Incommentabile film gotico, pieno zeppo di nudi frontali di scarso interesse. L'unica cosa accettabile del film sono le musiche del finale. Oscena la performance degli attori.
Sceneggiatura inesistente: un pretesto per mettere in continua esposizione le grazie della protagonista, dialoghi ridicoli, recitazione agghiacciante (il maligno è interpretato da un vero tamarro, sembra il Mago Silvan), effetti speciali assurdi (giuro che ho visto un ragno gigante di stoffa con dei bottoni al posto degli occhi: quando gli hanno sparato è schizzato fuori il cotone), regìa orribile con presuntuose inquadrature oblique e improbabili zoomate. Da evitare come il peccato.
Estroso, visionario, delirante, ingenuo, iperbolico. Illuminato da luci polselliane e caratterizzato da una recitazione ben al di sopra delle righe, con dialoghi assurdi e sibillini. Memorabili il ragnone finto e la lunga sequenza - ripresa con inquadrature sghembe e tremolanti - in cui Candelli insegue la sua "metà oscura" nel giardino del castello. Finale orgiastico e carnevalesco; musiche opportunamente cupe e monocordi. Puro Batzella-style.
Ineffabile gioiello psicotronico batzelliano, con Stelio Candelli (un Jack Palance de' noantri molto attivo nel western laziale) e la bella manza Calderoni (nuda, non solo per Satana, a ogni piè sospinto) alle prese coi rispettivi döppelganger in un castello dove succede di tutto e nondimeno un tizio che dovrebbe essere il diavolo invita a un certo punto gli ospiti a non fare rumore, manco si fosse alla pensione Marisa. Psichedelia soft-core alla vaccinara, col ragno finto più brutto della storia e dialoghi sublimi. Capolavoro.
Tra attori che proprio non riescono a tenere la scena ed una sceneggiatura a dir poco imbarazzante fa capolino il più ridicolo effetto speciale mai visto: un ragnone di cartapesta. La storia è di quelle che nemmeno avendo una memoria granitica è possibile riassumere, tanto è deficitaria e caotica. Di bello c'è solo il nudo integrale (fronte & retro) della "perfetta" Rita, per il resto siamo al limite del girabile. Consigliato solo ai cultori del cinema "allucinato" Anni Settanta. Visto con i giusti occhi può piacere e molto.
Mitico gotico-trash. Difficile capire se il ridicolo sia volontario oppure no, fatto sta che tra inquadrature maldestre, zoomate improvvise, dialoghi pseudo filosofici (alla Polselli appunto), personaggi assurdi (tra cui un sosia del Paganini di Altrimenti ci arrabbiamo), sesso e nudi a volontà (con tanto di orgia trash nel finale), ridicoli effetti visivi e uno dei più brutti effetti speciali della storia del cinema, ci si diverta parecchio. Brutte anche le musiche e mediocri gli attori, molto buona invece la fotografia. Comunque da vedere.
Onirico: uno, a film visto, crede d’avere sognato. Invece no: è davvero stato pensato, girato, montato. Lode alla Calderoni e a Candelli che riescono a non ridere, perché è impossibile che non capissero cosa usciva da questa variante Jekyll/Hyde. Si cita Il segno del comando (“camminare sui sentieri del peccato”). Incredibili gli occhi del ragnazzo e il lungo inseguimento all’aperto di Candelli al suo doppio. Film girato in Ciociaria (Monte San Giovanni Campano), vegetazione mediterranea e personaggi con nomi britannici: fantastico.
Per alcuni è un cult, per altri è tremendo, per me è una via di mezzo. Certo, se lo paragoniamo a Riti, magie nere e segrete orge del Trecento siamo di fronte quasi a un capolavoro. Film con una buona atmosfera gotica, una trama delirante, attori che se la cavicchiano. Ci si diverte, ma ci sono anche troppe lungaggini (vedi il lungo dialogo tra il protagonista e il suo lui da vecchio). Buona la regia, passabile.
Imbarazzata ed imbarazzante pellicola sospesa tra l'horror e il sexy. Le ambientazioni sono suggestive (richiamano alla memoria il cinema gotico classico degli anni Sessanta e Settanta), ma ciò decisamente non basta. Gli interpreti sono mediocri e la storia è assolutamente priva di un senso logico. Apprezzabili le scene di nudo della conturbante Calderoni, ma il cinema sta da un'altra parte.
Il film va visto assolutamente perché nessuna recensione o racconto su di esso può essere creduto fino in fondo da chi non lo ha visto. Storia senza né capo né coda, regia e sceneggiatura praticamente inesistenti, effetti speciali tra i più ridicoli mai visti nella mia vita (c'è anche un ragnone gigante che più ridicolo non si può), scene hard assolutamente gratuite con attori che per il resto non si vedono mai nel film, attori peggio della filodrammatica. Imperdibile il finale con tanto di dialoghi (impegnati!) deliranti. Trash allo stato puro!
Mega-trashata gotica di Paolo Solvay (alias Luigi Batzella), che come sempre
costruisce un film su una storia a dir poco raffazzonata e illogica, sulle
grazie generosamente mostrate dalla protagonista di turno, su effetti speciali
da urlo (nel senso cattivo del termine) e null'altro. Alcuni adorano il film
proprio per queste caratteristiche ma francamente, se si ignora l'aspetto
voyeuristico, la visione è un supplizio di rara afflizione. Inarrivabile il
ragnone di cartapesta, che penso entrerà nella storia del trash. Assai
"polselliano"...
Un ingenuo viaggiatore finisce in un castello dove le forze del male si scontreranno, tra l'altro, con il lato buono della sua personalità. Ma ovviamente non è chiaro se la trama sia questa oppure il risultato irrazionale dell'organizzazione del Batzella. La pellicola infatti è un coacervo di trash e nudi (con alcune scene hard nella versione insertata), musiche piuttosto suadenti e zaffate di zolfo grottesche. La logica comincia a sparire con il progredire della storia (?), mentre il finale tenta la via orgiastica, con risultato ultratrash. Da vedere... (?)
Una sceneggiatura pessima quanto psichedelica, una regia che fa buchi da tutte le parti con effetti speciali a dir poco ridicoli, un cast di attori che lasciano molto a desiderare. Insomma, un film del tutto inutile, del quale è difficile trovare qualcosa da salvare.
La classica vaccata coi fiocchi! Così brutto, insensato (a partire dalla colonna sonora) da non poter non essere visto. I dialoghi sono da lacrime agli occhi dal ridere (ed è un horror), i personaggi vanno ben oltre la macchietta: il protagonista, con la sua perenne aria interrogativa, lei, che ci capisce meno di lui e una sorta di SatanDracula dei poveracci (a una sua adepta in trance, che parla degli inferi, dopo un po' tuona: "Non dirmi i particolari, trascurali e vai avanti!"). Ci sono anche, un maggiolone modello Ferrari, effetti "aracnospeciali" e di luce.., nudi a volontà. Serve altro?
MEMORABILE: "Che cos'è il ricordo, se non una frazione di tempo avvolta nella parentesi del passato e il passato non è più nel tempo e il tempo è silenzio..." Ah Ah.
Prolungata assenza di luce, poi un flash intenso, un lampo nel buio: orrore! La ragazza sta morendo, lentamente. L'assassino è un sadico fantasma. Il corpo è trasparente, lo spettacolo mi piace, mi sento così eccitato. La ragazza non esiste ma io la vedo benissimo. Gotico a manetta: un'animale di pietra, deforme e spaventoso come arredamento da salotto. Cinema libero dall'ossessione piccolo borghese della trama. Cinema di corpi, sospeso nel tempo e nello spazio. Notturno con grida. Cinema al magnesio. Un incubo a quattro stelle. Cinema.
Film che parte subito molto bene, con la Calderoni full frontal dopo circa dieci secondi... a parte questo, pur essendo povero e con troppe scene allungate oltre il sopportabile, secondo me è un'opera che ha un suo fascino; il tema (ben noto) di una persona bloccata in un castello con un suo misterioso doppio in circolazione regala qualche momento inquietante, in più Batzella condisce le atmosfere da horror gotico con molti nudi gratuiti.
Delirante pasticcio dell'ineffabile "regista" Luigi Batzella, alias Paolo Solvay, alias Paul Hamus, alias Dean Jones, alias Ivan Kathansky... Trash di grana grossissima, guazzabuglio erotico-gotico-psichedelico con attori terribili, dialoghi surreali, effetti speciali assurdi, trama inesistente: un monumento all'inettitudine che continua ad affascinare, come un nostrano Plan 9.
Batzella inizia il film omaggiando Female Vampire di Jess Franco di circa 3 o 4 anni prima sostituendo la Romay con la Calderoni (il risultato non delude sicuramente) per poi immergersi in un viaggio psichedelico, gotico, cupo in perfetto stile '70. Ottime sono le soluzioni registiche (la macchina da presa in obliquo, sovrimpressioni stile cinema di avanguardia, oltre che alla fotografia in stile espressionista). Non mancano momenti di fantascienza anni '50 (il famoso ragno) e deliri orgiastici in stile erotic-settanta. Risultato: capolavoro.
MEMORABILE: Il lungo inseguimento di Stelio Candelli con il suo alter-ego.
In America usano dire "so bad is so good" per indicare film come questo: talmente brutti da avere in questa bruttezza... del bello. L'idea è originale e buona, ma la recitazione, l'ambientazione e certe trovate di questo regista buttano tutto alle ortiche. Mi ha ricordato molto le "opere" di Polselli.
MEMORABILE: Il ragno finto: non lo dimenticherete facilmente.
Cos'è? Un gotico bizzarro delirante, un sogno, un incubo, un'illusione, la verità proibita, una pagliacciata o forse solo un brutto scherzo. Ne salvo soltanto l'accurata ambientazione e il seno procace della Calderoni. Nel genere pop/psiche/gotico sono decisamente meglio la "Evelyn" e la "Dama rossa" di Miraglia. Non basta qualche ripresa ricercata per fare dell'arte. Velo pietoso sul balletto finale al rallentatore. Passabile il commento sonoro di Baldan Bembo. 79 minuti che sembrano un'eternità!
Non lo trovo il capolavoro di Batzella, che pure ha fatto un altro film che a me piace da impazzire, ed è vera la bananata del ragno di cartapesta... Ma che dire... quando cominciano i discorsi sulla doppia personalità che nessun individuo è contento di avere e che al contrario ne ha una paura folle, di quel che veramente è e che l'educazione e la società gli hanno fatto rinnegare? Al limite posso fare un altro appunto negativo per dire che la psichedelia qui non c'è proprio o riesce male, ma alla fine un valore quest'opera lo acquisisce eccome...
Poco meglio di Riti magie nere... ma comunque sempre di basso livello. La sceneggiatura è pressoché inesistente, la recitazione pessima, anche se devo dire che l'atmosfera gotica è molto affascinante, una delle poche cose da salvare in questo film oltre ai fantastici nudi elargiti, in particolare della Calderoni. Ma è troppo poco, per cui mi fermo al *!. A qualche cultore del trash potrebbe interessare.
Indubbiamente l'opera di Batzella s'inserisce appieno nel filone gotico/horror ambientato in un castello destinato a un pubblico più attento alle forme femminili che ai contenuti della pellicola: con la scusa del soprannaturale e un pizzico di esorcistico vengono infatti mostrate le meravigliose fattezze della Calderoni (davvero notevole!). Un delirio totale in cui l’ormai celebre “scena del ragno” sovrasta le altre; eppure funziona così e, al limite, visto che di film "trash" si tratta, vi è in tal senso una professionalità indiscussa.
Nonostante sia chiaro e palese l'intento di creare una sovrastruttura esilissima solo per "mascherare" l'intento di mostrare unicamente le meravigliose forme della Calderoni, Batzella sa il fatto suo e l'atmosfera non è affatto da buttare via. Certamente si nota una certa ridicolaggine in più di un dialogo, ma il tessuto narrativo di fondo è sviluppato sufficientemente. Di indimenticabile rimane la celeberrima scena del ragnone: una gemma trash di inestimabile valore. La confezione (e la fotografia) non è malaccio. Ha un suo dignitosissimo perché.
Una dei peggiori horror italiani in assoluto. Una trama farneticante che punta quasi esclusivamente sul sesso senza lasciare il minimo spazio al brivido, qui totalmente assente, con interpretazioni pessime in cui si salvano solo i nudi della Calderoni (quanto a recitazione meglio calare un velo pietoso). Il doppio, la parte oscura che c'è in noi poteva essere una traccia non male, ma Batzella non riesce a cavare un ragno dal buco, anzi un ragno lo cava ma meglio soprassedere...
MEMORABILE: Il ragno che si vuole fare la Calderoni (se non l'avessi visto non ci avrei creduto)!
Sceneggiatura sconclusionata e ai limiti dell’incomprensibile; è tutto talmente ingarbugliato che a un certo punto si rinuncia a capire quello che sta succedendo. L’intenzione sembra quella di realizzare qualcosa di visionario e dal registro elevato, capace di stupire sotto l’aspetto visivo e narrativo, ma mancano il substrato e la sostanza per poterci riuscire. Si salva ben poco.
Confesso di avervi cercato disperatamente, lungo tutto l'arco della sua breve eppur fin troppo temibile durata, quel motivo di sollucchero trash talora piuttosto croce che delizia di ogni "tarato" cinefilo: ebbene non ve ne trovai alcuno! Testimonianza di come queste alchimie weird sono il più delle volte frutto dei nostri personali stati d'animo che non della contestabile bravura dei Batzella di turno. Da salvare giusto il burroso petto della sempre notevolissima Calderoni, ma il resto, a cominciar dallo "spiderone", è raccapricciante oscenità filmica.
Incredibile e irresistibile baracconata. Più che guardare un film sembra di fare un giro su una giostra degli orrori, quelle dei Luna park. Nella prima parte ci si sorprende di come possano coesistere nello stesso prodotto boiate e approssimazioni alla genialità; poi tutto precipita nel ridicolo e nel trash, con un finale da far cadere le braccia. Comicità involontaria da vendere, effetti speciali da sbellicarsi (si veda il ragno di cartapesta), esoterismo d'accatto (nei deliranti dialoghi). Avrebbe funzionato come impalcatura per un porno. Non brutta la musica.
L'auto con targa inglese ma con guida a sinistra fa capire che siamo di fronte all'ennesima trashata imbastita per presentare ragazze nude, orgette e qualche frustratina in libertà. Putroppo trama e sceneggiatura sono ridicole ed è veramente faticoso seguire il film nonché le stesse scene di sesso o cosiddette sadiche. Guadagna punti soltanto la ragnatela dove atterra dolcemente la Calderoni prima di essere terrorizzata da un povero ragnetto.
Horror sperimentale, folle ed eccessivo, con Rita Calderoni in gran forma che s'aggira in un castello tra incontri saffici, tarantole giganti e strani personaggi. Batzella dirige come un Jess Franco nostrano, ai limiti dell'hard. Musica di Baldan Bembo che non stacca mai. Per i cultori del trash più spinto può essere comunque divertente.
MEMORABILE: La Calderoni che cade nella ragnatela.
Delirio gotico, con sfarfallanti derive oniriche, contraddistinto da indubbia confusione e lapalissiana mancanza di idee. Tra un vampiro supercazzolante e la Calderoni completamente inebetita nel muoversi sul set - chapeau per il generoso petto! -, il film si destreggia in sequenze scollegate l'una dall'altra e non mostra un minimo di pudore nella galoppante sciorinata di sciocchezze che toccano l'apice nell'inguardabile orgia di corpi danzanti. Talmente orrendo e sconclusionato da risultare, paradossalmente, divertente.
MEMORABILE: Il ragno di plastica che scende dalla ragnatela; Le gradevoli frustate demoniache.
Puro orrore o capolavoro? Probabilmente sia uno che l'altro, perché in questo film, ancor più che negli altri di Batzella, la negazione di ogni estetica cinematografica è talmente radicale da sfiorare il sublime. Inutile interrogarsi sul senso di una storia volutamente e pervicacemente priva di senso, a meno di voler prendere sul serio le farneticazioni pseudo-psicanalitiche del "doppio" di Candelli. Bella come sempre, la Calderoni si muove sperduta, perdendo spesso e volentieri anche i vestiti, unica nota apprezabile in 80 minuti di delirio.
MEMORABILE: Il ridicolo ragnone che insidia la Calderoni.
Inenarrabile pasticcio sexy-gotico che offre (involontariamente) molti spunti umoristici, per il delirio concettuale che si esprime attraverso una narrazione afasica e dialoghi sconnessi, messi in bocca ad attori carenti e per la risibilità di molte situazioni e della loro messa in scena. Sul versante erotico la splendida Calderoni è valorizzata a dovere e su quello tecnico, la fotografia e le musiche riescono a rendere in modo non disprezzabile l’atmosfera gotica.
MEMORABILE: Il Satanasso-Mago Silvan spoglia la Calderoni con gli occhi; Gli sproloqui dei “doppi” (“Sono lei e non lo sono, non lei… ma l’altra!”); Il ragnone.
Se è vero che Renato Polselli non ebbe davvero nulla a che fare con questo film è però di conseguenza indubbio dire che esso ne è stato direttamente ed esplicitamente influenzato; troppi elementi lo farebbero pensare: trama scombiccherata, dialoghi pomposi e pseudofilosofici, persino lo stesso uso delle musiche e delle luci stroboscopiche e alcuni attori ricorrenti del regista laziale (su tutti Rita Calderoni) e, perlomeno in alcune versioni, scene hard esilaranti totalmente gratuite. Mette alla prova lo spettatore, ma il divertimento è assicurato, per chi sa cosa aspettarsi.
Il capolavoro di Batzella/Solvay: anticipa Lynch, vaneggia, beneggia e polselleggia spesso e volentieri, viaggia nel pornodelirio a piè sospinto e senza paura alcuna (prima di Russell), rende eterno omaggio alla beltà della Calderoni e sdoppia corpi e anime tra psicologia e occultismo infiltrandosi in territori alla Ed Wood. Assurdo pensare a quanto fossero avanti certi cineasti bollati come "di serie Z" rispetto al cinema incensato dell'epoca e degli anni successivi. Sogno, incubo, realtà, finzione, follia, ragione? Un colossale trip di 90 minuti proveniente da un'altra dimensione.
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Ce l'ho questa versione, inserti terribili.
Sarebbe da recuperare la versione integrale soft, dato che quella della Raro non è altro che versione hard (priva quindi di vari dettagli soft, elimitati per lasciar posto al porno) dehardizzata, ma pare irreperibile.
Tentori tra gli extra del dvd della Raro Video tiene a precisare che il set non è un castello, come in altri film, ma una villa. Mi chiedo se abbia visto il film visto che è inequivocabilmente un castello. C'è perfino la classica scena della folata di vento che apre una finestra e che si vede fuori: merli! (ma non gli uccelli).. Hi! Hi!
Quanto agli artigiani, ok, ma alcuni attori sono veramente dei lupacchiotti...
DiscussioneAlex75 • 5/08/19 13:52 Call center Davinotti - 709 interventi
Herrkinski ebbe a dire: Ok, tutti quanti abbiamo deriso i suoi film assurdi, ma al tempo stesso quanto divertimento ci hanno regalato perle di trash nostrano come "Nuda Per Satana" o "La Bestia In Calore"? Questo per dire che alla fine mi dispiace per la sua scomparsa, così come mi dispiace per la morte di ogni onesto artigiano del cinema di genere nostrano.. Ciofeche o Cult che siano, hanno tutti lasciato qualcosa da ricordare e da rivedere. R.I.P.
Di certo, i due film che hai citato sono ormai preceduti dalla loro fama (almeno per chi segua almeno un po' il cinema italiano "bis" di quegli anni). Il primo mi sembra che sconti, oltre alla confusione concettuale, una notevole carenza di mezzi, anche se tecnicamente non è del tutto disprezzabile. Certo, l'incipit è tutto un programma (anche per la scelta infelice del font dei titoli di testa, più adatto a un western o a una commediola). Il secondo, oltre a far parte di un sottogenere nel quale si annoverano quasi esclusivamente deliri, mi sembra un saggio di come NON si deve girare un film, vista l'insipienza tecnica che traspare a ogni fotogramma (e verrebbe da chiedersi se ci sia un metodo dietro: se c'è, è perversamente geniale). Mi incuriosiscono "Quando suona la campana" (che Giusti considera il "gemello buono" della "Bestia") e soprattutto "Strategia di una missione di morte", che dovrebbe essere l'introvabile "opera ultima" di Batzella.