(ULTRA BABY VINTAGE COLLECTION) Ed ecco Troisi ripresentarsi dietro la macchina da presa (e davanti) dopo una serie di partecipazioni più o meno riuscite (CHE ORA E', SPLENDOR...). Abbandonate le velleità autorali di LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE Troisi torna alla commedia semplice che l'ha reso famoso, reinterpretando il suo personaggio più tipico, quello del napoletano annoiato vittima del presunto iperattivismo della promessa sposa (una Francesca Neri credibile e in forma smagliante)....Leggi tutto Sceneggiatura arguta come vuole la tradizione, densa di spunti anche filosofici originali (memorabile Troisi quando esorta gli amici a sparlargli alle spalle invece di sbattergli la verità in faccia). Caratterizzazioni gustose da parte di Angelo Orlando (che in qualche modo sostituisce, anche senza averne la stessa classe, l'assente Lello Arena) e del fido Marco Messeri alle prese col solito personaggio del pazzo invadente e infantile. Certo Troisi tende a ripetersi (soprattutto dopo il più particolare LE VIE DEL SIGNORE SONO FINITE), ma ormai il suo stile è quello, e finché riuscirà a costruire situazioni divertenti condite da una regia di tulla rispetto non è giusto criticarlo. Godiamoci invece questo nuovo lavoro cercando di osservare se possiamo identificarci (noi o i nostri conoscenti) nei tipi descritti così bene nel film. Il finale non è forse all'altezza, e già Troisi sembra meno convinto e più stanco del solito, ma alcune sue mimiche (ad esempio subito dopo aver bevuto il caffè avvelenato) sono gran pezzi di cinema comico.
Un Troisi meno spumeggiante del previsto. Ancora in grado di divertire, certamente (indimenticabili le espressioni con cui eragisce a chi definisce Messeri "bello"), ma troppo impegnato nella vana ricerca di fare un film sull'amore e sulla labilità dei rapporti tra innamorati. Significativi in questo senso i fugaci passaggi nelle inquadrature di coppie alle prese con dialoghi sul tema, che però non aggiungono nulla e finiscono solo col confermare il velleitarismo dell'operazione. È invece una delle più sentite interpretazioni della Neri.
MEMORABILE: Il botta e risposta Troisi/Orlando quando il primo è stato appena lasciato e il secondo si è appena messo con la ex di un amico che consolava.
Troisi vero, si spoglia della maschera e dirige se medesimo in un film gioiello, che forse non ha raccolto quanto meritava, comunque resta una grande prova. Affrontare l'amore, per uno che di donne se ne intendeva, è stata una specie di seduta psico analitica alla napoletana, cioè: una volta manca il lettino, una volta manca il dottore, una volta manca il paziente. Che ci volete fare, riempie più lui con una battuta che un libro di Alberoni e la cosa angosciante e che ci ha lasciato troppo presto.
MEMORABILE: Il paradosso della rana che nuota a stile libero o viceversa, tanto Troisi è il palindromo di sè stesso.
La storia d’amore tra una libraia e un ristoratore fornisce a Troisi l’occasione per parlare dei sentimenti. Il grande artista partenopeo lo fa a suo modo, con una sceneggiatura non lineare ma che traccia una storia che possiede momenti assai poetici e delicati. Buone la regia e l’interpretazione del cast con ottimi attori anche nelle parti secondarie.
Accantonata la ricerca di un film più maturo ed autoriale (Le vie del signore sono finite), Troisi torna sui personaggi di inizio carriera. Quella che racconta stavolta è la fine di una storia d'amore e lo fa con molta ironia, dialoghi ottimi e ben curati e soprattutto una malinconia di fondo che lo differenzia da altri attori-registi del periodo. Forse non il suo film migliore ma comunque molto riuscito. Stupenda la colonna sonora di Pino Daniele, bravissimo Messeri.
Chi sperava in una ripresa dopo le vie del Signore non può che esserne rimasto deluso. L’insuccesso dell'atipico film precedente fa tornare Troisi sui suoi passi che così ripropone il solito personaggio delle opere del passato, senza però innestare in esso alcun segno di novità. Non meraviglia perciò che manchi l’elemento più importante in una commedia: la propensione a far ridere. Lo si fa, infatti, poco o al massico si sorride. Mediocre.
Forse con questo film Troisi ha capito che il personaggio da lui creato cominciava ormai ad essere ripetitivo. Il tema dell'amore, già affrontato con migliore estro e fantasia in Scusate il ritardo, viene ripreso in maniera scialba, senza nessuna nuova annotazione. Non gli dà una mano una Francesca Neri ai minimi storici come pathos e interpretazione, ma lo stesso Troisi appare appesantito dagli anni e non più credibile nella parte dell'eterno ragazzo disincantato e impacciato. Da segnalare la splendida colonna sonora di Pino Daniele (Quando).
Troisi gioca le carta della commedia con la più classica delle vicende d'amore. Da una parte il regista-attore napoletano ci tiene a tenere saldo il suo stile e la sua fine comicità per non tradire il suo pubblico, ma dall'altra si perde quella veracità che, per esempio Scola, era riuscito a scorgere. La Neri gode del suo momento di giovane gloria (anche se va detto che nel bene o nel male è un'attrice "rimasta", anche dopo l'inevitabile spuntare delle rughe). La bella OST di Pino Daniele ha fatto storia a sé.
In una Napoli solare i tira e molla di una coppia meno affiatata di quanto lui vorrebbe credere. Lei (Francesca Neri) è infatti un tantinello paranoica, ed è certa che due inarticolati sussurri durante l'amplesso siano invece il nome di un'amante. Lui non capisce e così Troisi ben descrive ciò che meglio sa: lo spaesamento dell'uomo semplice in rapporto a un mondo di bizzarri caratteri (primo tra tutti un ottimo Angelo Orlando). Più zoppicante del previsto ma ricco di quei guizzi esilaranti che solo Troisi sa inventare. Finale a sorpresa.
MEMORABILE: La travolgente e fatua vitalità di Messeri ("Bello?... Quello lì è bello?")
Niente male questa commedia napoletana alquanto imprevedibile nella sceneggiatura. La regia è buona e convincente, Troisi la fa da padrone in tutta la pellicola. Tutti i dialoghi sono scritti da lui e per lui, ma solamente lui è capace di divertire con la sua tipica parlata balbettante e strascicata. Il finale (ma un po' tutto il film) cinico invita a riflessioni sui rapporti umani. Azzeccata la colonna sonora.
MEMORABILE: Io volevo soffrire bene... e tu mi distrai... non mi diverto, non soffro come si deve.
Non il miglior film di Troisi regista, mentre sotto l'aspetto attoriale il grande Massimo è straordinario come sempre, sia nel linguaggio che nelle movenze facciali. Storia comunque abbastanza fiacca che gode di momenti divertenti e simpatici.
Appassita e incomprensibilmente sopravvalutata commedia sentimentale di un poco ispirato Troisi. Si salvano una regia asciutta ma davvero poco creativa e qualche dialogo appena passabile. Il tutto dominato da un romanticismo retorico, accompagnato da clichè a volte veramente forzati e un cast sotto la media come prestazione. Si potrebbe infierire pure su un discutibile montaggio. Estremamente mediocre.
Un inquieto e quasi rassegnato Troisi fa da regista e protagonista a un film che fa venire i brividi sin dall'inizio quando, ad accompagnare i titoli di testa, si ascoltano le note del grande Pino Daniele. La storia di un amore tormentato che, a un passo dal matrimonio, svanisce. Tommaso, pigro e introverso, riprende i caratteri di molti altri personaggi interpretati da Troisi che ha, però, la capacità di dare a ognuno di loro un'interpretazione assolutamente personale e sempre convincente. Riflessivo e malinconico, proprio come Massimo.
MEMORABILE: "Lasciatemi soffrire tranquillo. Chi vi chiede niente a voi? Vi ho chiesto qualcosa? No. Voglio solo soffrire bene. Mi distraete".
Una coppia affiatata ma litigiosa si lascia prima delle nozze per decisione della ragazza, la quale ci ripensa... Troisi regista offre un prova decorosa e come attore propone l’essenza della sua comicità, con la sua tipica cadenza verbale che trasforma ogni dialogo in una situazione in bilico tra l’umoristico e il puerile. Nonostante questo clima pseudo-infantile, però, la sceneggiatura (dello stesso Troisi) acquista un certo rilievo tematico grazie alle riflessioni sul tema dell’amore e della coppia.
Bel lavoro dell'indimenticabile Troisi, che ritorna a uno dei suoi temi preferiti: la difficoltà relazionale tra uomo e donna quando di mezzo c'è l'amore. Sceneggiatura fluida e ben congegnata; la pellicola si avvale oltre che di Massimo anche di Francesca Neri (che non è niente male), di uno stralunato Angelo Orlando e di Messeri, che incarna ottimamente il suo personaggio. Ottimo come sempre il "contorno" musicale di Pino Daniele.
Tira e molla amoroso tra una bella libraia e un ristoratore. E' un Troisi molto lontano dalle sue prime opere, quello che dirige e interpreta questo film che si snocciola su un tappeto fatto di poesia e delicatezza ma che non fa ridere nè sorridere. Le struggenti note di Pino Daniele sottolineano il doloroso epitaffio di un amore mentre una Napoli meravigliosa come non mai sta lì a guardare sonnecchiando. In parte gli attori di spalla, tra cui segnalo il bravo Messeri. Purtroppo un Troisi in declino.
Come smontare tutti i cliché della commedia romantica, finale incluso. Troisi destruttura tutto e lo fa con intelligenza e ironia, alcune frasi di questo film non si scordano ("Se vuoi essere la donna della mia vita me la devi lasciare, una vita"). E non solo le relazioni finiscono nel suo mirino ma anche l'amicizia (rappresentata dall'invadente Orlando) e certe tipicità napoletane (le ciocche di capelli portate alla sensitiva). La Neri è in parte e brava anche la ragazzina "avvelenatrice" Alessia Salustri. Massimo, ci manchi.
MEMORABILE: "Non ci si uccide per amore. Basta solo aspettare, aspettare" "Allora io non mi uccido per amore, mi uccido per impazienza".
Tra risate, storie di vita quotidiana e riflessioni sull'amore, passa il tempo della visione di questo film del grande Troisi, che con grande cuore e sincerità affronta il tema del matrimonio e dell'importanza dell'amore vero. Accompagnato da ottime spalle quali la Neri, Messeri e soprattutto Orlando, Troisi con molta schiettezza prende le fattezze di un uomo genuino che vuole vivere il sentimento dell'amore senza ansie e preoccupazioni riguardanti il futuro della famiglia. Ottima scrittura delle scene e belle riprese di Napoli.
Tiramolla di una coppia in procinto di sposarsi. Riflessioni amorose sul tema dell’impegno a lungo termine con lo stile farfugliato di Troisi. Meno pungente nei dialoghi, riesce a mantenere sufficiente una sceneggiatura poco originale anche grazie ai caratteristi. Orlando è valido nel suo ruolo e Messeri dà il proprio apporto (forse è troppo toscanaccio però). La Neri recita meglio le parti della gelosa. Musiche di Pino Daniele come sottofondo.
MEMORABILE: La fattucchiera; La bambina innamorata che avvelena Troisi; Il nome Enea.
Seppur penalizzata da una regia non sempre abilissima a raccordare le varie situazioni, l'ultima pellicola diretta da Troisi si fa ammirare soprattutto per talune scelte narrative poco usuali e per un finale che conquista (ed emoziona) per la totale imprevedibilità. Qualche piccolo passaggio a vuoto è compensato da momenti di una comicità travolgente (le discussioni sulla bellezza di Messeri). Bene in chiave comica l'apporto di Angelo Orlando, mentre la Neri funziona unicamente quando entra in paranoia. Di pregio la scelta delle location.
MEMORABILE: Troisi che riprende Orlando perché ricorda passaggi della propria infanzia e non rammenta informazioni sulla Neri della sera prima; Messeri giudice.
Buon film caratterizzato dalle ottime prove di tutti gli interpreti. La regia è abile nel mettere in mostra il tema dell'amore di coppia, con i suoi pro e contro, senza cadere mai nel drammatico o nel melenso ma mantenendo un giusto equilibrio che accresce l'onestà intellettuale della pellicola. Forse eccessivamente monotematico ed efficace solo a intermittenza.
Ultimo film diretto da Troisi, è stato letto come un ritorno alla sicurezza delle situazioni dei suoi primi lungometraggi dopo il più avventuroso film precedente. Però qui non funziona quasi niente: il cast è mal diretto, i personaggi secondari (vale a dire tutti tranne Troisi) sono poco più che macchiette, la storia è meno significativa del solito. Si salvano il protagonista e i suoi dialoghi, eccezionali come sempre, e la giovane Salustri, dolce, inquieta e probabilmente aiutata dalla spontaneità dei suoi verdi anni. Un film troppo poco pensato.
Un film che sintetizza il cinema di Troisi autore perlomeno nella trattazione del tema portante: il lato divertente dell'amarezza. Ancora una volta la trama è semplice (la moglie lo lascia prima del matrimonio) e come al solito ciò che conta sono i dialoghi e le interpretazioni, tanto genuine quanto autentiche. Magari si ride un po' meno del solito, ma nemmeno mai si ha una ricaduta nel patetico o nel sentimentale fine a se stesso. Il cast è di alto livello, la Neri è coinvicente, Orlando è un'ottima spalla comica, Messeri è perfettamente grottesco. Azzeccata la colonna sonora.
Commedia troisiana che fatica a prendere quota a causa di una sceneggiatura poco convincente che regala pochissimi di quei guizzi che una volta erano consoni a Troisi. La Neri convince poco, forse un po' meglio va con Orlando e Messeri, ma la sostanza cambia poco. Sporadiche risate e noia che si affaccia spesso. Belle invece le musiche di Pino Daniele che fanno da sfondo.
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DiscussioneNeapolis • 29/10/14 19:48 Call center Davinotti - 3176 interventi
Per pubblicizzare il film Massimo Troisi girò uno spot indossando una parrucca bionda e parlando con accento milanese.
Fonte: L'eredità RAIUNO puntata del 29 ottobre 2014
DiscussioneZender • 30/10/14 09:08 Capo scrivano - 48292 interventi
Ma era di questo film che c'era il trailer con Troisi che aveva in mano un pendolino davanti a un tavolo? Lo ricordo bellissimo, ma nei dvd non trovi mai veramente i trailer "giusti", quasi sempre quelli meno interessanti.