Con la storia di Josey Wales, agricoltore che persegue una spietata vendetta, Clint Eastwood realizza una sorta di prova generale del suo capolavoro, Gli Spietati. Anche Il Texano è un western cupo, con personaggi spesso odiosi in un mondo che ha ben poco di eroico. Anche la figura dell'indiano è assai malinconica (è un personaggio che con la cosidetta civilizzazione ha perduto la sua identità nativa). Se un difetto si può trovare al film è forse la sua eccessiva lunghezza: il film ha qualche pausa ma è di assoluto valore.
Il modus operandi dell’Eastowood regista di western consiste nel recupero del rigore storico della tradizione fordiana e nel perfezionamento dell’etica della vendetta – meglio esemplificata nel precedente Lo straniero senza nome – unita ad un’icastica caratterizzazione (non di rado ironica) dei personaggi, appresa nel corso dell’esperienza con Leone in Italia. Dilatato da tempi eccessivamente lunghi, il film manca di compattezza ed abbonda in ripetitività, pur inserendovi stimolanti episodi, come quello del vecchio capo indiano che ha perso la propria identità. Alterno.
Uno dei film più belli e sottovalutati di Clint: storicamente preciso, originale nel mostrare per una volta le angherie degli Yankees verso i sudisti e gli indiani sconfitti, a tratti brutalmente realistico come un film di Peckinpah e Leone, ma col respiro eroico e la morale di un classico di Ford: un'odissea di disperati che diventa un vero inno alla tolleranza (vedi il discorso tra Josey e il capo Orso Grigio). Forse un po' prolisso e poco compatto, ma con un buon filo d'ironia e personaggi simpatici.
MEMORABILE: "Sì. Certo che è finita. E ci siamo morti un po' tutti in quella maledetta guerra."
Forse il capolavoro dell'Eastwood regista, che mostra di aver assimilato l'estetica sporca e pestifera dei western italiani in cui è nato, per ricondurla alla tradizione (di cui può farsi credibilmente portavoce) del western americano sulla "nascita della nazione". E ne esce un film epico, straordinariamente colto nelle sue annotazioni storiche e folkloristiche, coraggioso nelle contraddizioni, generoso nel sostenere le ragioni dei perdenti, vigoroso e appassionato come uno spontaneo atto d'amore.
MEMORABILE: Il traghettatore pronto a cambiare inno e bandiera a seconda del cliente.
Ottimo western ben scritto e diretto con maestria da un Eastwood ispiratissimo. Storia affascinante, scolpita in immagini in maniera pressoche perfetta, con un ritmo elevato e colpi di scena a non finire. Cast perfetto in cui spiccano su tutti il solito Eastwood; bill McKinney e John Vernon. Bella colonna sonora.
Dopo Lo straniero senza nome ancora un film sulla vendetta. Questa volta Clint mette insieme western all'italiana e western classico creando una sorta di ibrido convincente, riservandosi il ruolo del pistolero Josey Wales che, contornandosi di persone deboli e disadattate, creerà una comunità tollerante. Pur con qualche pausa e qualche lungaggine di troppo la pellicola avvince e conferma Eastwood come regista affidabile.
Clint Eastwood ha girato questa sorta di western epico e forse non sbaglio di molto se dico che ha preso spunto da Sergio Leone. Ottime le scene d'azione condite di quella satira che non guasta mai in un genere come il western. Ottimo e con pochissime sbavature.
I difetti sono nell'inizio, un po' troppo "arty" e rarefatto, eccessivamente enfatico e in qualche lungaggine. Poi si resta irresistibilmente affascinati dalla figura del loser, originale come solitario immortale visto che alla fin fine, suo malgrado e cammin facendo, costruisce una famiglia. Se qui più che altrove Clint paga il debito a Leone, spicca anche il suo umorismo e le sue ragioni da "destra" sui perdenti. Momenti memorabili cristallizzati dalla fotografia di Surtees, qui bella da far paura. Ah, non è texano il "texano dagli occhi di ghiaccio".
MEMORABILE: Wales si avvicina per provarci con l'indiana ma c'è una sorpresa.... Il cane che segue la carovana come Idefix di Asterix. Le benedizioni con lo sputo.
Uno dei western migliori degli anni settanta, con un Eastwood particolarmente ispirato alla regia che riesce a ricreare bene il periodo successivo alla guerra di secessione, indugiando un po' in alcuni passaggi lenti ma non facendo mai perdere l'attenzione sulla missione di vendetta del protagonista Josey Wales. Ottimo il cast: oltre allo stesso Clint è da segnalare il simpatico capo indiano Dan George. Un classico.
Clint Eastwood come attore in genere l'ho sempre apprezzato, in qualche occasione con riserva, la stessa cosa come regista. In questa pellicola a mio avviso ha raggiunto una completa maturità in ambedue i campi, ma forse più come attore. La vicenda, pur essendo ben articolata, con una buona sceneggiatura e un buon montaggio, è un argomento non proprio nuovo, comunque godibilissimo; il valore aggiunto al film sono tutte le interpretazioni (quindi una buona regia), avvalorate da una fotografia notevole e dalla superba interpretazione di Clint.
Partendo dall’epilogo della Guerra di Secessione, si trasforma in una sorta di western on the road. Il cavaliere solitario è tosto, implacabile, promana giustizia da tutti i pori e la sua forte personalità gli schiude le porte di una popolarità sempre più vasta. La fuga non è più solitaria ed un eterogeneo gruppetto di disperati si accoda. Ci si sarebbe attesa una partecipazione maggiore della tribù comanche, che appare terribile e poi si rivela facilmente malleabile, ma tant’è. Ben fatto, ma altri western gli sono decisamente superiori
Parte alla grandissima, sfruttando un tema cardine in film come questo: la vendetta. Eastwood, firmando un'ennesima ottima regia, dà la sensazione di mettere su più di un film: mette in scena anche sé stesso e lo fa creando un'epopea che attraversa un periodo storico importante, attingendo all'epica pura. Poi, improvvisamente, ha un cedimento e il film si infiacchisce rimanendo così per un mezz'ora abbondante: una lungaggine eccessiva nella quale il regista si compiace della propria vena narrativa (si poteva tranquillamente evitare).
Discreto western diretto da Clint Eastwood, ben lontano però dal risultato assai migliore che otterrà anni dopo con Gli spietati. Non ci sono molte sorprese che attendono lo spettatore durante la visione: il solito eroe senza macchia e senza paura che, suo malgrado, si trova ad affrontare ed eliminare una serie di cattivi. Eastwood regge bene il ruolo e, aiutato dalle belle ambientazioni, non ci fa comunque rimpiangere il western più classico. Non manca una certa dose di ironia, che non guasta.
Nel complesso è un buon western, con tutti gli ingredienti. Ma è la dosatura a non essere stata fatta nel modo migliore; e questo pesa un po' sulla pellicola, che pur potendo contare su godibili caratterizzazioni dei personaggi (il protagonista, il giovane e sfortunato amico, il vecchio indiano, più furbo che saggio, l'anziana donna risoluta), finisce per essere eccessivamente tirata, avendo messo troppa carne al fuoco, tra lunghe fughe e tentativi di insediamento pacifico, col passato, che inevitabilmente ritorna a perseguitare il protagonista. La regia di mestiere, comunque, limita i danni.
MEMORABILE: Cavalli a terra; Il protagonista sputa su uomini (vivi e morti) e animali, fermandosi solo davanti a una vecchia donna decisa; Difesa organizzata.
Western di stampo classico, il cui tema portante è la vendetta, ma declinato in maniera insolita: i veri cattivi sono i nordisti e il punto di vista adottato è quello dei perdenti; non solo gli sconfitti della Guerra di Secessione, ma pure gli indiani civilizzati loro malgrado. Un viaggio anche interiore quindi, pur costellato dalle dosi di violenza imposte dal genere, che conduce a un epilogo inaspettatamente conciliante. Come regista, Eastwood si concede qualche pausa, mentre è impeccabile come interprete. Insensato il titolo italiano.
MEMORABILE: La strage al campo nordista; La figura del vecchio capo indiano; Lo scontro con i banditi; La resa dei conti; Il finale.
Uno dei migliori western dei 70, che conferma le qualità registiche dell’Eastwood prima maniera rispetto a quello attuale, largamente sopravvalutato. Lasciati da parte gli elementi mistico-fantastici del suo primo western, Clint dirige un’altra storia di vendetta più realista e meno simbolica, impreziosita da un uso quasi quasi fordiano del paesaggio. Il suo tocco è comunque evidente nell’improvvisata famiglia di reietti e diseredati che ruota attorno al protagonista e nella collocazione dei cattivi tra le fila della cosiddetta società civile.
MEMORABILE: Il massacro dei confederati a colpi di mitragliatrice; Il tentativo di stupro di Laura; L’assedio della fattoria; L’inseguimento finale di Terrill.
Western di buona fattura ma non esaltante, che sul leitmotiv della vendetta costruisce una lunga sequela di avventure e incontri più o meno pericolosi, fra nemici da annientare e alleati da raccogliere. Dopo una prima parte intensa (famiglie massacrate, tradimenti e sparatorie) il film pare perdere mordente, vivacizzato di tanto in tanto da qualche sequenza d’impatto e alcuni bei dialoghi, ma nel complesso si fa gradire. Eastwood è il solito eroe di poche parole, cui fanno da contraltare certi divertenti comprimari (in primis il vecchio indiano e l'anziana bigotta). Ottimo il finale.
MEMORABILE: Lo sterminio della famiglia; La fucilazione dei sudisti; La traversata del fiume; Il brutalissimo quasi-stupro della Locke; Incontro con Orso Bruno.
Confuso western frutto di un adattamento con all'origine radici razziste. Eastwood sputa la sua anima nera sulla fauna e sui relitti umani che lascia stesi al suolo, sconvolto dalla vendetta non risparmia divise criminali, (mediocri) cacciatori di taglie e bande sbandate che incrocia sul suo cammino. Gli si affiancano giovani impavidi, caricature indiane e la solita Locke gatta morta. Per quanto ci abbia investito soldi e convinzione, il film non è tra le sue cose migliori, tradisce l'attesa della scena più volte limitandosi al mero machismo, con qualche salto intimista. Ad maiora.
Revenge-movie in salsa western, con il ribelle sudista Josey Wales dal Missouri (e non dal Texas) contro cacciatori di taglie e nordisti; un Eastwood che fa tesoro della preziosa esperienza sul campo per confezionare un lavoro di grande suggestione, con un cast ben scelto e caratterizzazioni non scontate (Dan George su tutti, ma anche Bottoms), con il suo Wales a segnare un altro personaggio glaciale e memorabile nel suo curriculum. Atmosferico e ironico nelle parti più rilassate, selvaggio e violento in quelle maggiormente action, ottimamente girate; un lavoro davvero notevole.
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Mi unisco al coro di complimenti per lo speciale di Capannelle. Quello dei titoli italiani è veramente un argomento interessante e pieno di traduzioni "fantasiose".
HomevideoZender • 30/06/11 20:11 Capo scrivano - 48439 interventi
Però sai, i film americani in mano alle major in questo senso son più fortunati. Difficile che case come la Warner facciano uscire dvd o bluray pacco, a differenza nostra :) Quando su un Bluray leggo Warner, Fox... difficile che ti freghino.
Il primo è un attore "nativo americano" famoso per aver interpretato anche "Qualcuno volò sul nido del cuculo" e "Sfida a White Bufalo". Qui è nel ruolo del capo indiano
Il secondo è caratterista molto attivo (tra i suoi film più famosi: "Corvo Rosso...", "Pat Garrett e Billy Kid", "La notte brava del soldato Jonathan", "Grimson gang")
DiscussioneRaremirko • 30/10/19 22:24 Call center Davinotti - 3863 interventi
Riuscito più per il coraggio di fare un western in quegli anni che per una sua qualità intrinseca (che comunque c'è, assieme ad un'originalità che finalmente porta aria fresca sui western di Eastwood).
Lento e crepuscolare western autunnale, pieno di idee e con l'iconico Clint a sorreggere buona parte del tutto; probabilmente tra i migliori western da lui fatti/interpretati.
HomevideoRocchiola • 20/12/19 08:46 Call center Davinotti - 1281 interventi
Non è del tutto veritiero, anche le major qualche volta toppano. Non capita spesso ma ci sono alcuni titoli major che non hanno beneficiato di adeguati restauri e sono stati pubblicate in BD senza particolari miglioramenti rispetto alle precedenti edizioni in DVD. Comunque non si tratta di questo film che in occasione del 35° anniversario ha beneficiato di un'edizione in HD davvero splendida. Video panoramico 2.35 pulito e riccamente definito. Audio italiano mono originale potente e chiaro. Un ottimo prodotto altamente consigliato.