellicola? Alcuno, dal momento che si cerca sempre l'eccesso e quindi anche le poche situazioni in cui una risata potrebbe nascere muore sulle labbra in meno che non si dica. Il "sempreverde" Carotenuto funziona. Vitali non all'altezza (si fa per dire) dei suoi trashissimi e conosciutissimi Pierino.
Divertentissimo film comico con un ispirato Vitali (mitica la capigliatura). Si ride parecchio sopratutto nella prima parte mentre gli ultimi 10 minuti sono alquanto deludenti e il finale sembra tirato a forza. Ottimo Vitali ma vanno ricordati anche Robutti nei panni di un direttore autoritario ma sottomesso alla possessiva e ancora più autoritaria moglie, interpretata da un'ottima Clara Colosimo. Bello.
MEMORABILE: La Colosimo che "accoglie" Gianburrasca nel collegio.
Alvaro Vitali, nel 1982, venne invitato dal regista teatrale Pier Francesco Pingitore ad interpretare "Gian Burrasca", personaggio letterario di Vamba. Ai più è nota la famosa commedia musicale anni 60 con Rita Pavone, con la regia di Lina Wertmuller, agli altri questa commedia in cui, ovviamente, il nostro Alvaro Vitali ne fa di tutti i colori, ma non canta. Il risultato è imbarazzante, perché si "pierinizza" Vamba. Bravi Robutti, la Merlini e Carotenuto, ma il resto è noia; anzi, è scorreggia!
Filmetto esile che si salva principalmente per i comprimari di lusso come Reder, la Merlini, Robutti e l'arrabbiatissimo Carotenuto. Vitali, intrappolato in un ruolo che non gli permette di sfoggiare appieno il suo "solito" repertorio, interagisce benino col resto del cast. Per il resto, gag scontante e alcune volte abbastanza volgari, in altri casi troppo leggere e fanciullesche.
Film diviso in tre segmenti distinti (a scuola, dalla zia, al collegio), molto simpatico ma mediocre. Il Gianburrasca di Vitali non si distingue da Pierino, tuttavia l'effetto desiderato (far ridere) può dirsi, a mio avviso, raggiunto. L'eccellente ricostruzione storica (inizi Novecento) e l'ottima confezione fanno dedurre un budget non troppo low. Deludono un po' gli attori: per me si salvano solo Carotenuto e la Colosimo (ottimi!) e la Merlini (discreta...) mentre Robutti è troppo macchiettistico e Vitali sbaglia i tempi di recitazione.
MEMORABILE: La purga nel brodo dei direttori del collegio; la scoperta che nella torta ci sono le ceneri del marito della Merlini.
Il limite più evidente di tutto il film è stato quello di cercare la commistione tra Pierino (Vitali) e Gianburrasca (personaggio uscito dalla penna di Vamba). Il risultato è un pasticcio dove la verve comica di Vitali non è sfruttata e il romanzo di Vamba è svilito. Robutti al solito è eccezionale. Nel complesso, un film pessimo.
Scritto negli anni '20, Gianburrasca di Vamba ha avuto una degna rappresentazione nello spettacolo televisivo con Rita Pavone (regista la Wertmuller). Pier Francesco Pingitore lo trasforma in uno spettacolo da cabaret di bassa lega travisandone il testo ad uso e consumo dell'attore protagonista, Alvaro Vitali che si crede Pierino e si comporta di conseguenza. Pessimo.
Filmetto che si dimentica in fretta e che risulta essere molto povero. Il povero Carotenuto può ben poco, simpatica la Merlini, così così il protagonista Vitali. Come già detto il film risulta troppo esile e l'unica cosa parzialmente positiva è lo "scoppiettante" pre-finale..
Visto al "Nuovo" di Bisceglie, ricordo la sala non piena come per i Pierino e le prime "pruderie" critiche per situazioni comiche non eccelse: ahimè, cominciavo a crescere. Rivisto oggi colpisce soprattutto l'estemporaneo, non riuscito abbinamento Pingitore-Alvaro. Al director del Bagaglino manca evidentemente la sua compagnia cantante (con quel quid di rozzamente ruspante che si porta dietro) e Vitali dal canto suo è imbrigliato, pur prodigandosi più che in altri assolo non Pierineschi (vedi Giggi il bullo). Spassosi, a supporto, Robutti, Colosimo e Merlini.
Scadente commediaccia in cui Vitali fa il verso a Pierino con risultati pessimi. Gag poco divertenti e nella maggior parte dei casi risapute. Macchiettistiche le recitazioni e sviluppo narrativo senza costrutto. Nel marasma generale ottengono il minimo sindacale solo Carotenuto e la Merlini.
Questo Gianburrasca di certo non entrerà tra i migliori film comici di sempre, però almeno la storia è più coerente rispetto ai film di Pierino. Vitali si impegna al massimo ma la sua fortuna è di essere coadiuvato da bravissimi attori (un grande Carotenuto, ma ottimi anche la Merlini, Ucci, Robutti e la Colosimo) che fanno sì che il film venga condotto in porto senza troppi scossoni. È sempre un piacere constatare che attori meno affermati (ingiustamente) riescano a dare un contributo così importante. Si ride, grossolanamente, ma si ride. **
MEMORABILE: Ucci ingaggiato da Vitali per fare il sostituto del padre dovendo poi far fronte alle conseguenze....
Maldestro e scollacciato tentativo di fare una sorta di parodia del mitico "Gianburrasca" di Vamba. Va comunque detto che la ricostruzione del periodo degli anni '20 è fatta decentemente come costumi e ambientazione. Le risate maggiori si hanno quando Vitali va in collegio. Finale un po' noioso. Bene la Merlini, Carotenuto e la Colosimo.
Pierino in versione Gianburrasca con il solito Alvaro che, viste le pellicole apocrife che intasarono il mercato, ha voluto spostare le sue divertenti malefatte ispirandosi al racconto di Vamba. Grandissimo Carotenuto come padre. Nonostante tutto l'ho trovato divertente.
Film che ricalca parecchio come trama il secondo Pierino: ragazzo pestifero, collegio, ritorno. Vitali al solito diverte, qui è leggermente meno sboccato che altrove, quasi a rispettare la presunta origine letteraria del plot. Alcune parti sono riempitive e poco pertinenti (il giro in auto d'epoca), ma si ride e non ci si annoia. Carotenuto sempre bravo. Da vedere.
MEMORABILE: Le ceneri; La minestra purgativa; La seduta spiritica.
Chi meglio di Alvaro possedeva la physique du rôle per interpretare Giannino Stoppani in questa trasposizione cinematografica? Del resto il personaggio di Vamba di per sé non è altro che un Pierino di inizio '900, indi per cui il film risulta essere un Pierino antichizzato. Il film diverte parecchio grazie al mattatore Vitali, che trova comunque nella Merlini e nei sempre grandi Carotenuto e Reder ottime spalle comiche e soprattutto le vittime ideali dei suoi scherzi e scherni. Congeniale al proprio ruolo anche la coppia Colosimo/Robutti. Simpatico.
MEMORABILE: La Colosimo grida: "Stopp-aaa-niiiiii"; La pagella falsificata; La seduta spiritica in collegio"; La torta con le ceneri dello zio.
Il successo di Pierino contro tutti portò inevitabilmente a rispolverare anche l'altro celebre ragazzino terribile della tradizione italiana, ovvero il Gian Burrasca di Vamba. I due personaggi sono ben diversi ma Pingitore non sembra accorgersene, facendo recitare Alvaro Vitali nello stesso identico modo dei "Pierini", con risultati non proprio convincenti. Non si ride quasi mai e perfino i comprimari (sulla carta di tutto rispetto) non sembrano a loro agio. Dimenticabile senza rimpianti.
Il personaggio di Vamba è più che altro un pretesto per un cash-in sulla popolarità del Pierino di Vitali, con l'unica differenza di avere un'ambientazione anni '20; il resto è la solita trafila di scherzacci, battutacce, qualche momento pecoreccio e tutti i vari ingredienti della commedia scorreggiona (sì, c'è anche la gag dell'aerofagia). Ci si diverte meno però che negli episodi migliori della saga pierinesca, nonostante qualche momento riuscito, perlopiù grazie agli altri caratteristi (su tutti Robutti). Guardabile, ma non certo eclatante.
Alvaro Vitali è Giannino Stoppani, in arte Giamburrasca, che una ne pensa e cento ne fa ("si è mangiato la coda del diavolo", come detto da sua zia). Il lavoro letterario di Vamba è travisato, o piegato a esigenze pecorecce; se ne fa un Pierino in versione anni '20 e il film è un mezzo disastro (o simpatica boiata che dir si voglia). Nonostante tutto si lascia guardare, ha un suo strambo ritmo e qualche sorriso lo strappa. Il cast si prodiga (forse invano, ma contribuisce con professionalità a non far crollare del tutto la baracca).
MEMORABILE: "Farabutto! Anarchico" (Carotenuto a Vitali); La seduta spiritica con Madame Morgan (appellata come "la celebre medium").
Pingitore romanizza e involgarisce il personaggio creato da Vamba facendone un Pierino ante-litteram, tanto più che affida il ruolo a Vitali. Pur non discostandosi molto dal filone pierinesco, il risultato è di livello leggermente superiore, grazie a una confezione meno poveristica (si nota un certo impegno nel ricreare la Roma d’inizio Novecento) e soprattutto grazie all’apporto dei caratteristi, tra i quali spiccano Colosimo e Robutti, senza tralasciare Carotenuto, Ucci, Merlini, Reder.
MEMORABILE: Giannino in classe e in collegio; Il minestrone lassativo.
Il king delle flatulenze stavolta l'ha fatta grossa, ma tanto più grossa del solito. Con la pigmalionesca supervisione/complicità del reus-ex-machina Pingitore, il sor Vitali artefà e pierinizza "obtorto colon" il mitico Giornalino di Vamba, arronzandolo a sua immagine e scelleranza. E non sarà una scorreggiata di salute: Alvaro/Stoppani sotterrerà Bertelli portando in collegio zefiri colerosi e pandemoni intestinali a botte di calbonesca "ventilatio putrens". Gli ospressiofili e i goliardi ne trarranno crasso gongolamento; quelli con la puzza sotto il naso ne fiuteranno gli effetti lassativi.
MEMORABILE: Il fuggi fuggi dissenterico in sala mensa condito di esplosioni intestinali; "Stoppaaaaaaaaniiiiiiiiii!!!".
Analogamente al contemporaneo Giggi il bullo (ispirato a Petrolini) la ripresa del "Diario di Gian Burrasca" (il libro di Vamba può essere considerato il più diretto antecedente letterario dei fumetti del Pierino di Rubino) mostra l'ambizione di Vitali di compiere un salto di qualità. Operazione purtroppo non riuscita che si limita a traslare il Pierino alla Girolami in una (poco credibile) ambientazione d'epoca, sprecando partecipazioni di pregio (Carotenuto, Reder) e tradendo lo spirito originale sia del personaggio che dell'attore.
Tra le varie reinterpretazioni di Gian Burrasca, questa di Pier Francesco Pingitore è quantomeno la più becera. Di fondo c'è la scaltrezza, nemmeno sulla carta così sbagliata, di impiegare Alvaro Vitali (qui al culmine della sua popolarità, ma dietro l'angolo il baratro artistico) a mo' di "Pierino". Ne viene fuori un ibrido poco dilettevole, che non aggiunge niente ai precedenti e a dire il vero non diverte molto. Qua e là qualche immancabile volgarità nella cornice degli Anni '20, ma anch'essa non genera alcuna ilarità.
Le avventure dell'incorreggibile Gian Burrasca, personaggio tratto dall'opera di Vamba, affidate alle mani di Pingitore (alla guida di uno stuolo di bravissimi caratteristi come l'onnipresente Carotenuto, Reder, Barra, la Sofio, la Merlini, Robutti tra gli altri), danno vita a una pellicola leggera leggera ma briosa, senza scene stucchevoli e (troppe) banalità scatologiche. In un ruolo da Pierino d'antan, Vitali è come sempre nel suo elemento. Molto più convincente e divertente dell'altra variazione sul tema pierinesco, Giggi il bullo.
MEMORABILE: "Che ha bevuto, signor direttore?" "Sì!" "Buongustaio!"; "Fuori di qui, maiale, il tuo posto è il porcile!" "Ti devo salutare qualcuno?".
Si differenzia dai soliti Pierino per l’esistenza di una trama, utile peraltro a rinfrescare le letture giovanili. Gli sketch, pur avendo detta “nobile” origine letteraria, risentono comunque di un pizzico di volgarità e scontatezza tipici di quel cinema. Per il resto bisogna fare affidamento sui caratteristi, tutti chi più chi meno capaci: prima di tutti sarebbe da citaree Carotenuto, ma la Merlini è strepitosa, ha tempi eccezionali, non sbaglia una posa, un tono o una battuta, veramente eccellente.
MEMORABILE: La celebre scena del dittamo, ma anche tutte le altre in cui c’è Marisa/zia Bettina.
Divertente l'inizio, ricco di gag riuscite e con un Carotenuto incontenibile; buono anche il resto del cast (si può dire di tutto su Vitali ma non che non sia bravo), ciononostante il ritmo rallenta e l'intreccio si fa monotono dal momento in cui Giannino entra in collegio, mettendolo in subbuglio. Lo schema narrativo è pressoché identico a quello di Pierino colpisce ancora di Girolami (casa-collegio-casa), con un finale "all'aperto" ripreso nel successivo Sfrattato cerca casa equo canone.
MEMORABILE: L'atroce scherzo del protagonista ai familiari.
E' evidente cosa volesse fare Alvaro Vitali: diversificare il suo personaggio di Pierino e al tempo stesso agganciare Pingitore, quello del Bagaglino, in un film tratto dal famoso romanzo di Vamba. Peccato che ci creda solo lui. La storia è tirata via, non fa mai ridere e per forza di cose i momenti migliori sono proprio quelli "pierineschi", come il lassativo che rende la cena dei direttori un susseguirsi di flatulenze. Peccato, soprattutto per il povero Alvaro.
Modesta ripresa del bel romanzo di Vamba. Da un lato i comprimari come Carotenuto, Barra o la Merlini offrono una buona prova, dall'altro sono tante le cose che non funzionano (Vitali protagonista, alcune volgarità gratuite, la regia fiacca). Ad ogni modo alcune scene (il dittàmo, il matrimonio con fuochi d'artificio e Ucci sostituto paterno) funzionano benino e ci fanno arrivare alla fine. Brutto no, inutile sì.
Pur mantenendo inalterata la trama letteraria, la comicità di Pingitore sembra ispirarsi, più che all'ironia di Vamba, a quella becera dei vari Pierini, comprese le derive scatologiche che naturalmente fanno tutt'altro che ridere. A dispetto di una sceneggiatura molto misera, va menzionato un certo impegno nella ricostruzione storica, soprattutto nei costumi, che rispetto ai precedenti film con Vitali rappresenta un elemento di novità. Buona anche la folta presenza di caratteristi anche molto validi (Carotenuto, Merlini, Reder, Ucci) ma il risultato resta comunque scarso.
Stravolto lo spirito del romanzo del povero Vamba, travisato completamente nelle intenzioni per creare quello che fondamentalmente è un Pierino ambientato a inizio '900. Qualche buona trovata comica è innegabile, i caratteristi come sempre funzionano perfettamente, specialmente uno straordinario Mario Carotenuto, ma il film è di raro becerume e pur tenendosi al livello delle commedie coeve risulta forse più fastidioso. La parte migliore, pur nella sua volgarità gratuita, è quella del collegio. Per completisti del genere e per fan di Alvaro Vitali.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
MusicheAlex75 • 19/09/18 17:16 Call center Davinotti - 710 interventi