Heart eyes - Appuntamento con la morte - Film (2025)

Dirige Ruben ma è praticamente un film dello sceneggiatore Landon, questo slasher con un serial-killer di San Valentino; uno spunto che dà vita a una serie di omicidi e alla fuga della coppia protagonista dal killer. Gli elementi del filone inaugurato da Scream (più che da Mihalka) ci sono tutti, dal whodunit fino al twist finale, dalle telefonate del maniaco fino alla maschera iconica (con gli occhi a cuore), senza scordare lo humour nero (qui particolarmente presente). Non manca lo splatter, la confezione è di serie A e il cast convince; il déjà vu è inevitabile, ma diverte.

Un killer mascherato prende di mira le coppie per San Valentino. Sorta di slasher, anche se incentrato più su una ben amalgamata coppia di protagonisti. Girato da Josh Ruben ma risente tantissimo del tocco di Landon alla sceneggiatura, tanto che lo si può quasi comparare a diversi dei suoi film. C'è dentro un po' di tutto, nel calderone degli eventi... A suo modo divertente!

Heart in assonanza con hurt, perché ci si ama letteralmente da morire, perché l’amore uccide e lo slasher lo prende in parola vestendosi da San Violentino, a mo’ di Cupido in senso inverso e perverso che se la spassa a separare ciò che la chimica ha unito, invasato da Caino. Iconograficamente rivolto alla rom-com e allo splatter 80’s, Ruben ubriaca la platea bersagliandola con una fionda di Mon Cherì ripieni di emoglobina. Non sarà la reinvenzione della ruota jasoniana né la rivoluzione copernicana di un filone, ma una spassosa ricombinazione meta-esente della saga craveniana sì.

Slasher in salsa rom-com per avvicinare pubblico giovine - possibilmente innamorato - e gli amanti dell'horror. Il risultato è un ibrido con qualche freccia di Cupido al suo arco: maschera del killer riuscita; ritmo indiavolato; autoironia salvifica (nonché obbligata). Non sempre l'anima duale risulta bilanciata, con un fisiologico squilibrio sullo spirito romantico che disintegra qualunque velleità di tensione. Il modello di riferimento craveniano non lascia spazio a sorprese né si può dire che la sostanza del film sia proprio soverchiante. Gustosa qualche graffiata splatter.

Attinge dall'avantpop cartoonesco craveriano e dagli umori dei Valentini post-teen dei primi anni 0 ibridandoli all'estrosità di Mimi Cave/Bridget Jones/Il Diavolo veste Prada (quando gli americani parlano d'amore tortuoso...), questo slasher/rom-com sui generis, per renderlo ancora più ludico, citazionista e sparigliante le carte sulla tavola del codice dei generi. Contiene anche un bel po' di efferatezze per essere un prodotto sostanzialmente animato dalla ruffianeria. La maschera dagli occhi a cuoricino, dopo Chromeskull, si promette come next big fetish degli horror lovers.