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La nostra recensione di Nosferatu

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Nosferatu, il Dracula tarocco, quello che non abbiamo i soldi per il copyright ma ci arrangiamo pure meglio, quello nato in Europa e lì rimasto, ha sempre avuto un fascino diverso, rispetto al più canonico originale: più profondamente legato all'orrore estetizzante, più vicino al terrore che ti entra sottopelle e ti domina. Rispetto al cinema coevo, entrambi i precedenti avevano saputo andare oltre, imporsi come altezzosa pietra d'angolo con il coraggio di fregarsene delle mode e giocando con le ombre. Eggers, che si è riscritto questo secondo recap in autonomia e l'ha diretto, lo sapeva bene; ha cercato di impadronirsi di quella scintilla autorevole dall'alto...Leggi tutto di una notevole sensibilità e di un talento visionario indiscutibile che l'ha posto, almeno per i più, tra i nomi maggiormente interessanti della sua generazione, nel campo. Di quelli che entrano nel genere per elevarlo, gli eletti che senza rivoluzionarlo seducono la critica e creano grande attesa per ogni nuovo progetto. Figuriamoci qui, alle prese con due progenitori tanto acclamati.

Il terzo Nosferatu abbandona quindi la natia Europa e sbarca a Hollywood, con mezzi superiori e la direzione di un regista deciso a ereditare cotanta grazia senza sfigurare. Basta l'incipit, per capire lo straordinario impatto delle immagini, ricavate modellando scenari spesso di sublime concezione attraverso un lavoro fotografico di qualità superiore, che dalla notte ruba cromatismi azzurri fusi nel blu stinto fino al nero, mentre una poderosa colonna sonora commenta con giusta enfasi sequenze a tratti belle da togliere il fiato.

Sulla storia poco c'è da dire, dal momento che ci si abbevera alla fonte di Bram Stoker recuperando però gli stessi nomi fasulli del modello di Murnau, mentre molto di più ci si dovrebbe soffermare su un cast che purtroppo non avvicina nemmeno lontanamente i fasti di Herzog (nonostante una certa vicinanza tra la Depp e la Adjani). La scelta di piazzare due grossi baffoni al'ingiù sul volto del vampiro sarà anche filologicamente corretta e vicina ai Vlad Tepes del caso, ma spezza già tristemente l'incanto: chi ricorda Schreck e Kinski si ritrova adesso con uno Skarsgard che pare uscito dall'osteria, lontanissimo da quell'aura aliena che aveva trasformato il Nosferatu cinematografico in una creatura inafferrabile e gelida.

Si conservano almeno le inconfondibili dita lunghissime che terminano con unghie rapaci (utili per stagliare sui muri quelle ombre allungate e minacciose che leghiamo alla versione del 1922); tuttavia la mutazione quasi zombesca che porta il nostro Orloc ad aggredire le sue vittime con movimenti talora a scatti come negli horror più dozzinali (ai quali possiamo apparentare anche la scena di derivazione esorcistica con Ellen posseduta e in levitazione) non depone a favore del film. Che non trova una buona sponda nemmeno negli altri personaggi, con un Dafoe spento e protagonista delle scene meno riuscite nel ruolo del medico occultista e un Nicholas Hoult assai scipito come marito di Ellen costretto a intraprendere il viaggio in Transilvania.

Poi certo, l'iconico viaggio in nave con i topi che annunciano la peste e sbarcano dal relitto conserva ancora una forza dirompente e di nuovo costringe a sottolineare il grande lavoro nella composizione delle immagini e negli eccellenti movimenti di macchina; perché è impossibile non citare alcune riprese della città dall'alto, le discese tra le strade, la splendida ricostruzione storica della Germania del tempo... Manca però al film quel coinvolgimento in grado di calarci nella storia, raggiunto troppo di rado e solo grazie alle meraviglie formali; non esistono figure che emergano con la forza necessaria e sappiano attirare su di loro l'attenzione. Kinski, Adjani, Ganz dovevano servire da esempio, ma restano di un altro pianeta, con la figlia di Johnny Depp che prova invano a caricare su di sé il peso del film ma si stinge come gli altri in una performance corretta quanto debole.

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Tutti i commenti e le recensioni di Nosferatu

TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/01/25 DAL BENEMERITO IL FERRINI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/03/25
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Il ferrini 1/01/25 22:56 - 2699 commenti

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Esperienza davvero potente, quasi violenta. A livello visivo c'è tutta la forza espressiva di Murnau ma con un sonoro davvero travolgente. Egger pare voler dipingere dei veri quadri gotici, come quelli di Füssli o di Blake. Il mostro però stavolta sfugge alla mera definizione di vampiro, è inscindibile dalla protagonista, dalla sua "malinconia", da ciò che oggi clinicamente definiremmo depressione. Riti gitani, ratti, feretri aperti, fiamme, simboli esoterici, tentativi di esorcismo che ricordano Friedkin, ma soprattutto qualcosa di più doloroso, che vive anche dentro chi guarda.

Minitina80 2/01/25 18:02 - 3214 commenti

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Il Nosferatu di Eggers delude ampiamente le aspettative a causa di scelte ben precise che mirano a compiacere un pubblico poco esigente. L’estetica è mediocre e nasconde un vuoto preoccupante che lo rende incapace di suggestionare o trasmettere emozioni sinistre. Colpa anche del vampiro di Skarsgård, tra i più improbabili e meno convincenti che si siano visti; deboli anche le interpretazioni degli altri attori. Dialoghi pretenziosi e banali portano alla noia, interrotta solo da un’improbabile possessione che appare fuori contesto. Il rifacimento di Herzog rimane di netto superiore.

Erfonsing. 3/01/25 22:57 - 232 commenti

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Stavolta Eggers si dimentica di mettere l'anima al proprio film. Una confezione sontuosa, musiche adatte, fotografia spettacolare e interpretazione degna (anche se qualche lacuna la si coglie, soprattutto Hoult fuori parte), ambientazione accurata: tutto è perfetto tranne il cuore del film, il conte Orlok, al quale manca qualcosa (o ha troppo) per essere veramente terrificante. Ottima la scelta di far vedere poco alla volta il volto del vampiro, ma per il resto manca "la magia" per coinvolgere lo spettatore. Eggers, preso dalla voglia di far bene, forse ha fatto troppo e si è perso.
MEMORABILE: Il rumore dei passi del vampiro.

Puppigallo 5/01/25 20:59 - 5496 commenti

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Con tutte le versioni cinematografiche esistenti dell'arcinoto vampiro risulta arduo riproporlo personalizzandolo, o aggiungendo almeno qualcosa che lo renda originale. Qui la mano del regista si sente anche; e il rapporto quasi simbiotico tra la protagonista e Nosferatu può essere un'aggiunta. Il problema è che non sembra comunque sufficiente a insistere sull'argomento. Alla fine, infatti, non si andrà al di là di una confezione curata, attinente all'epoca, con qua e là qualche incursione sanguinaria. Nel complesso vedibile e nulla più, col doppiaggio di Dafoe che certo non aiuta.
MEMORABILE: Le pseudo possessioni (anche no); L'omaggio a Murnau, con l'ombra delle dita scheletriche sul muro; L'epilogo, che rimanda sempre al capolavoro.

Medicinema 6/01/25 20:31 - 135 commenti

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Se mai si fosse sentito il bisogno di un ulteriore remake (dopo il 1979), elemento imprescindibile sarebbe dovuto essere il rifarsi a quell'atmosfera lugubre, silente, sussurrata (sin troppo) dell'opera precedente e del suo vampiro. Invece Eggers esagera sino all'eccesso: nello splatter, negli jump-scares, nei toni urlati, nell'interpretazione smodata di Lily Rose Depp, creando un vampiro più simile a un villain medievale con tanto di pizzetto e assegnando un ruolo ambiguo alla figura femminile. Si salvano Hoult (ma perché ha talento) e il ritmo sostenuto.
MEMORABILE: Nudo nel pentacolo.

Rambo90 8/01/25 01:45 - 8020 commenti

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Eggers rilegge il mito in modo superbo da un punto di vista tecnico/visivo, ma fin troppo freddo nei contenuti, al punto che le oltre due ore arrivano a un certo punto a pesare molto, più del presunto terrore della storia. Terrore che, tranne nella prima parte al castello, funziona pochino, forse anche a causa di una sceneggiatura che non inventa nulla in una storia di cui ormai conosciamo benissimo le svolte. Bene il cast, soprattutto la Depp e Dafoe, mentre il doppiaggio italiano rende Orlok quasi un clone di Darth Vader.

Von Leppe 9/01/25 22:53 - 1315 commenti

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Come in altri film di Eggers è azzeccata l'ambientazione ma è pessimo tutto il resto. C'è infatti una una buona atmosfera invernale, con una discreta ricostruzione della città anseatica dagli interni biedermeier (che rimandano all'originale) e qualche riferimento alla pittura di Friedrich. Mentre tra i difetti principali risaltano l'aspetto del vampiro, i jumpscare, i dialoghi, le situazioni nonché la fotografia troppo buia. Molti déjà vu di Murnau, Herzog e soprattutto Coppola, però i risultati sono più alla Caminito.

Rebis 11/01/25 10:38 - 2479 commenti

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Eggers riscrive Nosferatu in una cornice di edotto classicismo, dalle spiccate ascendenze psicoanalitiche, in cui Orlok diventa l'espressione del desiderio femminile, disposto a morire pur di essere legittimato a esistere in una società che teme e reprime le pulsioni libidiche, inducendo i corpi all'isteria. Se la statura autoriale è ancora tutta da verificare e Skarsgård non ha la potenza iconica di Schreck o Kinski, il suo vampiro "materico" rimane uno dei più originali visti sugli schermi negli ultimi anni e la densità atmosferica discende sul pubblico come una cortina di tenebra.

Enzus79 11/01/25 13:51 - 3279 commenti

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Il Conte Orlok ritorna sul grande schermo e lo fa in maniera superlativa. Robert Eggers si conferma uno dei migliori registi in circolazione. Il film è stilisticamente e visivamente impeccabile: le atmosfere gotiche coinvolgono molto. Eccellente la fotografia. Non mancano momenti al limite dello splatter. Location apprezzabili. Ottima la colonna sonora. Tendenza a salire nel giudizio.

Luluke 12/01/25 06:15 - 821 commenti

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Può piacere o no, in ogni caso non va paragonato al Nosferatu di Herzog. Perché è un film diverso, in tutti i sensi, In cui Eggers si concede licenze narrative per evitare la sfida con le sequenze più iconiche di quel precedente. Allontanandosi, e di parecchio, anche dal significato dell'originale di Murnau. Tanti i momenti suggestivi, ma anche quelli poco riusciti (su tutti la parte nel castello). Con un monoespressivo Hoult, una Depp indemoniata e l'impalpabile Skarsgad, a un certo punto arriva Dafoe a dominare la scena. Ma a quel punto sembra di rivedere Poor things. Irrisolto.
MEMORABILE: Ellen a Thomas: "Non potresti mai soddisfarmi come lui": a quel punto capisci definitivamente che stai vedendo un altro film.

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Kinodrop 12/01/25 19:39 - 3412 commenti

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Ripercorrere ancora una volta il mito di Nosferatu porta all'inevitabile confronto con dei precedenti così importanti e numerosi che naturalmente non potranno che condizionare il giudizio su questo "ultimo nato" a ogni singolo snodo. Anche sul piano estetico ci sono diverse esasperazioni che da una parte ripetono noti cliché senza ottenere però un surplus di brivido e dall'altra portano a risultati un po' grotteschi e chiassosi, compresa la figura del conte che vorrebbe terrorizzare ma che fa rimpiangere l'erotica e silenziosa malinconia dei celebri antecedenti, Murnau e Herzog.

124c 13/01/25 03:25 - 2997 commenti

I gusti di 124c

Il conte Orlok, o Dracula, per essere esatti, torna al cinema con questa rivisitazione del romanzo scritto da Bram Stoker. Ad interpretare il lugubre conte, stavolta, è Bill Skarsgård, che sfoggia baffoni abbastanza inquietati ed evita di trasformare il suo conte in un antieroe romantico, riportando il vampiro a una dimensione di vero principe delle tenebre. Fra ratti infetti, peste, ombre che si allungano e sogni premonitori, il film deve i suoi momenti migliori alle performance di Willem Dafoe cacciatore di vampiri e della bella Lily Rose Depp.

Teddy 14/01/25 06:21 - 1121 commenti

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I primi venti minuti sono una splendida lezione sulla composizione dell’immagine, con momenti foschi, solenni e di strisciante ambiguità. Gli ultimi dieci sono un insieme estatico e malsano con una chiusa che è un grido di struggente marcescenza. In mezzo c’è un film devoto, meticolosamente realizzato ma che talvolta fatica a mettere insieme tutti i suoi pezzi. Ottima, invece, l’idea di trasformare il Conte Orlok in un vero e proprio Strigoi, figura vampiresca del folklore rumeno. Bravissimo Nicholas Hoult. Assolutamente da vedere.

Cotola 14/01/25 19:45 - 9551 commenti

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Eggers conferma le sue indubbie doti estetiche che rilucono anche in questa tutto sommato fredda rilettura di Nosferatu. Stavolta però, pur avendo a disposizione una storia più che compiuta, la spreca malamente ,sebbene si mantenga fedele all'originale, aggiungendovi qua e là discutibili e gratuiti elementi di novità. Pecca anche nel livello di coinvolgimento che è basso: così le due ore ogni tanto si fanno sentire. A tratti inspiegabilmente urlato sia nel sonoro che nel verbale e, in certi momenti, pure inutilmente sguaiato. Anche il cast non convince. Cocente delusione.

Magerehein 17/01/25 10:32 - 1239 commenti

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Esteticamente parlando il film è una vera meraviglia. Messinscena funerea, inquietante e tenebrosa nonché d'assoluta cura; del resto l'estro di Eggers in quest'area è risaputo. Il vampiro qui mostrato è tra l'altro quello con psicologia più vicina al romanzo di Stoker; peccato però che si inciampi proprio su un elemento chiave come il suo aspetto; questo Orlok baffuto e putrefatto semplicemente non ha l'iconicità che ebbero Kinski o Oldman. Film più veloce, violento e spinto di Herzog ma, proprio come esso, "soltanto" buono (la Depp indemoniata/infoiata sa d'inopportuno scivolone).
MEMORABILE: "Io sono un appetito".

Gabigol 19/01/25 11:14 - 658 commenti

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Rivisitazione moderna di un Eggers attento all'aderenza del capostipite. DI rilievo il tratteggio del Conte Orlock (fisionomia, presenza scenica, suzione del sangue sul petto e senza canini, la manipolazione onirica) e formalmente curata sia la messinscena gotica che la fotografia. A una suggestiva prima parte ne segue una seconda più movimentata e probabilmente più sfilacciata, senza comunque precludere uno scioglimento di rara potenza visiva e concettuale. Non il miglior film di Eggers, ma avercene di operazioni di questo livello.
MEMORABILE: L'apertura orgasmica; L'arrivo della carrozza e l'entrata febbrile nel castello; L'ombra della mano sulla città; Correre contro l'alba e il finale.

Herrkinski 22/01/25 03:35 - 8752 commenti

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Eggers segue piuttosto fedelmente Stoker e l'originale ma riporta l'aspetto del vampiro alla sua forma più folk e mostruosa della tradizione, un non-morto in disfacimento e dai tratti transilvani, ben reso da uno Skarsgård irriconoscibile; in originale, molto curate voce baritonale e accento. Impeccabile il resto del cast, notevoli alcuni quadri dipinti dalla mdp del regista, buona l'atmosfera, eppure qualcosa manca; la ost generica e la durata eccessiva non aiutano, il film non suscita grandi emozioni e l'inevitabile paragone con la poesia di Herzog/Kinski diventa impietoso.

Lupus73 26/01/25 15:47 - 1606 commenti

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Possiamo considerarlo un remake diretto del lavoro di Murnau (conserva i nomi che cambiò per il copyright), anche se è innegabile il riferimento al gusto visivo e scenografico della fotografia di Herzog. Tuttavia Eggers offre una sua personale visione di Nosferatu (baffuto come Dracula nel romanzo, sorta di cosacco non morto) e di una vittima che manifesta segni di possessione come nel filone esorcistico. Le dinamiche rinunciano alla sepolcrale lentezza di Herzog per raggiungere affinità con l'hollywoodiano Dracula di Coppola negli ultimi 40' (la caccia). Eccellente rivisitazione.
MEMORABILE: Eccezionale la parte al castello e alla taverna (che fu imperdonabile omissione di Coppola); L'Orlok eggersiano.

Belfagor 27/01/25 00:35 - 2708 commenti

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Anche se non mancano gli omaggi a Herzog, il riferimento principale è il capostipite di Murnau: questo Nosferatu è infatti una creatura bestiale la cui natura predatoria si fa sempre più esplicita col passare dei minuti. Se però la prima parte gode di una costruzione magistrale della tensione, nella seconda il film disperde un po' della propria cifra stilistica, risultando meno oscuro del previsto. La sintonia della coppia protagonista rende credibile il dramma e Dafoe aggiunge qualche nota inaspettata.
MEMORABILE: L'arrivo ipnotico al castello; L'ombra della mano che si allunga sulla città.

Dave hill 27/01/25 10:54 - 447 commenti

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Al netto della fedele ricostruzione storica (pur con ambientazione immaginifica) garantita dal regista, questa livida e inquietante rivisitazione del vampiro cinematografico, appare, più che un horror, un estenuante dramma sulle malattie corporali e mentali, propalate dal metaforico vampirismo, con i rimandi al capostipite di Murnau ridotti a mero citazionismo. Va bene voler dire altro ma l'orrore non abita qui. E neppure l'inquietudine perché per le sorti dei due sposini nessuno tribola. Anzi, dopo 220 minuti, pure lo spettatore invoca sollievo.
MEMORABILE: Il castello nella nebbia; Il villaggio degli zingari; Lo sbarco dei pestilenziali topi, più numerosi qui che in Willard.

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Daniela 30/01/25 14:31 - 13295 commenti

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All'interno della storia nota, Eggers propone due varianti: il look del mostro diventa un mix fra il ritratto di Vlad II Dracul e un cadavere in putrefazione, mentre il legame tra lui e la protagonista viene mostrato come preesistente, frutto di desideri repressi da una società patriarcale soffocante. Il risultato non convince: il suo Nosferatu è brutto e poco inquietante né suscita compassione mista a orrore, mentre Ellen diventa una psicolabile vittima di se stessa prima che del vampiro. I pregi formali ci sono, ma non evitano la delusione.

Deepred89 27/02/25 14:03 - 3874 commenti

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Remake-adattamento di cui non si sentiva il bisogno, al quale Eggers tenta di conferire una cupa ricercatezza formale, regalandoci da un lato alcune bellissime inquadrature (il calesse che si precipita verso il protagonista in un bosco innevato), ma dall'altro accumulando cadute di stile, come nel brutto finale. Tra queste, le scene di possessione da esorcistico tout court e i raptus erotici stile Dopo la vita se non altro snelliscono un po' il ritmo, altrimenti sotto il livello di guardia. Da segnalare il peggior Nosferatu di sempre, un simil-zombi baffuto con accento da parodia.

Giuder 2/03/25 23:27 - 27 commenti

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I referenti illustri (Stoker e Murnau) vengono piegati al narcisismo di un regista che non si mette mai al servizio della storia; al contrario, lo spettatore assiste a un vortice di virtuosismi di freddezza obitoriale che urlano Eggers! a ogni piè sospinto, col risultato di trasformare il mito vampiresco in una velina senz'anima. Si stirano le situazioni per accentuare la longa manus dell'artefazione digitale, s'agitano e sbavano gli attori nel nevischio di polistirolo, s'azzera la travolgente passione tra innocenza e peccato. Alla fine non rimane nulla, se non tedio e topi ovunque.
MEMORABILE: Depp: "Allora eri tu che mi strisciavi dentro come un serpente".

Pumpkh75 22/04/25 17:58 - 1897 commenti

I gusti di Pumpkh75

Sulla tecnica di Eggers non c’è un fiato da eccepire (deliziosi gli scenari da galleria d’arte, fantastiche alcune inquadrature, non ultima quella che sbarra il finale), sulla capacità di compromettersi emotivamente invece urgono ripetizioni perché in tutto il novero possibile di sentimenti (amore e odio, eros e thanatos, pietà e rancore) manca una stilla anche minima di cuore. L’egotismo porta poi a ricicli e macchiette: Hoult è rimasto a Cage, presenziano Linda Blair e Padre Merrin, del conte Orlok colpiscono baffo, riporto ed enfisema. Non suscita noia, ma distacco. Nì... sferatu.
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  • Discussione Il ferrini • 5/01/25 03:32
    Formatore stagisti - 115 interventi
    Dopo giorni porto ancora addosso la valanga di stimoli che mi ha regalato questo capolavoro. Tra le numerose citazioni presenti ci potrebbero essere anche due richiami a "Las meninas" di Velasquez. Verso l'inizio, quando si intravede la famiglia di Harding sullo sfondo e nel finale, mentre il Professore parla allo specchio, con una cicatrice a forma di croce che ricorda la croce di Santiago, disegnata sulla veste dello stesso pittore. Forse la loro ragione è nello specchio, che è al centro del quadro ma è anche oggetto emblematico in tema di vampiri oltre che portale verso altre dimensioni.

    Las Meninas di Velazquez

    Comunque straordinaria Wisborg, la città immaginaria di Eggers che richiama la Wismar del film di Murnau, città esistente,  dove si organizzano ancora oggi itinerari di visita sui luoghi di quel Nosferatu.
    Ultima modifica: 5/01/25 03:36 da Il ferrini
  • Discussione Dave hill • 26/01/25 09:17
    Custode notturno - 191 interventi
    Robert Eggers: 8 in storia, 5 in scienze motorie.
    Ama le dettagliate ricostruzioni storiche, al costante inseguimento del realismo, e gira film adulti, senza troppe concessioni all'effett(acci)o impattante sul pubblico. La narrazione del mito della strega (The VVitch) straniava e rapiva proprio per la quotidianità della vita dei coloni descritta con feroce realismo prima di essere traviata dall'imponderabile. Quella della leggenda lovecraftiana di Innsmouth (Lighthouse) era fin troppo intimista tanto da apparire reticente nel mostrare le metamorfosi ittiche, solo suggerite e pure in forma onirica. Analogamente, questa rivisitazione/ricostruzione del mito del vampiro, pur sorretta da budget lievitato e diretta al grande pubblico, vorrebbe e dovrebbe mostrare di più, tenere incollati allo schermo gigante gli spettatori, soprattutto distratti teenager avidi di popcorn e immagini forti, ed invece... Dopo un inizio catturattenzioni, il mood torna ad essere compassato, lento ma inesorabile e stordente (in ambito metal si direbbe doom, non thrash o death), con affastellamento di dettagli, situazioni, personaggi minori e minorenni che nulla aggiungono e troppo tolgono al ritmo. La durata ne è testimone. Ma le cose che andavano raccontate ci sono eccome: c'è il conte Orlok che, nel citato perseguimento di realismo storico, insieme verghiano e vichiano, assimila connotazioni fisiche e morali dell'austero ed invincibile principe Vlad Tepes più che del "fantastico" freak orecchiuto del monstrum cinematografico di Murnau ed Herzog. C'è il temutissimo e vetustissimo castello immerso nella nebbia e perso nel nulla della Transilvania e ci sono gli zingari ancorati a riti, dialetti, timori ancestrali ed autoctoni, esiliati(si) da un mondo sempre più civile e viziato. C'è soprattutto l'idea del vampirismo inteso come dilagante propagazione del male che si diffonde nella mente, ottenebrandola con l'ignoranza e la superstizione, e nelle membra, corrotte dalla peste e dalle malattie veneree. Un male che possiede, attanaglia e fa marcire membra e meningi, portando alla soluzione di affetti e relazioni sociali e, infine, all'autodistruzione.
  • Discussione Lupus73 • 26/01/25 16:08
    Capo call center Davinotti - 58 interventi
    Il film merita molto, ma non al massimo.
    Alcuni appunti, che sono dettagli, ma per questo tipo di rivisitazioni piuttosto ambiziose, sono proprio i dettagli che contano, soprattutto per uno come Eggers che nei dettagli cerca la perfezione; quindi:
    -La scelta del castello dei Corvino, come castello del vampiro, che si vede nell'ingresso della carrozza, risulta assai banale e dozzinale. Il castello, oltre a non essere quello di Dracula (vi fu imprigionato per del tempo), è davvero troppo sfruttato in numerose pellicole, anche di poco conto. Lo troviamo come abbazia in The nun, o come castello della vampira nel reboot di Fright night 2, ecc.
    Poteva essere riproposto il castello di Orava in Slovacchia, per coerenza filologica con Murnau, o il castello di Bran, o addirittura le rovine di Poenari, indicato come vero castello di Vlad Tepes, o altro ancora.
    -Le dinamiche della finale caccia al vampiro sono fin troppo hollywoodiane tanto da ricordare il Dracula di Coppola. Scelta sicuramente più fruibile per il pubblico contemporaneo, ma non al passo con le ambizioni artistiche di Eggers.
    -Il Personaggio di Ellen incarnato dalla Depp ricorda più Mercoledì Addams che le precedenti funeree interpretazioni, tanto che non si può fare a meno di ripensare all'indimenticabile personaggio della Adjani mentre si guarda il film.
    -Dafoe che interpreta l'equivalente murnauviano di Van Helsing. Sicuramente di livello, ma seguendo il film viene in mente l'indimenticabile (anche se a tratti caricata) interpretazione di Hopkins nel film di Coppola.
  • Discussione Von Leppe • 26/01/25 16:36
    Call center Davinotti - 1128 interventi
    Sì anche io ho pensato che il castello di Hunedoara è abbastanza banale e troppo sfruttato, seppur bello. Herzog ebbe un'idea veramente originale utilizzando delle rovine per gli esterni e un castello sano per gli interni, infatti gli zingari affermano nel film che forse quel castello neanche esiste, esiste solo nell'immaginazione degli uomini. Niente a che vedere con gli zingari di questo film di Eggers in cui più banalmente si esibisco in una scena di danza. Poi pure nella scena finale ci sarebbe da ridire sulla banalità di come si presenta Ellen al vampiro...
  • Discussione Lupus73 • 26/01/25 18:17
    Capo call center Davinotti - 58 interventi
    Von Leppe ebbe a dire:
    Sì anche io ho pensato che il castello di Hunedoara è abbastanza banale e troppo sfruttato, seppur bello. Herzog ebbe un'idea veramente originale utilizzando delle rovine per gli esterni e un castello sano per gli interni, infatti gli zingari affermano nel film che forse quel castello neanche esiste, esiste solo nell'immaginazione degli uomini. Niente a che vedere con gli zingari di questo film di Eggers in cui più banalmente si esibisco in una scena di danza. Poi pure nella scena finale ci sarebbe da ridire sulla banalità di come si presenta Ellen al vampiro...

    Si esatto anche la scena finale ha qualcosa che non convince; da aggiungere anche l'uso della CGI per mostrare cosa succede al vampiro con la luce: discutibile e meno d'effetto della memorabile scena di Murnau, ma anche di quella di Herzog.
  • Homevideo Caesars • 30/01/25 15:56
    Scrivano - 17011 interventi
    Bluray e dvd sono dati in uscita per il 31/12
    https://www.dvd-store.it/Video/Blu-Ray/ID-83992/Nosferatu