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Discussioni su Nosferatu - Film (2024)

DISCUSSIONE GENERALE

5 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Il ferrini • 5/01/25 03:32
    Formatore stagisti - 115 interventi
    Dopo giorni porto ancora addosso la valanga di stimoli che mi ha regalato questo capolavoro. Tra le numerose citazioni presenti ci potrebbero essere anche due richiami a "Las meninas" di Velasquez. Verso l'inizio, quando si intravede la famiglia di Harding sullo sfondo e nel finale, mentre il Professore parla allo specchio, con una cicatrice a forma di croce che ricorda la croce di Santiago, disegnata sulla veste dello stesso pittore. Forse la loro ragione è nello specchio, che è al centro del quadro ma è anche oggetto emblematico in tema di vampiri oltre che portale verso altre dimensioni.

    Las Meninas di Velazquez

    Comunque straordinaria Wisborg, la città immaginaria di Eggers che richiama la Wismar del film di Murnau, città esistente,  dove si organizzano ancora oggi itinerari di visita sui luoghi di quel Nosferatu.
    Ultima modifica: 5/01/25 03:36 da Il ferrini
  • Dave hill • 26/01/25 09:17
    Custode notturno - 186 interventi
    Robert Eggers: 8 in storia, 5 in scienze motorie.
    Ama le dettagliate ricostruzioni storiche, al costante inseguimento del realismo, e gira film adulti, senza troppe concessioni all'effett(acci)o impattante sul pubblico. La narrazione del mito della strega (The VVitch) straniava e rapiva proprio per la quotidianità della vita dei coloni descritta con feroce realismo prima di essere traviata dall'imponderabile. Quella della leggenda lovecraftiana di Innsmouth (Lighthouse) era fin troppo intimista tanto da apparire reticente nel mostrare le metamorfosi ittiche, solo suggerite e pure in forma onirica. Analogamente, questa rivisitazione/ricostruzione del mito del vampiro, pur sorretta da budget lievitato e diretta al grande pubblico, vorrebbe e dovrebbe mostrare di più, tenere incollati allo schermo gigante gli spettatori, soprattutto distratti teenager avidi di popcorn e immagini forti, ed invece... Dopo un inizio catturattenzioni, il mood torna ad essere compassato, lento ma inesorabile e stordente (in ambito metal si direbbe doom, non thrash o death), con affastellamento di dettagli, situazioni, personaggi minori e minorenni che nulla aggiungono e troppo tolgono al ritmo. La durata ne è testimone. Ma le cose che andavano raccontate ci sono eccome: c'è il conte Orlok che, nel citato perseguimento di realismo storico, insieme verghiano e vichiano, assimila connotazioni fisiche e morali dell'austero ed invincibile principe Vlad Tepes più che del "fantastico" freak orecchiuto del monstrum cinematografico di Murnau ed Herzog. C'è il temutissimo e vetustissimo castello immerso nella nebbia e perso nel nulla della Transilvania e ci sono gli zingari ancorati a riti, dialetti, timori ancestrali ed autoctoni, esiliati(si) da un mondo sempre più civile e viziato. C'è soprattutto l'idea del vampirismo inteso come dilagante propagazione del male che si diffonde nella mente, ottenebrandola con l'ignoranza e la superstizione, e nelle membra, corrotte dalla peste e dalle malattie veneree. Un male che possiede, attanaglia e fa marcire membra e meningi, portando alla soluzione di affetti e relazioni sociali e, infine, all'autodistruzione.
  • Lupus73 • 26/01/25 16:08
    Capo call center Davinotti - 58 interventi
    Il film merita molto, ma non al massimo.
    Alcuni appunti, che sono dettagli, ma per questo tipo di rivisitazioni piuttosto ambiziose, sono proprio i dettagli che contano, soprattutto per uno come Eggers che nei dettagli cerca la perfezione; quindi:
    -La scelta del castello dei Corvino, come castello del vampiro, che si vede nell'ingresso della carrozza, risulta assai banale e dozzinale. Il castello, oltre a non essere quello di Dracula (vi fu imprigionato per del tempo), è davvero troppo sfruttato in numerose pellicole, anche di poco conto. Lo troviamo come abbazia in The nun, o come castello della vampira nel reboot di Fright night 2, ecc.
    Poteva essere riproposto il castello di Orava in Slovacchia, per coerenza filologica con Murnau, o il castello di Bran, o addirittura le rovine di Poenari, indicato come vero castello di Vlad Tepes, o altro ancora.
    -Le dinamiche della finale caccia al vampiro sono fin troppo hollywoodiane tanto da ricordare il Dracula di Coppola. Scelta sicuramente più fruibile per il pubblico contemporaneo, ma non al passo con le ambizioni artistiche di Eggers.
    -Il Personaggio di Ellen incarnato dalla Depp ricorda più Mercoledì Addams che le precedenti funeree interpretazioni, tanto che non si può fare a meno di ripensare all'indimenticabile personaggio della Adjani mentre si guarda il film.
    -Dafoe che interpreta l'equivalente murnauviano di Van Helsing. Sicuramente di livello, ma seguendo il film viene in mente l'indimenticabile (anche se a tratti caricata) interpretazione di Hopkins nel film di Coppola.
  • Von Leppe • 26/01/25 16:36
    Call center Davinotti - 1128 interventi
    Sì anche io ho pensato che il castello di Hunedoara è abbastanza banale e troppo sfruttato, seppur bello. Herzog ebbe un'idea veramente originale utilizzando delle rovine per gli esterni e un castello sano per gli interni, infatti gli zingari affermano nel film che forse quel castello neanche esiste, esiste solo nell'immaginazione degli uomini. Niente a che vedere con gli zingari di questo film di Eggers in cui più banalmente si esibisco in una scena di danza. Poi pure nella scena finale ci sarebbe da ridire sulla banalità di come si presenta Ellen al vampiro...
  • Lupus73 • 26/01/25 18:17
    Capo call center Davinotti - 58 interventi
    Von Leppe ebbe a dire:
    Sì anche io ho pensato che il castello di Hunedoara è abbastanza banale e troppo sfruttato, seppur bello. Herzog ebbe un'idea veramente originale utilizzando delle rovine per gli esterni e un castello sano per gli interni, infatti gli zingari affermano nel film che forse quel castello neanche esiste, esiste solo nell'immaginazione degli uomini. Niente a che vedere con gli zingari di questo film di Eggers in cui più banalmente si esibisco in una scena di danza. Poi pure nella scena finale ci sarebbe da ridire sulla banalità di come si presenta Ellen al vampiro...

    Si esatto anche la scena finale ha qualcosa che non convince; da aggiungere anche l'uso della CGI per mostrare cosa succede al vampiro con la luce: discutibile e meno d'effetto della memorabile scena di Murnau, ma anche di quella di Herzog.