Il Gobbo • 31/05/11 14:54
Segretario - 761 interventi In ricordo di Antonio Bruschini
Almeno lo sfregio del remake in 3D gli è stato risparmiato. È mancato ieri, vinto da un male terribile, Antonio Bruschini. Enciclopedico storico del cinema di genere, soprattutto italiano, strenuo promotore e difensore delle ragioni di quel cinema, della sua dignità artistica anche in pagine oscure o dimenticate, forte di un'invidiabile conoscenza di prima mano dei film e - in molti casi - dei suoi artefici: è stato amico non per modo di dire di Pupi Avati, di Dario Argento, di Lucio Fulci,di Umberto Lenzi, di Tinto Brass, di Giulio Questi e di tanti altri. Senza tema di smentite fra i massimi esperti a livello internazionale sul western e sul giallo all'italiana (ma non solo).
Pioniere della "riscoperta" del bis sulle tv private fiorentine, sulle pagine di Amarcord di cui fu una colonna,e con i suoi libri, da solo o in coppia (per lo più con Antonio Tentori o Federico De Zigno):
Città violente, Operazione paura, Profonde tenebre, Western all'italiana, Horror all'italiana, Mondi incredibili e tanti altri, preparando il terreno a quella che fu poi moda effimera e talvolta giochino sterile. Non ha mai sopportato (giustamente) le derive del trashismo, fintamente di larghe vedute ma in realtà sottilmente (inconsciamente?) denigratorio, per cui
tutto il cinema di genere è appunto paccottiglia trash di cui sghignazzare in tv o ai festival; casomai al contrario ha propugnato la ricerca, in quasi tutti i titoli, del poco o molto di buono che vi si poteva trovare: un "buono" che spesso non risiedeva nello "specifico filmico" (come dicono i dotti), ma nella rievocazione della magia che anche i più scalcagnati b-movies sapevano e sanno suscitare nello spettatore che li affronti, come faceva lui, con l'apertura dell'eterno adolescente.
Spigoli e limiti caratteriali suoi hanno concorso a impedirgli di avere, nel panorama di cui si sta parlando, il rilievo che avrebbe meritato laddove altri improvvisati sono stati investiti di autorità poco autorevoli. Càpita.
Per molti è stato un Virgilio nel rutilante inferno degli spy-movies e del kung fu, dei gotici e dei tortilla, fra Oscar Brazzi e i turchi. Un Virgilio anche brontolone e talvolta estremo, eccessivo negli amori come nelle avversioni: sarà un sollievo per chi gli era più vicino poter finalmente parlare male a piacimento dell'ultimo Dario Argento! Per chi scrive però è stato prima di tutto un amico, e l'amico piango qui, a margine di uno dei suoi film del cuore.
Ultima modifica: 31/05/11 15:36 da
Il Gobbo
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