Film che ricorda Bersagli. Non privo di tensione, che non cala neanche verso il finale, con un cast all-star di attori molto esperti. Interessanti le scene girate all'interno dello stadio, gremito di persone. Ottimi Heston e Cassavetes, buon finale che lascia il dubbio sulle motivazioni del pazzo.
Costruito come un catastrofico anni '70 con diverse visioni: una visione legata al concetto di "massa" e una più vicina alla denuncia sociale. Interessante connubio di alta tensione all'americana di gran classe. Ottime le parti della regia televisiva della partita di football.
Poliziesco girato però coi modi tipici del catastrofico, genere di gran moda negli anni '70. Il plot infatti ci presenta un certo numero di personaggi, facendoci partecipi della loro vita privata, prima di radunarli nel luogo dove si svolgerà la parte drammatica della storia. Nello stadio del titolo infatti si è appostato un cecchino che in una breve sequenza avevamo già visto "allenarsi" ai danni di un ciclista. Il regista riesce a tenere alta la tensione fino alla fine, anche se la pellicola risulta un po' datata e scontata.
Catastrofico di moda in quegli anni negli Stati Uniti che precede di un anno Rollercoaster. Ben realizzato, con un cast davvero ottimo, risulta grazie ad un finale che non mi aspettavo leggermente superiore al lavoro di Goldstone. Il ritmo non è sempre altissimo, ma il film è molto attuale anche oggi.
Un solido e avvincente thrilling. Il regista riesce a tenere le fila del racconto fino alla fine senza nessun cedimento, né sul piano del ritmo, moderatamente sostenuto ma implacabile, né sul piano della tensione della vicenda che rimane sempre elevata. Il disegno dei personaggi rimane in superficie ed è assai convenzionale, il tono generale è molto serioso, certi dialoghi appaiono francamente sbrigativi ma l’obbiettivo di divertire lo spettatore con la paura e l’angoscia che suscita il misterioso cecchino che non vediamo mai in faccia è raggiunto.
MEMORABILE: Di memorabile di questo film é da sottolineare il montaggio; Una vera lezione da studiare e ristudiare.
Bel film, che nonostante le quasi due ore di durata riesce a tenere comunque alta la tensione. Ottimi il cast e le riprese all'interno dello stadio Olimpico di Los Angeles (ovviamente gremito per la finale del Superbowl) dove si svolge gran parte dell'azione.
La preparazione al terribile evento avviene secondo la coralità del cinema catastrofico, con l’intrecciarsi delle varie microstorie vissute dagli spettatori dell’incontro di football americano. I rischi di frammentazione e lentezza – piuttosto alti nella prima parte – sono schivati da una regia poderosa, che incute ansia e senso di impotenza sotto la perenne minaccia del cecchino, ripreso dalla sua inattaccabile base sempre in soggettiva o in lontananza, e dall’allarmante commento sonoro. Tra gli attori, quasi tutti in ruoli accessòri, svetta l’intrepido poliziotto d’assalto John Cassavetes.
MEMORABILE: L’oceanica folla in preda al panico che si disperde nello stadio.
Tutto fatto molto bene: dal primo agghiacciante omicidio al finale, se possibile ancora più inquietante e disperato (e non sto parlando della mattanza a suon di fucile potenziato). In mezzo le storie della gente che morirà o che si salverà dalla furia dell'uomo col mirino e del suo misterioso intendo omicida. La strage è rappresentata in modo esemplare, girata perfettamente con tecnica e impiego di tante comparse allo "sbaraglio", tra gli stretti passaggi dello stadio della morte. Ritmo elevato e tensione sempre presente, per questo mio cult personale.
MEMORABILE: Lo scontro, col mirino, tra la Polizia e lo sterminatore; Le considerazioni amarissime finali, del sergente della squadra speciale.
L'intuizione di combinare la struttura dei catastrofici con un tono da thriller sulla carta può funzionare, peccato che Peerce prenda il lato peggiore dei primi e non sappia cosa siano "suspence" o "tensione". 100 interminabili minuti per sviluppare le classiche mini-storie di contorno (scialbe, inutili, stiracchiate, prive di qualsiasi motivo d'interesse) prima del quarto d'ora finale di isteria di massa: ma per vederlo bisogna arrivarci da svegli e la cosa è tutt'altro che scontata. Una fotografia della pachidermica Hollywood degli anni '70.
MEMORABILE: Charlton Heston costretto dalla sceneggiatura a scoraggiare l'uso delle armi è da antologia, ma nel finale l'Uomo ritrova la propria coerenza...
Un action-thriller puramente anni '70 che, a dirla tutta, può annoiare nella lunghissima parte dei preparativi oppure accumulare masse di tensione in attesa del gran finale, la cui apoteosi alzerà di un pallino il voto globale. Cassavetes ruba costantemente la scena a Heston e anche ad altri attori (Balsam, Ryan e soprattutto Klugman, noto per la serie Quincy) danno un aiuto importante. Interessante l'uso del vedo-non vedo riguardo all'antagonista. Prodotto onesto che va trattato come merita.
MEMORABILE: Lo scommettitore sfortunato fra le braccia del prete.
Un giorno di ordinaria follia ricostruita cronologicamente in un film con poco mordente, che annoia nella prima metà salvo poi riscattarsi nelle scene finali, quelle in cui la folla impazza nella speranza di sfuggire ai proietti di un killer appostato nei pressi dello stadio. Vistosamente superato e non all'altezza delle produzioni di quel periodo, ma con un grande cast. Alle luce degli avvenimenti di Parigi merita una riscoperta, ma non aspettatevi troppe emozioni.
Una prima parte un po' lenta e sfilacciata, utile a introdurre le storie di alcuni personaggi, cede il posto a un secondo tempo davvero ben costruito dove la tensione sale di pari passo al rischio che i centomila spettatori ignari stanno correndo. Il cast d'eccezione e la regia solida al servizio di una sceneggiatura intelligente rendono questo thriller un piccolo classico. Da vedere più volte.
Film che mischia tre generi: poliziesco, thriller e catastrofico. Si parte subito in quarta con un omicidio di precisione, poi vengono introdotti i vari personaggi (alcuni accessori) e il ritmo inevitabilmente cala, ma non ci si annoia mai perché si avverte comunque costantemente una tensione sotterranea destinata a deflagrare in un finale altamente spettacolare e curiosamente aperto. Ottimo cast in cui spiccano l'accoppiata di poliziotti Heston/Cassavetes, Balsam direttore dello stadio, Klugman e la Rowlands. Calzanti musiche di Charles Fox.
MEMORABILE: L'incipit; Il cecchino che guarda attraverso il cannocchiale; La parte finale.
Quasi due ore di preparazione per un finale davvero emozionante, merito della tensione accumulata fino ad allora, con un plot molto semplice ma al servizio di una buona regia. Le storie che s'intrecciano sono caratterizzate quanto serve per legare con i personaggi, ma a farla da padrone è l'attesa di un momento che si sa sarà sconvolgente. Cast molto ricco in cui la parte dei leoni la fanno Heston e Cassavetes, con tutti gli altri a creare piccoli bozzetti di personaggi. Buono.
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Ho registrato pure Sfida a White Buffalo, un pomeriggio su Rete4. Anche questo vm 14.
Le scene violente e splatter (il massacro del bisonte al villaggio indiano) non le hanno toccate, hanno tagliato solo un dialogo tra la Novak e Bronson (di chiare allusioni sessuali).
Indi per cui...Mi sà che tengo la versione pomeridiana mediasettiana :)
Già che c'ero ho controllato pure la versione pomeridiana che ho registrato da Rete 4.
Non avendo raffronti non saprei cosa abbiano tagliato, la scena dei due ciclisti all'inizio c'è tutta (con sangue addosso alla donna che grida), il sangue che imbratta uno spettatore dello stadio non è stata toccata, e il finale-piuttosto crudo-sembra intonso. In definitiva dura 1h, 50 m e 16 sec. Una manciata di secondi in meno rispetto alla durata del dvd riportata da Dusso.
Da notare, caro Buio, che se hai controllato una registrazione VHS la differenza con la durata indicata da Dusso potrebbe essere dovuta semplicemente ad una leggerissima differenza di velocità di avanzamento del nastro rispetto al supporto digitale. Purtroppo con le videocassette delle piccole variazioni (praticamente inavvertibili) di velocità tra un apparecchio e un altro erano possibili (o almeno così credo). Questo per dire che, anche se non sarebbe stato "legale" trasmettere uncut un film V.M.14 al pomeriggio, è possibile che la pellicola sia passata "integrale" (anche perchè francamente non so cosa ci sarebbe stato da tagliare).
Personalmente,dopo averlo visto ed eletto a cult da ****, ritengo il divieto ai 14 appropriato (comunque non è un film per bambini ed il bollino rosso ci sta tutto).
Per la violenza gratuita e qualche scena di sangue:
SPOILER
il primo omicidio, per provare la mira corretta del fucile;
il poliziotto della speciale ucciso che rimane appeso alle corde di sicurezza;
la gente colpita,il sangue mostrato ed il panico finale nello stadio.