Note: Aka "L'esorcista n. 2"; "L'esorcista numero due". La regia accreditata a Elo Pannacciò è da intendersi come compiuta - di fatto - da Franco Lo Cascio, più noto come Luca Damiano. Il film venne distribuito all'estero come apocrifo (terzo capitolo) della serie Esorcista.
Pessimo horror nato sulla scia dell'ESORCISTA e diretto da Franco Lo Cascio (che lo fa firmare a Pannocció per la vergogna, come ha confessato in un'intervista a "Nocturno"). Il film è incentrato sul rapporto tra un ragazzo posseduto e sua sorella, una suora ovviamente certa fin da subito (o quasi) che i versi e le smorfie del fratello siano dovuti all'indebita intrusione di Satana. E d'altra parte il giovane non fa che confermare la tesi accogliendo l'esorcista designato (Richard Conte) con una bella frase di benvenuto: "Prete dei miei coglioni, vai a leccare il culo al tuo impresario!". Uno...Leggi tutto dei tanti gioielli di una sceneggiatura approssimativa, che in bocca al ragazzo mette una serie di improperi “creativi” da non sottovalutare accompagnati dagli abituali special effects del caso: il letto che gira su se stesso mentre il posseduto è legato alla testiera, gli oggetti che volano per aria infrangendosi sul pavimento, i liquami putrescenti che fuoriescono dalla bocca e via dicendo. L'esorcismo, è naturale, rappresenta la resa dei conti finale (anticipato da un motivetto simil western che accompagna il prete fino alla casa del posseduto) con immancabile salto nel vuoto, ma prima il film s'era perso in flashback assurdi, riprese di follie assortite in un manicomio, orge e orgette di vario genere giusto per mostrare po' di nudi gratuiti. Il tutto a contrastare coi monologhi finto impegnati di personaggi che pontificano sulla fede e i massimi sistemi. Trash puro, insomma, tuttavia troppo noioso per divertire.
In seguito al successo economico riscontrato dal film L'esorcista, per alcuni anni le sale dei cinema furono riempite da imitazioni più o meno riuscite. In gergo cinematografico, le riproduzioni a tempo di record (atte a cavalcare il successo di un titolo) vengono definite spin-off: questo è italiano e, tra i tanti cloni, figura come il peggiore (pur se godibilissimo sul piano esclusivamente visivo), accostabile solo al paritetico spagnolo L'eretica. Le scene saffico/erotiche sono molto spinte, e Sonia Viviani (giovane) è sempre un bel vedere.
MEMORABILE: il posseduto ai chiesaioli: "caproooniii!!! Luridissimo branco di caproni!!!"
Sgangheratisssimo film esorcistico, semidilettantesco, con incredibile presenza di Françoise Prévost (muore in fretta) e di Richard Conte (avrà lavorato mezza giornata). Incipit davanti a San Pietro con la gente che guarda in macchina e, poi, vicenda pazzesca. Patrizia Gori, carina coi capelli a zero, e Sonia Viviani, sensualissima, sono fra i pochi motivi del film, girato pure alle cascate di Monte Gelato e a Calcata. Poverissimo, misero, quasi incredibile. Imperdibile, pertanto...
MEMORABILE: Le adorabili cascate e il volto di Sonia Viviani.
Definire questo film brutto e ridicolo non rende minimamente l'idea di quello che aspetta gli sventurati spettatori che volessero visionarlo. Sulla scia dei film sugli indemoniati, il regista Pannacciò, garanzia assoluta di film inetti ed orripilanti, costruisce una storiella (si fa per dire) infarcita di luoghi comuni triti e ritriti del genere, che non riescono minimamente ad interessare né a generare un minimo di tensione. In definitiva una porcheria di rara bruttezza che, forse, piacerà agli amanti del trash.
Probabilmente il peggiore epigono creato dalla saga de L'esorcista e non viene difficile da credere che il regista non abbia avuto il coraggio di firmarlo. Qualche nome curioso nel cast: la Prévost (che si spoglia pure!!!), la Viviani, ma per il resto sciattume e spazzatura. Confezione da far piangere e il diavolo tentatore ridicolissimo, come il finale e tutte le sequenze. Da evitare come la peste. Può essere definito l'erede di Nuda per Satana.
Notevolissimo trashone sulla scia dell'Esorcista. Delirio allo stato puro dalla prima all'ultima sequenza, con regia semiamatoriale, montaggio assolutamente folle, dialoghi esilaranti, assurdi flashback ambientati in manicomio e uno degli indemoniati più ridicoli della storia del cinema. Sprecati alcuni elementi del cast (che comunque non si impegnano minimamente) e mal sfruttate le ambientazioni. Un disastro.
Spudorato clone de L'esorcista con qualche incursione (fin troppo rapida) nell'erotismo. Tuttavia, a cuor leggero, il film diverte e fa sorridere, specialmente quando tenta in tutti i modi di proporre remake di sequenze dal film originale. Non il peggiore tra gli "esorcistici" italiani, ma si tende a preferire Malabimba di Bianchi... fosse solo per la rivisitazione in chiave marcatamente erotica.
Nelle mani di Assonitis e De Martino il demoniaco italiano aveva prodotto risultati brillanti ed originali, ma in quelle degli sventurati Lo Cascio-Pannacciò è solo uno squallido clone de L’esorcista al cui repertorio classico di urla, turpiloquio e vomito verde si unisce una buona dose di sesso. La Prévost e la Viviani escono presto di scena, Vernè è un ridicolo sosia maschile di Linda Blair, mentre il povero Conte non poteva chiudere la sua gloriosa carriera in modo peggiore. La figura della suora e il finale preludono a Malabimba.
MEMORABILE: Il rito satanico officiato da Garofalo, con Baccaro tra gli adepti.
Preso alla leggera può anche risultare digeribile. Gli attori non sono poi così male; da questo regista (che finirà a girare porno) non mi aspettavo niente di buono. Un clone dell'Esorcista che suscita ilarità e tenerezza. Troppo comica la scena iniziale...
Un mostro di film! Visto in gioventù in visioni private notturne (ma credo senza le scene delle orge, un po'spinte per la tv), rivisto con le parolacce in lingua inglese, con il titolo di "Cries and Shadows". Più sexploitation che horror, con numerose scene lesbo, è un pasticcio all'italiana celebrativo del trash sessuale, i cui tentativi di adombrarsi in qualche atmosfera insana, risultano quasi sempre falliti. Resta insomma un vecchio calderone, polveroso in larga parte, ma con alcune punte sulfuree anche avvertibili. Le attrici sono molto sensuali! **
MEMORABILE: L'inizio con l'improbabile discorso papale; la faccia del posseduto (sembra un ubriaco, con l'apparecchio dentale di colore nero).
Definire pessima questa cialtronata italica, nata per sfruttare il successo del film di Friedkin, è farle un complimento immeritato; la regia non esiste e gli interpreti, così come la storia raccontata, sono da dimenticare. Purtroppo non ci si riesce neanche a divertire, perché la noia regna sovrana per tutta la durata della pellicola. Richard Conte è l'esorcista chiamato a salvare l'indemoniato di turno (unica nota originale: non è una donna a finire sotto le grinfie del demonio); fa tristezza vederlo coinvolto in questa operazione.
La regia rozza e sordida contribuisce a dare quel minimo di suspence ad una delle tante pellicole nate sulla scia de L'esorcista, ma tutto è stato già fatto e meglio, pertanto questa non può che costituire una brutta copia dell'originale. Qualche buona trovata come il letto rotante, ma i trucchi difettano e tutto appare approssimativo. Da rivedere.
MEMORABILE: I flashback violenti, il taglio di gola a distanza, il letto rotante.
Il miglior film di Pannacciò (figuriamoci gli altri!), regista umbro dalla filmografia pazzesca, attivo nel sottobosco dei film di serie Z degli anni '70. Le incursioni nell'erotismo quasi pornografico tanto amate da Pannacciò rimangono perlomeno solo delle parentesi e gli attori ci mettono un briciolo di professionismo (Richard Conte e Franco Garofalo sono accettabili), anche se Patrizia Gori nelle vesti di suora casta e pura è credibile tanto quanto un rabbino intento a fare la comunione. Si intravede Sal Baccaro.
MEMORABILE: Le orride parentesi lesbo, da Olimpo del trash.
In effetti si vede che non è tutto di Elo; in quanto noncuranza, estrema spontaneità negativa, sensazione di non avere scampo, in breve tutti i suoi parametri appaiono solo nella prima parte di film. In seguito, a dispetto dei titoli stranieri, l'opera non è una scopiazzatura da Friedkin & co. e il racconto di due secoli prima che viene proposto non è male, come anche l'esorcismo ha una sua peculiarità che fa sorridere; ma quel che crolla è l'impatto emotivo... si arriva così al traguardo senza carburante e nella prevedibilità più assoluta.
MEMORABILE: Il demonio interpretato dalla Biscardi; Il rito satanico del bravo Garofalo; "Vai a leccare il culo al tuo impresario".
Proprio come nella prima scena, in quegli anni Paolo VI ammonì i fedeli che il diavolo non era una un simbolo ma un essere reale più che mai all'opera nel mondo. Gli autori del film devono aver preso sul serio l'avvertimento e conferiscono al signore delle tenebre le concretissime rotondità di Mimma Biscardi, con tutto le conseguenze del caso. Pannacciò non è ancora al livelli di delirio etilico di Comincerà tutto un mattino" o Holocaust parte seconda, ma è già sulla buona strada. Mitica la Viviani, ma Belzebù la toglie subito di mezzo.
MEMORABILE: La messa nera con tanto di orgia satanica, in stile squisitamente polselliano.
Esorcistico bis esaltato, ovvero un'altra perla nera dai bassifondi del patrimonio trash italico; imperdibile per ovvi o ineffabili motivi; oppure: per dissezionare oggetti che trascendono la logica del gusto. Fattura di notevole caratura grezza che cuoce a suo modo le gesta di un indemoniato alle prese con Satana in forma di donna avvenente e affamata di sesso, lo sgozzamento a distanza della sua fidanzata, messe nere (con orge) e altro materiale all'unisono; tutto in un'atmosfera squilibrata, che in certi passaggi si fa estenuante.
Uno dei tanti epigoni del filone esorcistico iniziato pochi anni prima e indiscutibilmente di scarso valore. Non apporta nulla di nuovo a quanto visto fino a quel momento risultando addirittura ripetitivo riproponendo pedissequamente sullo schermo quanto fatto in altre pellicole. Fastidiosi i continui flashback che tormentano la visione senza alcuna pietà, oltre che non immediatamente contestualizzabili. Qualche perplessità sorge anche dalla colonna sonora, non sempre congrua al tipo di immagini. Inutile e superfluo.
Non riesco a condannarlo. Non si tratta di mera esercitazione calligrafica, non fosse altro per l'ambientazione nostrana credibile, poi la colonna sonora è centratissima e bravi sono i personaggi di contorno (Garofalo su tutti). La palma della migliore interpretazione spetta a Mimma Biscardi, diabolica e tentatrice non dotatissima artisticamente ma di grande dedizione. Peccato per l'impiego di Richard Conte limitato a un piano sequenza e poco più (questione di cachet indubbiamente).
MEMORABILE: La Viviani si lascia consolare dalla suocera Prévost per gli atteggiamenti del figlio.
Terribile imitazione de L'esorcista che Pannacciò ebbe il coraggio di firmare senza (a quanto pare) nemmeno esserne responsabile, dove l'adolescente posseduto è un sosia maschile (ma dal capello mullet à la Bowie) di Linda Blair particolarmente pestifero ai danni della sorella suora. Prima di arrivare all'esorcismo (ad opera di uno spaesato Conte) si fa minutaggio con riti, leggende e lesbicate. Brutto senza nemmeno essere divertente, tanto raffazzonato che vari ruoli minori vengono affidati a membri del cast tecnico.
MEMORABILE: L'incipit rubato in piazza San Pietro sotto la pioggia, dove una folla ignara guarda in camera in attesa del Papa è, strano a dirsi, la cosa migliore.
Centone comprendente tutti i vari cliché del genere, per di più infarcito di inutili lungaggini, che ha poco da dire e cerca solamente di accodarsi a un filone. Una trama tutto sommato lineare e semplice non permette di concentrarsi sulla creazione di una climax ascendente di tensione e di paura, soprattuto perché l'indemoniato non spaventa e le sue contumelie generano solamente involontario umorismo. Persino le scene erotiche, seppur ben fotografate, sono troppo prolungate. Lo tengono a galla la buona regia e l'impegno di alcuni attori.
Per quanto i primi minuti di riprese esterne rubate in piazza San Pietro facciano subodorare il peggio, lo spudorato rip-off esorcistico di Pannacciò si limita a sguazzare in un'esangue mediocrità che mai cade nell'inguardabile. Vi sono alcuni segmenti cult (il pittoresco rituale satanico officiato ad inizio film), il montaggio è semidilettantesco e l'utilizzo abbondante di nudi fa cadere da subito il palco sulle reali intenzioni del prodotto, ma nella produzione di Pannacciò questo titolo è il meno peggio. Di discreto fascino le scene alle cascate di Monte Gelato.
Girato in alcuni posti suggestivi del Lazio, il film racconta di un adolescente posseduto dal demonio che non esiterà ad uccidere e ad infrangere il tabù dell’incesto, fino a quando non interverrà un salvifico esorcista. Un’opera in cui neanche l’ambientazione genuinamente anni ‘70 riesce a risollevarne le sorti e nel quale, nel cast, ritroviamo incredibilmente addirittura un attore del calibro di Richard Conte.
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DiscussioneZender • 11/04/20 17:45 Capo scrivano - 48839 interventi
Ma scusa di che! Anzi, grazie per averla condivisa.
Sul film, come si evince dal commento, mi trovi totalmente d’accordo. Magari con la copia Mediaset guadagna un minimo di suggestione nelle ambientazioni, ma resta a mio avviso invalutabile.
Adesso su Imdb come co-regista è indicato Luca Damiano, con pseudonimo inglese Frank G. Carroll. Quindi parrebbe che in qualche versione estera compaia anche nei titoli di testa (come Pannacciò che è accreditato, sempre su Imdb, col nome Frank C. Lucas). Boh...