Agghiacciante. Già far fare a Raf Luca, Sergio Leonardi (insopportabili), Angelo Pellegrino (monocorde) e Gianfranco D'Angelo (il migliore) quattro ventenni è una brutta partenza. Il resto non migliora il tutto, una serie di quadri con tentativo di battuta finale. Solo che le battute non funzionano e, delle poche che funzionano, quasi tutte sono telefonatissime. Si salva il grande Gianni Agus che dà al suo colonnello i tic del favoloso caratterista che tutti conosciamo. Da evitare con cura.
Commedia sulla stessa scia dei film di Buttiglione, Kakkientruppen et similia. Quindi si alternano battutine da caserma (per la maggior parte barzellette comuni adattate in tema militare) a gag perlopiù squallide e forzate. Banfi come al solito si nota su tutti per una interpretazione non male, nonostante il progetto. Si nota la moltitudine di caratteristi (certi anche davvero minori) che compongono il film, molti di cui semplici comparse (Murgia, Baccaro e Vitali doppiato una volta in sardo). Atipico il cantante Leonardi, D'Angelo copia Banfi.
MEMORABILE: La frase "ogni riferimento a persona e fatti reali è puramente casuale", anzichè in forma didascalica viene letta dagli attori nel finale, in una specie di extra.
Nel suo genere si è visto di peggio, sopratutto sul versante americano. Certo non rimarrà nella storia, ma qua e là diverte, con alcune battute e scenette davvero azzeccate; gli attori non sono male, specie Banfi, D'Angelo e la strana coppia Ucci/Congia.
Pastrocchio inenarrabile anche se tenuto conto di un cast davvero mediocre con un'unica eccezione, il grande Gianni Agus, qui piombato senza paracadute e, con buona probabilità, per questioni meramente alimentari. Raccolta di barzallette da caserma realizzate l'una dietro l'altra e tenute assieme da un labile e quasi inesistente filo di trama. Banfi era già in forma ed è grazie a questa presenza che Quattro marmittoni alle grandi manovre si riesce a vedere sino in fondo.
Tra le tante commedie del genere "militari, caserme e dintorni", discutibile sottogenere comico che imperversava negli anni 70, è una delle peggiori. Il cast non è malaccio e vede diversi nomi spesso presenti nei film comici di allora (Gianfranco D'Angelo, Raf Luca e gli ottimi Agus e Lino Banfi); peccato per tutto il resto, tra situazioni che vorrebbero essere comiche ma che non fanno ridere e battute che ottengono più o meno lo stesso effetto. Solo per collezionisti e fanatici del genere.
La benemerita Teleregione color di Barletta lo rimandava in onda quasi quotidianamente rendendoci fraterne le imbelli imprese dei nostri marmittoni: indimenticabili a loro modo il burino D'Angelo svenato per amore dalla bellissima infermiera Lisa Leonardi e il figlio di mammà Sergio Leonardi. Comprimari imperversano e ruban la scena: Banfi (Merode) duetta da par suo col sardo Congia (Sergente Porceddu), Gianni Agus giganteggia nel ruolo del colonnello. Film di caserma e da caserma. Malinconico divertimento da adolescenti
MEMORABILE: "...Un momento che telefono a mammà" (tormentone di Leonardi); I prelievi da "morire" ai danni di Gianfranco D'Angelo.
Sotto-sotto genere già sfruttato fino all'osso e certo qui non ravvivato - a parte le sporadiche vedute di donnine formose - dal cast composito (eufemismo) nel quale spiccano in negativo gli insostenibili Raf Luca, presenza ammazzafilm che solo Fulci ha saputo in parte mitigare, e Leonardi. Gianni Agus, eroicamente, si immola per l'onore. Eppure, incredibilmente, Girolami col nom de plume dei momenti peggiori (eccetto La moglie vergine) farà anche di peggio.
Brutto film comico sulla naia che, se nella prima mezz'ora riesce a tenere grazie alla verve dei soliti Banfi e D'Angelo, in seguito crolla totalmente lasciando spazio a una serie di freddure e di ripetizioni fatte per "allungare il brodo". Alcuni personaggi inoltre sembrano totalmente svogliati e fuori ruolo (Raf Luca su tutti). Si arriva alla fine ma a fatica.
Quattro soggetti tra loro molto differenti si uniscono nel comun intento di ravvivare lo spirito della caserma dove, loro malgrado, sono costretti a passare il tempo che la leva richiede. D'Angelo tiene su la baracca con alcune battute del suo immenso repertorio comico, il restante comparto attoriale è invece alquanto scialbo e induce allo sbadiglio (Raf Luca è davvero indigesto), Banfi (sottotono) compreso. Da vedere a notte fonda, con un occhio chiuso e uno... socchiuso.
Nella fiera degli stereotipi più beceri e insistiti si può inquadrare bene questa farsa militaresca, che può puntare almeno su qualche momento divertente (tutte le parti con Banfi) anche per la volgarità del film. Banfi appunto il migliore. Il suo maggior difetto sta nel reggersi su situazioni assai esili che rendono il film vuoto, riempendolo con scenette (la gag con l'infermiera) inutili che affossano il valore già basso del prodotto. Le donne si vedono poco.
Commediola di bassa lega in cui si osservano una serie di slegate situazioni con protagonisti gli scalcagnati militari di una caserma. Battute triviali e situazioni al limite del pecoreccio nonostante il cast sia abbastanza ricco. Discreto Banfi iettatore e sempre preparato Agus, male D'Angelo brutalmente doppiato.
Quando ancora Lino Banfoli parlava così. Film da visionare in compagnia, con amici in vena di facili risate. Da annoverare l'impegno che quasi tutti mettono per cercare di riempire i vuoti tra una barzelletta e l'altra (Gianni Agus in testa, capace di rendere brillante anche la battuta più scialba). Se non altro riunisce un certo numero di caratteristi e visto oggi ricorda una figura di militare e di vita da caserma che non esiste più.
Ennesima parodia del servizio militare all'epoca obbligatorio. Raf Luca non manca di far ridere solo quando mostra di saper fare il contorsionista afferrandosi la testa da dietro con le braccia. D'Angelo doppiato da Manlio De Angelis brutta parodia di un serafino. Pellegrino doppiato da Gammino in siciliano va meglio. Alvaro Vitali doppiato da Renato Izzo non rende. Meglio la coppia Banfi-Congia nei i due sergenti e Agus-Tucci come ufficiali. Leo Valeriano, Franco Agostini nel tenente gay e Massimo Vanni (il soldato Arziletto) bene nei ruoli.
MEMORABILE: E chi è, Pietro Micca? (il commento di Giacomo Rizzo quando vede il capitano Riccardini/Tucci con la divisa del 1860).
Ennesima commedia militaresca (stavolta priva di nudi) che non riesce a decollare completamente, anche se qualche sorriso riesce a strapparlo ugualmente e il merito va ai tanti comici e caratteristi presenti nella pellicola (Agus, Banfi, Garrone, Ucci ecc.), che fanno il possibile per risollevare le sorti di un prodotto deboluccio. Simpatici Agus e Ucci, esilarante Raf Luca (e le sue telefonate a mammà "Facchetti") e anche le continue liti tra Porceddu e Merode mettono allegria. Simpatico, ma molto debole.
Film collocabile nel sottogenere dei caserma movie, ha il pregio di offrire una carrellata di grandi caratteristi del periodo che però brillano poco a causa di una sceneggiatura scarna e scontata che si limita a riciclare arcinote barzellette sulla vita militare. Qualche battuta strappa il sorriso, grazie anche all'enorme mestiere di alcuni nomi coinvolti (Banfi, Garrone, Agus), ma bisogna dire che molti elementi del cast (Luca, Leonardi, Pellegrino) lasciano piuttosto a desiderare e mortificano qualsiasi velleità comica. Per completisti.
Non tutte le gag sono riuscite, la trama è praticamente assente, si vira spesso nel surreale (il giovane energumeno dalla forza sovrumana, l'infermiera vampira) e l'umorismo è di grana grossa; ciononostante, i quattro attori protagonisti sono ben affiatati e risultano simpatici, così come i ruoli che rivestono (il napoletano figlio di papà, il pastore sardo ignorante, il ladro romano e il mafioso siculo), il cast di contorno è buono (soprattutto Agus, Ucci e Banfi), il finale divertente.
MEMORABILE: "Ma come, dico, vengono a rubà a casa dei ladri?" (il borseggiatore a cui hanno fatto sparire le scarpe).
Debole farsa militaresca con gag piuttosto deboli ma un cast in cui c'è tutta la Cinecittà (non solo comica) di seconda fila, da Toni Ucci che parla veneto fino a Puccio Ceccarelli che organizza le manovre con il carro armato. Sembra quasi che Marino Girolami abbia coinvolto tutti gli amici e i conoscenti dicendo loro che avrebbe portato via pochissimo tempo (infatti le scene sono a quadri staccati l'uno dall'altro). Non si ride quasi mai, salvo per Gianfranco D'Angelo che fa le rime con i santi e prende in giro nientemeno che Celentano.
"Naja-movie" forse di routine per il grande Girolami/Martinelli, ma che tuttavia funziona alla grande come piacevolissima commedia leggera per passare un'ora e mezza in allegria; per una volta, l'aspetto erotico tipico delle "commedie sexy militari" è totalmente assente e si punta esclusivamente sulla risata con un parterre de rois della nostra commedia composto da Agus, Ucci, Banfi, Garrone, Congia e i bravi D'Angelo, Pellegrino e Leonardi. Anche Raf Luca, per una volta, funziona alla grande. Sarà sicuramente datato ma resta un film leggero e divertente, estremamente godibile.
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DiscussionePanza • 27/09/12 19:13 Contratto a progetto - 5246 interventi
Nello spazio del regista ci vorrebbe la dicitura Franco Martinelli (Marino Girolami) come d'uso attuale.
DiscussioneZender • 28/09/12 08:58 Capo scrivano - 48372 interventi
Grazie Panza. Ricordo qui appunto a Legnani (li puoi aver messi solo tu) che in cast e regia non si possono usare altre parole che non siano parentesi o nomi. Tutti i "come" sono sbagliati (spero non ce ne siano tanti, un po' ne sto cancellando ora).
Zender ebbe a dire: Grazie Panza. Ricordo qui appunto a Legnani (li puoi aver messi solo tu) che in cast e regia non si possono usare altre parole che non siano parentesi o nomi. Tutti i "come" sono sbagliati (spero non ce ne siano tanti, un po' ne sto cancellando ora).
Qiando li vedo, li cancellerò pure io.
Dato che il "come" è usanza IMDb ("as" in originale - "come" in .it), forse la cosa va precisata nelle istruzioni. Se uno prende da IMDb, copia anche il "come".
DiscussioneZender • 28/09/12 11:56 Capo scrivano - 48372 interventi
No, credimi, non l'ha mai fatto nessuno finora :). Dovesse capitare lo cancello immediatamente.
La schedina del Totocalcio che il medico della caserma compila utilizzando le malattie avute da Nino (Leonardi) è quella del concorso n.13 del 25 Novembre 1973.
Notare, oltre al colore e allo sponsor (particolari che cambiavano ad ogni concorso), l'alternanza della sequenza delle squadre. Nell'ingrandimento (ribaltato) qui sotto, è facile riconoscere il tutto: