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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/12/15 DAL BENEMERITO DIGITAL
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Digital 7/12/15 10:47 - 1259 commenti

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Accusato di aver abusato della figlia, John confessa sorprendentemente il proprio misfatto, pur non essendone del tutto convinto. Un rinomato psicologo, in tandem con un detective, proveranno a scavare nei suoi ricordi per far emergere la verità. Parte molto bene, riuscendo a creare un clima di tensione notevole; peccato che quando i nodi vengono al pettine, tutto quello che si era visto sino a poco prima, viene completamente annullato, facendolo irrimediabilmente sprofondare dalle parti della cialtronata. Hawke non delude, il colpo di scena (telefonato) sì.

Rebis 8/12/15 12:19 - 2404 commenti

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Film sul Satanismo non ascrivibile al genere horror, perché ne inquadra l'aspetto sociologico, il dilagare della psicosi paranoide nel terreno fertile del suo nemico naturale: le comunità evangeliche e la dottrina dei lumi. Amenàbar mina ancora una volta il dato percettivo, rivelando come la complessità delle cose stia nella loro semplicità, e non viceversa. L'indagine investigativa non segue la deontologia del caso, ma il tutto è funzionale ad assecondare un livello narrativo più subdolo e sotterraneo. Ritmo non sempre coeso, ma impennate horror perturbanti e un crescendo finale che convince.

Hackett 9/12/15 18:51 - 1868 commenti

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Tra resoconto e thriller, il nuovo film di Amenábar si dimostra una pellicola ben girata e recitata, confezionata ad arte da un regista che sa il fatto suo. Era lecito però aspettarsi qualcosa di più. Manca il guizzo, lo spunto che travolge lo spettatore e infatti, con l'eccezione di un paio di scene, la noia fa spesso capolino. Sicuramente più interessato alla vicenda che alla suspance, il regista finisce per sfilacciare la trama di una vicenda che si conclude in maniera prevedibile. Senza sussulti né emozioni.

Rambo90 9/12/15 23:43 - 7811 commenti

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Inizia come un horror tra sette e riti satanici ma in realtà è un thriller, intrigante e anche piuttosto complesso (soprattutto nella seconda parte). Amenabar gestisce bene la tensione e funziona l'ambientazione nella classica cittadina di provincia americana. Peccato per alcune scene forzate, inserite per creare i soliti spaventi a effetto, che distolgono dalla trama e poco c'entrano con l'atmosfera generale. Bravo Hawke, pessima la Watson.

Daniela 25/03/16 03:10 - 12916 commenti

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Indagando su un caso di abuso familiare, un detective si imbatte in un intrigo di sette sataniche, messe nere, sacrifici umani... Dopo il flop immeritato di Agora, A. torna al thriller (para)normale con un film di discreta confezione ma debolissima sceneggiattura, in cui le suggestioni della parte iniziale si perdono in banalità assortite da bancarella dell'horror. Anche il cast non convince: Hawke è bravo ma ultimamente replica troppo la stessa espressione tormentata, Watson è leggerina in tutti i sensi, Thewlis incide poco. Finale da ascriversi al tipo "soufflé che si ammoscia".

Capannelle 16/02/16 23:48 - 4478 commenti

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Debole e ondivago racconto che né la regia di Amenabar né la fotografia possono salvare. Come horror non fa vera paura, anzi alcuni effetti (gatti, nonne) sembrano più adatti per degli scary movie. Come thriller presenta diversi buchi di sceneggiatura e ci fa aspettare almeno un'ora prima di venire al dunque. La recitazione è nella media, professionale ma senza acuti.

Deepred89 21/02/16 12:27 - 3783 commenti

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Fotografato con un gran gusto per ambientazioni e atmosfere (ovviamente plumbee), un film che promette molto nella sua prima parte da poliziesco satanico ma che scema progressivamente in uno stravisto secondo tempo di matrice polanskiana, con l'insinuarsi di un ormai routinario crollo paranoico sulle orme di Shining e Repulsion. Il finale antispettacolare non convince ma nemmeno giunge scontato, facendo crollare tutto il castello di false piste talvolta pure argute. Bravo Hawke, gli altri si apprezzano e altrettanto in fretta si dimenticano.

Nicola81 27/06/16 11:07 - 2928 commenti

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Ambientato in una provincia americana cupa e bigotta, è un poliziesco/thriller a sfondo satanico piuttosto intrigante nella prima parte, in cui Amenàbar riesce a creare un bel clima di mistero e un'efficace tensione sotterranea. Quando però i nodi vengono al pettine si resta delusi da una soluzione che vorrebbe essere il più possibile realistica e che invece rischia di suscitare proprio l'effetto opposto. Cast discreto per un film non da buttare, ma nettamente inferiore ai migliori lavori del regista (Apri gli occhi, The others).

Pumpkh75 18/07/16 13:27 - 1808 commenti

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Doppia delusione in primis perché visti i nomi coinvolti era lecito aspettarsi qualcosa di più, poi sopratutto perché dopo un’ora tesa, vibrante e suggestiva il sulfureo plot si incammina lento pede verso un declivio a ragione impraticabile e che invece inappropriati indizi ci avevavo già aihmè indicato. Ecco servito quindi il classico compitino senza infamia e senza lode (con Ethan Hawke e la Watson neanche così convincenti) che si riscatta solo quando Amenabar si incunea negli anfratti satanici. Costruito e non pienamente inappagante.

Il ferrini 16/08/16 23:20 - 2498 commenti

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Inconsistente thriller sulle sette sataniche che nel descriverle non risparmia nessun cliché. Come horror non regge, come trama gialla neanche, tant'è che la soluzione finale s'intuisce con largo anticipo. Ethan Hawke ce la mette tutta e in parte riesce a dare dignità a un personaggio appena abbozzato, Ashmore "cattivo" invece non è credibile, meglio il suo Mike Weston in The following. Ma ciò che è più fastidioso in questo film è l'audio, il continuo alternarsi di dialoghi sussurrati ed esplosioni sonore è davvero intollerabile. Perdibile.
MEMORABILE: Emma Watson che mostra la ferita a croce rovesciata sulla sua pancia.

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Pinhead80 19/12/16 21:00 - 5098 commenti

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Più si scava a fondo nella mente umana e più si scivola lentamente nell'incubo della paranoia. Amenábar ci conduce per mano in un inferno fatto d'angoscia e d'inquietudine, dove ogni sguardo perfora l'essere sino a farlo diventare vuoto e senza speranza. Il colpo di coda finale non rassicura sino in fondo e rafforza l'idea che sia possibile generare un incubo anche solo dando voce al lato oscuro della nostra mente.

Didda23 27/12/16 18:22 - 2439 commenti

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Due sono le conferme dopo la visione dell'opera: Amenábar si muove elegantemente, confezionando scene qualitativamente sopra la media del genere, con una fotografia dai toni plumbei davvero significativa e Hawke è la maschera perfetta per interpretare ruoli che necessitano di una sofferenza interiore (le mimiche giuste le ha). La sceneggiatura è intrigante e il tessuto narrativo suggestivo, grazie anche alla buona predisposizione per la tensione. Peccato che qualche scelta generi perplessità, soprattutto nel finale. Un buon film.
MEMORABILE: Il capanno del padre di famiglia; Le sedute con lo psicologo; La croce rovesciata scolpita nel pancino della Watson.

Nando 9/01/17 17:28 - 3853 commenti

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Amenàbar realizza un prodotto basato sulla suggestione che miscela momenti horror con altri thriller. Il risultato è interessante nonostante il finale deluda perché appare sinceramente monco. Buone le indagini e gli incubi del protagonista, un efficace Hawke. Non propriamente memorabile la Watson che nel finale risulta pure antipatica.

Buiomega71 21/01/17 01:16 - 3005 commenti

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Grandissimo incipit (l'arrivo alla stazione di polizia sotto la pioggia), poi odor di zolfo e di canti satanici sotto cieli plumbei fincheriani. Peccato che a nemmeno metà film si mangi la foglia e la sorpresa finale (già intuita) non sia così sorprendente. Mirabile regia di Amenabar, che si muove tra cinema d'indagine anni '70, poliziesco e incubotici sprazzi horror (nel granaio con cannibalismi alla Profumo della signora in nero e figure incappucciate col ghigno di Capitan Gaio). Confezione impeccabile e attimi di ottima suspense, ma il "falloso" twist ne limita la piena riuscita.
MEMORABILE: Visita in camera da letto con amplesso insieme alla vecchia di Shining; Il taccuino in bianco durante la confessione finale; La nonna e le visioni.

Giùan 21/05/17 08:40 - 4752 commenti

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Dispiace sottolineare tanta succedaineità nel lavoro di un autore capace in passato di prove straordinarie (Tèsis) e di blockbuster comunque funzionali e funzionanti (The others). Fatto sta che di davvero "regressivo" in questo thriller sembra esserci il Cinema di Amenabar, imbolsito e imbalsamato, ridotto al recupero di atmosfere lambiccate incapaci di creare qualsivoglia effetto perturbante. Si procede svogliatamente per accumulo e si risolve tutto con un twist ending che non può che risultare semplicistico. Non ci credono né Hawke né la Watson.

Piero68 22/09/17 10:12 - 2967 commenti

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Nulla è quello che sembra in questo thriller di Amenábar che però convince a metà. Perché se l'inizio è di quelli che lasciano ben sperare il finale è affrettato e anche poco efficace, se vogliamo. Soprattutto perché la soluzione, a uno spettatore più scaltro nel cogliere le sfumature, non può non essere già chiara a metà opera. Convince come al solito Hawke, attore estremamente versatile e capace, molto meno la Watson nei panni della ragazza tormentata. Il resto è semplice tappezzeria. Da Amenábar comunque ci si aspetta sempre di più.
MEMORABILE: L'intervista finale rilasciata ai giornalisti in cui il prete, consapevole della realtà, sfrutta la cosa per suo tornaconto: una bella botta di cinema!

Fedeerra 25/09/17 05:17 - 769 commenti

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Il film è ambientato negli anni 90 e sembra davvero girato in quel periodo, grazie anche alla splendida e piovigginosa fotografia di Daniel Aranyó. Girato nel Minnesota (in una sonnolenta cittadina che sembra uscita da un libro di Stephen King) Regression è principalmente un apologo ossessivo sulla mente umana e su quanto essa possa influenzare pensieri e azioni. Bravissima Dale Dickley, in un ruolo minore ma di grande impatto. Amenábar è un cineasta che conosce il cinema e si vede.

Tarabas 25/09/17 23:23 - 1888 commenti

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Cittadina sperduta nella Bible Belt, famiglia redneck disfunzionale, figlia che denuncia abusi, detective problematico, sospetti di satanismo, polizia locale disattenta, psicologo acuto, prete farneticante. E' un parziale catalogo dei luoghi comuni usati nel film, confezionato con cura e ben recitato, ma in cui di interessante c'è solo una certa atmosfera di incertezza, che via via diventa sempre più ovvia e scolora nel già visto degli incubi a occhi aperti, attacchi di paranoia etc.

Ira72 8/11/17 15:18 - 1342 commenti

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Di horror non c'è traccia e come thriller non fa sobbalzare granché. Le scene più forti (alla Eyes wide shut) ricorrono sostanzialmente negli incubi del protagonista. Per il resto accade pochino e, non fosse per la durata limitata, il film finirebbe per annoiare. Non amo la Watson e qui mi irrita particolarmente (forse anche per la parte che interpreta), mentre Hawke ci sa fare da sempre, ma non regala voli pindarici. Al contrario, è piuttosto monocorde. Il resto del cast fa da contorno e non spicca. Un film guardabile, ma anche dimenticabile.

Pesten 18/09/18 07:52 - 809 commenti

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Cartuccia sparata a salve. Il lato psicologico/thriller/investigativo è di livello, supportato da un ottimo Hawke e da una storia che senza colpi di scena e senza mostrare nel dettaglio, riesce comunque a essere scorrevole e risultare interessante, grazie anche all'ottima fotografia. Quando vengono inseriti momenti (simil)horror per spaventare, in realtà il tutto perde colpi e viene in parte rovinato. Finale che lascia con l'amaro in bocca, proprio per via di come ci si è arrivati, attraverso le intromissioni horror. Watson impalpabile.
MEMORABILE: La piccola cittadina americana, capace sempre di spaventare con la sua chiusura mentale.

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Galbo 22/09/18 06:49 - 12510 commenti

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Riti satanici, messe nere e in genere tutto il campionario "demoniaco-possessivo" è presente in questo film di Alejandro Amenábar che ha anche una connotazione thriller. Tecnicamente di buon livello e con uno stile di regia personale, il film difetta nella sceneggiatura che si contraddistingue per i molti luoghi comuni e per un mistero che non è tale più di tanto in quanto i risvolti della trama si comprendono senza troppi sfondi. Nemmeno i protagonisti sembrano molto coinvolti a partire da una Watson la cui recitazione è di maniera.

Minitina80 22/11/18 08:35 - 3094 commenti

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Se l’intento era spiazzare, allora si può dire che il film sia riuscito, almeno in parte. Il sipario si apre mostrando uno scenario fatto di messe nere e satanismo calati all’interno di una vicenda di abusi familiari. Con un po’ di immaginazione ci si aspetta di essere proiettati verso situazioni che seguono uno sviluppo a loro modo preventivabile. Niente di più sbagliato, perché negli ultimi minuti l'attenzione si sposta su un qualcosa che nessuno aveva notato, smontando il castello fin lì costruito con buoni risultati.

Kozincev 22/10/19 09:27 - 56 commenti

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Thriller complessivamente efficace, che dapprima sembra inscriversi nel genere satanico-demoniaco, con alcuni cliché immancabili (messe nere, uomini incappucciati, incubi mostruosi), per poi rovesciare ogni certezza senza lasciare neanche la consolazione di un lieto fine. Lo spiazzamento è ben graduato e implica una riflessione non banale sui rischi del giustizialismo. La regia è efficace, le interpretazioni convincenti (poco la Watson, però). Amenábar, senza raggiungere le vette dei primi film, conferma le sue qualità. Pregevole.

Lupus73 19/01/20 16:35 - 1544 commenti

I gusti di Lupus73

Un detective alle prese con una storia di rituali satanici si fa aiutare da uno psicologo che fa uso della tecnica di "regressione". Pur non raggiungendo le vette di The Others Amenabar sforna un altro "horror intelligente" con un'ottima confezione in cui si fondono atmosfere da sette sataniche e sacrifici umani, superstizione popolare, horror psicologico, thriller e critica. La cosa più eclatante è il gran twist finale che permette una totale rilettura del film con la tecnica della Gestalt. Amenabar si riconferma un'ottimo regista.
MEMORABILE: Il twist finale.

Enzus79 9/05/20 22:40 - 3037 commenti

I gusti di Enzus79

Thriller che si occupa degli abusi sessuali praticati dalle sette sataniche in una cittadina del Minnesota. Pur non potendo contare su di una trama entusiasmante, Regression ha il merito di coinvolgere e di essere ben congegnato, pur penalizzato da un finale abbastanza scontato. Ethan Hawke, come al solito ultimamente, perfetto nel ruolo del personaggio triste e introverso.

Rufus68 27/08/20 23:21 - 3890 commenti

I gusti di Rufus68

Bene le premesse, deludente il sillogismo finale. Messe nere e croci rovesciate, incesti e bimbi sacrificati son i componenti di tale minestrone dai risvolti psicologici che lascia sempre più freddi ogni minuto che passa. Il regista pare indeciso fra l'orrore oggettivo e l'affresco sociale di massa: annega, così, in mezzo al guado della sceneggiatura. Formalmente apprezzabile, ma insulso nel suo complesso così come i presunti colpi di scena. Scipita la Watson, prevedibilmente stropicciato Hawke; solo Thewlis riesce a emergere minimamente dal piattume generale.

Redeyes 6/12/21 09:29 - 2458 commenti

I gusti di Redeyes

La maghetta buona e brava viene catapultata in questo thriller potenzialmente buono di Amenábar senza tuttavia riuscire minimamente ad entrare nella parte, cosa che Hawke fa splendidamente (non fosse che sembra ripetere l'ennesimo ruolo recente). Il regista dal canto suo fa del suo meglio, ma la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e il film finisce per non avvincere minimamente pur con più di un escamotage, peraltro non così machiavellico. Giunti al termine si resta piuttosto delusi.

Teddy 5/04/22 04:27 - 959 commenti

I gusti di Teddy

Nubi nere si addensano sulla provincia americana, rimasta ormai  sorta di nonluogo, tra discipline pseudo psichiatriche e alienazioni di massa, senza nessuno spiraglio di evoluzione, senza nessuna concessione all'effimero. Amenábar dirige un thriller dal fascino malinconico e sinistro, in cui si scorgono fredde atmosfere nineties e scorci illustrativi da gothic revival. Bravo Ethan Hawke, sottotono la Watson.

Magerehein 2/02/24 09:42 - 1094 commenti

I gusti di Magerehein

Guarda un po' chi si rivede assieme, Hermione Granger e Remus Lupin. Thriller che sfrutta un'idea potenzialmente interessante (seppur non del tutto nuova) senza però riuscire a svilupparla nel modo giusto, inserendo qualche passaggio fine a sé stesso e offrendo un epilogo sbrigativo (le tempistiche sono gestite in modo approssimativo). Ha tuttavia il merito non indifferente di mostrare quanto possa essere facile, nella società moderna, rovinare la vita a qualcuno o smuovere l'opinione pubblica senza prove e col solo potere della parola. Poco credibile la Watson, bene invece Hawke.
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  • Homevideo Buiomega71 • 26/02/16 19:02
    Consigliere - 26530 interventi
    In dvd (e BR) per Midnight Factory, disponibile dal 14/04/2016

    http://www.kultvideo.com/DVD.aspx/24843-DVD-Regression-Limited-Edition-DVD-Booklet-14-04-Regression-Limited-Edition-DVD-Booklet-?__lang=it-IT
  • Discussione Buiomega71 • 21/01/17 09:49
    Consigliere - 26530 interventi
    L'incipit e una botta di gran cinema (l'arrivo alla stazione di polizia sotto la pioggia) e la classe registica di Amenabar non si discute

    Parte come un thriller in odor di satanismi e Belzebù sotto cieli plumbei fincheriani, poi divaga nell'horror (nel granaio, le visioni della nonna, gli incubi di Ethan Hawke), diventa un film d'indagine che sembra uscito dagli anni '70, un robusto poliziesco, un trattato sulla cospirazione e la paranoia degno del miglior Polanski.

    Amenabar tiene incollati alla schermo, non solo tecnica sopraffina ma anche una tensione che gravita sotto pelle e non fà distogliere l'attenzione.

    Però, ahimè, al regista spagnolo non riesce l'effetto a sorpresa (un pò come in The Others, meno in Apri gli occhi) e già a metà film si mangia la foglia e la sorpresa (già intuita) non e poi così sorprendente.

    Un vero peccato, perchè Amenabar , pur raccontando nulla di nuovo, riesce a costruire un thriller da anima oscura davvero pregnanate e con spunti affatto banali (chessò: la signora sul cartellone pubblicitario , il taccuino lasciato in bianco nella confessione finale, per dirne un paio) e , nonostante il diavolo, spesso, vesta abiti innocenti all'apparenza, si ha un senso di leggera insoddisfazione dopo i titoli di coda

    Notevoli alcuni sprazzi horror che Amenabar ti piazza e ti spiazza durante il racconto (nel granaio tra fornicazioni in auto, flash alla Hostel e banchetti cannibalici a base di infanti alla Profumo della signora in nero, le figure incappucciate che sembrano gli albini di 1975 occhi bianchi sul pianeta terra col ghigno macabro del friedkiano Capitan Gaio, la visita notturna riservata a Ethan Hawke, tra amplessi con le vecchie di Shining e baccanali satanici stile Sentinel, le visioni della nonna tra gatti idrofobici alla Black Cat e sangue che scorre sotto le porte di casa, con defenestramenti sul modello di un The Omen) e che lasciano il segno.

    Come il cinema della cospirazione dà il meglio di sè nella scena al semaforo o quando Hawke perlustra la via della città suggerita da Angela.

    Il polizesco (Hawke mal visto dal distretto come Chuck Norris nel Codice del silenzio), il "satanic movie", l'indagine che travolge il poliziotto emotivamente (come succedeva a Jack Nicholson nella Promessa), la suggestione, l'isteria di massa, l'amore paterno, la cattiveria e la perfidia umana al cubo, che tutto travolge e sconvolge.

    Un film che si prende i suoi tempi, che odora di classico, con una regia che sà il fatto suo (e la stoccata gay , Amenabar, non se la fà scappare)

    Se non fosse che a Amenabar si rompe, quasi subito, il giochetto del twist (e in una scena ATTENZIONE SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER perchè mi mostri la Watson che fà le telefonate mute a Hawke ad un bel pezzo prima dalla fine, che così rafforzi quello che già avevo intuito da un pezzo? FINE SPOILER SPOILER SPOILER) forse starei qui a parlare di un mezzo capolavoro (purtroppo, ahimè, mancato)

    La malvagità della mente umana e quella che fà davvero paura (perchè reale, tangibile, subdola)

    Il diavolo (im)probabilmente...
    Ultima modifica: 21/01/17 10:40 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 21/01/17 09:57
    Consigliere - 26530 interventi
    Eccezionale il dvd targato Midnight Factory (come sempre, del resto)

    Formato: 2.40:1

    Audio: italiano 5.1 (DTS), italiano 5.1 (DOLBY DIGITAL), inglese 5.1 (DOLBY DIGITAL)

    Sottotitoli: italiano

    Come extra: trailer, interviste a Ethan Hawke, Emma Watson e Alejandro Amenabar (su come gli e nata l'ispirazione per il film)

    Booklet di sei paginette a cura di Manlio Gomarasca e Davide Pulici

    Durata effettiva: 1h, 42m e 14s
  • Discussione Rebis • 21/01/17 11:11
    Compilatore d’emergenza - 4438 interventi
    Sono contento Buio che tutto sommato ti sia piaciuto ... è vero, lo schema del twist è ormai saturo al cinema, e qui non è giocato nemmeno nel migliore dei modi, ma a parte lo schemino, è un film con intuizioni notevoli, bellissime incursioni horror: su di me ha avuto una grande presa emotiva...
  • Discussione Buiomega71 • 21/01/17 11:48
    Consigliere - 26530 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Sono contento Buio che tutto sommato ti sia piaciuto ... è vero, lo schema del twist è ormai saturo al cinema, e qui non è giocato nemmeno nel migliore dei modi, ma a parte lo schemino, è un film con intuizioni notevoli, bellissime incursioni horror: su di me ha avuto una grande presa emotiva...

    Sì, le incursioni incubotiche nell'horror sono notevoli (classiche, neogotiche, dove Amenabar risolleva paure ataviche cinematografiche e non-il ghigno alla Capitan Gaio, e per me, sempre terrifico)

    La regia e ottima a dir poco e la tensione e ben resa (così come l'atmosfera plumbea e autunnale)

    Il fatto e proprio questo, va da se dei twist ormai risaputi, ma Amenabar non l'ha saputo ben giostrare (anzi, sembrava che facesse di tutto per convincerti di quello che si era facilmente intuito a metà film)

    Apprezzabile anche lo stile classico e robusto da poliziesco/complottistico settantiano e la malvagità della mente umana (che fà sempre paura)
    Ultima modifica: 21/01/17 13:09 da Buiomega71