Michela Andreozzi dirige questa pellicola che mescola commedia e azione ambientandola (attraverso una buona ricostruzione) negli anni ‘80. I momenti divertenti sono contati ma poco importa perché la storia, che all’inizio fatica a decollare, poi spicca il volo e si fa seguire tranquillamente. Le protagoniste se la cavano bene (forse la Angiolini e la Rossi di più perché meglio servite dal copione) e Argentero si adatta bene al ruolo. Peccato per Max Tortora, che lascia il segno ma appare pochissimo, e per la Sandrelli un po' sottotono.
Gaeta, primi anni Ottanta. Quattro donne con vari problemi provano a cambiare la loro vita svaligiando una banca. Commedia che svolge correttamente il compito di far sorridere, senza per questo dimenticarsi di andare a toccare argomenti più seriosi (la crisi economica, la violenza domestica) concedendosi anche una deriva poliziesca (notevole il lungo inseguimento sbirri-ladre). L’amalgama tra le varie componenti è buona, il che rendo questo film piacevole. Nel cast riccamente femminile è la D’Amico a imporsi; odiosa la Pastorelli.
Filmetto piuttosto sciapo, dalla partenza promettente ma che raramente va oltre la macchietta, con improvvisi squarci di drammaticità che stentano a essere presi sul serio, visto il tenore cabarettistico del copione. Nel ricco cast femminile si segnala la Angiolini, anche grazie a un personaggio molto più misurato e verosimile degli altri, mentre Argentero si avvia sempre di più a una piena maturità espressiva. Ritmo abbastanza spedito, ma lascia poco soddisfatti. Regia mediocre.
Quattro ragazze nella Gaeta degli anni ’80, tra problemi familiari e disoccupazione strisciante, decidono di rapinare le banche vestite da uomini per conquistare un futuro migliore. Commedia e noir, attenta analisi di un preciso ambiente sociale e inseguimenti polizieschi, sagace studio di caratteri e indagini gialle; il film mette molta carne a cuocere ma il piatto finale è gradevole, benché dal sapore non molto omogeneo. Regia corretta al servizio dell'attenta recitazione delle quattro attrici protagoniste. Solo delle macchiette i personaggi secondari.
Ispirata da una vicenda reale francese, la pellicola ambientata a Gaeta offre, nonostante l'ambientazione anni 80, la difficoltà di quattro donne nell'affrontare la vita reale e quindi si sceglie la via delle rapine, con fortune alterne. Discreta l'indagine sulle violenze domestiche, brava la Rossi e sul lavoro casalingo con una Sandrelli che genera sempre allegria, in parte Ambra e brava la D'Amico; l'unica inutile appare la Pastorelli. Argentero pecca nel finale buonista.
Un maldestro tentativo di trattare argomenti familiari seri, mischiato con la commediola, tendente a scivolare quasi nel demenziale, sono gli ingredienti che danno vita a questo minestrone piuttosto indigesto. Se poi si aggiungono anche personaggi di contorno abbastanza pietosi, come il direttore di banca e la segretaria del commissario (un baffuto Argentero messo lì per presenza e nome), il risultato non poteva che essere misero, pretenzioso e stonato, danneggiato soprattutto dal voler percorrere troppe strade. Evitabile.
MEMORABILE: L’autista, amico di una delle rapinatrici, quando le vede camuffate, commenta: "Azz... i Duran Duran"; Il poster di Borotalco.
Commedia criminale al femminile, ispirata ad una vicenda realmente accaduta in Francia. La Andreozzi dirige un cast di attrici italiane piuttosto ispirate che tentano di limitare le carenze di una sceneggiatura che si muove in un territorio limite tra il brillante e il drammatico, con alcune pretese di critica di costume sul ruolo marginale della donna. Al netto della discreta realizzazione tuttavia, raramente il film è incisivo e gli spunti brillanti non sono adeguatamente sviluppati, risultandone un opera ibrida alla lunga piuttosto noiosa.
Una commedia semplice semplice, costruita su misura per le protagoniste, amiche da una vita che si improvvisano rapinatrici di banche. Il film scorre tutto sommato bene, senza particolari colpi ma anche senza momenti morti, così da raggiungere la piena sufficienza. Bene la Angiolini e la Pastorelli, nella norma le altre. Argentero ha vissuto momenti migliori. Da segnalare l'inseguimento dopo la prima rapina come momento migliore.
Sarebbe anche scorrevole e godibile in certi personaggi, ma il difetto di fondo è che è stato concepito senza troppe ambizioni, accontentandosi di situazioni e dialoghi apparentati con quelli da fiction. Più ritmato nella prima parte, si perde poi in rivoli abbastanza prevedibili nei quali alcune sottotrame perdono rapidamente consistenza. Come prove attoriali da apprezzare più la Rossi e la Angioini, troppo confinata al suo personaggio invece la Pastorelli.
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La rivista che Maria (Rossi) compra con tanta felicità dalla cresta sulle 10.000 lire della spesa è il settimanale Grand Hotel n.3 uscito il 20 gennaio 1977:
Film ispirato a una storia realmente accaduta in Francia alla fine degli anni Ottanta: cinque amiche di Avignone, ragazze madri tra i venti e i venticinque anni ribattezzate dalla stampa le amazzoni o le mamme rapinatrici misero a segno diversi colpi a mano armata prima di essere arrestate e condannate, nel 1996, a pene lievi tra i 6 e i 18 mesi di detenzione.