Il cadavere dagli artigli d'acciaio - Film (1970)

Il cadavere dagli artigli d'acciaio
Locandina Il cadavere dagli artigli d'acciaio - Film (1970)
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MMJ Davinotti jr

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La nostra recensione di Il cadavere dagli artigli d'acciaio

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Siamo una volta di più dalle parti dei sospetti e delle ombre del dubbio, che questa volta investiranno la bella Marina (Schneider): la donna si salva da un volo dalla scogliera in cui voleva coinvolgerla l'isterico Claude (Tinti), precipitato giù con la sua rossa spider dopo un violento litigio nell'abitacolo con lei. Le corse tra i precipizi sul mare nei titoli di testa aprono bene: è Claude a guidare sfidando la morte e lanciandosi d'improvviso nel vuoto. Ma Marina è evidentemente riuscita ad aprire la portiera e a gettarsi fuori un attimo prima, perché la polizia la trova in cima...Leggi tutto alla scogliera, traumatizzata. La consola Serge (Ronet), il fratello di Claude, nelle cui braccia lei cerca subito conforto. Ma siamo certi che le cose siano andate come sembra? E se invece la donna avesse sparato a Claude, prima di abbandonarlo al suo destino? E' questo che sospetta Serge, anche perché lei appena le chiedi dell'incidente glissa. Torneranno sul luogo del fattaccio e Serge indagherà a... fondo (con tanto di maschera e bombole nel tentativo di ritrovare il cadavere mai rinvenuto del fratello). Marina mente? In parte sicuramente sì, visto che il rapporto tra i due non era idilliaco, ma da qui a un'accusa di omicidio ce ne passa... L'uomo è tormentato, perdipiù attratto da una donna che lo seduce apertamente e gli si piazza in casa. Pochi altri personaggi intervengono nella storia; giusto la ex (Bach) di Serge, inserita col chiaro intento di dare qualche respiro in più a una storia altrimenti ridotta a un duetto protratto senza grosse variazioni. Ma anche così il regista ha saggiamente chiuso le danze prima dell'ora e venti, con un paio di colpi di scena un po' telefonati ma mantenendo comunque una dignità d'insieme apprezzabile. Grazie anche alla bravura del cast la tensione regge, a dimostrazione di una certa solidità trovata conservando una credibilità di fondo che permette di seguire la vicenda condividendo i sospetti che attanagliano Serge. Ben realizzate le ripetute corse in auto sulle falesie della Bretagna e di bell'effetto la ricerca subacquea nel relitto della spider (con sorpresa). La colonna sonora di Claude Bolling colpisce soprattutto nei trascinanti brani cantati (”Strange magic” è eccellente), pur non sempre inseriti al meglio, fuori luogo il prolisso titolo italiano che traduce le sole tre lettere di quello originale.

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Tutti i commenti e le recensioni di Il cadavere dagli artigli d'acciaio

TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/01/09 DAL BENEMERITO UNDYING POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/07/17
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Undying 12/01/09 03:40 - 3807 commenti

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Marina (Romy Schneider) è sopravvissuta ad un incidente d'auto avvenuto durante un litigio con il suo amante (Gabriele Tinti) che invece pare essere deceduto in mare. La donna torna in Francia, dove si accompagna con Serge (Maurice Ronet), fratello del defunto (o presunto tale). Quest'ultimo inizia a tormentare la donna, ritenendola colpevole dell'omicidio. La sceneggiatura è ridicola nell'assunto: l'incidente su cui ruota la trama è poco plausibile, almeno quanto le psicologie dei protagonisti. Però musica (orecchiabile il brano Who are you?) e scenografie non sono per nulla disprezzabili...

Ikke 13/01/09 01:39 - 19 commenti

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Giallo telecomandato, slavatissimo anche per una visione disimpegnata. Il cast sulla carta buono si risolve in un parata di de-personalizzazioni insopportabili e gesti da vetrina. Il finale, didascalico ma ben pensato e la bellezza della Schneider aggiungono un mezzo punto in più.

Homesick 16/01/09 17:24 - 5737 commenti

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Coproduzione franco-italiana che, dopo un incipit col botto, prosegue fiaccamente per poco più di settanta minuti, cercando di mettere insieme un thriller inesistente. Lo salvano dal disastro totale l'ambientazione sulla costa bretone e l'impiego di un buon cast, seppur sprecato: la Schneider, che con la sola sua bellezza potrebbe renderne consigliabile una visione, Ronet e il nostro Tinti.

Cotola 11/02/09 19:52 - 9423 commenti

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Thriller dai risultati più che fiacchi e modesti il cui punto debole principale è quello di una sceneggiatura prevedibilissima, compreso il presunto colpo di scena (che anche uno spettatore poco smaliziato può indovinare quasi subito). Finale beffardo (ma anche quello già visto). Le musiche e una certa professionalità della confezione salvano il tutto dal disastro. In ogni caso si lascia guardare e chi ama il genere può dargli un'occhiata.

Ronax 5/03/09 22:36 - 1356 commenti

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Abbastanza artificioso nella trama e piuttosto affrettato nello svolgimento, questo modesto thrilling transalpino (con una fugace partecipazione italiana) sembra giocare tutte le sue carte, più che sull’intrigo, sulla prorompente e sensuale bellezza di una smagliante Romy Schneider all’apice del suo splendore e sul fascino selvaggio delle coste bretoni ben fotografate da Jean Borgoin. Azzeccata la colonna sonora dell’esperto Claude Bolling, mentre appare del tutto fuorviante il titolo "argentiano" imposto dalla distribizione.

Daidae 28/03/09 20:06 - 3313 commenti

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Discreto giallo francese con ottimi attori; su tutti spicca la Schneider ma pure Ronet e Tinti fanno la loro figura. La trama può sembrare non troppo appetitosa ma alla fine ci si ricrede. Le ambientazioni sono stupende e la colonna sonora è azzecatissima.
MEMORABILE: La scena al grande magazzino.

Il Gobbo 28/04/09 22:54 - 3015 commenti

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Singolare thriller psicologico franzoso, condotto con discreta resa estetica sul filo esilissimo di una trama abbastanza pretestuosa. Ma chi se ne impipa, se è il prezzo per vedere una Schneider così bella? Perlomeno dura poco, e consente una rivalutazione parziale degli sceneggiatori dei gialli italiani: si confermano invece dei farabutti i titolisti... Notevole sequenza alle Galeries Lafayette.

Kekkomereq 6/02/12 21:17 - 358 commenti

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Giallo anni '70 che mescola una storia d'amore con tratti degni di un thriller psicologico. Il film è scritto in maniera decente, ma è recitato male dalla protagonista e in generale anche dagli altri attori. Il finale colpisce; peccato però che il primo colpo di scena arrivi proprio alla fine del film.

Enzus79 13/05/12 15:27 - 3132 commenti

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Un thriller di tutto rispetto, anche se la trama sa di già visto. Romy Schneider oltre ad essere bella è anche brava (altro che Sissi!). Gabriele Tinti perfetto per il suo ruolo. Apprezzabile la colonna sonora, così come ovviamente la regia di Leonard Keigel.

Herrkinski 12/07/12 22:58 - 8590 commenti

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Titolo argentiano ma truffaldino per questo giallo franco-italiano, che presenta un buon cast (oltre alla fascinosa e magnetica Schneider, anche il buon Tinti e un bravo Ronet) ma che si attesta su risultati solo discreti. La trama già di per sè non brilla per originalità e imprevedibilità; il ritmo abbastanza blando e una fotografia fin troppo retrò non aiutano. Belle in compenso le musiche, l'interpretazione del cast principale e non male l'ultimo quarto d'ora; nel complesso guardabile, ma di certo non imprescindibile.

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Buiomega71 6/08/12 00:03 - 3056 commenti

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Più che altro sembra un episodio di Alfred Hitchcock presenta: dura pochissimo (76 minuti scarsi) e prende strane pieghe da commedia sentimentale. Però dalla sua ha una certa cura registica, un commento musicale alla Micalizzi, il bel brano "Who are you?" a fare da tormentone e la bellezza mozzafiato della Schneider. Schegge baviane e pre argentiane, momenti di sottaciuto feticismo e un finale grottesco impreziosiscono questo thriller francofono che ha poco da spartire coi nostri gialli argentiani. Nulla di eccezionale, ma comunque godibile.
MEMORABILE: L'inseguimento di Tinti alla Schneider ai GM, sequenza baviana e pre-argentiana quasi surreale; La Schneider che seppelisce Tinti sotto la pioggia.

Lucius 17/08/12 13:08 - 3029 commenti

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Un incipit e un finale altamente suggestivi, uno strano, "spettacolare" incidente al quale qualcuno non sembra credere fino in fondo e lei, Romy Schneider, algida, ambigua e bella come sempre, nei panni della principale sospettata. La storia di per sè è buona e le location la rendono ancora più suggestiva, ma la regia soffre di qualche ripetizione che va a discapito della fluidità. Comunque godibile e con una colonna sonora apprezzabile.

Motorship 27/11/12 18:08 - 585 commenti

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Se si tenesse conto solo di finale ed incipit darei *****, ma dovendo considerare tutto il cucuzzaro, il mio voto scende. Fermo restando però che è un discreto thriller psicologico con un suo fascino, anche se ritmo e alcuni dialoghi sono piuttosto fiacchi. Questo a causa di una sceneggiatura piuttosto risaputa, il che danneggia un film altrimenti migliore. Ottimo e volonteroso il cast, a partire da una bellissima e molto affascinante Romy Schneider, passando per un superbo Gabriele Tinti e un convincente Ronet. Bella la OST di Franco Micalizzi.
MEMORABILE: La scena al grande magazzino.

Trivex 10/12/12 15:49 - 1802 commenti

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La buona atmosfera e molte suggestioni di genere non bastano per soddisfare completamente lo spettatore (qui scrivente), perchè il film è noioso. E allora occorre il caffè per mantenersi svegli e coerenti, seguendo l'evoluzione dall'inizio (anche discreto), proseguendo poi con l'estenuante parte centrale, ove accade pochissimo, per finire con un pezzetto ricostituente. Stereotipati i personaggi, con l'uomo pazzerello e quello ricco e razionale; la donna generalmente debole, ma anche risoluta quando è messa alle strette.

Fauno 20/08/14 00:29 - 2242 commenti

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Brividi non ce ne sono proprio; è ottima la scelta degli attori come pure l'ambientazione, per quanto l'immensità delle vallate e delle falaises bretoni mi diano anche un po' di tristezza. Certo che fra i tre attori guarda caso la differenza la fa Tinti, mio idolo di sempre, che nel ruolo di bello ma cattivo batterebbe pure Pani; qui è sadico e incassa bene gli insulti, finché non si mette in dubbio la qualità delle sue prestazioni sessuali. Con la Francia come bellezze complessive siamo più o meno alla pari, ma come imprevedibilità li sbricioliamo...
MEMORABILE: L'immersione di Serge; La sua ubriacatura coi vaneggiamenti e le risate del trio che seguono...

Ciavazzaro 8/02/15 23:05 - 4764 commenti

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Non è un capolavoro, va subito detto. Appartiene al genere complottistico lenziano tanto di moda all'epoca; allo spettatore appassionato del genere i vari colpi di scena potranno apparire assai scontati, ma la presenza di una stupenda Schneider veramente in stato di grazia, il buon Ronet e il mitico Tinti, le bellissime musiche e il finale cattivello lo rendono meritevole di visione. Per chi ama il genere sarà una visione più che positiva, pur senza essere uno dei migliori del genere.
MEMORABILE: Il finale sulle note della bellissima soundtrack; La corsa in macchina iniziale; Ronet che si immerge per trovare la carcassa dell'auto.

Myvincent 24/08/15 08:43 - 3927 commenti

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Una co-produzione italo francese che risente della duplice cultura, raccontando una storia pseudo-thriller in cui predomina l'affresco di una, più storie private a sfondo sentimentale. La risoluzione del "caso" è telefonatissima, mentre salvano la baracca il volto e il glamour della stupenda Romy Schneider. Nonostante il titolo, da non annoverare tra i gialli anni '70.

Faggi 5/09/16 18:32 - 1551 commenti

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Il titolo italiano (alla Argento o Lenzi) è uno specchietto per le allodole pensato per gli spettatori di allora. Se la sceneggiatura (né originale né intrigante e nemmeno solida) è stata pensata come puro pretesto per l'evocazione di atmosfere ambigue e complottiste da affidare a un cast ottimo che restituisce prove convincenti, il prodotto è accettabile. Resta qualche dubbio sull'insieme, ma la bella musica contribuisce a rendere piacevole la visione.

Rufus68 10/11/16 23:45 - 3932 commenti

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Ci sono le presenze di Ronet e della Schneider e poi? La trama gialla è pallidissima e le motivazioni del colpo di scena capitale (colpo di scena peraltro prevedibilissimo) appaiono assolutamente gratuite. Il regista e sceneggiatore, a corto di idee, stiracchia il tutto sino ad accettabili ottanta minuti riempiendo il corpaccione inanimato della sua creatura di abbondanti dosi di fuffa. L'inventiva dei traduttori italiani, invece, è a livelli stellari.

Schramm 19/03/18 18:15 - 3875 commenti

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Si scrive Keigel, ma forse andrebbe letto Polselli o Bergonzelli. Anche fuoriuscendo da un droga-party, arduo sintetizzare quel che pare un dormiveglia da piressia. Repulsione che visse due volte: scritto trascrivendo un sonniloquio o sovrappensiero durante una conversazione telefonica, montato facendo ambarabaccicicocò coi rulli, acting ciaone proprio, lo si conclude ripetendosi tra le risa “giuro che non ce la posso fare” e aspettando che qualcuno ci sveli che siamo su Candid Camera. Zona rossa del cinema. Più che un suo perché, ha il perché di tutti i deliri sommati da Adamo in poi.
MEMORABILE: L’incredibilissimo chasing nel grande magazzino montato a rampazzo; la continuity torturata da un’inquisitore.

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Deepred89 9/07/17 13:09 - 3840 commenti

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Gialletto alla Hitchcock molto esile ma discretamente girato e musicato. Il colpo di scena finale è quanto di meno appagante possa esserci (meglio la beffa successiva) e il ritmo, nonostante la durata, scorre lento, ma qua e là alcuni elementi si fanno ricordare, come quelle belle riprese sulle scogliere (involontariamente vicine a quelle del finale del successivo Quadrophenia) e la curiosa messinscena di un'amour (forse) fou quasi truffautiano, con lui che accetta di star accanto alla donna amata per quanto potenziale assassina.

Daniela 15/03/18 15:13 - 13129 commenti

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Co-produzione italo-francese alla quale va riconosciuta una notevole coerenza stilistica: riesce ad essere sciatto a partire dai titoli di testa fino alle inquadrature fisse nel finale. Regia approssimativa, trama insignificante, fotografia piatta, colonna sonora di rara insulsaggine, recitazione mediocre anche da parte di attori di vaglia come Schneider e Ronet: un loop di mediocrità neppure illuminato da quei lampi di umorismo involontario o da quegli eccessi trash che rendono talvolta gradevole la visione delle peggiori ciofeche cinematografiche. Titolo italiano strampalato come il film.
MEMORABILE: L'ex moglie in bagno con la settimana enigmistica

Bubobubo 17/10/18 15:09 - 1847 commenti

I gusti di Bubobubo

Non è brutto come lo si dipinge, ma per durata (striminzita) ed evoluzione narrativa (incolore) si pone sicuramente tra i gialli strutturalmente più deboli del periodo. Fiacco, prevedibile e facilmente dipanabile il mistero attorno al quale cresce e si sviluppa il rapporto fra Serge-Ronet e Marina-Schneider (nome di lusso, qui francamente sprecato). Se vi capita sottomano una visione forse la merita, ma andarlo a cercare di proposito è un po' troppo.

Pinhead80 18/06/19 20:44 - 5292 commenti

I gusti di Pinhead80

Thriller accattivante che parte con un folle incidente automobilistico da cui poi si snoda tutta la sceneggiatura. Questa di Keigel è un'opera straniante che cattura lo spettatore grazie a un ritmo serrato che non molla la presa sino alla fine. C'è un po' tutto quello che serve per far rimanere incollati al televisore, anche perché sino alla fine non si riesce a capire cosa sia realmente successo. Un gioiellino che gli amanti del genere non potranno che gustare.

Il Dandi 14/11/20 11:17 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Giallo minore di coproduzione italiana (quindi sulla falsariga dei complottismi lenziani) ma pur sempre francese (quindi senza intrighi altrettanto machiavellici): pur di durata brevissima riesce ugualmente a risultare diluito oltre misura a scopo puramente riempitivo, per cucire un'unica idea spezzata fra il concitato inizio e il telefonato colpo di scena finale. Il titolo italiano è incomprensibile ma in compenso sembra averne tratto ispirazione il Fiore di Piccioli, vista la presenza di scene simili (l'immersione subacquea e il finale) di parentela forse non casuale.
MEMORABILE: L'inseguimento all'interno dei grandi magazzini Lafayette.

Noodles 21/01/21 16:29 - 2578 commenti

I gusti di Noodles

Pellicola di produzione italo-francese che pur avendo alcuni tratti interessanti, come il rapido susseguirsi di inquadrature e una buona fotografia, è retta da una trama abbastanza risibile e scarsamente interessante, i cui colpi di scena sono assolutamente telefonati e con un finale che lascia francamente perplessi. Tutta la prima parte il film è permeato di continuo humor che inizialmente può essere sperimentazione ma che poi si capisce come possa essere forse involontario. La sceneggiatura ha più di un punto oscuro e non chiarisce nulla. La bella Romy Schneider non basta. Mediocre.

Metakosmos 12/03/22 23:32 - 303 commenti

I gusti di Metakosmos

Giallo italo-francese di buona fattura ma dalla struttura ortodossa e per certi versi prevedibile. Riesce a meritarsi una visione per la buona fattura della totalità delle sue componenti. A parte qualche scorcio delle ambientazioni bretoni rimane ben poco, ma il risultato complessivo e più che dignitoso e con una finale telefonato e adeguatamente cattivello. Per completisti del genere.
MEMORABILE: Il finale.

Cerveza 4/05/23 11:26 - 627 commenti

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Pronti, via! E subito si consumano i primi crimini: la Schneider schiaffeggiata da Tinti e un'Alfa 2000 spider lanciata senza rispetto da una scogliera bretone. Giallo sempliciotto con situazioni interpersonali (e dialoghi) sempre in bilico tra il frivolo, il demenziale, l'hippy, il fumettistico e l'adolescenziale fuori età. Il tutto preso a braccetto da una consona musica psychedelic-progressive che amplifica lo spirito giocoso. Al netto dei colpi di scena ultra prevedibili, l'unico aspetto davvero elettrizzante è il fascino della Schneider: a quello non ci si abitua.
MEMORABILE: Il bacio con la lingua tra la Schneider e Ronet; La fuga nelle Galeries Lafayette; La Polizia italiana con la Chevrolet Impala.
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  • Discussione Poppo • 20/03/18 00:14
    Galoppino - 466 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Alla fine Tinti lo spiega molto bene che aveva inscenato il suo suicidio per


    No. Ti sbagli, ammenoché la versione ita/doppiata travisi l'originale che non conosco.

    L'uomo conferma che si è trattato di un incidente, o, in altre parole, la situazione gli è sfuggita di mano, oppure voleva realmente suicidarsi portandosi appresso la donna che invece è saltata dall'auto.

    Ps
    ciò che conta è il conflitto insanabile di coppia, lui è psicopatico di brutto ma lei lo provoca sempre sul sesso; per questo dico che è un classico del conflitto M/F, un film per certi versi attualissimo.
    Ultima modifica: 20/03/18 00:23 da Poppo
  • Discussione Fauno • 20/03/18 01:12
    Formatore stagisti - 2754 interventi
    Sì, fa quasi capire che è una situazione che gli è sfuggita di mano, ma il fatto che subito dopo dica che se non avesse avuto quel tipo di macchina non si sarebbe salvato lascia ben presagire che l'abbia fatto più che apposta o che per lo meno sapesse bene come pararsi il posteriore in caso di incidente. In pratica è uno che va a tiramenti e trova sempre una motivazione o una via di fuga a tutto, e lo si può psichiatrizzare finché si vuole, ma alla fine è un gran fesso, e quindi è tutto tempo perso.


    Sull'ultimo punto rispetto la tua opinione, ma non la penso assolutamente così, e se dicessi i miei pensieri su quello che per me è veramente attuale andrei molto oltre e si finirebbe come ho detto.
    Sarebbe come dire che se in un film del '70 a una che è grassa dessero della cicciona obesa il film sarebbe di un'attualità sconcertante per via della clinica del Dottor Nowsaradan o delle attuali tecniche di liposuzione.
    E la cosa peggiore è che in tal modo si fan solo delle amare constatazioni, si tiran sassi nello stagno senza mai trovare un rimedio, anche perché il trovarlo, a qualcuno, non conviene economicamente. Questa è una delle cose dannatamente attuali, ed è fondamentale da afferrare. Almeno secondo me.

    Ripeto: se lanci un'allusione di una portata così vasta si sa a malapena come si comincia, e sicuramente non come si finisce.
  • Discussione Poppo • 21/03/18 10:19
    Galoppino - 466 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Sì, fa quasi capire che è una situazione che gli è sfuggita di mano, ma il fatto che subito dopo dica che se non avesse avuto quel tipo di macchina non si sarebbe salvato lascia ben presagire che l'abbia fatto più che apposta o che per lo meno sapesse bene come pararsi il posteriore in caso di incidente. In pratica è uno che va a tiramenti e trova sempre una motivazione o una via di fuga a tutto, e lo si può psichiatrizzare finché si vuole, ma alla fine è un gran fesso, e quindi è tutto tempo perso.



    Mi pare tu giunga a una conclusione che banalizza il tuo stesso ragionamento iniziale.

    ...ok SPOILER!!!

    Posto che abbiamo una lite tra un uomo e una donna, posto che l'uomo decide di terrorizzare la donna con una corsa folle in auto inscenando suicidi, posto che alla fine vediamo l'auto volare in mare con la portiera aperta dal lato passeggero e il conducente ancora alla guida, posto questo e altro che per brevità evito di trascrivere, ci troviamo a ipotizzare sul significato che quanto il regista ci mostra possa essere ricondotto a un evento reale e non a un atto di fantasia da interpretare metaforicamente:

    A) il tizio perde il controllo dell'auto e la tipa si getta dall'auto in corsa salvandosi
    B) il tizo vuole suicidarsi e portare con sé la compagna

    l'idea che in questo "incidente" ci sia della premeditazione non sta in piedi, in nessuna maniera tu possa rivoltare e analizzare la faccenda.

    se al contrario, lo pensiamo, rischiamo poi di interpretare arbitrariamente quanto il "risorto" dirà, per spiegare l'accaduto, nel salotto di casa del fratello...

    il cadavere, l'affogato, il morto-non-morto è sul piano del reale un uomo dalle chiare caretteristiche psicopatiche, che rischia la vita per sfogare la sua ira nei confronti della donna; sul piano filmico, il non-morto (quando diventa tale, ossia il sopravvissuto) diventa un elemento metaforico che veicola meglio i contenuti politico/sociologici del film.
    Ultima modifica: 21/03/18 10:35 da Poppo
  • Discussione Fauno • 21/03/18 17:06
    Formatore stagisti - 2754 interventi
    Se vuoi arrivare a dire che è un film attualissimo perché potrebbe richiamare tanti femminicidi attuali posso pure darti ragione, ma come ti ripeto, in discussione è meglio solo accennarle queste cose, non approfondirle.

    Se invece vuoi che restiamo sul film ti confermo che per me quello che lui fa è soltanto un gran "coup de theatre".

    Alla fin fine Claude, per quanto affascinante per le donne, era uno smidollato capriccioso e insicuro, e quando si è insicuri è ancora più facile dire le cose con l'opportunismo elementare adottato da lui nel tirar fuori il gruzzolo in Canada. L'insicurezza lo porta alla forza bruta contro la Schneider e a sparare una caterva di cavolate alla fine. Volta per volta dice quel che gli conviene...

    Quanto al protezionismo di Ronet della serie "Cosa vuoi che ti vada a denunciare visto che ti amo" faccio prima a risponderti, da uomo, "Vorrei vedere te con una creatura come la Schneider". Anche lì non ci sono strizzacervelli da tirar fuori. Fra l'altro il cadavere non era stato trovato e certe illazioni lo potevano cacciare in un mare di guai...Era solo invaghito all'inverosimile.
  • Discussione Poppo • 21/03/18 22:02
    Galoppino - 466 interventi
    Lungi da me l'idea di divagare, e francamente non capisco perché tu continui a temere che questo accada... (!?)

    Ho aperto questa altra fase della discussione per portare l'attenzione sugli aspetti di critica ideologica cui il film può essere sottoposto.

    In questa fase l'analisi dei personaggi e delle loro peculiari cartteristiche psicologiche è fondamentale.

    Questo tipo di analisi permette anche di guardare a certe incongruenze filmiche segnalate precedentemente, come a "trucchi registici" per ottenere un risutato (tensione, stupore, mistero, terrore, illusione, disagio, etc...).

    Film di ogni epoca usano stratagemmi del genere. Uno di questi è appunto l'apparire dell'uomo, presunto morto, in ascensore, una specie di spettro... e il suo riapparire da una stanza all'altra durante la discussione finale... cioè quando ormai è chiaro che pure lui si è salvato miracolosamente... ma ha giocato sporco facendo credere di essere morto...

    Lo spettro del terrore di lei che confligge con l'idea fastidio del fratello, ossia che sia stata la donna a eliminarlo, anche se ammette non sia una grande perdita...

    Persino la scena del riconoscimento del cadavere è a mio modo di vedere eccellente: lo sconforto del fratello che non può vedere il viso del cadavere, poiché sfigurato, lasciandolo quindi nel dubbio...

    Per capire/esporre meglio il discorso di critica ideologica occorre collocare questo film nell'epoca della sua realizzazione.

    Ad ogni modo negare che la regia abbia voluto mostrare una problematica di relazione M/F mi pare ingeneroso.

    In defintiva essendo questo il tema portante il film andrebbe giudicato in ogni sua parte tenendo conto di queste istanze critico-sociologiche.
    Ultima modifica: 21/03/18 22:09 da Poppo
  • Discussione Fauno • 22/03/18 00:35
    Formatore stagisti - 2754 interventi
    Il film può avere avuto tutti gli intenti che Dio comanda, e io non ne nego manco uno, ma il problema è che non è riuscito a essere un bel film, e soprattutto non è un thriller; al massimo un giallo che fa abbastanza acqua, proprio perché nonostante gli sforzi non ottiene i risultati sperati, ovvero quelli che tu hai elencato, molto argutamente, fra parentesi.

    Devi capire che partendo da questo concetto è difficile che uno spettatore possa cimentarsi a fare indagini socio-psicologiche e ancor più, nel mio caso, a considerare l'anno di edizione del film, in quanto penso tu mi conosca abbastanza da sapere di quale arco di tempo fan parte la stragrande maggioranza di film che vedo e commento, e il '70 c'è dentro in pieno. In ogni modo io non dico che sia un film toppato, solo che non può certamente ergersi fra quelli più interessanti di nessuno dei due generi. Di vederlo ne vale la pena eccome, ma non è certamente un film che faccia fare salti di qualità alle visioni dello spettatore, proprio perché è blando come stimoli.

    Se un film incide e non ha la certezza o la chiarezza assoluta dei suoi intenti allora lo spettatore è motivato a cercare spunti e a completarlo dando anche un'impronta e un'interpretazione personale, ma se manca di mordace a parte estetica e ambientazioni, ecco che la strada è tutta in salita...
  • Discussione Poppo • 22/03/18 00:59
    Galoppino - 466 interventi
    Oh, ma io credo di non avere espresso un giudizio complessivo, una valutazione; per farlo, in fede, dovrei esaminare meglio la mia tesi sulla critica ideologica (mia), al sessismo che questo film tenta di affrontare riuscendo a incasinarsi non poco, specie sul finale. E forse di questo avevo già accennato, o l'ho pensato ma poi non l'ho scritto...

    Repulsion è un film capolavoro assoluto, di quelli che reputo retoricamente e assolutsticamente indiscutibili.

    Qui? è qualcosa di tentato, con ottime istanze e idee, ma certo sento che non è un capolavoro assoluto. Se ha una pecca, per me questa sta nel modo in cui affronta appunto le dinamiche relazionali, ossia tentando di mostrare una donna che si ribella ma che poi finisce inguaiata... Ma non si può spiegare al volo, è un discorso complesso...
    Ultima modifica: 22/03/18 12:47 da Poppo
  • Discussione Fauno • 22/03/18 10:26
    Formatore stagisti - 2754 interventi
    Infatti, è un discorso complesso che nasce da un utente che il film l'ha apprezzato più di me. Io lo reputo guardabile e sotto certi aspetti pure valido, ma per me son più aspetti esteriori che altro.;-)

    A una prossima discussione. Grazie Poppo.
  • Discussione Poppo • 22/03/18 12:41
    Galoppino - 466 interventi
    Quello che ho abbozzato sopra come critica ideologica, in sostanza una premessa ad una vera e propria critica ideologica al film e alle sue istanze "femministe" (in quegli anni appunto molto sentite), questo è un "discorso complesso", per lo meno quello che interessa a me e che ritengo tale, ma che appunto non può essere fatto postando "al volo" una risposta.

    Il discorso altrettanto complesso del giudizio a 5 palline di Schramm che motiva come motiva (il suo scrivere è peraltro abbastanza esoterico), sta proprio su un altro piano di analisi critica; sono due maniere completamente differenti di guardare allo stesso film.

    Il che a mio modo di vedere ci dice che questo film non è da sottovalutare. E non sottintendo tu lo stia facendo... Diciamo che tu lo guardi con un medio approccio critico, come a me capita quando guardo un film discreto ma mi chiedo se valga la pena poi di ragionarci sopra più di tanto... (ad es Passengers).
    Ultima modifica: 22/03/18 12:51 da Poppo
  • Homevideo Schramm • 25/08/18 18:13
    Scrivano - 7782 interventi
    trovato a un niente in fiera. ovviamente preso senza indugi e con sommo gaudio. peccato non abbia (o almeno così a memoria non sembra avere) doppia traccia audio con sottotitoli, sarebbe stato interessante controverificare le libertà d'adattamento tricolore...