Prolisso e tautologico in tutto il primo tempo, il film alza la testa nella seconda parte, che ha precisi rimandi a I diabolici e soprattutto a Lo strano vizio, da cui si recupera pari pari la sequenza dei cubetti di ghiaccio per abbassare il catenaccio della porta. Sensuale e impaurita la Gravina, statico Flaherty, tagliente la Russinova; Calissano, per non smentirsi, sniffa (off-screen) coca. Luciano Martino firma il soggetto; il fratello Sergio è produttore.
Mara (Vanessa Gravina) è terrorizzata dall'atteggiamento del coniuge, sempre più aggressivo e violento. Per sfuggire dalla vita di coppia si finge morta simulando un apposito incidente. Ma quando il passato è ormai un lontano ricordo, nella sua nuova vita riappare il marito. Pressoché un remake misto de Il cadavere dagli artigli d'acciaio e A letto con il nemico, con qualche vago accenno ad altri gialli italiani, già menzionati da Homesick. La prima parte del film è piuttosto lenta e noiosa, ma gli interpreti sono bravi. Soprattutto a coinvolgere è la Gravina, calata ottimamente nel ruolo.
Prodotto onesto proveniente dalla "Martino-Factory". Citazionismo dai film USA dei primissimi anni '90, ma anche da Lamberto Bava (Per sempre). Il cast è abbastanza traballante (soprattutto Calissano e il marito della Gravina), ma la storiella è apprezzabile per la sua onestà e forse anche perché è l'ultimo fuoco del thriller all'italiana.
A volte basta l'elastico dei calzini allentato e uno si dispone male. Il film è bruttissimo, non mi ispira nulla, è girato male, recitato peggio; Gravina, Flaherty, Calissano sono un trio da orrore, ma purtroppo non nel senso giusto, appena accettabili due o tre sequenze. Per nostra fortuna il regista Vanni, alla sua prima opera non ha bissato, per fortuna! (di tutti, intendo).
Thriller giallo con sfumature rosa sexy. Già questa avventurosa definizione fa capire quanto questo film sia sconclusionato e senza senso. Una trama modesta resa con una sceneggiatura ancora più modesta. Attori al di sotto del minimo sindacale (andavano doppiati): si salva appena la Gravina in alcuni frangenti, anche se sviene troppo. Il regista Vanni, dopo questo film, si è ritirato dal mercato.
Bello da vedere, ma l'originalità latita. La prima parte è praticamente copiata da A letto con il nemico, l'altra ricorda un po' troppo Lo strano vizio della signora Wardh. È ben recitato e segue i canoni tipici del giallo thriller all'italiana anni '70 e '80; quindi, se paragonato alla media di quei film e non dei primi anni 90 diciamo che regge. Alla fine un'occhiata la merita.
Isabel Russinova HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneDusso • 14/04/10 12:38 Archivista in seconda - 1923 interventi
Direi 2 pallini e mezzo. Finale però prevedibile, quasi un remake dello Strano vizio (e infatti producono i Martino)...
E' scomparso il regista di questo film. Quello che utilizzò (Maurizio Vanni) era in realtà uno pseudonimo, dietro al quale si "nascondeva" Giancarlo Ferrando, principalmente conosciuto come direttore della fotografia
In realtà ( come affermava Mauro poco sopra) il regista Maurizio Vanni non esiste, essendo uno pseudonimo del direttore della fotografia, (di quasi tutte le regie martiniane ) Giancarlo Ferrando
Non solo lo testimonia lo stesso Sergio Martino nella sua autobiografia " Mille peccati...nessuna virtù?", ma è segnalato anche sulla scheda di IMDb