Troppo macchinoso. Il cinepanettone "doc", quello targato De Laurentiis, involve in un appesantito ibrido di generi che annacqua le già non molte potenzialità comiche in una complicata storia di sosia, infiltrati e chirurghi estetici in fuga. E dire che la prima scena di Lillo e Greg - alle prese con una loro paziente (Andreozzi) paralizzata dalle mille plastiche facciali - era un bell'esempio delle capacità di un duo indubbiamente affiatato... Peccato che altrettanto non si possa dire dei giovani Ruffini e Mandelli, ancora alla ricerca di personaggi che possano in qualche modo adattarsi alla loro non eccelsa arte interpretativa (soprattutto nel caso di Ruffini, visto che Mandelli coi suoi SOLITI IDIOTI...Leggi tutto una sua dimensione l'ha trovata): le parti in cui compaiono - salvo qualche rara eccezione - sono quelle in cui si fa più evidente la scarsa qualità della sceneggiatura, costretta a più riprese a ricorrere a gag vetuste per recuperare un po' della spiritosaggine necessaria a sostenere film che prima di tutto puntano a soddisfare un certo tipo di pubblico. L'idea dell'errata operazione chirurgica che dona al feroce boss mafioso i connotati di Peppino Di Capri invece di quelli da lui richiesti di Leonardo DiCaprio lasciava presagire qualcosa di più curioso e immediato, con una ripresa del classico di John Ford filtrato dal Fracchia della Belva umana al quale si aggiungeva la sincera simpatia del cantante lasciatosi coinvolgere nel film (ed effettivamente molto presente in scena, anche nel doppio ruolo); ma tutto viene invece presto macinato in un frullato di scarsa presa, in cui s'inseriscono pure una bellona provocante (Bevilacqua) come moglie di Mandelli, un commissario che fa il doppio gioco (Guerneri), gli immancabili tirapiedi del boss, detenuti minacciosi e chi più ne ha più ne metta. Gestire in chiave di commedia un simile minestrone non era facile e infatti il buon De Biasi tende a soccombere, più attento alla messa in scena e alla ricercatezza formale che all'efficacia delle gag. Il risultato è un film faticoso da seguire, rallentato dalla debolezza delle fasi col duo Ruffini/Mandelli e poco capace di sfruttare l'estrosità di Lillo e Greg, condannati ancora una volta ad esser ricordati al cinema per l'unico vero exploit di COLPI DI FULMINE. Il volersi far belli dimostrando di conoscere i diversi generi e le loro dinamiche, la solita messe di citazioni sono specchi per le allodole, utili solo a mascherare l'inconsistenza di fondo di una sceneggiatura troppo avara di battute “vere” e di situazioni divertenti. Da salvare la lodevole intenzione di elaborare un soggetto più ricercato e articolato rispetto ai cinepanettoni classici, ma la realizzazione e il prodotto finale - che in un film comico dovrebbero essere ciò che più conta - lasciano a desiderare.
Ancora una volta il Natale tanto sbandierato nel titolo non c'entra nulla. E ancora una volta De Biasi dimostra di essere regista senza idee e personalità. Se sulla carta il film aveva un buon potenziale, nella realtà si ripete il fiasco del trio De Biasi/Lillo/Greg già assaporato col precedente film "natalizio". Mandelli-Ruffini letteralmente inguardabili e irritanti, mentre il resto del cast risulta non pervenuto. Unica nota positiva Peppino Di Capri, l'unico che vale la visione del film e che, versione boss, strappa la risata meritatamente.
Per l'ennesima volta ci troviamo di fronte al cattivo impiego degli ottimi Lillo e Greg, comici di razza capaci come pochi oggi di essere divertenti senza volgarità insistita e senza attaccarsi troppo ai dialetti. Si ride ogni tanto, ma la vicenda dopo uno spunto iniziale intrigante s‘incartoccia eccessivamente e il resto del cast, a partire dagli scarsi Ruffini e Mandelli, non ingrana quasi mai. Godibile lo scambio d'identità con Peppino Di Capri e il suo clone, ma la regia fatica a sfruttare al meglio il soggetto.
Sin dalle prime inquadrature si rimane colpiti da una professionalità insperata per un film del genere, con fotografia e messinscena anni luce sopra il generale squallore italico, ma sfortunatamente la comicità di gag e situazioni è soffocata da un intreccio noir da una parte troppo ingombrante e dall'altra poco credibile a causa di un cast forse adatto a prodotti più leggeri. Il doppio Di Capri e le gag indubbiamente divertono, così come la Napoli da girone infernale ha il suo notevole fascino pulp, ma i due fattori si amalgamano a fatica.
Niente da fare. Il cinepanettone annuale Filmauro è un'occasione mancata, come tante altre. Lillo e Greg sono una gran coppia comica e i loro duetti funzionano, ma la regia è lenta e la trama allunga alcune gag a dismisura, creando intoppi nel ritmo e momenti noiosi. Ruffini peggiora sempre di più e andrebbe evitato, Mandelli se la cava, Di Capri è una sorpresa, divertente e divertito come mai avrei pensato. Nel complesso però il film non funziona: poche vere risate, troppi sketch già visti e ripetitivi.
L'invasione dei film che nascono come corollario al filmone natalizio non conosce tregua. Guardando la lista degli interpreti speravo di riuscire a concedermi qualche risata, tra gli sbadigli. Se all'inizio qualcosa di simpatico si intravede, andando avanti le cose prendono una bruttissima piega perché si comincia ad allungare il brodino a più non posso replicando le situazioni e lasciando i personaggi con sempre meno cose da dire. Alla fine il migliore è Peppino di Capri (e ho detto tutto).
La Napoli "gomorroide" è ormai l'ultimo stereotipo della città in ambito cinematografico, ereditando l'oleografia dei musicarelli anni 50/60 e quella post-terremoto dell saga Merola e soci. In quest'ambito il film dalle pretese di cinepanettone natalizio si muove in un guazzabuglio insipido tra poliziotti imbranati (ricordate Antonio Allocca e Lucio Montanaro nei film di Merola?), nuova comicità biodegradabile, orrori e avvenenze buttati senza nessun senso. La presenza, a questo punto inspiegabile, di Peppino di Capri attore ne costituisce l'unica cosa salvabile.
L'occasione era buona, con quattro interpreti (almeno Lillo e Greg) da sicura risata... invece il plot è stantio (scambio di persona) e si ride veramente a fatica. Un'occasione sprecata, specie per i due personaggi sopra citati. Per il resto Ruffini fatica e Mandelli invece migliora. Vera sorpresa Peppino Di Capri. Merita una visione, ma giusto per staccare il cervello.
Inizio folgorante con studiate inquadrature alla Sergio Leone e un’operazione di polizia a metà tra un film di 007 e una sua rilettura beffarda. Continua in un modo altalenante, unendo il filone della comicità surreale al genere “Gomorra” sorretto da personaggi e scenari da neoverismo criminale. C’è qualcosa che stride nell'accostamento, il ritmo è sostenuto ma le gag sono ripetitive, Lillo e Greg a volte girano a vuoto, Mandelli non fa ridere ma la trovata dello scambio boss-Peppino di Capri è ingegnosa e, alla fine, il film risulta divertente.
Una spanna al di sopra dei classici cinepanettoni, decisamente scarsino anche rapportato alla media delle commedie italiche recenti. Funzionano Lillo e Greg, a compensare la mediocrità di Mandelli e Ruffini (poliziotti la cui incompetenza risulta più irritante che comica), ma non bastano a colmare le lacune di una trama vincente sulla carta e mal sfruttata nella pratica. Ha comunque il pregio di far ridere, quando ci riesce, senza scadere nella volgarità becera di tante produzioni analoghe, neanche quando gioca con situazioni a sfondo sessuale.
MEMORABILE: Dino (Lillo) nella cella di Tappabuco.
Un inizio piuttosto piacevole che lascia presagire un buon film; poi purtroppo la regia di De Biasi annaspa e ci si accontenta di qualche gag scoppiettante e poco più. Lillo e Greg sono sfruttati maluccio e la coppia Mandelli-Ruffini non funziona granché. La vera sorpresa è invece Peppino Di Capri, che diverte nel suo doppio ruolo.
L'ideuzza ci sarebbe, un boss che deve cambiare identità e assume altre sembianze con un intervento plastico. Lo svolgimento però è pedestre, inutilmente lungo, zeppo di citazioni malfatte da film famosi, fa ridere raramente e quando succede c'è quasi sempre in scena Peppino di Capri, vera sorpresa del film in un doppio ruolo. Quando ho iniziato il film non avevo aspettative, ma è riuscito a deludermi lo stesso.
Un boss camorristico è costretto a cambiarsi i connotati e si affida a due maldestri chirurghi plastici. Assomiglierà a Di Capri invece che a DiCaprio... Nonostante la comicità infantile e l'abbondanza di stereotipi sulla malavita partenopea, il film non è malaccio. Intanto Lillo e Greg sono sempre una garanzia, Ruffini e Mandelli se la cavano benino e qualche risata qua e e là ci scappa pure, ma la vera rivelazione è il grande Peppino Di Capri nel doppio ruolo di boss e di se stesso. La Bevilacqua, poi, è uno schianto per le coronarie.
Leggero passo indietro della coppia Lillo e Greg, qui quasi in concorrenza con Ruffini/Mandelli, in questo film natalizio dove tutto è un po' tirato per i capelli. Qualche trovata interessante ma anche qualche lungaggine inutile (la scena col mammasantissima). Si ride un po' a denti stretti e il doppio Di Capri regge a stento.
Film di una pochezza disarmante, con Ruffini e Mandelli che sembrano comici da avanspettacolo di quart'ordine. Tutto appare riciclato oppure pronto per qualche facile risata cinematografica. Dispiace vedere Petrolo e Gregori partecipare a un film di tale livello. Peppino era meglio non partecipasse (si è reso totalmente ridicolo), la Bevilacqua spreca il suo fisico.
Sinceramente pensavo peggio. De Biasi dirige nuovamente un flm di Natale con un risultato quantomeno accettabile, merito sopratutto della simpatia di Lillo e Greg e dell'intesa tra Ruffini e Mandelli (due poliziotti un poco imbranati). Non male la prova di Peppino Di Capri, qui nella doppia veste di un boss e di se stesso, che porta spesso a scene divertenti. Inutile la presenza della Bevilacqua. Mandelli imita a spada tratta il Nico Giraldi di Tomas Milian, ma forse è solo una mia impressione.
MEMORABILE: Ruffini e Mandelli a colloquio con un informatore non vedente: "Ma è cieco?", "No, è Slovacco".
Il panettone a dire il vero c'entra poco. A parte il titolo, infatti, l'ambientazione natalizia è appena percettibile e per nulla coinvolta nella vicenda. Per il resto si tratta di una commedia degli equivoci abbastanza riuscita, spensierata e discretamente divertente, con riferimenti espliciti al successo di Gomorra. Dignitoso esordio di Peppino Di Capri.
Seppur ammirevole, il tentativo di De Biasi di deviare il classico cinepanettone su altri lidi, mischiando sketch comici a una trama più complessa del normale, delude le aspettative vuoi per personaggi cartavelinici (nonostante il lodevole impegno di Mandelli e Ruffini), vuoi per una regia non sempre brillante. Qualche trovata funziona, ma stufa subito (Peppino di Capri e tutta la parte della moglie). Lillo e Greg in questo film proprio non funzionano. Un filmaccio che è piaciuto alla critica e meno agli spettatori (visto il clamoroso flop al botteghino).
MEMORABILE: clamoroso flop al botteghino); La sfida fra i Peppino; La stupidotà del personaggio di Mandelli.
Più riuscito del successivo Natale a Londra e anche girato decisamente meglio, questo cinepanettone 2015 (che di natalizio non ha praticamene nulla). De Biasi riesce ad amalagamare discretamente le varie vicende anche se sicuramente si poteva fare di più, visto che la parentesi con il tradimento della moglie e qualcosa d'altro hanno il fiato corto. Molto divertenti Lillo e Greg (specialmente la scena in stile Il padrino).
Scadente commedia natalizia che sa di occasione sprecata. La trama poco originale (l'eterna riproposizione dello scambio di persona) poteva reggere, se non che il film è realizzato in modo davvero pedestre, con sceneggiatura basica è messa in scena miserevole. Molte scene sono puramente riempitive e gli attori nonostante l'impegno (specie Lillo e Greg, talenti mal sfruttati dal cinema) girano a vuoto. Regia non pervenuta. Pessimo.
Un film molto forzato in alcune scene, specialmente in quelle con Giulia Bevilacqua (che comunque dà una nota di colore e di bellezza alla pellicola). Ruffini e Mandelli ci provano, ma i loro poliziotti riusultano piuttosto deboli. Molto bene Peppino Di Capri invece, sorprendente e capace in entrambe le vesti. Amato sempre perfetto nel ruolo del boss, timido il commissario doppiogiochista.
MEMORABILE: La scena iniziale di Lillo e Greg con Michela Andreozzi.
Il cinepattone 2015 sceglie una strada in Italia poco battuta: quella della commedia d'azione con venature pulp e noir. Il film è piuttosto spassoso, soprattutto per merito di Lillo e Greg, che con i loro tempi comici riescono a divertire nonostante le gag non siano sempre di prima mano e di un Di Capri dalla sorprendente verve brillante; ma la storia si perde tra troppe sottotrame (quella con Bevilacqua) e la regia di De Biasi è priva di quella sana follia che sarebbe stata necessaria per rendere scoppiettante un siffatto soggetto. Gustose le citazioni disseminate qua e là.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneDusso • 11/01/17 17:41 Archivista in seconda - 1892 interventi
Mauro ebbe a dire: La villa napoletana di Peppino di Capri (quello vero) è in realtà Villa Quintili, situata in Via Appia Antica 290 a Roma e della quale viene mostrato uno scorcio cinematograficamente inedito. Grazie a Dusso per fotogramma e descrizione.
E' la villa del vero Peppino. Quando il Peppino finto (cioè il boss dopo l'operazione) incontra quello vero gli intima di farsi condurre a casa sua e poi lo rinchiude nello sgabuzzino.