Samperi questa volta non riesce a creare un clima convincente: i profili psicologici dei personaggi sono sviluppati in maniera superficiale e l'erotismo, che dovrebbe essere il tema portante del film, si affievolisce per via d'una messa in scena patinata e fittizia: come le scenografie di tipo altolocato (la villa) o l'ambientazione da telenovela. Il tema dell'incesto (tra fratello e sorella) contribuisce a svilire un film di per sè già squallido. Il titolo, a suo tempo, ha raccolto consensi per via della presenza fisica della Guerritore.
Avvilente. In piena crisi creativa, Samperi vorrebbe tornare sui passi di Grazie zia e Malizia e ridipingere quadretti familiari altoborghesi di personalità deviate e di rapporti morbosi e incestuosi: fallisce miseramente, estinguendo il tutto in un clima psuedo-erotico per voyeurs di poche pretese. Interpreti assai sgradevoli a cominciare dalla Guerritore – utilizzata più che altro per richiamare il grande pubblico - e dal pessimo Lena.
Deprimente dramma erotico privo di qualsiasi spunto interessante. Samperi in vita sua ha fatto di meglio. Non così gli interpreti, uno peggio dell'altro, a partire dai due incredibili protagonisti. In poche parole, si può (e si deve...) tranquillamente perdere.
Fotoromanzo erotico squallidino emblema del peggior Samperi, che dopo una brutta serie di flop cerca disperatamente di ritrovare la verve degli anni '70, ma che prova a farlo con un eros patinato e vacuo che è la negazione dei suoi stilemi di un tempo. Spinge forte sul tema dell'incesto, ne cava fuori pochino come da tutti gli attori, l'inadeguato Lena e una dimenticabile Guerritore. La Novak è mera presenza fisica. Da cestinare.
Samperi ama stupire gli spettatori con temi che avvicinano chi guarda a situazioni familiari scabrose (da Malizia a Grazie zia) e qui approccia il tema dell'attrazione tra due fratelli, uno introverso e amante del sesso solitario, l'altra più egocentrica ed esibizionista. Alcune scene non possono lasciare indifferenti (i primi avvicinamenti) anche se nel complesso non può definirsi un film riuscito pienamente. La Guerritore vale sempre la visione.
Film "gerundio" nel complesso moscio e coi soliti difetti (anche se meno marcati rispetto ad altri film simili, si tratta comunque di Samperi, non certo un totale sprovveduto) dell'erotico italiano anni 80: troppe pretese, noia plurima, recitazioni pessime, dialoghi involontariamente comici, tanti fumi e pochi arrosti. Inconcludente come molti altri film coevi, ma nel complesso un filino meglio realizzato, per questo merita mezzo pallino in più.
La Guerritore in una delle sue migliori e più sensuali interpretazioni in una pellicola patinata ma capace di risvegliare i sensi e scandalizzare chi neanche vuol sentir parlare di incesto tra fratelli. L'argomento quindi rende indigesta la visione a chi ha preconcetti, chi non ne ha si lasci rapire da una Venezia decadente e affascinante e da personaggi delineati da una penna d'autore. Il film non convince fino in fondo ma è tutt'altro che da bistrattare.
La mano del regista c'è senz'altro, ma è una mano puramente tecnica, capace di rendere al meglio corpi e luoghi e in questo Samperi è bravissimo. Ottima tecnica non sostenuta però da una sceneggiatura capace di evitare sbadigli e insofferenze, con la lunga tiritera che vorrebbe sondare la psicologia dell'incesto tra fratello e sorella, con una Guerritore al top della forma fisica e convincente nella sua parte e un Lena meno incisivo ma adatto. Più apprezzabili i momenti dove subentrano altri personaggi a vivacizzare la piattezza del lavoro.
MEMORABILE: La sfilata di moda al mercato del pesce a Chioggia; I giochi tra Lena e la Gilla Novak.
Pruriginosa pellicola che vede una Guerritore ai massimi livelli di sensualità ed eros. Il film di per sé è abbastanza debole come trama e attori comprimari. La Guerritore, grazie al suo physique du rôle, tiene alta, da sola, tutta la pellicola, regalando allo spettatore una esagerata carica di eros. Belle le scene conturbanti, debole invece tutto il resto.
I tempi di Malizia sono lontani e a poco serve l'autocitazione metacinematografica a metà film; se a Samperi va riconosciuta come sempre un'indubbia professionalità nella messa in scena, dalle belle location veneziane (ottimamente fotografate in interni ed esterni, seppur con qualche "cartolinaggio") alla regia veloce e spigliata, dall'altro lato è dura passar sopra a dialoghi imbarazzanti, un'erotismo più parlato che mostrato e uno script a dir poco semplicistico e inverosimile. In forma la Guerritore, pur con un'acconciatura discutibile.
MEMORABILE: L'amica della sorella che succhia il bastone di legno impugnato dal fratello.
Passo falsissimo di Samperi che ci consegna un oggetto stucchevole e noioso, intriso di erotismo assurdo e ridicolo, quindi senza poesia (perfetto, però, per qualche tv locale: come diversivo da mandare in onda tra interminabili spot di mobilifici e ditte di autospurgo). Guerritore è la solita Guerritore, eccessiva e sopra le righe (la parte, i dialoghi, la direzione non la aiutano); lena fa quel che può (non sembra governato con occhio vigile). La presenza di musichette puerili e tediose completa il quadro di desolazione.
Samperi dirige con grande eleganza una storia di attrazione incestuosa che funziona bene finché evita di uscire dall'universo intimo - tutto allusioni e monologhi piccanti, questi ultimi magari gratuiti, ma di grande spasso - dei due fratelli, ma che si fa imbarazzante e psicologicamente forzata quando nel secondo tempo si passa a una serie di prove d'amore degne de Il merlo maschio. Guerritore brava e ben valorizzata, ma il resto del cast non eccelle. Erotismo sempre equilibrato a livello visivo, musiche scadenti, bel finale che riecheggia quello di Il mondo porno di due sorelle.
Salvatore Samperi cerca di ritrovare la forza scandalosa del suo film più famoso ma non va oltre un patinato erotismo con ambizioni autoriali. Monica Guerritore, non ancora attrice impegnata, è bellissima ma patisce un po' la fotografia troppo flou con la quale è ripresa. Ironico e simpatico come sempre Gianfranco Manfredi, che però non basta per risoillevare il film.
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Brutto film, tanto quanto contorto.
Non solo Emilio (Lorenzo Lena) se la intende con la sorella maggiore Patrizia (Monica Guerritore) ma pure la educa citando brani da Philosophie dans le boudoir...
Lucius ebbe a dire: La pellicola di Salvatore Samperi del 1984 cercava di affrontare alcuni argomenti tabù della società, quale ad esempio l'incesto.
Ebbe per questo vari problemi con la magistratura e con le associazioni dei consumatori, che riuscirono a far vietare il film ai minori di 14 anni.
Fonte:Wikipedia.
Non so quanto sia vera e attendibile questa info presa da Wikipedia, in quanto il film di Samperi (sia al cinema che in vhs) ha sempre avuto il divieto ai minori di 18 anni
Segnalo che in questi giorni Cielo sta trasmettendo la copia uncut VM18 (stasera passata senza tagli in prima serata! - fonte il forum di Nocturno -). Lo stesso vale per Scandalosa Gilda. Per chi è interessato li ritrasmetteranno sia domani che martedì.