Se STURMTRUPPEN era stato un interessante tentativo di trasporre su schermo le strisce di Bonvi attraverso quell'umorismo surreale caro ai comici del Derby Club che vi partecipavano (Pozzetto, Boldi, Teocoli e altri), questa immediata replica povera è solo un barzelletta-movie di infima qualità. Il cast è ovviamente differente e pesca a mani basse nella commediaccia di serie B, tanto che le due “star” sono Lino Banfi e Gianfranco D'Angelo. Il set è il solito campo nazista, fitto di cartelli e termini italiani storpiati dalla desinenza “en”. Comandato da un tedesco amante della musica classica ma retto dai due caporioni Mario Carotenuto...Leggi tutto ed Enzo Andronico, l'esercito in questione è composto da soldatini maldestri come Banfi (è Otto, che “per gli amici si fa in quattro, ma se s’incazza finisce in quarantotto”), D'Angelo, Ugo Fangareggi, Francesco Mulè (il cuoco) e altri meno noti. Il film è un'ovvia sequela di barzellette da caserma coreografate e di giochi di parole da quattro soldi (in cucina si portano cadaveri di belle ragazze perché il cartello dice “Giovedì gnokka” o si arrostiscono soldati perché “Sabato truppa”) orchestrati da un Marino Girolami non molto in vena. Punte di autentico trash alla comparsa, tra i prigionieri americani, di due falsi Stanlio e Ollio o all'apparire, seduto sulla tazza, del sosia di Winston Churchill (“E’ vero, sulla porta del cesso ci stanno pure le sue iniziali!”). La chiusura con un falso Hitler che se ne va travestito da Charlot è un imbarazzante omaggio al GRANDE DITTATORE, mentre Oreste Lionello delude nei suoi cinque minuti di cameo (è un ispettore); Ric e Gian chirurghi da campo prevedibilmente incapaci e sanguinari sono un intervallo ciclico quasi piacevole, in mezzo a tanto squallore...
Gianfranco D'Angelo è spesso irritante, soprattutto quando rivolge battute al pubblico. La pessima sceneggiatura non permette nemmeno a Banfi di salvare la situazione nonostante lui, tra tutti, si dimostri il migliore. Carotenuto è bravino, ma i migliori forse sono i due chirurghi. Non è un film barzellettistico perché, a parte qualche vecchia e riciclata barzelletta, vi sono solo scenette squallide e pecoreccie. Piuttosto penoso ma veramente speciale e stupendo, per chi ama il trash.
Ci aveva già provato Samperi, l'anno prima, con risultati convincenti. I grassi ometti, a parodia dell'esercito nazista - disegnati da Bonvicini - tornano lievemente alterati per questioni di copyright. Banfi non brilla al fianco di Ric e Gian, coppia tediosa in questo contesto povero e mal gestito. Girolami (regista) ha fatto di meglio, ma probabilmente non di peggio: a dispetto della presenza, nel cast, del caratterista Carotenuto, di Andronico e della simpatica Turina. Decisamente una delle peggiori commedie italiane degli anni '70.
Squallida ripresa di un geniale fumetto di Bonvi, con un gruppo di attori di chiara fama qui impiegati malamente. Ma la colpa maggiore va ad un copione che fa acqua da tutte le parti, con gag riciclate e strabusate, un ritmo decisamente basso e una regia povera di idee. Nemmeno la coppia Banfi/D'Angelo salva la situazione. I meno peggio, alla fine, risultano Ric e Gian e il sempre grande Mario Carotenuto. Ma è (e rimarrà) un vero e proprio filmaccio inutile.
Oh Gesù, cinema di Giulio, Brindisi, in prima visione... Disgustorama? Beh un film dove si ricicla la barzelletta del pollice da tenere in caldo nella minestra et similia; un film dove ci sono Ric e Gian... un puro prodotto trash, secondo la tesi di Labranca... non so se lo regge un avanzamento di voto su quello di mastro Davinotti. E infatti mi adeguo. Terribile specie su grande schermo (su piccolo si digerisce meglio se si è prossimi al suicidio).
Lo Sturmtruppen di Salvatore Samperi, tratto dalle famose strisce a fumetti di Bonvi, generò questa parodia della parodia. Se Samperi mischiava i fumetti con la comicità del Derby, inserendo, accanto a Cochi e Renato, un sacco di cabarettisti milanesi fra cui Boldi e Teocoli, "Kakkientruppen" cerca di usare i comici più in degli anni 70: Lino Banfi, Giafranco d'Angelo, Mario Carotenuto e Oreste Lionello, in una satira anti-militare debole e piena di barzellette. Fra le gag: i karateki omosex.
MEMORABILE: Soldato uno: "Kara, te!" Soldato due: "No, te kara!" Lionello agente Gestapo: "Il nazismo non è più duro!" Soldati: "No, usa il Cia... cia.. cianuro!"
Devastante, nel ricordo il peggior marmitta-movie della storia, arrivato dopo che anche il più recondito arsenale di battute, luoghi comuni, tòpoi e scemenze è stato già saccheggiato e raso al suolo. Il tutto (aggravante) con un cast non peggiore di altri ugualmente sfortunati cimenti, ma che nulla può per impedire lo sfacelo. Se non altro, titolo onesto. Marcare visita.
Nell'orripilante sottogenere militare questo Kakkientruppen (chiaramente ispirato al mitico fumetto) non è tra i peggiori. Alcune scene sono demenziali, ma qualche sorriso lo strappano, gli attori sono buoni ma il soggetto e la regia non tanto. Diciamo mediocre.
La brutta copia di quel Sturmtruppen del compianto Bonvi. Se già l'originale non era granché, figuriamoci questa copia. Malgrado il cast sia "degno" della comicità e del "macchiettismo" del periodo, il film è di una bruttezza sconcertante. Purtroppo spiccano i soliti clichè da caserma triti e ritriti che ormai non fanno ridere nessuno. Col cast a disposizione si poteva fare molto meglio...
Film apocrifo di Sturmtruppen che alla fine risulta più divertente dell'originale. Fa sorridere che siano stai fatti prigionieri due soldati americani che sono l'imitazione di Stanlio e Ollio. Visto il grande successo televisivo di Sandokan nel 1976 si pensò di fare una scenetta anche con un personaggio di Sandokan, doppiato da Giacomo Piperno e con un ufficiale tedesco gay (Daniele Dublino). Buona prova di D'Angelo e Banfi, mentre Carotenuto come da lui stesso ammesso vi recitava solo per la pagnotta!
MEMORABILE: "No non è Salon Kitty questo! Anche se è un casino lo stesso!" (risposta di Leo Valeriano nella parte di un marconista tedesco).
Anche a Bonvi tocca in malasorte di vedersi riprocessato da quel cinemaccio barzellettar-pierinesco caro a Girolami che avrebbe imbarazzato anche il più svigorito Bramieri, in cui già al decimo minuto sai di che infausta morte morire per i restanti 80. Più popolano che popolare, tracimante di un pessimo gusto a pochi millimetri dagli Squallor, se possibile anche più demoralizzante di un erossvastika (che almeno beneficia di efficace umorismo involontario) araldo di un umorismo bifolco e improduttivo che fa compatire le platee di allora e dà la cifra esatta del perché abbiamo perso la guerra.
Sulla scia del successo di Sturmtruppen e del boom del 1977 dei film "nazi", ecco il contributo di Marino Girolami al genere demenziale in un contesto drammatico. Ci si avvale di un gruppo di attori all'epoca soprattutto impegnato nella commedia scollacciata e pochadistica, ma la loro innata verve non basta a colmare le lacune di un film che non funziona quasi mai. Si ride davvero poco: scenette fiacche e mal assortite accompagnano lo spettatore in una sorta di "barzelletta-movie" con il freno a mano tirato. Deludente.
Barzelletta movie che si rifà alle striscie di Bonvi riciclando però ogni genere di gag trite e ritrite del cinema comico. Rispetto a Sturmtruppen il livello è ancor più demenziale e il notevole cast viene sfruttato male. Nel calderone della mediocrità finiscono tutti senza esclusione alcuna e fa male al cuore vedere comici del calibro di Banfi e D'Angelo non andare mai a segno con nessuna battuta. Novanta minuti di noia mortale.
Follia senza vera cognizione di causa; e pressoché totale disastro filmico con nomi di grido: chissà, forse non infame in ogni suo minimo anfratto ma inesorabilmente destinato a qualche girone infernale della cinematografia italica. Barzellettaro a oltranza e senza ritegno, spesso becero, qua e là assurdamente volgare; tenta di convincere seminando vento di parodia e raccoglie tempesta di esposizione al cattivo gusto. Chi riuscirà nell'impresa di guardarlo potrebbe anche trovare qualcosa da salvare; io non ci sono sono riuscito.
Film nella scia del più famoso e riuscito Sturmtruppen. Il risultato non è granché lusinghiero. I nomi degli attori ci sono ma la sceneggiatura è desolante, priva di continuità. Qualche sporadica battutaccia fa sorridere ma il taglio demenziale è fine a se stesso e non suscita interesse. Ci si annoia parecchio e anche il grande Banfi è sottotono. Male D'Angelo, meglio Ric e Gian. Desolante ma un pallino e mezzo lo può meritare.
Già non faceva ridere il capostipite Sturmtruppen: figuriàmoci questa imitazione, nella quale albergano il macabro fastidioso, il pessimo gusto, la volgarità, le scopiazzature, le barzellette riciclate. Paradossalmente, ma non troppo visto il buon cast, il livello attoriale e la loro direzione è tutt'altro che malvagia (convince pure Leo Valeriano, spesso insopportabile), ma il film resta pressoché inguardabile, se non per riconoscere attori solitamente di terza fila, con i loro volti, comunque cari all'amante del cinema italiano del decennio.
MEMORABILE: Banfi che equivoca su "decorato", comprendendo "de Corato", città della Puglia.
Girolami riprova dopo Samperi a fare un film con i personaggi del pregevole fumetto di Bonvi. L'impresa, come era prevedibile, si traduce in una catastrofe nonostante il notevole cast coinvolto, soprattutto a causa di una sceneggiatura che sembra improvvisata al momento senza troppa fantasia. Onesto l'apporto degli attori, ma recitare il nulla non è facile per nessuno e fa quasi male vedere gente di indiscusso talento come Banfi o Lionello ripetere banalità di tale fatta. A volte si coglie qualche eco della comicità surreale delle strisce, ma non si ride praticamente mai. Bocciato!
Il genere, la trama e la sceneggiatura sono quel che sono, ma questa serie di barzellette militaresche che ironizzano, sia pur maccheronicamente, su una delle pagine più buie del Novecento, hanno diverse trovate divertenti, pochi tempi morti. Qualche occhiolino agli slogan pubblicitari televisivi (''Per un bucato più bianco''), le battute spesso rivolte allo spettatore con inquadrature verso la camera. Una menzione particolare per il cameo di Oreste Lionello, i "macellai" Ric e Gian e Francesco De Rosa assistente del comandante.
MEMORABILE: I titoli di testa; Il ''sistema'' di allarme; ''Che sorca!''; Soldato Franz; L' ispettore; Le bolle di sapone; L'anestesia; Le dame della crudeltà.
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Curiosità124c • 19/02/09 11:11 Contatti col mondo - 5190 interventi
E' morto Oreste Lionello, attore in questo film e in molti altri, doppiatore e cabarettista, dopo una lunga malattia.
Discussione124c • 19/02/09 11:23 Contatti col mondo - 5190 interventi
Quanti attori ci sono in questa satira, che si ispira male alle "Sturmtruppen" di Bonvi. Giò il prototipo cinematografico non era granchè, la combriccola del Derby di Milano sotto la regia stanca di Salvatore Samperi, ci si aggiunge, un anno dopo, "Kakkientruppen", con Banfi, d'Angelo, Carotenuto, Linello e Ric e Gian, in ruoli non dissimili da quelli sostenuti un anno prima da Cochi e Renato, Boldi, Andreasi e Teocoli. Forse a far più ridere di tutti, è il colonnello della Gestapo Oreste Lionello con la mano finta, che ammazza i soldati con pillole di cianuro.
Il film alla fine risulta essere molto più divertente del film Sturmtruppen da cui prende spunto. Leo Valeriano fà una delle migliori battute "No! Non è Salon Kitty questo anche se è un casino lo stesso!."
Vengono fatti due prigionieri americani: Stanlio e Ollio tutti e due doppiati da Croccolo. Il comandante tedesco afferma : Se tutti gli americani sono come questi fra mezz'ora abbiamo vinto la guerra!
Oltre al grande Oreste Lionello in questo film si vede anche Francesco De Rosa conosciuto come Felice in Febbre da cavallo. Non riuscendo più a lavorare è rimasto in solitudine e purtroppo qualche anno fa decise di porre fine alla sua vita. Attore da ricordare.