Cristina (Senatore), compiuta la maggiore età, decide di andarsene di casa; si piazza in casa di un'amica (Vitelli) e in men che non si dica opta per il facile guadagno, proponendosi come “massaggiatrice”. Tempo tre clienti e ha già trovato il suo pappone, Oskar (Ross); arrivata al quinto o sesto scatta pure il delitto: un alto papavero, e non sarà l'ultimo. La polizia indaga senza grossi risultati, il padre di Cristina si dispera per la figlia che non vuol tornarsene a casa, la coinquilina che lavora in un'agenzia pubblicitaria e ha meno grilli per la testa non ne apprezza le scelte libertine, il pappone si fa troppo possessivo. Cristina percorre il film con lo sguardo spesso assente, puntando...Leggi tutto solo a quel denaro che il suo bravo fidanzatino immagina di guadagnare chissà quando; divide al 50% i suoi introiti con Oskar che le procaccia i clienti i quali, quasi sempre molto ricchi, si passan tra di loro via telefono favori e informazioni e la pagano con carte da centomila. Fidani racconta la sua storia senza troppa verve, scegliendo di seguire la quotidianità della ragazza (con conseguente abbondanza di nudi) e cercando un difficile apparentamento al filone argentiano nella messa in scena dei delitti, durante i quali agisce il solito killer vestito di nero con cappello (ma guanti gialli da cucina!); questi entra tuttavia in scena con decisione solo nel finale per il rendez-vous con la polizia (fin lì gli si era concessa qualche rara soggettiva e poco altro), in cui la regia svaria montando presente e passato piuttosto curiosamente. Se comunque il contatto col primo cliente (un giovane palestrato che s'aspettava una massaggiatrice vera) sembrava virare nella farsa, il film rientra poi invece nei canoni del thriller all'italiana venato di forte erotismo focalizzando l'attenzione sulla figura della protagonista e lasciando una parte importante per la bellissima Simonetta Vitelli (nei credits come Simone Blondel), quasi sempre a tirar righe sul suo tavolo da disegno e in conflitto con un boyfriend che ci prova spudoratamente con l'amica più “disinvolta”! Nessuna delle due tuttavia indaga sui delitti; a farlo è il commissario (Manni), senza gran entusiasmo e con qualche colpo di fortuna di troppo. Una caratterizzazione discreta ma, esclusa la coppia Senatore/Vitelli, dal grigiore generale pare emergere solo Howard Ross/Oskare (con la e finale, in romanesco): gioca a boccette, tira pugni, schiaffeggia la protagonista e ha un buon momento quando elenca proprio al commissario le varie categorie del pappone: er mantenuto, er ciancica, er pappa, er pappone, er protettore e persino il macrò, come dicono in Francia! I clienti al contrario non si segnalano per particolarità significative o interpretazioni in grado di lasciare il segno. Curiose le musiche di Lallo Gori, a volte completamente fuori luogo, altre al contrario incalzanti al punto giusto.
Nell'artigianale filmografia fidanica è sicuramente il più "quadrato", nonostante la trama tagliata con l'accetta e prevedibile. L'ambientazione tutto sommato regge, i personaggi sono simpatici e curiosi, i riferimenti al "giallo Mondadori" anche (sebbene sparuti) e il cast è interessante. Si tratta di un giallo con scene sexy e qualche citazione argentiana, sponsorizzato da un mobilificio "Il Pentagono", visibile in diverse sequenze (esiste ancora, a Guidonia!). Invisibile invece, sebbene presente nei titoli, Carla Mancini.
MEMORABILE: "Ma perché mi hai dato appuntamento qui allo zoo?" - "Embè, ce lo sai... la donna... è come la tela, nun va mai vista a lume de candela".
Nessun filone di appartenenza, semplicemente un capolavoro. Ciò che è fantastico è la curiosità delle due protagoniste e la loro discrezione. Secondo me è questo il motivo per cui il film è sparito. C'è sì una sorta di prostituzione, ma senza drammi o pathos annessi. Anche l'altra protagonista lascia il ragazzo senza tragedie quando i nodi vengono al pettine. Cercare tutto e subito, volere di più, ma con prudenza, senza smanie ed escandescenze. Al punto che l'unico vero dramma viene quasi offuscato.
MEMORABILE: L'ambiente tranquillo. Alla fine si vedono palazzi di 7-8 piani ancora circondati dal verde.
Giallo con risvolti erotici, è un film che sembra piuttosto improvvisato ma che nel complesso non mi è dispiaciuto. Anche perché da Fidani non mi aspettavo certo di meglio, ad essere sincero. Il finale comunque è ovvio già dopo 5 minuti, nonostante i commoventi tentativi di depistaggio inseriti per rimpolpare la sostanza di un soggetto ben poco originale. Da antologia la scena erotica tra Franco Ressel e la Senatore, alla quale personalmente preferisco Simone Blondell, figlia di Fidani sotto pseudonimo. Dignitoso, via.
Giallino di scarsa pretesa e di scarsa resa, con la Senatore (puttana per libera scelta) che generosamente non nasconde neppure un neo (ma gli occhi della Vitelli si ricordano di più). Il problema è che la miscela fra sexy e giallo non è ben amalgamata, che trama, faciloneria di fondo e ricorso a "buona la prima" tirano verso il basso, che l'assassino è prevedibilissimo (ma se non altro ci viene risparmiato lo spiegone psicanalitico...). Location esterne raccogliticce, con “grande” chiusura sul Ponte Flaminio. Si nota il professionismo della Sanson. C’è Gentili, poliziotto per Ercoli.
Inqualificabile whodunit mal scritto, diretto e recitato. Anche lo spettatore più ingenuo riuscirà, dopo il primo omicidio (30 minuti dall'inizio), a identificare il killer e le banali motivazioni che lo inducono a compiere omicidi senza ritmo e malamente messi in scena. C'è qualcosa di buono: è la Senatore (massaggiatrice del titolo) in ruolo d'escort femminista, psicologicamente tratteggiata con ironico (involontario) taglio; cede infatti all'esilarante prosseneta Renato Rossini, sorta di Robertuzzo ante litteram. Però in compenso il regista ce la mostra nudissima di sopra, di sotto e di lato.
MEMORABILE: Dopo essersi vantata per la sua indipendenza, Cristina (Paola Senatore) tira fuori il guadagno della prestazione e lo dà per intero al suo protettore!
Uno dei prodotti meno sgangherati della Fidani factory, anche per i suoi riferimenti all’universo cromatico e iconografico baviano – con la variante dei guanti gialli di gomma indossati dal killer – e per qualche azzeccato gioco di montaggio verso il finale. La trama thriller, debole e prevedibilissima, è comunque relegata in secondo piano dall’aspetto erotico, già enunciato nel titolo da commedia sexy ed elargito senza economia dagli splendidi nudi della Senatore; la Vitelli, benché più casta, magnetizza con il volto, lo sguardo e con maglie incapaci di contenere le sue rotonde forme.
La prima metà del film mostra con eleganza i vari nudi femminili, realistici e ancora... naturali. Il thriller ha inizio nella seconda parte, dove la polizia è rappresentata da due paciosi personaggi: il commissario e l'appuntato, che riescono da soli a rappresentare tutta la squadra... con tanto di scene d'azione, alquanto inverosimili ma senz'altro divertenti. Scontato ma non troppo, modesto ma tenero film di genere. Interessante colonna sonora dell'ottimo Lallo Gori.
Modesto esordio erotico di Fidani in fuga dal western casereccio ormai in declino. Realizzato con il consueto team familiare (compresa l'intrigante rampolla del Nostro purtroppo sempre vestitissima dalla prima all'ultima scena), non è certo peggio di tanti altri film del prolifico Demofilo. Nonostante lo squallore dei dialoghi e il desolante infantilismo della trama e dell'intreccio giallo, ha qualche buon momento di montaggio e soprattutto ci mostra una nudissima Paola Senatore di belle speranze non ancora entrata nelle spire della perdizione.
MEMORABILE: Renato Rossini che ricorda il mitico Franco Citti dell'Accattone pasoliniano.
Piatto e mediocre thriller erotico che verrà ricordato, oltre che per l'interpretazione ignobile di alcuni attori, per le forme (nude e vestite) delle due starlette Vitelli e Senatore. Se lo dividiamo in 2 possiamo dargli 6 come erotico e 4 come thriller, quindi un bel mediocre come voto finale ci sta tutto.
La cosa migliore del film sono i titoli di testa, alcuni poster e quadri d'epoca e un vago aroma di cinema di genere vanificato purtroppo da una regia approssimativa che non sa amalgamare un tubo. Come thriller annoia e anche come eros, con lo stesso tran tran proposto più volte, ha la stessa verve di un documentario. E dire che le facce sembrano quelle giuste, ce n'è veramente per tutti i gusti...
L'estetica pop è divertente, a partire dai titoli di testa introduttivi-riassuntivi in stile fotoromanzo, come usava spesso ai tempi. Il becero moralismo (non è il caso di parlare di morbosità) che fa capolino nei dialoghi è tra i più scoperti e inconsapevolmente comici: quindi imperdibile. Non è da buttare via, grazie a un cast stracult e alle musiche di Lallo Gori, sempre diverso dagli altri. Peccato che il giallo sia annacquato da inserti da commedia sexy, come il culturista che cercava un'autentica massagiatrice e non una prostituta.
MEMORABILE: La Vitelli (che non aveva capito che lavoro facesse la sua amica Senatore) si riveste dicendo: "Sono nauseata da questo squallore morale!"
Thrillerino piuttosto mediocre, ricco di scene di sesso e con qualche omicidio alla Argento (roba poco memorabile). Tecnicamente non troppo curato (in alcune scene i tempi delle battute sono completamente sbagliati), riesce se non altro ad intrattenere, almeno nel secondo tempo. Cast complessivamente mediocre, con Howard Ross (simpatico perlomeno) sopra tutto gli altri. Solo per appassionati.
Piatto e scialbo, ma divertente e molto "di genere" italiano. C'è in effetti un po'di tutto, ma anche molto poco, complessivamente. I nudi: almeno nella versione visionata (appena oltre gli 80 minuti) non sono integrali. Gli omicidi: sì, ci sono tutti, ma la lama accenna al taglio, si sporca la gola, la vittima emette l'ultimo suono.. e via! La trama: banalmente, una crisi familiare per un nuovo "lavoro". Il mistero: i potenziali assassini sono pochissimi, anzi, forse, razionalmente uno o due. Ma ci sono il pappa "simpatico", il latin lover stupido ed il fidanzato da sposare.
Fidani, con buona parte dei suoi regulares, si prende una vacanza dal western. Il risultato non è poi malaccio, malgrado dialoghi desolanti e una soluzione così banale che lo stesso Demofilo, consapevole, tenta una disperata quanto vana ammuina senza che nessuno ci caschi. Senatore quasi sempre nuda, la Vitelli purtroppo no, clamoroso Rossini vestito da Superfly. Grande uso di affiches fra cui spiccano queli con Jodelle, eroina del celebre fumetto pop di Guy Peellaert, e con la Juve 71-72 di Cestmir Vyckpalek, che vincerà lo scudetto. Bei tempi.
Un giallo che accosta la storia di una giovane e procace Paola Senatore, che di punto in bianco si mette a fare la prostituta, ad una catena di delitti eseguiti con il classico rasoio da barbiere. Trama e spiegazione finale abbastanza risibili ma che ci possono stare, recitato però piuttosto male; salverei un discreto Ettore Manni nei panni del commissario e l'incredibile presenza addirittura di Yvonne Sanson!
Pallidissimo giallo, penalizzato da una sceneggiatura molto sui generis e da una tensione del tutto assente sia nei momenti dei delitti, sia per ciò che concerne la
scoperta del colpevole che le persone un po' sveglie e smaliziate non ci metteranno
molto a scoprire. Resta comunque una delle regia "accettabili" di Fidani, mentre gli
attori sono meno cani di quel che ci si aspetterebbe da pellicole del genere.
Giallo modesto, poco più che un pretesto per mostrare il corpo della protagonista e qualche scena erotica quasi casta, tutto sommato. Omicidi veloci e con poco spargimento di sangue, qualche dubbio e un tentativo di depistaggio sull'identità dell'assassino. Nel complesso non è malaccio.
Film la cui visione mantiene una pur marginale dignità in virtù dell'assoluta mancanza di pruriginosità con la quale son presentate Paola Senatore e la sua deuteragonista Vitelli, pronte a destreggiarsi tra papponi, depravati, assassini e genitori piccolo borghesi con una naturalezza pressochè imperscrutabile, quasi che il medium Fidani abbia avuto lo shining delle ventenni Lilli e Gloria. La sciatteria narrativa, l'opacità della mdp, la risibilità del plot thriller non meritano invece commento. Hunt Powers e Yvonne Sanson di impagabile inadeguatezza.
MEMORABILE: Gentili e Manni che provan a cadere in piedi nei loro ruoli; La Senatore tutta (Demofilo: ma perchè Simonetta virtuosa?); I fiori della Sanson.
Gialletto senza infamia né lode. Non eccessivamente trash; tra le cose positive vanno citate la Senatore che si offre con generosità e gli amatissimi Gentili e Ressell vittime dell'omicida di turno. Molti di più però i lati negativi, a partire da un omicida troppo facile da identificare alla presenza di quelli che sono forse i peggiori poliziotti dell'intero genere giallo italiano! Discreto il ralenti finale, ma il film comunque non emoziona.
Giallo piuttosto mediocre, mal diretto da Fidani e con parecchie lacune per quel che concerne suspance e trama. Stesso discorso per la recitazione, davvero poca cosa. Il film regge un po' solo per qualche guizzo qua e là e soprattutto per qualche bel nudo femminile non volgare e con primi piani davvero notevoli, soprattutto sulla bellissima Paola Senatore, vero incentivo alla visione. Qualche omicidio c'è, ma è roba di poco conto e la soluzione finale è facilmente intuibile. Il cast, per quanto sprecato, non è male (Manni, Prete e la Sanson). Perdibile.
MEMORABILE: Sarebbe stato bello il finale se trattato in maniera migliore...
Molto difficile da definire, questa specie di giallo che nel titolo ammicca ad altro tipo di pellicola. In effetti la Senatore è generosa nel mostrarsi, tanto quanto incapace davanti la cinepresa; buona compagnia gliela offre il resto del cast escluso Franco Ressel. Non mi viene in mente veramente nulla da salvare: l'assassino lo si capisce dopo quindici minuti e gli indizi per sviare non sono per nulla sufficienti, per il resto del film l'unico pensiero fisso è che finisca presto. Evitare (a meno che non si voglia vedere la protagonista nuda).
Per la regia meno peggio di Fidani abbiamo uno striminzito gialletto subargentiano il cui difetto peggiore è il disseminare false piste che annegano nel nulla (vedi il personaggio del fidanzato della Vitelli e la trascrizione dell'indirizzo): il thriller conta zero, meglio concentrarsi sugli incontri della Senatore che però non han sviluppo alcuno e ce n'erano possibilità. Poco importa che l'assassino usi guanti Vileda (a meno di non voler ritrovare simbologie "casalinghe"). Un po' di sforzo in più e avremmo avuto un prodotto passabile. Embrionale.
MEMORABILE: Lemusiche non male di Gori; Alla fine un buon clone di Hendrix canta i titoli di coda.
Un film "fatto in casa" dove, a differenza di pietanze succulente, il fatto in casa non è sinonimo di qualità. Tutta la famiglia Fidani, infatti, collabora alla creazione di questo giallo, che punta però maggiormente sull'aspetto erotico, affidato al corpo e ai begli occhioni della Senatore. Sceneggiatura sbrigativa che contiene tutti gli elementi necessari, esposti però in modo semplicistico e primitivo. Il giallo è quasi inesistente e serve per qualche spruzzo di sangue da gole tagliate dal sempre, visivamente efficace, rasoio.
Pressoché un completo disastro, questo "thrillerino" di Fidani ha dalla sua una buona selezione di ambienti interni che conferiscono un senso di claustrofobia considerevole al film. Il resto non esiste, a partire dalla scontata trama e dall'inesistenza di un qualsivoglia linguaggio registico. Paola Senatore, senza veli, alza qua e là il tasso d'interesse del film.
Mediocre giallo-sexy interpretato da una giovane (e splendida) Paola Senatore e diretto da Demofilo Fidani (ci troviamo probabilmente dinanzi a una delle sue migliori regie... il che è tutto dire). Il film si segue senza sforzi eccessivi, tra omicidi, buoni nudi (della Senatore) e musiche godibilissime. Peccato per la tensione, che nel film manca completamente (grave difetto, trattandosi di un giallo) e per la totale assenza di trovate interessanti. Comunque c'è di peggio.
Film sexy spacciato per giallo che ruota attorno alle nudità di una Paola Senatore neanche tanto avvenente. Ad ogni passaggio di una massaggiatrice "particolare" segue lo sgozzamento del suo danaroso cliente, mentre per i più smaliziati indovinare l'assassino è un gioco da ragazzi. I dialoghi e gli attori sono spesso imbarazzanti, ma arrivare sino in fondo non è poi così impossibile.
Astuti i primissimi minuti, con il duetto madre-figlia e i titoli di testa, col montaggio di scene inedite, trailer intracinematografico che incuriosisce. La Senatore, volitiva e spregiudicata, risalta e contrasta con la copertura perbenista genitoriale; il padre, personalità tormentata e meritevole di maggior centralità, si riduce a un frustrato nevrotico,. Manca la capacità di modellare e risaltare le buone intuizioni e l'impressione è quella di un disegno preparatorio lasciato da parte, tranne qualche inquadratura apprezzabile e azzeccata nei delitti.
Giallo erotico nello stile del periodo che però non convince; il killer è prevedibile e le poche scene a lui riservate non possono competere coi rivali del filone para-argentiano, gli inserti vagamente umoristici fanno a botte con l'atmosfera, il narrato è a tratti sconnesso e pieno di riempitivi (tra cui varie scene softcore), i personaggi per lo più delle macchiette da fotoromanzo, la tensione e il ritmo non pervenuti, la ost spesso fuori luogo. E' fotografato e confezionato decentemente e il cast è discreto, ma nel genere è uno dei peggiori.
Dopo un'interminabile serie di spaghetti western Fidani approda al giallo, con una produzione di stampo familiare (la compagna collabora alla sceneggiatura; la figlia recita e vince il confronto con la Senatore, bellezza decisamente sopravvalutata). Il risultato è appunto casereccio: detto che il versante erotico è nettamente predominante su quello giallo, del tutto pretestuoso, la regia risulta piatta e impersonale e il ritmo è quello di una soap-opera, con la tensione pari a zero. Un sottoprodotto tranquillamente evitabile, che tedia lo spettatore fino al frettoloso finale.
Gialletto para-argentiano del prolifico Fidani, in fuga dall'abituale spaghetti western oramai agli ultimi rantoli per approdare ad altri lidi. Autarchico e inevitabilmente derivativo, non offre però quasi nulla: trama abborracciata, penuria evidente di mezzi, dialoghi sconfortanti, un colpevole che si intuisce con facilità dopo le prime battute, omicidi orchestrati senza estro e senza ritmo e girati malamente. Ci sono i nudi generosi della Senatore e qualche momento simpatico, ma è difficile non essere impietosi davanti a un omicida che sfoggia guanti Vileda color canarino.
MEMORABILE: La canzone dei titoli di coda; Ogni volta che vengono inquadrati i guanti da cucina di gomma dell'assassino (manco in un film della Troma!).
Giallo erotico di quarta categoria che sembra da un lato il momento tombale per alcuni attori dal discreto passato (Ettore Manni poliziotto napoletano, Renato Rossimi pappone romano con i capelli cotonati) e dall'altro traccia la strada per il futuro di certo cinema di genere, cioè l'hard core, con Paola Senatore protagonista assoluta. Il meccanismo giallo è davvero ridicolo e l'umorismo involontario fa spesso capolino.
MEMORABILE: I dialoghi tra il padre e la madre della protagonista.
Non uno di quei gialli all'italiana che non si possono dimenticare, ma tutto sommato svolge il suo compito. Il ritmo non è male e la vicenda si dipana in maniera chiara, partendo tra l'altro da un contesto da film di critica alla borghesia per poi confluire in giallo. La scoperta dell'assassino è tra le più facili della storia del nostro cinema, quindi meglio focalizzarsi sulla vicenda, interessante. Cast non male: Paola Senatore è qui in una delle poche parti da protagonista e dimostra di cavarsela meglio di altre sue colleghe del periodo. Guardabile, ma niente di straordinario.
Forse il miglior film dell'artigiano Fidani, niente affatto un prodotto di serie Z: mascherato da giallo (più martiniano che argentiano) è opera a modo suo estremamente nichilista, se non proprio cinica, nel mostrare l'(auto)mercificazione del corpo femminile come mezzo per guadagni enormi, facili e veloci e il fare soldi come unico scopo della vita. Brutale e sincero nella sua onestà scevra da ipocrisie da politicamente corretto (e perciò improponibile oggi), pre-tarantiniano nel cast e nella messa in scena. Una piacevole sorpresa, da riscoprire e rivalutare assolutamente.
Film in bilico tra l'erotico da commedia sexy (non si vede nulla e nemmeno intriga) e il giallo pallido argentiano, che si palesa dopo più di 20'. Movente e assassino sono poco credibili, ma ciò accade spesso anche in pellicole di maggior caratura. L'esile durata evita l'incombente ripetitività. Con le giuste pretese, è abbastanza godibile. Paradossalmente, il suo maggior pregio è lo spunto di riflessione (trattato bene e non banale) circa l'affrancamento dei giovani da padri troppo autoritari (i quali, pensando di fare il bene dei figli, spesso finiscono per asfissiarli). Buonino.
MEMORABILE: I titoli di testa.
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Geppo ebbe a dire: Eccomi ragazzi, scusatemi... sono tornato da poco dalle vacanze!
L'intervista a Simonetta Vitelli è nel mio archivio... appena è sistemata la passo direttamente a Zender!
Se giov. non hai visto Stracult, vola su Raireplay oggi stesso (domani lo tolgono).
DiscussioneGeppo • 27/08/14 13:25 Call center Davinotti - 4349 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Geppo ebbe a dire: Eccomi ragazzi, scusatemi... sono tornato da poco dalle vacanze!
L'intervista a Simonetta Vitelli è nel mio archivio... appena è sistemata la passo direttamente a Zender!
Se giov. non hai visto Stracult, vola su Raireplay oggi stesso (domani lo tolgono).
Sì, la puntata con la Vitelli l'ho vista. GRAZIE :-)
DiscussioneMatalo! • 26/03/15 08:38 Call center Davinotti - 613 interventi
B. Legnani ebbe a dire: Che la Vitelli sia più bella della Senatore credo sia l'opinione almeno del 95% di ogni campione...
Un dialogo tra Giancarlo Prete e Paola Senatore. Sono inquadrati in bella mostra delle confezioni di eau de toilette maschile EQUIPAGE di Hermes, il femminile AINSI di Atkinsons (edt e talco) e una confezione di saponi di lusso VIVARA di Emilio Pucci.