Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
cliccando qui.
Reeves: Uno dei peggiori film erotici di sempre, con la periferia milanese spacciata per Sicilia e alcuni maschi spacciati per attori di contorno alle belle Maria Pia Conte e Femi Benussi. Tremenda in particolare la presentazione della dottoressa alla cittadinanza con equivoco linguistico e la scena a tavola con padre e nonno scatenati con le di lei gambe. Non si ride mai, tremendo.
Pessoa: Prima di tutto rappresenta un'occasione più unica che rara per ammirare i fratelli Carotenuto, due fra i maggiori caratteristi brillanti del nostro cinema, recitare assieme una volta tanto da protagonisti assoluti. A loro è affiancato un cast di livello assoluto, dominato da un'irresistibile Valeri. Piuttosto articolata e decisamente curata la sceneggiatura, che dona brio e carattere alla solita storia di corna e, pur con qualche passaggio ormai obsoleto, offre momenti irresistibili. Una delle perle semidimenticate della gloriosa Commedia all'italiana che meriterebbe una riscoperta.
MEMORABILE: Mario Carotenuto con l'accappatoio; Il dialogo origliato nella carrozza.
L'omicidio cui fa riferimento il titolo si verifica già subito in apertura: la vittima è un poliziotto, ucciso mentre è in pasticceria a ritirare la torta fatta preparare per il compleanno della figlia. Un criminale incappucciato entra nel negozio e fa fuoco, stendendo lui e il pasticciere. Tre mesi dopo Sophie (Bowen), la moglie del poliziotto e agente a sua volta, che vive con la suocera (Evans) e con la figlia adolescente (Ball) dell'ex marito, quest'ultima gravemente sofferente di asma, viene infiltrata nella Cybercash, un'azienda informatica che pare legata sotterraneamente al narcotraffico....Leggi tutto Ma deve nel frattempo anche curarsi della salute della figliastra, che dopo un forte attacco finisce ricoverata; le notizie del medico non sono affatto buone: rischia di perdere la vita, l'inalatore cui faceva spesso ricorso non basta più. Un dramma dopo l'altro insomma; Sophie però ha un carattere forte, riesce a dividersi comunque bene tra il nuovo incarico e l'ospedale. Dovremmo quindi considerare l'omicidio iniziale un capitolo chiuso? Ovviamente no e infatti, come in ogni giallo che si rispetti, tutte le tessere troveranno il loro posto nel mosaico prima di un fiacchissimo finale action che palesa tutta la povertà di mezzi del film, con un accenno alle arti marziali improvvisato dal sapore fortemente ridicolo. D'altra parte poco prima anche la nonna era riuscita da sola a mettere ko un cattivone... La struttura è a più insiemi che sembrano avere vita propria: quello principale riguarda le indagini all'interno dell'azienda informatica, con Sophie sotto copertura assunta come “esperta in comunicazione interna”: conoscerà contabili, impiegati, giovani assetate di potere facendosi pure qualche amico. Poi c'è il rapporto di lavoro col suo superiore alla polizia e, non ultimo, quello colla famiglia rimasta, con la nonna che l'aiuta a sostenere la figlia, a sua volta dispiaciuta perché la matrigna non può dedicarle le attenzioni che vorrebbe. L'intreccio è piuttosto fumoso, chiaramente di riporto e risolto alla bell'e meglio con qualche flashback buttato lì al momento dello spiegone e una soluzione tirata per i capelli nel solito disperato tentativo di spiazzare; se non altro la protagonista, anche non brillando, regge discretamente la parte e, nella sua fisicità lontana da quella delle eroine più sportive e attraenti, sa rendersi in qualche modo credibile, fragile pur nella sua risolutezza. Alla ragazzina asmatica è affibbiato un ruolo prevedibile e lacrimevole, ma è nel complesso il film a non girare, a non coinvolgere minimamente per colpa di una storia che non riesce mai a farsi interessante e di una regia debole, che impone ritmi blandi. Difficile pensare di poter lasciare il segno in queste condizioni. Intrattenimento televisivo di bassa lega, senza nulla che permetta di farcelo ricordare e con una storia uguale a mille altre...Chiudi
Funesto: Film comico molto simpatico che si rifà alle commedie Anni 20/30 per l'umorismo prevalentemente slapstick. Gli episodi migliori sono il primo e quello sull'aereo, mentre gli altri, seppur sempre molto comici, risultano un tantino mediocri. Lo schema seguito è sempre quello della coppia combinaguai (Villaggio e Pozzetto, perfetti ed affiatati) che non riesce a portare a termine l'incarico affidatole senza far danni, ma per fortuna il meccanismo ripetitivo non annoia (il ritmo è velocissimo) e la fine del film dispiace! **!.
MEMORABILE: La scena all'orologio con carillon della torre (1° episodio), dove la coppia di metronotte prenderà posto per tentare di nascondersi dal criminale.
Rambo90: Noir molto lento ma affascinante, diretto con buona mano da Sollima che riesce a tenere desta l'attenzione con una serie di colpi di scena riusciti e con personaggi ben caratterizzati (su tutti quello affidato alla Ireland, piuttosto brava in questo ruolo). L'azione è poca, ma l'atmosfera che si respira nel film basta a coinvolgere. Finale in ascensore diretto in modo superbo. Buone le musiche di Morricone.
Giùan: Impegnata a preparare col fido Uomo dal cappello giallo e i suoi amici il costume per la festa della "zucca", la nostra scimmietta è incuriosita dalla leggenda di uno spaventapasseri senza capoccia. Avventura lunga in salsa "halloweenesca" per il piccolo George ("creatura" di Ron Howard), il cartone gioca piuttosto bene la carta dell'attrazione/repulsione dei bambini per la paura e lo "spavento". Peccato la trama troppo intorcinata rispetto alla lineare media degli episodi della serie, comunque divertente per i ficcanaso e gli impiccioni di ogni età e... razza.
Nick franc: Solita commedia italiana anni 80 che a distanza di tempo appare invecchiata malino. Visto il nutrito cast le risate sono veramente poche anche perché, tolti Gigi e Andrea, il gruppo di comici è abbastanza sottotono; d'altra parte l'inserimento della più seria sottotrama legata a Ricky Tognazzi non riesce ad avere lo spessore voluto. La regia di Parenti è piuttosto piatta e le idee latitano clamorosamente: è il tipico film che dimostra in maniera lampante che non basta mettere insieme nomi di richiamo per ottenere buoni risultati. Non male le musiche di Zambrini.
MEMORABILE: Roncato sonnambulo; 10 incontri, 10 ko; La bellezza della Pozzi.
Samuel1979: Jack, uno sbirro dal carattere pessimo, viene coadiuvato dal galeotto Reggie per risolvere un caso delicato. Hill realizza un buon film, affidandosi completamente alla bravura degli attori protagonisti, Murphy e Nolte su tutti. La coppia funziona a meraviglia, ma meritano di essere citati i "cattivi" Remar e Landham. Kelly, Landham e Remar li avevamo già visti nei Guerrieri della notte, sempre di Hill.
Cotola: Due casi lontani nel tempo ed apparentemente separati, alla fine vengono collegati tra loro grazie alle celluline grigie di Poirot. Non una novità assoluta per questo episodio che non presenta particolari elementi di interesse o guizzi né coinvolge troppo lo spettatore. Siamo nella media: si lascia guardare ma nulla più. Gustoso il ruolo della Scacchi che fornisce una bella prova. Suchet è bravo come al solito.
Myvincent: Per essere un biopic e per di più televisivo a puntate, qui ci troviamo di fronte a un lavoro ben fatto, grazie soprattutto alla significativa interpretazione di Serena Rossi. Seguiremo la complessa storia di Mimì, tanto devota perseguitrice della sua affermazione artistica quanto perseguitata da un destino fatto di maldicenze e cattiverie. Il tutto con uno stile elegante e di innegabile presa sul pubblico. Promosso senz'altro. Peccato per la scarsa somiglianza fisica della sorella Loredana, nella finzione, con la vera Bertè.
B. Legnani: Sorprendente commedia italiana che funziona. Da sempre il parlare forbito-classico-scientifico ha potenza umoristica, ma mai avevo trovato tanti spunti deliziosi come in questi novanta minuti. Tolta la fotografia volutamente "drogata" (ma ci si abitua), il film fila via che è un piacere, ben recitato, con momenti esilaranti, come l'indimenticabile rapina in farmacia. Cast scelto perfettamente, davvero verosimile nella sua inverosimiglianza. Qualche cedimento nella parte finale (ma la rapina salva tutto...), non pregiudica il buon giudizio. Ruba una scena a La mossa del pinguino.
MEMORABILE: La rapina in farmacia. La lapide commemorativa di Teodosio il Grande. L'amico che, conoscendo il sanscrito, sa parlare cingalese. Eccetera.
Siska80: I gemelli Phoebe e Max, che fanno parte di una famiglia di supereroi, mandano a monte una missione importante e devono recuperare il loro status. A livello di effetti speciali, trucco, costumi e location siamo a livelli mediocri, ma nel complesso si tratta di un film con interpreti simpatici e un numero di gag riuscite consistente: girato come se fosse uno dei tanti episodi della serie tv da cui è tratto (non mancano nemmeno le risate preregistrate del pubblico!), si lascia guardare per una discreta azione e perché la famiglia unita che fa gruppo ha un che di nostalgico che prende.
MEMORABILE: La presentazione dei vari personaggi; Il coniglio Colosso; La pianta da testare.
Silvestro: Un film che dimostra ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, l'immensità di Clint Eastwood come attore e la sua abilità anche come regista. Ottima la prima ora, quella dell'addestramento, in cui Clint può dare il suo meglio nei panni del burbero addestratore di giovani marines. Nella seconda parte c'è meno brio e brillantezza, tuttavia il livello si mantiene su buoni standard. Nel complesso un film ben fatto e godibile, al netto di qualche problema nella sceneggiatura.
Cangaceiro: Senza dubbio, per il loro primo vero film in coppia questi due miti viventi del cinema avrebbero meritato un progetto migliore. Qui troviamo solo una regia anonima e una sceneggiatura banale, salvata dal piattume solo dall'espediente del filmato di De Niro, preparatorio al prevedibile capovolgimento finale. Entrambi sembrano invecchiati, sottotono, il grosso ormai lo hanno già dato ma qualche zampata alla vecchia maniera ancora la regalano. Se a doppiarli fossero stati il compianto Amendola e Giannini sarebbe stato molto meglio. Promosso solo per quei due.
Gabrius79: Film giovanilistico decisamente poco riuscito con una trama che si trascina stancamente e che lascia spazio a rari momenti godibili. Bene Pisani nel ruolo del prof che vuol cambiare le regole, sprecati invece Preziosi e Catania in ruoli minori. Il resto del cast studentesco non risulta ben delineato e non riesce a catalizzare più di tanto lo spettatore. Trascurabile.
Daniela: A cinque anni di distanza dal fortunato The outlaws, nuove avventure del poliziotto di Seul interpretato da Ma Dong-seok che con il suo fisico massiccio e l'irruenza inarrestabile ricorda il nostro Bud Spencer, questa volta impegnato contro una spietata gang di sud-coreani che agiscono in Vietnam ai danni di loro connazionali. Siamo sempre nell'ambito della routine ma di buon livello: le scene d'azione sono ben realizzate mentre nei confronti diretti l'allergia all'uso delle pistole si traduce in scontri all'arma bianca sanguinosissimi ma sempre alleggeriti da una certa vena ironica.
MEMORABILE: Il combattimento dentro l'appartamento; La scazzottata finale dentro il bus.
Giùan: Dopo aver conturbantemente rivisitato la coppia divistica e il film di spionaggio, Zemeckis ri-sposta lo sguardo del suo cinema "seduttivo" sul versante un po' stucchevole della "esemplarità" con la storia di questo "gemello" minore di Forrest Gump, rispetto al quale perde in tipicità guadagnando certamente in malinconica simpatia. Se il personaggio di Hogenkamp (reso con bel sentimento d'attore da Carell) ha tratti d'angosciante attualità e la tecnica rifulge come sempre dolcemente, cinematograficamente resta il vizio d'una succedanea ripetitività.
Ciavazzaro: La Lollobrigida è stupenda, un fiorellino Sandra Dee, più che discreto Rock Hudson. Questi sono gli ingredienti principali di questa buona commedia, diretta dal compianto Robert Mulligan. Il film sa essere gradevole nella sua semplicità, risultando particolarmente brioso.
Il ferrini: Deludente riduzione cinematografica di un non eccelso ma almeno divertente romanzo. Del lavoro di Dan Brown restano le tante ricerche storiche, ma si perdono quasi completamente le caratterizzazioni dei personaggi (a parte forse Silas) che ne escono inesorabilmente bidimensionali. Insomma, Ron Howard ci mette molti soldi e poco cuore, ed entrambe le cose saltano agli occhi sia qui che nei successivi Angeli e demoni e Inferno. "Amelie" conferma il suo effetto narcolettico. Perdibile.
Gabrius79: Buona commedia diretta da Dino Risi condita da sorrisi e sentimenti e da uno stuolo di istrioni del nostro cinema. Certo il risultato (considerando il grande cast) poteva essere migliore, ma si assiste a una serie di momenti godibilissimi dove spiccano per bravura Franca Valeri e Vittorio De Sica. La Loren è bellissima e se la cava piuttosto bene. Sordi e De Filippo in forma.
Ramon: Dopo un primo episodio promettente, qui Castellitto esagera e gigioneggia come mai lo si era visto fare. Il regista non lo tiene più e crolla tutto sotto il peso del suo strafare. Si finisce così per notare anche i difetti prima poco visibili: la relativa economia del budget, con location e costumi non impeccabili e lo spessore da carta velina dei comprimari. Impietoso da tutti i punti di vista il confronto con il Maigret di Atkinson. Si salvano solo le intenzioni.
Rambo90: Lillo e Greg ci regalano un altro tassello della loro personalissima e strampalata comicità. In questo caso lo spunto conquista da subito e le risate abbondano quando i due verranno in contatto, riproponendo caratteri ormai classici ma ancora calzanti. Peccato che a volte la sceneggiatura annaspi eccedendo in gag ripetute e inficiando un ritmo altrimenti ottimo. Perfetto Guzzanti e brava la Spada, che danno vita a momenti slegati dalla vicenda principale ma gustosi. Si ride, pur con qualche momento di stanca.
Galbo: Esordio cinematografico della fortunata (artisticamente) coppia Doris Day-Rock Hudson in una divertente commedia di Michael Gordon basata sugli equivoci sentimentali. Benchè lo svolgimento della storia sia ampiamente prevedibile, il film intrattiene grazie ai dialoghi spiritosi e alla situazioni divertenti ben supportate sia dai due protagonisti che dal cast dei caratteristi tra i quali si segnala Tony Randall.
Maxx g: Le nuove frontiere del cinema di animazione (il 3D) invadono anche il mondo di Asterix & Obelix. Va da sé che venga realizzato anche un film animato in questo stile su di loro. Il divertimento rimane e il film è godibile, ma di certo i primi film animati, pur essendo molto semplici (erano anche altri tempi) erano sicuramente un'altra cosa.
MEMORABILE: Il venditore di pesci e il venditore di oggetti si lanciano le cose a una velocità sempre più supersonica.
Mdmaster: Forse il film che più di tutti rappresenta l'opulenza hollywoodiana dei fifties; De Mille utilizza set giganteschi, un cast stellare e i migliori effetti speciali disponibili. E il risultato, beh, è magnifico, ancora adesso davvero apprezzabile. Inutile nascondere che, però, le quattro ore leggere non sono, si avverte proprio il bisogno di una sforbiciata, specie dopo la piaga del primogenito. Heston troneggia su tutti, ma è Brynner che, secondo me, riesce a catturare maggiormente l'attenzione. Da vedere, con un po' di pazienza.
MEMORABILE: Il popolo che vuole lapidare Mosè ogni volta che le cose vanno male; la disperata rincorsa del Faraone verso il Mar Rosso.
Siregon: Il solito mediocre Rob Cohen al timone di uno dei tanti action anni 90 targati Stallone. Se la storia è la solita minestra riscaldata nel genere con eroe salva tutti, Stallone in compagnia di Amy Brenneman è meno penoso del suo standard e regala qualche scena d'azione ben interpretata e, perché no, anche ben girata. È una pellicola catastrofica di stampo classico, nelle musiche, nella fotografia e nella caratterizzazione spiccia dei personaggi. Vedibile, ma non lascia il segno.
L'omicidio cui fa riferimento il titolo si verifica già subito in apertura: la vittima è un poliziotto, ucciso mentre è in pasticceria a ritirare la torta fatta preparare per il compleanno della figlia. Un criminale incappucciato entra nel negozio e fa fuoco, stendendo lui e il pasticciere. Tre mesi dopo Sophie (Bowen), la moglie del poliziotto e agente a sua volta, che vive con la suocera (Evans) e con la figlia adolescente (Ball) dell'ex marito, quest'ultima gravemente sofferente di asma, viene infiltrata nella Cybercash, un'azienda informatica che pare legata sotterraneamente al narcotraffico....Leggi tutto Ma deve nel frattempo anche curarsi della salute della figliastra, che dopo un forte attacco finisce ricoverata; le notizie del medico non sono affatto buone: rischia di perdere la vita, l'inalatore cui faceva spesso ricorso non basta più. Un dramma dopo l'altro insomma; Sophie però ha un carattere forte, riesce a dividersi comunque bene tra il nuovo incarico e l'ospedale. Dovremmo quindi considerare l'omicidio iniziale un capitolo chiuso? Ovviamente no e infatti, come in ogni giallo che si rispetti, tutte le tessere troveranno il loro posto nel mosaico prima di un fiacchissimo finale action che palesa tutta la povertà di mezzi del film, con un accenno alle arti marziali improvvisato dal sapore fortemente ridicolo. D'altra parte poco prima anche la nonna era riuscita da sola a mettere ko un cattivone... La struttura è a più insiemi che sembrano avere vita propria: quello principale riguarda le indagini all'interno dell'azienda informatica, con Sophie sotto copertura assunta come “esperta in comunicazione interna”: conoscerà contabili, impiegati, giovani assetate di potere facendosi pure qualche amico. Poi c'è il rapporto di lavoro col suo superiore alla polizia e, non ultimo, quello colla famiglia rimasta, con la nonna che l'aiuta a sostenere la figlia, a sua volta dispiaciuta perché la matrigna non può dedicarle le attenzioni che vorrebbe. L'intreccio è piuttosto fumoso, chiaramente di riporto e risolto alla bell'e meglio con qualche flashback buttato lì al momento dello spiegone e una soluzione tirata per i capelli nel solito disperato tentativo di spiazzare; se non altro la protagonista, anche non brillando, regge discretamente la parte e, nella sua fisicità lontana da quella delle eroine più sportive e attraenti, sa rendersi in qualche modo credibile, fragile pur nella sua risolutezza. Alla ragazzina asmatica è affibbiato un ruolo prevedibile e lacrimevole, ma è nel complesso il film a non girare, a non coinvolgere minimamente per colpa di una storia che non riesce mai a farsi interessante e di una regia debole, che impone ritmi blandi. Difficile pensare di poter lasciare il segno in queste condizioni. Intrattenimento televisivo di bassa lega, senza nulla che permetta di farcelo ricordare e con una storia uguale a mille altre...Chiudi
Panza: In tempo record (ottobre 2020) esce questa commedia incentrata sul lockdown vissuto appena qualche mese prima. Non ci aspetti alcuna intelligente ironia sull'immane evento, sostituita da una trita commedia salottiera a base di corna reciproche. Greggio dà del suo peggio, Memphis spompatissimo, Martina Stella non pervenuta, mentre alla Minaccioni almeno si può concedere l'onore delle armi. Sconfortante la regia che si appoggia a lunghissime inquadrature statiche. Pessimo il monologo "serioso" di Greggio che tenta di dare un tono più serio all'insieme.
Daniela: Scapolone impenitente e sciupafemmine si trova a dover condividere il lussuoso appartamento con una splendida donna che però ha un grosso handicap, anzi due, ossia un maschietto di otto anni e una femminuccia di cinque. Indovinate come va a finire... Commediola banale che inanella una serie di gag stantie o discutibili per arrivare a un epilogo scontatissimo. Per risollevarne le sorti ci sarebbe voluto un attore di spirito ma Ducret non è Dujardin o Lellouche e le sue disavventure non divertono ma urticano.
Tomastich: Realismo eastwoodiano feroce, di denuncia, realismo che diventa surrealismo durante le scene di fuoco. Il contrasto che esce tra queste due facce della stessa medaglia è veramente affascinante e Eastwood (e la brava Sondra Locke) da il meglio di se quando deve andare contro qualcuno. Molto bello.
Elsolina: In una suggestiva Napoli (di cui vengono mostrati bellissimi panorami) viene trasferito il professore milanese Bisio che, dopo una lunga storia, è abbandonato dalla sua compagna. L'unico a stargli vicino è il suo amico Paolo, interpretato dal novellino Frank Matano che, nonostante la poca esperienza in ambito cinematografico, si fa portatore di una comicità pungente e irriverente. Discreta la Lodovini, appena sufficiente la Baschetti, assolutamente esilarante la coppia Vanoni/Pozzetto. Tutto sommato una discreta prova, per Genovesi.
MEMORABILE: "Come me la chiami sta cosa?" "A me sa tanto di amore a prima vista!" "A me sa tanto di truffa a un anziano!"
Cangaceiro: Non così disprezzabile questo thriller di Kaufman che qui riesce ad essere più asciutto e diretto rispetto, ad esempio, al noiosissimo Sol levante. La carretta va avanti più che dignitosamente per oltre un'ora grazie ad una sceneggiatura ingenua e scontata quanto si vuole ma pur sempre capace di farsi seguire, se non altro per il buon ritmo. Il problema sta nelle battute finali: superficiali, sbrigative e deludenti. La Judd si immedesima bene in una personaggio a lei congeniale, Garcia forse un po' sottotono, Jackson è ormai in piena parabola discendente.
Siska80: Scrittrice coinvolta in una relazione complicata è destinata a vivere il suo più bel romanzo con un altro uomo. L'amnesia (ma anche il desiderio di ritrovare se stessi) è l'escamotage che consente al regista d'impostare un singolare triangolo amoroso affidato a un cast ben scelto. Anche se la vicenda manca di originalità (esistono decine di film dalla trama simile), il ritmo movimentato sopperisce a tutto, persino a un finale prevedibile.
MEMORABILE: Jeff si tuffa nel lago felice come un bambino dopo aver trascorso una giornata felice con Angela e i figli.
Puppigallo: Viste con la nipotina, le avventure dell'orsetto un po' sciocco e ghiotto di miele risultano piacevoli, ricche di simpatici spunti (i personaggi interagiscono col libro, ne scombussolano le lettere, passando da una pagina all'altra). Realizzate con tecnica classica, senza computer grafica, aggiungono quell'artigianalità che si è un po' persa. Il risultato è un buon prodotto d'animazione, a tratti spiritoso e sicuramente educativo (si fa leva sull'amicizia e sull'aiuto reciproco). Nel suo genere, riuscito. P.S. Il film è preceduto da un passabile cartone sul mostro di Loch Ness.
MEMORABILE: I protagonisti cadono nella buca preparata per il mostro e rimangono intrappolati. Ma in realtà, Pooh riesce a uscire senza che gli altri realizzino.
Siska80: Una bimba cura una stella caduta dal cielo che poi invoca quando ne ha bisogno. Produzione mediocre ma non per questo priva di un certo fascino (quello dell'innocenza) che si lascia seguire per le numerose disavventure in cui rimane coinvolta la piccola, dolce protagonista (la quale nella seconda parte si fa aiutare da uno scaltro amichetto che gira in bici) e per I simpatici pupazzetti animati che fanno da cornice alla storia. Gli effetti speciali e l'animazione sono passabili, il finale in cui tutti si incontrano in cielo (da vivi, ovviamente) è riuscito. Per tutta la famiglia.
Ryo: Dopo il successo di Terremoto nel Bronx, il team di Jackie Chan sembra aver adottato uno stile più veloce dato che "First strike" ha molto più ritmo, rispetto ai precedenti film girati a Hong Kong. Girato in Ucraina, Russia, Australia e Hong Kong, l'intrigo di spionaggio si combina con la commedia del kung-fu mentre Chan viene coinvolto nella vendita illegale di armi da parte della mafia russa. Grazie proprio alla presenza di Chan il film è ottimo. Le acrobazie sugli sci sono impressionanti e anche divertenti, le sequenze d'azione australiane ben coreografate. Divertente
Lou: Amelio rappresenta con solidità e maestria il caso Braibanti, emblematico di un'Italia anni Sessanta retriva e bigotta, anche se ancor oggi l'omosessualità non è completamente sdoganata. Tutto l'impianto regge bene: gli attori sono bravi e ben diretti (Lo Cascio e Germano non si discutono), le immagini e le inquadrature sono molto curate e di effetto, la ricostruzione è precisa. Solo qualche lungaggine di troppo (si poteva stare entro le due ore).
Didda23: Più che gradevole teen movie che ha la particolarità di affrontare la tematica omosessuale senza scadere in lapalissiane drammatizzazioni. La vicenda è narrata con assoluta naturalezza e un romanticismo di fondo che lascia una bella sensazione di dolcezza. Interpretazioni corrette, con un cast giovanile scelto con accuratezza; il mondo adulto è lasciato sullo sfondo con performance alquanto anonime (soprattutto la Garner). Musiche azzeccate, senso del ritmo e una regia spersonalizzata ma decisa creano una forma all'altezza del contenuto.
MEMORABILE: Lo scambio di e-mail; La dichiarazione d'amore nel campo di football; Il coming out; La ruota panoramica.
Samuel1979: Capolavoro assoluto del cinema mondiale che non ha bisogno di commenti; togliendo i primi 15 minuti, il film è un continuo crescendo di tensione che ha pochi eguali; agghiaccianti le sequenze in camera con il turpiloquio assiduo della piccola Regan verso i due uomini di chiesa e certi trucchi di scena che tutti ricordano. Memorabile.
MEMORABILE: La piccola Regan che parla con la voce della madre di Padre Karras.
Pessoa: Pietra miliare dell'italica commedia erotica, il film gode di fama acquisita nell'operazione di recupero del cinema B. In una trama elementare si intervallano alcuni tra i migliori caratteristi di quegli anni che rendono l'esigua sceneggiatura pressoché pleonastica. Interessante la tempesta ormonale del bravo Pea, ben sorretto dalla divina Fenech che qui mostra il suo lato meno scollacciato, nonostante le premesse. Bene anche Caprioli e Carotenuto, ma nessuno del cast sfigura. Ma la pochezza di mezzi non lo libera purtroppo dalla mediocrità...
MEMORABILE: Caprioli (parlando del figlio, Pea): "Ma il ragazzo si deve soddisfare", Fenech "Ma proprio con me si deve soddisfare?", "E vabbé, ma lei è bbòna!"
Gottardi: Funzionaria consulente di un politico che presiede una commissione d’inchiesta viene uccisa, giornalista vecchia maniera indaga tra spirali di affari, potere e corruzione. Solido impianto nella migliore tradizione dei gialli di inchiesta giornalistica. La trama si dipana complessa ma rigorosa ed è un piacere prestarvi attenzione, così come alle buone interpretazioni di Affleck e di Crowe, bolso nel fisico ma tosto nella caratterizzazione. Nei rapporti tra carta stampata e internet, e tra etica e potere, sarebbe bello nella realtà che vincessero i primi come nel film.
Herrkinski: Una Demy che si sollazza con giovani amanti in questo softcore davvero di poche pretese; tra esterni girati nelle solite location care al cinemabis dell'epoca e interni borghesi, un lavoro che dal punto di vista erotico lascia ampiamente a desiderare ma pure da quello prettamente narrativo, con uno script praticamente inesistente che accavalla scenette di seduzione una dopo l'altra. Poli e la Navarro fanno qualche comparsata, il resto del cast è anonimo; regia e fotografia sarebbero anche corrette, non fosse che il film non va davvero a parare da nessuna parte e annoia profusamente.
Gabrius79: Gustoso remake di un film francese ben diretto da Milani. Una miscela fatta di momenti divertenti e sentimentali in cui la coppia Favino (ottimo) e Leone (graziosa e brava) riesce a dare il meglio di sé. Bene il cast di contorno con una godibile Scalera e una parte marginale per Piera Degli Esposti (al suo ultimo ruolo). Il tema della disabilità è affrontato con garbo e senza troppi pietismi.
Minitina80: Commedia per adolescenti incentrata su un copione piuttosto singolare, almeno nell’assunto principale. Tuttavia, in esso è possibile riconoscere le tematiche che contraddistinguono questo genere di racconti, come il contrasto tra genitori e figli desiderosi di uscire dal bozzolo. Siamo distanti dal racconto di formazione in quanto rimane una storiella leggera che affronta la questione in maniera un po' frivola. I brani selezionati, invece, sono gradevoli e costituiscono un piccolo valore aggiunto ergendosi a specchio delle sonorità in voga in quel periodo.
Stefania: La famiglia Stone è divertente: in ciascuno dei suoi membri alberga uno spirito natalizio da far sembrare il dickensiano Scroogie una pasta d'uomo! Questo matrimonio non s'ha da fare:certo, Meredith simpatica non è... ma che altro c'è sotto? Ben poco: l'accanimento contro di lei è un pretesto per introdurre nuovi personaggi, generare equivoci e scene madri. Ma tutto, si sa, dovrà risolversi nel giro di poche ore! Commedia uterina, con brevi scintille di demenzialità, che si scioglie nel buonismo. E si scioglie la neve: adesso è Natale!
Galbo: Continua la riscoperta dell'action stile anni '80, che recupera attori e registi di quel periodo. Walter Hill non porta grosse innovazioni nel suo cinema, ma garantisce uno spettacolo almeno decoroso. Certo la vicenda non è particolarmente entusiasmante (né tantomeno originale) e lo "spessore" dei personaggi è quello che è; le sequenze d'azione sono comunque ben girate e Stallone è ancora in forma per un film che appartiene di diritto al suo cinema.
Silvestro: In questo terzo capitolo David Yates riesce a trovare l'omogeneità e la coesione che mancava ai due capitoli precedenti. Ne viene fuori uno spettacolo che appaga gli occhi grazie agli spettacolari effetti speciali ma che è in grado anche di farsi apprezzare in termini di regia e sceneggiatura. Ottima la prova del cast, su tutti un Jude Law in stato di grazia.
Disorder: Veramente bello. Fa riflettere su molte cose: sulla vita, sulla condizione carceraria, ma soprattutto sull'integrità e l'eroismo di cui può essere capace un uomo. Senza grandi atti dimostrativi e senza usare la forza, il protagonista si guadagna il rispetto dei compagni e persino del direttore del carcere, semplicemente con l'intelligenza. Sorprendente anche il finale, di quelli che non ti aspetti. Da vedere.
MEMORABILE: Il trucco della Bibbia e del poster...
Mdmaster: Di Taxi driver si ricordano sempre e solo le scene con De Niro che si militarizza, ma in realtà il film va guardato nella sua interezza. Scorsese descrive quest'umanità desolata, persa in viottoli bui senza uscita e mette a confronto un uomo: Travis Bickle. Sociopatico, instabile e inacculturato: sarà lui l'eroe moderno del film, un personaggio che tenta di lottare contro un sistema che non riconosce più come proprio. Da notare un paio di attori in ruoli poco consoni (Keitel e la giovane Foster). Splendido.
MEMORABILE: La New York notturna di Scorsese è di quelle che ti entrano sotto la pelle.
Rebis: Amor omnia vincit: a distanza di quasi vent'anni, Lana Wachowski cambia pelle e riscrive il finale funereo della trilogia. L'incipit in metacinema, tra schizofrenia e compulsione videoludica, è tra le cose più belle e affascinanti dell'intera saga. Poi il film si appiattisce nella solita baraonda di proiettili, enormità, botte da orbi, bullet ballet come se non ci fosse un domani e le istanze riottose e messianiche declinano per fare spazio a impennate kitsch e un new romance no binary dilagante che invita a non prendere nulla troppo sul serio.
Panza: La trama propone situazioni più variegate e fresche del solito. Mason è in vacanza a Las Vegas e fra capo e collo gli capita fra le mani un caso. Le indagini affidate invece dall'allampanato Ken Malansky, interpretato dal solito William R. Moses, occuperanno poco spazio. Mason fa quasi più l'investigatore che l'avvocato saggiando di persona i sospettati. Ci si smuove più del solito e c'è spazio pure per una ragazzina meno importante di quanto il titolo italiano ci voglia far credere. Insomma, un film tv di buona fattura non noioso.
Puppigallo: In una cittadina della Louisiana succedono cose a dir poco singolari… Dignitoso horror, ben recitato, con pochi, discreti effetti (la palude, il barbecue, le mucche, le rane, il ragazzino, le cavallette). Bella la prima scena con prete viscoso. Qualche rumore da salto sulla poltroncina. Non sarà originalissimo (sul demonio ormai c’è un archivio cinematografico infinito), ma qui si rimane un po’ interdetti, perché sembra che Dio punisca anche chi sbaglia in buona fede (vedi il prete). Deliziosa la spiegazione scientifica alle piaghe d’Egitto.
Oblomoff: Farsa erotica tipica degli anni Settanta: titolo ingegnosamente allusivo, caratteristi in parte (Giuffrè ma soprattutto Ferrara), battute sguaiate e la bonona di turno. Che in questo caso è lei, la Divina, qui all’apice dello splendore. E attorno alle sue forme, per la verità meno esibite di quel che si vorrebbe, ruota l'intera trama: lei, la vedova del titolo, deve riuscire a farsi ingravidare per ottenere tutta la cospicua eredità del marito. Volgare finché si vuole, ma in fondo funziona.
MEMORABILE: Stracult il sogno erotico con la Dea e Giuffrè nei panni di cavernicoli.
Daidae: Allora fece scandalo, in quanto la March (allora diciottenne) interpreta una ragazzina di quindici anni. Tolto questo particolare si tratta di un film non eccezionale ma più che vedibile. Scene erotiche raffinate, bei paesaggi e buona sceneggiatura: ci siamo.
Pinhead80: Il duo formato da Ice Cube e Kevin Hart non è sicuramente il migliore della storia del cinema, siamo d'accordo, però è difficile non trovarlo divertente. Il mondo della polizia americana viene rappresentato in maniera molto stereotipata. Preparatevi quindi a vedere i soliti scherzi organizzati per le reclute, i caffè e le ciambelle. In questo contesto scontato qualcosa di buono si riesce a trovare grazie a Hart nella parte dell'ingenuo pasticcione contrapposto a un Ice Cube granitico.
MEMORABILE: Hart che non riesce a tenere testa ai motociclisti e che vede trasformarsi la sua scarpa in una sputacchiera.
fele: Buona sceneggiatura e notevole prova attoriale (su tutti ovviamente Hopkins, anche se un po’ troppo vittima di se stesso [dr Lecter]), per un thriller giudiziario più che dignitoso. Peccato per la velata omertà dietro cui la trama cela quasi del tutto la possibilità di addivenire alla verità da parte dello spettatore. Strutturato.
Stelio: Decisamente il capolavoro supremo dei tre film diretti da Jackson (regista di cui gli eventi futuri dimostreranno la mediocrità, ma in ogni caso capace con la trilogia di Tolkien di svolgere un lavoro mastodontico, probabile picco assoluto della sua carriera). Contemplativo, zeppo di dettagli benchè, ahimè, il formato abbia richiesto necessariamente qualche grosso taglio rispetto all'opera originale. Meraviglioso.
Rambo90: Pessimo thriller con una storia ultra-banale e vari colpi di scena nel finale che dire prevedibili è poco. Pessima la Jolie, Hawke annoiato e la Rowlands messa lì per dare altisonanza al cast con un nome importante. Si salva solo Sutherland, molto bravo ma poco sfruttato. Scene action straviste e ritmo da telefilm. Evitatelo.
MEMORABILE: La pancia finta della Jolie... ma che assurdità!
Rambo90: Incrocio tra le saghe di Ocean's e Fast & durious, però senza la brillantezza di sceneggiatura della prima e senza l'azione della seconda. Siamo chiaramente di fronte a un low budget, che qua e là riesce a strappare anche qualche risata e che comunque ha un ritmo decente grazie alla regia esperta di Harlin. Il piano della banda è ridicolo e poco interessante, ma se non altro Brosnan conserva il suo carisma e guida il film, contro un Roth invece spento e che sembra fare espressioni a casaccio. Insipido ma guardabile.
Wupa Wump: Dal paese alla città il cambio è grande per la giovane Tess, ancora vergine e che col fidanzato si ferma a timidi baci. L'università porta con sé il bello e dannato di turno che la turba con i primi approcci al sesso. Il best-seller era hot, il film proprio no e s'incastra nel sentimentale di routine, ma la coppia protagonista ha un bel feeling, intenso, e riproponendo nella storia il preconfenzionato per adolescenti era difficile sbagliare. La favola che sempre funziona, il patinato che piace e il successo che arriva: tutto già scritto, ma i fan del genere sono accontentati.
MEMORABILE: Tess nel luogo segreto di lui, a tuffarsi nel lago. Tutto nasce da qui.
Paulaster: A seguito di un esperimento fallito, coppia di coniugi si scambia i panni. Commedia degli equivoci comportamentali dove le caratteristiche di genere vengono ben tratteggiate. Favino è divertente e sfaccettato nelle movenze e la Smutniak ha nelle corde il saper fare il verso al suo co-protagonista. Quando il film prende la piega più riflessiva si appiattisce e fa solo attendere il classico finale consolatorio.
MEMORABILE: Favino che colpisce la palla di testa; Il discorso della Smutniak sull’essere donna alla trasmissione televisiva.
Galbo: Sarah Jessica Parker cerca di "smarcarsi" dal personaggio che l'ha resa celebre. Questa commedia, incentrata quasi esclusivamente sulla figura della protagonista (le altre sono poco più di un contorno) è garbata e realizzata con un giusto ritmo. Peccato che la prospettiva sia eccessivamente buonista e il problema della mamme lavoratrici sia affrontato in modo troppo zuccheroso. Un pò più di realismo (pur se nei confini della commedia) avrebbe giovato.
Pessoa: Dramma borghese di Tognazzi malamente mascherato da commedia che ha per argomento le corna vere o presunte del protagonista. Il regista non riesce a risolvere fino alla fine l'ambiguità di fondo del film che si trascina via lentissimo e inconsistente intervallato da siparietti prodotti dalla fantasia del marito geloso in cui vengono valorizzate le forme della Fenech, peraltro bravissima come al solito. Anche il Tognazzi attore sfodera il suo miglior talento, ma non basta. I timidi tentativi di critica sociale non pungono. Un film anonimo.
Ale nkf: Andando dritti al punto devo ammettere che sinceramente mi aspettavo di più, da un tale parterre. Resta un film di tutto rispetto soprattutto grazie al protagonista (DiCaprio, che riesce a dare al suo personaggio quel tocco di mistero indispensabile) e a un'ambientazione d'epoca particolarmente riuscita. D'altra parte la trama è troppo povera di contenuti, con pochi risvolti narrativi e finisce col trainare più di due ore di pellicola a stento.
MEMORABILE: La gara sulle auto; Le feste in casa Gatsby.
Piero68: Tornano i coniugi Warren con un episodio che come tematica si distacca leggermente dai precedenti. Come al solito la confezione è buona e la la recitazione di Wilson e della Farmiga sempre convincente. Peccato che questa volta l'originalità sia pari allo zero e sembri di vedere uno dei tanti film sulla possessione uguali a troppi. Certo gli effetti sono terribilmente efficaci: i corpi dei posseduti che si contorcono fanno effettivamente impressione. Ma al netto di questo rimane davvero ben poco da poter realmente apprezzare.
Siska80: Intenso ritratto di una fascinosa donna di indubbia bravura canora ch'ebbe una vita sentimentale alquanto travagliata. La regista mescola sapientemente vicende pubbliche e private concedendosi qualche licenza per creare una tensione maggiore nei momenti particolarmente drammatici: qui ad esempio si dà per certo che sia stata proprio Dalida la prima a rinvenire il cadavere di Luigi Tenco, al quale viene dedicata, com'è giusto che sia, solo una parentesi nella vita della diva. Buoni cast, trucco e costumi (Sveva Alviti in versione bionda somiglia incredibilmente alla vera Dalida).
B. Legnani: Terrificante commediaccia erotica, che rinnova tutti i "tòpoi" possibili immaginabili. Uno di questi (la doccia) se non altro ci mostra le notevolissime grazie della Conte, l'unica a recitare in modo accettabile tra tutti (la Benussi, col nome siculo Carmelina, ma afflitta da una strana cadenza abruzzese-ciociara, è al minimo storico). Sarà per il confronto che la vede dominatrice, ma si ha la netta opinione che la Conte fosse molto più brava di molte sexy-colleghe dell'epoca e che meritasse film di livello ben più alto.
Stefania: La televisione cannibalizzerà il cinema? Di certo gli studi di via Teulada non sono soltanto uno sfondo: l'ABC del thriller argentiano anni '70 viene addomesticato in base alle esigenze tecniche, artistiche e comunicative del mezzo televisivo. L'effetto è, al tempo stesso, straniante e noiosamente rassicurante, come se un giocattolo fosse smontato, ne venisse mostrato il meccanismo e perdesse così gran parte del suo fascino. Un esperimento interessante, ma più per l'idea di fondo che per il risultati finale.
MEMORABILE: In negativo, la terribile recitazione di tutti i giovani attori!
B. Legnani: Dopo un primo episodio passabile (nonostante gli ìmpari confronti con i mostri sacri del passato), nel secondo episodio c'è il crollo. Tutti i nodi vengono al pettine. Disastro, specialmente con il cast iberico, le cui facce tutto paiono tranne francesi. Praga, usata (per risparmiare) come Parigi, di Parigi ha solo le consonanti. Giusta la morte della serie.
Mark70: Dimenticabile tentativo di lucrare sul successo di Grease: però fare un film del genere senza attori carismatici come Travolta, con una trama e una sceneggiatura misera, con musiche così così vuol dire perdere in partenza perché il risultato è troppo lontano dal modello originale per renderlo accettabile; e il fatto che il tutto sia confezionato con un minimo di professionalità rende le cose ancora peggiori, perché non si può nemmeno ridere dell'umorismo involontario che spesso rende godibili questo tipo di film.
Darkknight: Inenarrabile anestesia totale in forma di pellicola, che vorrebbe essere un affresco sugli italiani emigrati in sudamerica negli anni '50 ma che è solo un infinito rosario di drammi, malinconie e lagne dove non succede mai nulla. Almeno avesse i colpi di scena delle telenovele o le assurdità delle sceneggiate alla Mario Merola... Macché, non può contare neanche sul comico involontario. Sprecata Mimi Lazo, attrice venezuelana piuttosto prolifica in patria.
MEMORABILE: Da vedere, altrimenti non crederesti mai che Antonio Banderas e Patrick Bauchau hanno lavorato con Marisa Laurito (!)
Ronax: Nonostante i pesanti tagli che furono imposti dalla censura, è uno dei decamerotici più audaci e una delle prime regie di Massaccesi, anche se porta la firma fasulla di Romano Gastaldi. Pur nella seriale convenzionalità di vicende e situazioni, ci mostra un Aristide multifunzione (soggettista, sceneggiatore, direttore della fotografia e regista), capace di muoversi con disinvoltura dietro la macchina da presa e di evitare allo spettatore di farsi sommergere dalla noia. Pregevole cast femminile, particolarmente generoso nel mostrasi senza veli.
MEMORABILE: La terribile canzoncina che accompagna i titoli di testa e di coda.
Galbo: Piccolo classico che ha segnato l'esordio di uno dei cani più famosi dell'universo cinematografico (sono stati realizzati parecchi sequel ma questo è il migliore) oltre che l'inizio della carriera di una grande attrice come la Taylor. Si tratta del prototipo del film destinato al pubblico delle famiglie, colmo di buoni sentimenti (e a tratti strappalacrime) e condito da una giusta dose di avventura e qualche siparietto brillante. Il tutto miscelato con la grande professionalità della cinematografia americana che ha portato il film al successo.