Raffazzonato e monotono noir genovese su sceneggiatura di Regnoli, peraltro appesantito da un lungo flashback illustrante la storia dei personaggi più importanti, tra cui Citti, meridionale emigrato al Nord in cerca di fortuna ed entrato in contatto con la malavita. Da segnalare, a parte la presenza di un canagliesco Kinski, di Delys (qualche anno più tardi in Liberi armati e pericolosi) e le musiche di Umiliani, le interessanti incursioni beat.
Genova è sempre una location strana, difficile da riportare in cellulloide; se poi si sggiungono altri fattori (prendi un regista non brillante, attori non ispirati, una storia vecchia come il caciucco), il risultato è implosivo. Non si può guardare e mi dispiace, perché non sembrava banale. Kinski svogliato senza grinta, Citti di napoletano non ha proprio nulla.
Pre-Le iene minore all'italiana del regista di Lola colt, un po' raPpattumato specie nel cast, e noiosetto per due terzi, prende ritmo nella parte conclusiva, con un paio di sequenze divertenti (specie quella con Pazzafini al luna-park). Reiterate scene danzerecce consentono a Umiliani di scatenarsi con lo shake d'ordinanza, Citti fa il salernitano doppiato da Amendola (!). Così così.
Marcellini si cimenta col polar; il risultato è un discreto film con echi palesi verso il clima narrativo di Scerbanenco, anche se la sceneggiatura barcolla enormemente. I personaggi sono costruiti su canoni triti e ritriti ma su tutti brilla la prova di Franco Citti, utile anche a rischiare la modestia della pellicola con un po' di sociologia meridionalista.
Simpatica l'idea di iniziare la pellicola dal momento topico del colpo per poi, a ritroso, mostrare la preparazione e approfondire le varie personalità degli interpreti. Mi sono piaciuti Sandro Citti nella parte dell'immigrato meridionale, Maurice Poli il capo banda e il perfido Klaus Kinski. Fondamentali le musiche di Umiliani. Tra le donne del cast molto graziosa Donatella Turri.
Noir ancora lontano dagli elementi del filone poliziesco di alcuni anni dopo ma con un discreto ritmo nella parte iniziale e immancabili scene con hippies e droga tipiche dell'epoca (bella la sequenza con Helene Chanel, a questo proposito). Oggi comunque un po' datato e con due scene di incredibile verosimiglianza narrativa. Notevole il cast femminile.
Il film non riesce ad amalgamare le sue varie ispirazioni. C'è un po' di tutto: un colpo, flashback personali, droga party, regolamenti criminali (e Citti - doppiato in dialetto salernitano - aggiunge un pizzico di ressentiment proletario e sudista). Marcellini rimane indeciso fra i corni del dilemma e lascia che la pellicola si sfilacci progressivamente sino all'epilogo, fiacco e risaputo. Kinski fa la canaglia al minimo sindacale. Non malaccio la colonna sonora di Umiliani.
Siamo a Genova e ci sono le Giulia verdi della polizia, ma questo precursore dei poliziotteschi delude le aspettative. Il promettente incipit viene ben presto affossato da un ritmo blando e da una sceneggiatura che ha più buchi di uno scolapasta, anche se l'impennata action conclusiva limita parzialmente i danni. Il personaggio più interessante è quello di Citti, immigrato campano al Nord (ma allora perché farlo doppiare da Amendola?) con tutti i problemi annessi, mentre Kinski si limita al suo consueto ghigno. Discrete le musiche di Emiliani.
Gangster movie all'amatriciana di media fattura che vanta, però, un discreto cast. Il plot, specialmente nella prima parte in cui, parallelamente alla rapina ormai compiuta, vengono svelate le identità dei partecipanti, ricorda molto Le iene, ma d'altronde si sa che Tarantino è un fanatico dei polizieschi italiani. Parte finale tirata un po' per le lunghe. Scarsetto.
Noir lieve precursore dei polizieschi italici che arriveranno qualche anno dopo. Trama abbastanza telefonata, classica rapina e successivi disaccordi, con flashback che descrivono i personaggi e qualche ingerenza musicale di troppo. Nel complesso fiacco nonostante l'impegno di Poli e Kinski. Da sottolineare il buon cast femminile (anche se poco conosciuto).
Genova (ben sfruttata e fotografata) è crocevia di malavita organizzata e di strada, di importazione francese e di immigrazione meridionale. Discreto noir che si caratterizza per l'insistito sfondo sociale (che spazia dal sottoproletariato ai beatnick per moda) ed è soprattutto un film "di facce", che regala a Nello Pazzafini uno dei ruoli più importanti e a Franco Citti (doppiato da Amendola in napoletano) uno dei primi riconoscimenti alla sua maschera al di fuori dell'origine pasoliniana. Personaggi e situazioni tagliati con l'accetta non inficiano la godibilità.
MEMORABILE: Il leitmotiv musicale di Piero Umiliani.
Gangster-movie di Marcellini che se non altro ha il merito di essere stato uno dei precursori di un genere che ha dato molto al cinema italiano. La resa è però molto modesta a causa di un pastrocchio narrativo che spezzetta la vicenda con alcuni flashback e non riesce a trovare una sua unità drammatica. Non male il cast con Kinski che, pur non impegnandosi più di tanto, mette in riga tutti gli altri. Qualche scena discreta e una buona ost lo salvano dalla catastrofe ma non bastano a raggiungere la sufficienza, a causa anche di una confezione piuttosto mediocre. Appena guardabile.
Discreto noir all'italiana dalla insolita ambientazione genovese che vede un cast ben scelto: troviamo infatti insieme Maurice Poli, Franco Citti, Klaus Kinski e Nello Pazzafini. La trama non aggiunge niente di nuovo al genere, ma il film è ben diretto dal regista Siro Marcellini, qui alla sua prima prova nel noir. Buono lo score musicale per un film da riscoprire.
Pessimo gangster movie in cui tutto è sbagliato, a cominciare dal cast dalla presenza poco convincente (mentre la recitazione è più che buona, una delle poche cose che si salvano), dalla storia noiosa e scontata per finire con un ritmo lentissimo e una tensione inesistente. Un film privo di idee: non basta mettere Klaus Kinski se poi manca completamente il filo, considerando anche i diversi momenti a vuoto della sceneggiatura. Non male la fotografia, insieme alla recitazione l'unica cosa a salvare il film dal pallino solitario. Da evitare assolutamente.
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MusicheEllerre • 10/04/10 11:34 Call center Davinotti - 1218 interventi
Buone le musiche di Piero Umiliani e della sua orchestra jazz (con tanto di organo Farfisa). Riferimento discografico: Piero Umiliani, La legge dei gangsters, Omicron 1969.
HomevideoDusso • 19/02/13 16:18 Archivista in seconda - 1928 interventi
Nella copia trasmessa da Iris c'è l'altissimo sospetto di un taglio nella scena tra i giovani con la Pignatelli
E' sicuramente tagliato di circa due minuti, la versione mediaset dura 87' circa (86'43"), quella inglese 88'51".
Ecco po' di scene mancanti (sesso, droga e violenza)
HomevideoDusso • 19/02/13 16:47 Archivista in seconda - 1928 interventi
Quidtum ebbe a dire: E' sicuramente tagliato d circa due minuti, la versione mediaset dura 87' circa (86'43"), quella inglese 88'51".
Ecco po' di scene mancanti (sesso, droga e violenza)
Grazie, interessantissimo.. pensavo ci fosse un taglio solo nella scena con la Pignatelli che vedo dalle foto si denuda(cosa per un film del 1969 non sempre riscontrabile)ma vedo che manca dell'altro...