Se con IL ROMPISCATOLE Jim Carrey aveva assaggiato per la prima volta il sapore del “fiasco” commerciale, con LIAR LIAR ritorna in sella con una tipica storia alla Disney, a metà tra la favola più pura e l'umorismo triviale dei due Ace Vnetura. Ne esce un ibrido che forse divertirà i bambini meno giovani ma che non mancherà di irritare soprattutto coloro i quali da una buona idea di partenza (in apparenza perfetta per la comicità strabordante di Carrey) si aspettavano di poter ridere alla grande. Invece il film è nella sua prima parte (cioè fino all'incantesimo che costringerà il bugiardo incallito Fletcher Reede a dire solo la...Leggi tutto verità per ventiquattr'ore) assolutamente noioso, ricettacolo di puerilità terribili che fanno perno sul rapporto ovviamente paritario tra Fletcher e il figlio undicenne. Soprattutto la presenza della moglie è insopportabile: divorziata da Fletcher ma non ancora disamorata, tratta il povero Jerry, il suo nuovo e buonissimo (leggi: scemo) boyfriend come un bambascione, nella migliore tradizione del concetto hollywoodiano di favola (tutta la storia dell' “artiglio”, il pezzo forte di Fletcher per divertire il figlio, è esemplare della banalità odiosa con cui viene trattato il rapporto ex moglie/marito/amante/figlio). Cosicché, nonostante la consueta bravura contorsionistica di Carrey, soggetto e sceneggiatura (quest'ultima davvero pessima) non permettono al film di decollare. Si ride durante la prima udienza del processo centrale, ma per il resto nemmeno nel rocambolesco finale all'aeroporto ci si riesce a divertire veramente. Allora era meglio IL ROMPISCATOLE, che almeno una sua logica ce l'aveva. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
La trama è da poco: il film infatti è tutto nelle contorsioni facciali e fisiche del protagonista Fletcher. Dalla scena in cui si auto-malmena nei bagni del tribunale a quella in cui insulta il proprio capo durante una riunione (chi, fra quelli che ha un capo pedante, non ha mai sognato di farlo?). Jim Carrey si conferma una garanzia, per la comicità demenzial-pagliaccesca. In fondo si tratta di uno show al suo servizio: chi ne è un fan, come il sottoscritto, rimarrà soddisfatto. Per gli altri..
Commediola che fa leva sulla plasticità e la simpatia del sempre bravo Jim Carrey. La trama infatti è solo un pretesto per potersi gustare le famose performance dell'attore. Un film carino ma piuttosto povero sotto il piano innovativo (il padre che trascura il figlio, la carriera da seguire, la ricongiunzione con la moglie ecc.) che si lascia tranquillamente guardare, anche se non è certamente eccezionale. Finale scontato.
Ecco un esempio di film scemo e quasi inguardabile, che grazie al talento comico-facciale del protagonista si risolleva da una profonda mediocrità. Certo, non basta a farne un prodotto decente, ma grazie ad alcune scene molto divertenti (dal meccanico, la verità sui colleghi, “La penna è blu”, in tribunale senza mentire, nei bagni) si riesce quasi a sopportare la storiella del figlio trascurato e i personaggiucoli di contorno, anche se la pellicola è tirata e l’idea non può reggere neanche 90 minuti. Si può vedere, anche se a fatica.
Commedia piuttosto insulsa in cui Carrey impersona un avvocato (figura preofessionale che negli states gode evidentemente di una pessima fama) bugiardo per eccellenza e costretto da uno strano sortilegio a dire sempre la verità. Il film è di per sè alquanto mediocre se non per l'interpretazione del bravo Jim Carrey, che con la sua verve trascinante ne risolleva quasi da solo le sorti. La sua comicità sia fisica che verbale è assolutamente trascinante e rappresenta uno dei pochi motivi per guardare il film.
Avvocato senza scrupoli scopre di non riuscire più a mentire: malattia invalidante, dato il soggetto. Si ravvederà. Tremenda farsaccia big-budget con Carrey che ricicla le smorfie dalle quali si era appena (felicemente) affrancato. Senza un briciolo di ironia o di intelligenza.
Discreta idea di partenza, ma dopo la prima visione il film può annoiare. Difatti rivederlo la seconda volta lo cataloga come abbastanza inutile. Jim Carrey istrione (ma con un'interpretazione che non è nulla di che, a ben guardare). Consiglio la visione ai bugiardi cronici.
Agli inizi della sua carriera Carey credeva che recitare consistesse semplicemente nel fare smorfie (dando vita così ad un equivoco sulle sue doti attoriali). Qui poi ad aggravare la situazione c'è una storiellina molto esile con tanto di avvilente moralina finale. Per questo motivo da vedere solo se siete fan di una certa fase della carriera di quello che è un attore davvero bravo.
Ormai le smorfie di Jim Carrey non hanno più l'impatto dei primi film e, immerse in una trama sicuramente prevedibile e tipica dei film per famiglie, partoriscono un risultato poco coinvolgente. L'idea base del film, che mi ricorda un po' What women want, ha delle potenzialità (vedi per esempio con la segretaria) ma doveva esser sfruttata con più sagacia.
L'impianto è quello debole da filmetto per famiglie: un avvocato dalla menzogna cronica si ritrova costretto, mediante desiderio del compleanno del figliuolo, a dire la verità in qualsiasi circostanza. L'unico motivo di interesse sta nell'interpretazione fisica e verbale di Jim Carrey, che a suon di smorfie e frasi torrenziali calamita la nostra attenzione fino alla fine (ovviamente lietissima) del film evitando di farci annoiare.
Da uno spunto originalissimo, una commedia veramente buona, con un Jim Carrey assoluto mattatore che offre una delle sue interpretazioni più divertenti di sempre. Ritmo velocissimo e gag veramente riuscite, un po' troppo sdolcinato verso il finale, ma è una di quelle commedie che ti lasciano tanto buon umore dopo averle viste. E non è affatto poco.
La comicità di Jim Carrey è talmente strabordante che riesce a far meritare ad un film mediocre come questo almeno una visione, giusto per gustarsi un paio di siparietti comici davvero esilaranti. Per il resto viaggiamo su una sceneggiatura piuttosto banale e su una serie di attori comprimari a completo servizio di Carrey, che diverte come al suo solito.
L'idea è quella di costringere un tizio abituato a mentire a dire sempre e soltanto la verità per almeno 24 ore, per "colpa" del desiderio espresso dal figlioletto amato ma anche trascurato. Dato che il tizio è un avvocato, questo gli creerà problemi non a finire coi colleghi ed in tribunale. Per fortuna, il ruolo è affidato a Carrey, che con la sua faccia-morphing e la fisicità da cartone animato, riesce, anche senza impegnarsi più di tanto, a rendere potabile questa farsa facilotta intrisa di buoni sentimenti e dal finale iperglicemico.
Commedia assai piacevole sia per piccoli sia per grandicelli ai quali, pur nell’atmosfera ludica, fornisce motivi di sana riflessione sulle implicazioni morali derivanti dall’uso-abuso della menzogna nella vita quotidiana. Carrey impazza come al solito in uno dei suoi film più riusciti, anche grazie a una comicità che, a differenza di alcune altre pellicole (Io, me & Irene), non sfocia nella volgarità.
Mediocre commedia dallo spunto iniziale notevole. Jim Carrey dà ancora una volta un saggio delle sue doti di caratterista, peccato che il copione (soprattutto nella seconda parte) si perda in banalità e smielate venature sentimentaliste. La prima metà del film, comunque, è molto gradevole.
Commediola mediocre per l'esplosivo Carrey di quegli anni. La trama è piuttosto banale, malgrado siano apprezzabili la satira verso l'avvocatura e le stesse situazioni in cui incorre il protagonista, all'improvviso chiamato a non mentire più. Il film però, fra una smorfia e l'altra, si perde in melensi insegnamenti morali che senz'altro non entusiasmano neanche gli spettatori più piccoli. Nel complesso vedibile, resta tuttavia un film cucito su misura per Carrey, all'epoca ormai in procinto di passare a progetti più impegnati.
Film semplice nei contenuti e dai buoni sentimenti. Alla fine di tutto è spensierato e simpatico. Per chi non ama particolarmente il personaggio, le solite smorfie possono un pochino tediare. L'idea di base è buona, ma il diffcile è portare a termine la storia senza cadere di ritmo e nelle banalità. Jim Carey indubbiamente catalizzatore della scena. Direi bicchiere mezzo pieno.
Le smorfie di Jim Carrey non fini a se stesse ma al servizio di una situazione paradossale e non peregrina: cosa potrebbe succedere se improvvisamente si fosse costretti a non mentire mai? La bravura di Carrey regala momenti di vero divertimento e quasi relega in secondo piano la dimostrazione di quanto si sia circondati quotidianamente da bugie, spesso piccole e "a fin di bene", come si usa dire, ma pur sempre bugie. Sceneggiatura ben congegnata che riesce a creare fraintendimenti sfruttati dalla fenomenale mimica di Carrey nelle vesti di padre e avvocato.
Commedia leggera, spensierata e dallo stile molto cartoonesco. La fantasia si mescola alla realtà in un mondo in cui sembra normale che il desiderio di un bambino si avveri come una magia o che un pazzo possa tranquillamente inseguire un areoplano con una scala mobile per poi schiantarsi e rimanere illeso. Le gag sono quasi tutte incentrate sulle smorfie pazzesche e la tecnica di recitazione esagerata di Jim Carrey. Diverte molto lui, il film così così.
Un film che punta tutto sulle smorfie del pur bravo Jim Carrey è davvero troppo poco, anche perché l'idea alla base della sceneggiatura è simpatica ma debole e insufficiente a tenere in piedi l'ora e mezza di visione. Il desiderio del figlio che il padre avvocato possa almeno per un giorno diventare incapace di mentire si avvera, generando situazioni molto forzate, con il protagonista che si contorce in modo parossistico nel vano tentativo di non dire la verità. Inconsistente e poco divertente.
Favolosa interpretazione di Carrey, che regge l'intero peso di una pellicola che non poteva essere interpretata da nessun altro. La storia è infatti poco più che un pretesto per mettere in mostra la debordante fisicità del protagonista (memorabile la sequenza in cui si massacra da solo), ma il ritmo è davvero forsennato e il resto del cast si comporta bene. La parte in cui riesce a fermare il decollo dell'aereo è girato e montato in modo impeccabile ed è molto divertente anche la scena tagliata (presente nel DVD). Finale un po' lacrimevole.
Simpatica commedia col primo Jim Carrey tutto smorfie e improvvisazione. Il film si regge praticamente per intero su una trovata e sulle spalle del comico dalla faccia di gomma, che si lancia in un susseguirsi di esibizioni schizzate ed esilaranti. Forse l'inizio arranca un po', ma poi si arriva velocemente al finale e si ride alla grande. Buono anche il resto del cast.
Classica commedia con Jim Carrey, diretta con modestia dal solito Shadyac, che ha in sé tutto ciò che è stato il questo tipo di cinema negli anni '90: slapstick, famiglia separata con figli, classico americano borghese che vuole avanzare di carriera. Un mix che per il pubblico è sicuramente vincente; difatti non mancano le scene esilaranti, tipiche del nostro Jim, ma nemmeno i momenti in cui la famiglia deve ritrovarsi e quindi ci si attacca al sentimentalismo più puro e classico. Il resto del cast fa il suo dovere, ma si vede che tutto il lavoro è per l'attore canadese.
Diciamocelo: l'intero film è realizzato su misura per Jim Carrey, per valorizzarne l'istrionismo e l'incredibile mimica facciale. Il gioco funziona: la pellicola regala ottimi momenti di comicità e alcune gag davvero gustose. Poco importa se alla fine c'è il banale happy ending tipico della commedia americana, lo spettatore andrà comunque via saziato da un'abbuffata di risate.
Un avvocato estremamente bugiardo si trova costretto a dire sempre la verità dopo un desiderio del figlio. Commedia sopra le righe con momenti davvero divertenti e finale (ovviamente) scontato. I personaggi che fanno da contorno al protagonista Jim Carrey sono piuttosto banali. Lui però offre una performance interpretativa da applausi. Colonna sonora discreta.
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