Licenza di titolare (titolazioni italiane stravolte)
19 Marzo 2009
Colpi a tradimento e colpi vincenti nell’adattamento dei film stranieriPenso che ognuno di noi, imbattendosi nel titolo italiano di un film straniero, almeno una volta nella vita abbia sentito il bisogno di maledire il cosiddetto titolista perché ritenuto autore di un autentico scempio.

La scelta viene di solito concordata tra produttore e distributore in base ai rapporti di forza e alle abitudini consolidate: Kubrick ad esempio seguiva la traduzione dei titoli (e non solo*) delle proprie opere in tutti i paesi in cui venivano distribuite. Generalmente però prevalgono le esigenze della distribuzione e il titolo originale è soggetto ad innumerevoli manovre e salti mortali che vorrebbero catalizzare l’attenzione del potenziale spettatore sottolineando i concetti più alla moda e prescindendo, se necessario, dal contenuto stesso della pellicola.
Una licenza di titolare, insomma, che come nel caso dell’ineffabile James Bond, non si arresta davanti a nulla e lascia sul terreno decine di vittime.
QUAL E' IL PERCORSO LOGICO PIU' COMUNE?
1. Verificare la traduzione letterale
Ha senso? Come suona? E’ un titolo già utilizzato? Può offendere qualcuno?
2. Ricercare un minimo di originalità e suggestione che non stravolga il senso
Se la traduzione non convince si cerca un’alternativa che ne sottolinei quell’aspetto saliente che dovrebbe attirare lo spettatore.
3. Quando l’originalità non premia, sfruttare la scia di un film o di un filone fresco di successo
Quando il film non è particolarmente meritevole ci si può arrangiare richiamando un titolo di successo o spacciandolo come di un genere particolarmente in voga (a prescindere dall’effettiva realtà).
4. Se proprio non rimane altro... il sesso è un rifugio sicuro
Questo, purtroppo, rispecchia l’essenza di un popolo e dobbiamo farcene una ragione. Se personaggi come Alvaro Vitali, Biscardi, Corona o Mastella riscuotono successo tanto a lungo non è colpa dei distributori o della tanto famigerata tv. Qualcuno li guarda, ne discute, li vota.
• ALCUNI ESEMPI CHE GRIDANO VENDETTA

In Usa, GB e Spagna non si fecero problemi. Pure in Turchia, dove ovviamente si citava Allah (Ve Allah kadini yaratti).
Il bellissimo “The Incredible Shrinking Man” del 1957 fu tradotto letteralmente in Francia e Spagna; in modo generico in Germania (Die Unglaubliche Geschichte des Mr. C). Solo da noi una mente malata riuscì ad inventare qualcosa di totalmente fuorviante (e che suonava comunque male) come “Radiazioni BX: distruzione uomo” per seguire il filone sci-fi allora in voga. D’accordo, la traduzione letterale italiana non poteva funzionare (accorciare, ristretto...) ma si sarebbe ptuto scegliere scegliere un “L’uomo sempre più corto” o “L’incredibile mutazione” senza evocare scenari apocalittici che non appartenevano minimamente al film.

Sempre di Truffaut, meno clamoroso ma simile, ricordo un “La Peau douce” (“Pelle vellutata”) che divenne “La calda amante” (titolo che, pur essendo in tema, aggiungeva un che di morboso non richiesto).
Nel 1932, Vidor ambientò in Polinesia “Bird of Paradise” una romantica storia d’amore tra Luana, una nativa, e un viaggiatore bianco, con tanto di epilogo tragico. In altre lingue si rimase fedeli all’originale (Ave del paraiso, Paradisvogel, Pouli to paradeisou) ma in Italia divenne “Luana, la vergine sacra” che non rendeva alcun concetto di bellezza, esotismo e romanticismo. Piuttosto, era un titolo profetico per l’avvento dei cannibal-movies degli anni 70.
Una commedia dai risvolti drammatici del grande Frank Capra era intitolata “Long Pants” a significare che per il complessato protagonista era venuto il momento di diventare un uomo. Questo concetto fu capito in Germania e Spagna (Die Ersten langen Hosen, Sus primeros pantalones) ma venne misteriosamente cambiato in Francia (Sa dernière culotte) e in Italia con “Le sue ultime mutandine”. Mal comune mezzo gaudio, ma trovare una giustificazione rimane difficile.

Altro film non eccezionale ma di peso: “Road to perdition” con Hanks e Newman. Tradotto letteralmente in tutto il mondo da noi divenne un generico “Era mio padre”. Un più caratterizzante “Il cammino verso la perdizione” suonava tanto male? Oppure mantenere il titolo inglese, come hanno fatto in Austria, Germania e Norvegia, titolo che non era troppo difficile da assimilare anche per l’italiano medio.

Se la traduzione “L'eterno splendore della mente immacolata“ poteva risultare pesante perché non fare come in Germania, “Vergiss mein nicht” cioè “Non mi dimenticare”, che suona bene e rende il senso della storia raccontata?
“The break-up” con Jennifer Aniston fu tradotto fedelmente in più lingue (La rupture, Separados, Trennung) e ci voleva un genio italiano per inventare un inimmaginabile “Ti odio, ti lascio, ti...” che avrà messo in crisi tutti coloro che dovevano trascriverlo, i quali si saranno chiesti se e quanti puntini ci volevano.
Un caso di plagio senza pudore è "Nickname: Enigmista" che non c’entra nulla con l’originale "Cry Wolf" ma ugualmente non ha niente a che vedere con il precedente Saw, l'enigmista di cui voleva sfruttare il recente successo. Il genere horror è sempre stato terreno fertile per le scopiazzature interessate (Non aprite... La casa...).

Nel 1969 si doveva tradurre “Le grand amour”, del francese Etaix. “Il grande amore” era già un film del 1939 e in effetti l’opera di Etaix era più una garbata commedia rosa che non un puro sentimentale. Questo non giustificava però l’orrendo e garrulo “No, no, no, con tua madre non ci sto” che gli appioppammo in Italia.
Il divertissement di Paul Morissey intitolato “Blood for Dracula” suonava bene ma rischiava di apparire troppo forte e improntato all’horror puro. Anche se altri paesi lo avevano mantenuto uguale (Du sang pour Dracula, Sangre para Drácula, Sangue Virgem para Drácula) adattarlo non era quindi peccato mortale. Nessuno poteva immaginare che ne potesse uscire un “Dracula cerca sangue di vergine.... e morì di sete” che, pur essendo fedele al racconto filmico e allo stesso tempo giustamente surreale, appare forzato e di scarsa resa fonica.
• NON SEMPRE SI COMBINANO DANNI...
L’opera dei tradutori nostrani non è sempre negativa, anzi: quando la traduzione fedele ha poco senso o non rende bene allora è cosa buona e giusta intervenire.
E non di rado l’adattamento riesce a migliorare sensibilmente l’impatto del titolo.

Nel 1956 nominare Dio invano era peccato, oggigiorno ci siamo leggermente emancipati e questo ha permesso ai distributori di “Bruce Almighty" (il semplice nome del protagonista) di trasformarlo in un divertente e congeniale “Una settimana da Dio”. Altrove si è fatto ricorso al concetto di Bruce l’onnipotente (Bruce Allmächtig, Bruce tout-puissant) che non è tanto diverso.

Rimaniamo su Eastwood con l’altrettanto significativo “The beguiled” del 1971 che diventa “La notte brava del soldato Jonathan”. Titolo che per me rende bene ed è addirittura meno morboso del contenuto stesso del film. L’originale faceva sì riferimento al concetto chiave del film (l’inganno) ma era anche un tantino generico e impegnativo. All’estero si sono seguite diverse strade (Betrogen, El seductor, El engaño) sicuramente in tema ma nessuno ci ha battuto in creatività.
Il “Dead Poets Society” di Peter Weir in Italia divenne “L'attimo fuggente” invece del letterale “La setta dei poeti estinti” che non era malvagio ma inferiore al titolo italiano. Altrove la traduzione è stata rispettata (Le cercle des poètes disparus, Der club der toten dichter, El club de los poetas muertos).

Il celebre "Citizen Kane" di Welles ha mantenuto lo stesso titolo in quasi tutte le lingue salvo che in portoghese (un indovinato “O Mundo a Seus Pés”) e svedese (En Sensation). L’italiano “Quarto potere” non è ingannevole ma non coglie l’essenza del film che è la vita di Kane e il suo rapporto con gli altri. Se “cittadino Kane” suonava così così e l’originale poteva non essere compreso allora la strada dei portoghesi poteva risultare vincente.
Un classico del rape & revenge a basso budget come “I spit on your grave” tradotto in “Sputo sulla tua tomba” rende l’idea del film duro ma suona come un western e viene a mancare l’elemento sesso e violenza. Elemento presente nel “Non violentate Jennifer”, che rimane comunque insipido e quasi ridicolo (sembra un’esortazione). Generiche le traduzioni estere (Oeil pour oeil, La violencia del sexo).
Altri esempi di titolazioni stravolte: Romantico avventuriero (1950) per The Gunfighter. Rieditato 14 anni dopo col titolo "Il fuorilegge del Texas" per ottenere uno sfruttamento più adeguato, visto che il primo titolo non richiamava il western in alcun modo.
* In Shining la frase che Wendy trova dattilografata infinite volte, in originale era: "All work and no play makes Jack a dull Boy" (Lavorare senza divertirsi rende Jack un ragazzo triste). Tale frase fu tradotta, sotto supervisione dello stesso Stanley, per ogni paese nel quale il film venne proiettato; in Italia fu scelto "Il mattino ha l'oro in bocca".
ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO CAPANNELLE
2 Ottobre 2009 12:04
Il buio oltre la siepe
L'uomo che visse nel futuro
Nella sezione dei "buoni" adattamenti italiani al titolo oiginale.
27 Aprile 2011 00:24
11 Gennaio 2012 15:11
4 Luglio 2024 19:39
Bell'approfondimento.
Complimenti.