Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene - Film (1973)

Viaggia, ragazza, viaggia, hai la musica nelle vene

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/04/09 DAL BENEMERITO FAUNO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 1/04/13
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Fauno 21/04/09 16:05 - 2212 commenti

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Se dovessi riassumere tutti gli attributi positivi di quest'opera finirei alla neurodeliri. Dico solo che altri film anche stranieri e anche celeberrimi sullo stesso tema sembrano Biancaneve e i sette nani, al confronto. La stranezza più grossa è che è un film talmente chiaro nei suoi intenti e nei suoi messaggi... che si rischia quasi di non capire. Non vi anticipo altro per non rovinarvelo, ma allacciatevi le cinture per un "Viaggio senza ritorno".
MEMORABILE: La scena del foglio dattiloscritto varrebbe da sola il film... il pesce rosso e l'amante di vetro con un ago in punta.

Uomoocchio 13/02/10 14:09 - 44 commenti

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Primo "vero" film italiano sulla droga e miglior lavoro di Squitieri. Censuratissimo nella versione originale (La musica nelle vene) ma ugualmente disturbante anche così, ancora oggi. Una discesa agli inferi per una donna sola che finisce per autodistruggersi nel tentativo di ritrovare il marito che l'ha lasciata. Da recuperare assolutamente.

Deepred89 14/06/10 02:11 - 3706 commenti

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Quando il cinema di genere italiano affronta certi temi (in questo caso la droga) i risultati possono essere devastanti, come in questo caso. Un film coraggioso, claustrofobico, innovativo, con una regia spietata e visionaria (con traballamenti come fosse un Von Trier ante-litteram), montaggio febbricitante, un buon cast (con qualche nome sorprendente tra gli attori secondari). Crudele e amarissimo, non stupisce che la censura l'abbia quasi fatto sparire. Assolutamente da riscoprire.

Trivex 17/07/10 15:48 - 1744 commenti

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Disturbante dramma, amarissimo e pervaso da una disperazione irreversibile. Il dolore soffocante cerca aria fresca, ma trova solo veleno, degrado e poi la morte. Il film a volte è caratterizzato da un montaggio strano, inaspettatamente censorio, frutto del probabile rimescolamento delle carte, dopo il cappio messo alla versione con il titolo più corto (La musica nelle vene). Mancano quindi elementi che avrebbero caricato ulteriormente il clima (le scene di sesso, sono spesso castigate). Resta un prodotto scuro e senza cuore, ma senza dubbio da vedere.
MEMORABILE: L'arrivo della figlia, con l'uomo dalla mano tremante che aspetta. È l'apice della sconfitta, così si è toccato il fondo.

Daidae 21/11/10 11:28 - 3179 commenti

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Uno dei film più spietati, marci e coraggiosi mai usciti sulla droga. Non ha il realismo di Amore tossico ma è cento volte più impressionante. Ottimo il cast sopratutto quello femminile. Di Squitieri ero abituato a conoscere i validissimi polizieschi, mi ha sopreso questa bella opera.
MEMORABILE: Il finale.

Kanon 20/03/11 01:23 - 604 commenti

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Lodevole macigno che Squitieri lancia contro lo specchio in cui si bea la borghesia media, frantumandolo e rompendo ogni più piccolo rimasuglio rimasto per terra. Non c'è più il minimo barlume di speranza e redenzione ma anzi un sempre più crescente e luminoso delirio della mente. La spirale della droga è solo la nefasta conseguenza della destrutturazione del nucleo familiare, del senso di smarrimento che attanaglia l'anima, orfana della corrispettiva gemella. Poderoso.

Il Dandi 11/04/11 01:38 - 1917 commenti

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Palla micidiale, inascoltabile più che inguardabile: il "mondo della droga" è descritto da chi (e per chi) non lo conosce, con tutti gli stereotipi peccaminosi di chi ha una visione goliardica già del "peccato" in sé. L'aspetto ludico e psichedelico è ridicolo (cento volte meglio la "scena del party" di qualsiasi giallo dell'epoca), mentre quello shock che dovrebbe restituire la sofferenza (anche fisica) della dipendenza rimane guardonesco e finto. Non nego buone suggestioni di montaggio in qualche flash, ma resta un film esecrabile.
MEMORABILE: Le allucinazioni coi vermi.

Gestarsh99 4/09/12 18:23 - 1395 commenti

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Irrefutabilmente l'opera più audace e sregolata di Squitieri, che accantona componimenti canonici e ansie da botteghino per assecondare il flusso dell'ispirazione, seguendo la tossica perdizione di una donna nella solitudine dei propri rimorsi, faccia a faccia con l'espiazione più autodistruttiva. Non c'è demonizzazione bigotta né compiaciuta esaltazione in questo viaggio a rebours sui luoghi della propria coscienza e anche se l'intersecarsi del dramma interiore con la subrealtà contestataria non è dei più probabili, il film cattura bene la tannica incongruenza di un'epoca libertaria stuprata dai suoi stessi ideali.
MEMORABILE: Le prove straniate di Vittorio De Sica e Leopoldo Trieste; La gangbang "narcotica" a cui viene costretta la smarritissima Victoria Zinny.

Schramm 30/12/13 13:19 - 3495 commenti

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Drammaturgicamente invertebrato, ritmicamente bradipico, attorialmente imparaticcio, il film trova flebili battiti di riscatto laddove cerca visivamente di entrare in fisiologica simbiosi con la sfera allucinata della protagonista (l'assoluta incomunicabilità metaforizzata tramite larve sarcofaghe è un'idea stravolgente), o quando il montaggio alternato crea contrapposizioni e raccordi pop per rimarcare un vissuto irreale o super-reale (lo stupro in parallelo coi fumetti): ma son brevi parentesi, sottratte le quali il film è insussistente e l'esito molto al di sotto dell'essere lusinghiero. *!

Herrkinski 30/12/13 02:10 - 8112 commenti

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Forse va visto nell'ottica dell'epoca; a quel punto il film può sembrare piuttosto duro e avanti sui tempi, nonostante pochi anni dopo siano stati realizzati lavori ben più efficaci (Amore tossico su tutti). Detto questo, a livello puramente tecnico è impossibile non notare una lentezza del narrato davvero pachidermica, che mette non poco in difficoltà lo spettatore; ci sono alcune ingenuità sul mondo della droga e la storia in sé è poco credibile, a meno che non venga vista come dramma assoluto e non film sociale. Buono comunque il cast.

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Paulaster 21/01/14 10:06 - 4419 commenti

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L’ambiente dei primi anni 70 come specchio della società in pieno femminismo e fuga da una realtà in crisi di identità. Sceneggiatura che stenta a decollare come a ricercare un fantasma, poi vira nei buchi oscuri del vivere e lascia poco all’immaginazione. Uno spaccato dove non esiste più morale, solo approfittatori, degrado e crudeltà. E una volta era la sua triste normalità. Cameo di Vittorio De Sica come emblema del tempo passato.

Giùan 1/04/14 11:43 - 4559 commenti

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Pellicola che trae dalla sua stessa irrisolta incompiutezza il proprio valore aggiunto. Squitieri ha intanto la geniale intuizione dell'incipit narrativo (partì per ritrovar l'amore e trovò la dissoluzione), che rende il film di sconcertante originalità, oltrechè un paio di notevoli "luccicanze" registiche (le larve e la macchina per scrivere). Poi non c'è dubbio che molto sia tirato via, tra imbalsamatezza del cast, epidermici rigurgiti moralistici, negligenze tecniche; emana però da questa "roba" ostentatamente non "tagliata" un crudo fascino lisergico.
MEMORABILE: Le due scene citate: le larve e la macchina per scrivere con le lettere battute in serie; L'apparizione di De Sica; Il personaggio di Pellegrin.

Lucius 13/09/14 17:23 - 3015 commenti

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Nonostante la recitazione accademica di un paio di attori, surclassati dall'eccellente prova della protagonista, trattasi di una pregevole pellicola, che ripercorre tutte le tappe di una vita bruciata, dalla solitudine interiore a seguito della perdita del proprio uomo, all'inferno della droga. Non c'è autocompiacimento, quanto lo sbando interiore in cui si trova la donna senza il suo compagno, in un labirinto del terrore, da cui uscire è quasi impossibile. Un film degno di nota.

Panza 22/02/16 17:35 - 1842 commenti

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Il tono dimesso e straniante ricorda quello di un successivo lavoro di Sergio Nuti, ma rispetto a quest'ultimo la forma scarna riesce a restituire, anche grazie a una durata più breve, lo squallore della protagonista (una convincente Victoria Zinny) che diventa tossicodipendente. Incredibile trovare alla regia Squitieri, che azzecca molti momenti (la macchina per scrivere, la metafora dei vermi, l'orgia, il finale). Assurdo il cameo di De Sica, quasi un'epifania. Non facile per il suo tono tetro, ma riesce a stupire. Una discreta sorpresa.

Rufus68 25/04/16 22:10 - 3842 commenti

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La prima parte, molto lenta, si compone di atroci dialoghi finto impegnati con cui il regista cerca di definire psicologicamente la causa della catabasi nel mondo della droga (la fuga del marito). La seconda parte, invece, è molto più efficace: le sequenze degli sballi non sono male, così come la descrizione delle crudezze del sottobosco criminale. Convincente la protagonista, brava a rendere la propria dissoluzione fisica e morale - una discesa che Squitieri ha il merito di inquadrare in modo distaccato e privo di paternalismi.

Alex75 4/04/17 09:44 - 880 commenti

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Dopo una serie di “flash” non sempre centrati e non sempre credibili sul tema della perdita e dell’assenza, il film acquista potenza con l’entrata in scena dell’eroina, che spinge la protagonista, col suo vuoto esistenziale e affettivo, sul piano inclinato della degradazione materiale e morale e della disintegrazione psichica. Non sempre Squitieri conduce con mano sicura la sperimentazione formale, ma la sua rappresentazione di un percorso di autodistruzione è comunque di forte impatto.
MEMORABILE: I vermi; Il cameo di De Sica; Lo stupro di gruppo; La “cavalcata” di Elga; Silvia davanti alla macchina per scrivere e il suo dattiloscritto.

Sonoalcine 10/01/24 20:59 - 184 commenti

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Il bello di questo film è che scorre veloce come l'olio. Una storia d'amore, sì, ma un amore tossico, morboso e che corrode qualsiasi vero istinto umano sentimentale. La ricerca disperata di una vita oltre ogni vaghezza e irreprensibilità dell'istinto dell'essere umano finisce per alienarsi rispetto alle canoniche dinamiche del mondo civilizzato e della piccola-media borghesia in decadenza ed esposta alla degenerazione di una società che porta all'autodistruzione
MEMORABILE: L'intro con la Zinny nuda e i vermi striscianti in sottofondo.
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  • Discussione Fauno • 10/01/14 01:11
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Al Dandi:
    Le tre pavane e la violenza erano solo una battuta per sdrammatizzare una situazione che rischiava di complicarsi; bastava soltanto che tu specificassi chiaramente come hai fatto adesso che non volevi debordare a parlare del dramma della droga e preferivi attenerti al dramma nel mero senso cinematografico, ed ecco che il malinteso sarebbe durato un post solo.

    Quindi non sei certo nè ignorante nè in malafede se in un punto la pensi in maniera diametralmente opposta alla mia.

    A Capannelle:

    Anche con te quella del becchino voleva essere solo un'innocua battuta per invitarti a partecipare allegramente alla discussione.
    Naturalmente non hai afferrato, e dopo avermi in tempi remoti detto che ero un dispensatore di pallini che facevo un servizio tutto fuorchè buono al sito, indi del Balotelli, stavolta hai completato la quaterna di aggiungendo che io annoierei gli utenti con dissertazioni chilometriche e che me ne fregherei dei pallinaggi...
    Ne avessi azzeccata una! Ti sei davvero messo un bel paraocchi a definirmi come utente. Se allora in effetti mi aveva fatto il solletico, ora mi fa sbellicare...

    A Schramm:

    Che non ci capiamo mi dispiace, ma se c'è stato un utente col quale mi sono veramente controllato e non ho mai alzato i toni della discussione quello sei stato tu. Con altri ho scritto post lunghissimi tutti maiuscoli, con te non l'ho mai fatto.
    L'unica risposta per l'ultimo tuo post è che sì, di commenti ne leggo in qua e in là dove mi capita, ogni tanto ne trovo dei belli, ma i più hanno le caratteristiche che ho detto prima. Non ti mettevo nelle liste incriminate, al limite dei tuoi posso dire che per leggerli e capirli mi ci vogliono due o tre vocabolari... Per le discussioni lo vedo subito se mi interessano, e in quel caso con buona probabilità intervengo anch'io.
    Per le altre questioni tendi molto a partire in quarta a negare quello che dico e a fare della gran ironia, anzichè prendere il tuo tempo e chiedere qualche spiegazione in più, e a quel punto lì sono costretto a difendermi. Comunque miglioreremo il nostro rapporto, a patto che non citi più gli emboli visto che ce la metto tutta per mantenermi sano...
    E se quest'estate facciamo una serata a Bologna cerca di venire anche tu. FAUNO.
    Ultima modifica: 10/01/14 02:51 da Fauno
  • Discussione Zender • 10/01/14 09:07
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    però zender scusami qui noi alla fine passando per questo film stiamo parlando di cinema, di approccio al cinema e del modo di parlarne, né più né meno che in altri threads e forse solo in maniera più prolungata. e anche in maniera -almeno per quanto mi riguarda- civile e anche ironica. è mica colpa nostra se ogni volta a fauno parte l'embolo solo perché gli abbiamo monopallinato un suo must, facendone quasi questione di oltraggio personale...
    Schramm, non prendiamoci in giro, si sta parlando di aria fritta e basta. Fauno non lo fai cambiare idea e grazie a Dio aveva già chiuso, il continuare a rispondere punto su punto lo fai su davibook che va benissimo, qui basta una cosa stringata che la chiuda in fretta. Sono discussioni di una sterilità unica, e mi pare che sia il Dandi che il Capa l'abbian capito. Aggiungiti al gruppo.
    Ultima modifica: 10/01/14 09:08 da Zender
  • Discussione Schramm • 10/01/14 10:35
    Scrivano - 7694 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Schramm:

    Che non ci capiamo mi dispiace


    ma è proprio perciò che disserto approfondisco divago e ti rispondo. si chiama discussione generale, quindi credo sia lecita la digressione. zender la chiama "aria fritta", ma il fatto è che parlare a 360 gradi di cinema è aria fritta. perché forse solo la musica è più inafferrabile e meno restituibile a parole del cinema.

    Fauno ebbe a dire:
    tendi molto a partire in quarta a negare quello che dico

    niente affatto. tendo semplicemente a chiarire là dove vedo dei fraintendimenti e dei corto-circuiti. senza nulla togliere, come già più volte detto, al tuo piacere gusto e opinione inerenti il film, o all'intensità con cui l'hai vissuto.

    Fauno ebbe a dire:
    e a fare della gran ironia

    che però uso solo laddove serve, laddove vedo appunto che la miccia prende fuoco.

    Fauno ebbe a dire:
    anziché prendere tempo e chiedere qualche spiegazione in più

    ma le tue spiegazioni le trovo anche esaurienti, eh. solo che non le trovo qua e là pertinenti a certi appunti/rimproveri che muovi ai commenti altrui. tutto qui.
    Ultima modifica: 10/01/14 10:45 da Schramm
  • Discussione Schramm • 10/01/14 10:42
    Scrivano - 7694 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Schramm, non prendiamoci in giro, si sta parlando di aria fritta e basta.

    ma niente affatto, si stava parlando di cinema, e di approccio critico a un film, e in ultima analisi anche di questo film. col tutto che, come già detto anche a fauno, il parlare di cinema è aria fritta perché è un'entità che non si può riprodurre e comunicare a parole se non per vie traverse e luci riflesse.

    Zender ebbe a dire:
    Fauno non lo fai cambiare idea

    non mi interessa infatti fargli cambiare idea, avevo solo risposto ad appunti da lui mossi. uso scarsamente il davibook per questioni di tempo anzitutto e perché non tutti lo usano, lo usano poco, e mi fa uscire scemo l'assenza di notifiche.
    è normalissimo che parlando di un film si sfoci su argomentazioni laterali (che comunque riguardano sempre il film o il cinema). anche il cinema è fatto così, le immagini rimandano sempre ad altre immagini. se non si può più rispondere a un utente con la dovuta eloquenza su questioni che abbracciano il cinema non chiamiamola più discussione generale, ma telegrammi.
    Ultima modifica: 10/01/14 10:44 da Schramm
  • Discussione Zender • 10/01/14 11:07
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Va bene Schramm, questa interessantissima dissertazione sulla fruizione del cinema però poi o va su davibook o finisce qui, visto che questo forum non è fatto per questo ed esiste una sezione apposta che è il dbook, imperfetta come tutto a questo mondo. Fauno mi aveva chiesto se poteva rispondere un'ultima volta, gli ho detto di sì e si chiude qui. Sono questioni che si son dibattute decine di volte e sempre uguali. Finisce sempre che poi qualcuno salta su, s'incazza e insulta. Per questo evitiamo.
    Ultima modifica: 10/01/14 11:11 da Zender
  • Discussione Capannelle • 10/01/14 11:10
    Scrivano - 3514 interventi
    @ ZenderAria fritta no, secondo me queste discussioni sono interessanti finchè non diventano ripetitive è non si scende sul personale.
    Hai ragione a dire che si ingolfa il 3d del singolo film ma come dice Schramm si discute di come vedere e giudicare il cinema.
    @ FaunoI tuoi post sono interessanti, figurati, ma lo sarebbero di più con più sintesi e meno autoreferenzialità (e meno pallini ah ah). Apprezzo l'ironia e sul tema paraocchi penso che ognuno di noi ne abbia uno bello grande, pensaci.
    Ultima modifica: 10/01/14 11:56 da Capannelle
  • Discussione Zender • 10/01/14 11:33
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Aria fritta non è la discussione in sé, è l'andare avanti a parlare di una stessa cosa senza che uno capisca l'altro, ripetendo cose già dette mille volte e indirizzandosi inevitabilmente verso lo scontro. E per discutere di come vedere il cinema per 5 pagine c'è, ripeto, il dbook.
    Ultima modifica: 10/01/14 11:34 da Zender
  • Discussione Gugly • 10/01/14 11:35
    Portaborse - 4710 interventi
    Capannelle ebbe a dire:
    @ ZenderAria fritta no, secondo me queste discussioni sono interessanti finchè non diventano ripetitive è non si scende sul personale.
    Hai ragione a dire che si ingolfa il 3d del singolo film ma come dice Schramm si discute di come vedere e giudicare il cinema.
    @ FaunoI tuoi post sono interessanti, figurati, ma lo sarebbero di più con più sintesi e meno autoreferenzialità (e meno pallini ah ah). Sul tema paraocchi penso che ognuno di noi ne abbia uno bello grande, pensaci.


    Capa, ho scritto qualcosa sul Davi.
    Che si apra il dibattito! :-)
  • Discussione Alex75 • 18/09/17 17:22
    Call center Davinotti - 709 interventi
    Fin qui ho visto ben pochi "drug-movies". Questo mi ha colpito soprattutto per l'attenzione posta alle allucinazioni (i ricorrenti vermi e il delirio finale della protagonista), ma anche per l'ambientazione (qui si vedono ben poche periferie degradate e buona parte del dramma si svolge in interni di case "bene"). Come altri, ho anch'io qualche perplessità sull'impianto narrativo (l'avvio frammentario e la repentinità della discesa agli inferi; mi pare poco plausibile che una persona affermata, presumibilmente danarosa, come la protagonista si riduca quasi subito a prostituirsi), però il senso di una disgregazione totale, a ogni livello, è reso con efficacia. Tra l'altro, mi è parso di scorgere un colpo di coda sui titoli finali(ATTENZIONE SPOILER): a un certo punto del commento musicale c'è un passaggio di pianoforte mentre la mdp inquadra i palazzi che circondano il condominio dove vive Silvia; mi è parso che le note di piano uscissero da una delle finestre, come se lì ci vivesse il marito pianista, vivo e vegeto, totalmente ignaro di quanto accaduto alla moglie. Ovviamente, questa è una mia impressione, del tutto soggettiva.
  • Discussione Fauno • 18/09/17 18:04
    Contratto a progetto - 2743 interventi
    Anche se è solo una tua impressione è molto interessante;-)