Interessante apologia di una guerra senza vincitori né vinti e della successiva ricerca della giustizia attraverso il duro carcere e la pena di morte. Il capolavoro mostra la cruda realtà carceraria francese, le difficoltà di ricostruire tutta l'esistenza e lo sfascio umano proponendo un pensiero illuminista, di inutilità della pena di morte quale reale efficacia come deterrente per scongiurare il perpetrarsi dei reati. Incisivo e di grande impatto psicologico il rapporto tra carcerati e la loro preparazione alla morte!
L'analfabeta René, già sicario per conto della Resistenza, al termine della guerra si dà al crimine per necessità. Dopo l'arresto e la condanna a morte, il suo avvocato cercherà di ottenere la grazia invocando le responsabilità della società... Cayatte continua il discorso sulla relatività del concetto di giustizia, con il consueto schematismo non esente da superficialità ma anche un notevole vigore, che emerge soprattutto nelle sequenze carcerarie, toccanti nella loro asciuttezza. Film non perfetto ma convincente come atto di accusa contro la pena capitale, inumana oltre che inutile.
MEMORABILE: I condannati a morte con l'orecchio alla parete, dopo che un compagno di cella è stato portato via per l'esecuzione
Inizia come un dramma bellico/resistenziale, prosegue come un dramma carcerario, ma è a tutti gli effetti un vibrante e vigoroso apologo contro la pena di morte, di cui denuncia sia la crudeltà che l'inutilità come strumento per prevenire il crimine. Magari un po' retorico nello scaricare le colpe sulla società nel suo complesso, ma diretto da Cayatte con la consueta passione civile che lo animava quando in ballo c'erano i temi che riguardavano la giustizia. Manca un vero protagonista con cui identificarsi, ma il cast corale è ben diretto e il finale aperto lascia veramente il segno.
"Assassini!", rimbomba più volte nella prigione senza scampo dove si dividono pochi metri di cella alcuni condannati alla pena capitale. Il film è un'attenta, drammatica riflessione sulle miserie di chi non ce la fa ad arrivare a fine giornata, tra fame, prostituzione e sporcizia, in Francia, sul finire dell'occupazione nazista. In pIù un j'accuse sull'assurdità della ghigliottina che sembra nient'altro che una legge del taglione "civilizzato". Amedeo Nazzari spicca nella sua arringa contro le mostruosità di un sistema giuridico ipocrita e privo di umanità.
André Cayatte HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàGuru • 14/02/11 18:19 Servizio caffè - 460 interventi
DiscussioneDaniela • 13/12/13 13:11 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Il film è una coproduzione franco/italiana e ci sono differenze nel cast nelle versioni per i due paesi, sicuramente legate ad esigenze di commercializzazione.
In quella per il mercato italiano sono presenti in ruoli di fianco Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson, rimpiazzati in quella francese da Jean-Pierre Grenier e Jacqueline Pierreux.
(fonte: IMDB)