Germanico. Se fossimo in una serie televisiva italiana, l'auto di Derrick sbanderebbe, solleverebbe nugoli di polvere, si fermerebbe con violente frenate. Qui no: è sempre in asse e sembra appena uscita dall'autolavaggio. Tutto il resto è condotto sulla stessa linea. Corretto, serio, verosimile. Davvero una bella serie.
Mia nonna, che pure fu la prima a farmi amare Colombo, diceva di preferirlo a volte persino al tenente. Io lo so perché: c’è più scelta. Con Colombo le puntate le ricordava tutte o quasi, con Derrick no: sono 281! E comunque con quell’aria rassicurante, anonima, è come uno di casa; lui e l’inseparabile Harry, ancor più in ombra dell’ispettore. Più attento alla psicologia dei personaggi che non all’indagine classica, Derrick ha il merito di staccarsi nettamente dalle serie americane viste e straviste e di apparire molto vicino alla realtà.
Lo vidi per la prima volta da bambino, con i genitori in prima fila. Era un appuntamento fisso e, a poco a poco, imparai ad apprezzarlo. Derrick è un uomo tutto d’un pezzo, che difficilmente si scompone, anche se qualche battuta la fa e, pur essendo la calma e la riflessività le sue armi vincenti, persino lui, come il mitico Colombo, ogni tanto perde le staffe, soprattutto quando non vede molta collaborazione, o ha a che fare con crucchi arroganti. Nota di merito per Harry, bastone investigativo dell’ispettore (peccato però che Derrik non zoppichi, ergo...). Peggiora col passare degli anni.
MEMORABILE: La musichetta della sigla (si stampa indelebilmente nel cervello).
La più geniale krimi tedesca e uno dei più grandi investigatori (insieme a Colombo) che sia mai apparso sullo schermo, il mito Derrick. 281 perle di rara bellezza (con ogni tanto qualche scivolone, specie nel periodo finale), ottimi attori e di tanto in tanto qualche guest-star italiana (Amedeo Nazzari ne "L'uomo Di Portofino"). Alcuni episodi sono così spietati che lasciano il segno ("Menu di festa per il signor Borglet"), altri mortalmente ironici ("Il sorriso del dr Bloch"). Cito infine "Paura".
Ottima serie, di cui avrò visto dozzine di puntate. Un poliziotto serio, intelligente, mai sopra le righe, che lascia all'intrigo il compito di interessare lo spettatore. Anch'io ne rimasi affascinato già in tenera età e ricordo che la sigla iniziale mi metteva addosso una malinconia francamente inspiegabile. Inoltre la rai tagliuzzava spesso le puntate, chissà perché.
Mi ha sempre stupito il successo di questa serie poliziesca, dai ritmi lenti e con una estetica che non casualmente si può definire "da telefilm tedesco". Forzatamente, con 23 stagioni e innumerevoli repliche, è impossibile non averne visto alcune puntate, magari spuntando i fagiolini, e il loro maggior pregio è di non indurre in distrazioni. Il pacato ispettore ed il suo fido assistente conducono indagini in surplesse, in cui predomina l'aspetto psicologico, aggirandosi in ambienti che sembrano tutti simili, con rare scene d'azione (in moviola). Soporifero.
Una delle più famose serie poliziesche tedesche. Altro che commissario Rex! Derrick era un commissario serio (seppur qualche sagace battuta la facesse ogni tanto), composto, intelligente e ligio al dovere, nello stile ordinato e preciso dei tedeschi. Buona anche la spalla Harry. Le puntate erano varie e interessanti, con una percentuale di cattiveria e atmosfere cupe più alta della media. L'unica cosa che mi faceva ridere erano le musiche assurde che si sentivano nei locali o nelle discoteche dove talvolta indagava Derrick! Per il resto, mitico.
MEMORABILE: L'indimenticabile colonna sonora; il parrucchino di Horst Tappert.
Le serie televisive criminal-poliziesche tedesche sono numerose. A mio avviso hanno fatto per certi versi scuola dopo quelle americane e sicuramente "L'Ispettore Derrick" ne risulta il migliore esempio. Le stagioni sono diverse e con episodi molto variegati, forse non tutti riusciti ma nel complesso tutti allettanti, con quel tipico richiamo teutonico oggi da considerarsi "vintage" anche in una Germania molto più solare di quella che ci hanno presentato nei loro telefilm.
Tra le poche serie televisive europee di livello pari (e a volte superiori) a quelle di produzione statunitense. L'ispettore Derrick ha mantenuto negli anni (tranne forse negli ultimi episodi) un livello qualitativo molto elevato, distinguendosi da altri prodotti apparentemente simili per una particolare attenzione alle psicologie dei personaggi, piuttosto che all'intreccio poliziesco vero e proprio. Assolutamente impareggiabile il protagonista Tappert.
Derrick è il volto umano della polizia tedesca, nella serie tv in cui una profonda umanità penetra all'interno del pur frenetico genere poliziesco. Non solo l'ispettore protagonista ha toni umani e i segni di una semplice normalità borghese: sono le storie stesse di ogni singolo episodio, pur truci e giocoforza violente, a mostrarci nei fatti criminosi una complessità sociale e psicologica ben lungi dalla dicotomia buoni-cattivi, ma capace di farci entrare, sia pure attraverso i delitti, nel mondo reale e quotidiano dei nostri tempi.
L'ispettore Derrick è una delle poche serie che trova ancora grandissimo successo. È ormai entrata nella storia della televisione ed è forse l' unica paragonabile a La signora in giallo e Il tenente Colombo. Davvero magnifica.
Davvero un'ottima serie: misurata, realistica, mai fracassona, coinvolgente. Le trame sono sempre ben curate, ricche di suspance; l'ispettore piace per le sue umanità e simpatìa. Ovviamente le prime serie sono le migliori, ma la qualità resta sempre alta. Oltretutto ha una delle migliori musiche di apertura che io ricordi.
Derrick è grande, sembra sfornato dalle acciaierie Krupp: le sue indagini spaziano dai delitti passionali a quelli di malavita e lui tratta ogni indiziato, di qualunque classe sociale, con lo stesso micidiale mix di distacco e di paternalismo che determina, nel colpevole, il crollo emotivo e la confessione. Certi casi di puntata sono notevoli, poi è chiaro che alcuni episodi finiscono un po' con l'assomigliarsi. Harry è una sua appendice, non ha molto spirito d'iniziativa, ma è giusto così.
La sigla di apertura è accattivante e promette già molto bene: difatti Horst Tappert è lì pronto a sfidare il pericolo per far trionfare la giustizia. Senza eccessive spettacolarizzazioni baracconesche, cui spesso si era abituati mercè i prodotti USA, bensì accurate ricerche poliziottesche con preminenza dello studio quasi anamnesico dei personaggi delle varie vicende. Con la spalla Harry sempre a suo fianco. Lunga vita a Derrick!
Molti anni prima che Il commissario Rex e Squadra Cobra 11 entrassero di prepotenza nelle nostre tv nazionali, il mite ma diretto Ispettore Derrick, made in Germany, entrava nelle case degli italiani, con i suoi occhi stanchi e scavati. Perennemente affiancato dal collega Henry Klein, giovane poliziotto, l'ispettore Stephan Derrick risolve i casi di omicidio più svariati, dove non sempre l'arresto del colpevole significa sollievo. Decisamente più riuscite le puntate anni Settanta-Ottanta.
MEMORABILE: Il motivetto iniziale del telefilm, arrivato da noi solo nel 1979.
Comiciamo dal giudizio complessivo sugli episodi. Un appuntamento serale che era imperdibile, per riconciliarsi con il mondo, magari dopo una giornataccia. Un grande poliziotto dotato di elevata umanità, assolutamente esente da eccessi e dalla morale ipocrita, ma risoluto nella caccia all'assassino. Con il suo assistente ed amico (c'è una puntata dove cenano insieme, per consolare Klein, lasciato dalla morosa), talune volte con spirito, talune altre tristemente (soprattutto negli ultimi episodi), approcciano appassionatamente al caso e lo risolvono con stile.
Giallo dal ritmo placido ma che non rinuncia alla giusta suspense. Protagonisti un novello Maigret (Derrick) e una spalla poco appariscente ma simpatica (Harry) che, più che alla scienza alla CSI, indagano affidandosi all’intuito e alla conoscenza dell’animo umano, senza sprofondare nella psicologia accademica e fredda alla Criminal Minds, regalandoci qua e là qualche spunto di riflessione non banale. Il miglior poliziesco made in Germany, insieme al meno osannato Un caso per due.
MEMORABILE: Le vie pulite ed alberate di Monaco di Baviera.
Rivisti adesso gli episodi di questa serie tedesca spiccano per la radicale differenza con le produzioni poliziesche odierne. E la differenza depone tutta a favore de "L'ispettore Derrick". Sceneggiature curate, dialoghi intelligenti, bravi attori, grande importanza all'aspetto psicologico. Derrick era un ispettore che risolveva i casi con il ragionamento e la profonda conoscenza dell'animo umano. La misura, l'eleganza e la profondità di questa serie sono tutto ciò che manca alla televisione di oggi. Bei tempi, andati per sempre.
Rigorosa serie televisiva germanica dove la giustizia trionfa, senza eccezione alcuna, eppure non è scevra di compassionevole apertura. Le atmosfere smorzate, attutite, ovattate, mai chiassose, cupe e suggestive, accompagnano egregiamente un'attenta analisi di ricerca che indaga le illimitate sfaccettature dell'animo umano e le sue tragedie esistenziali. I dialoghi sono sobri, sintetici, talvolta laconici, ma efficaci, incisivi, penetranti. Un pregevole, prezioso poliziesco dal magnetismo poetico.
Storica serie poliziesca arrivata dalla Germania in punta di piedi e diventata progressivamente un appuntamento fisso dei nostri palinsesti. Più profondo conoscitore dell'animo umano che acuto investigatore, affiancato dall'onnipresente (anche se non sempre incisivo) Harry, Derrick risolve i suoi casi sullo sfondo di una Monaco di Baviera fredda e malinconica. Puntate piuttosto variegate, anche se a lungo andare una certa ripetitività è inevitabile e, più in generale, nelle ultimi stagioni il livello si abbassa. Indimenticabile la sigla.
Intramontabile. Serie tv cult come non se ne fanno più. Il motivo del suo successo sta nel mostrare una coppia di poliziotti affiatati, lontani dagli schemi normali. Derrick, in particolare, mostra un volto di poliziotto umano, attento alle psicologie dei personaggi (allo stesso tempo non esita a usare la pistola se la situazione lo richiede). Wepper è un'ottima spalla.
Fra le serie televisive a sfondo investigativo può reclamare con diritto un posto d'onore. Perfetta, mai volgare, con una misura di garbo e di discrezione che non appartegono solo a un altro modo di fare televisione bensì a una società quasi del tutto estinta ma che ha lasciato un'impressione indelebile (e, soprattutto oggi, vergata di nostalgia). Le recenti prese di posizione da parte di alcune emittenti europee a causa del passato di Horst Tappert mi lasciano totalmente indifferente, soprattutto di fronte alla qualità di un prodotto simile.
Una serie tv che ha segnato un'epoca, ma io proprio non riesco a farmela piacere. Le prime stagioni sono quantomeno originali, ma con il passare degli anni si assiste a un vero degrado, con trame viste e riviste e finali non sempre chiari. Ai tedeschi va però dato il merito di aver creato un personaggio icona, un ispettore freddo e professionale, accompagnato dal sempre federe Harry. Siamo comunque ben lontani da Colombo, suo contemporaneo...
L'aspetto interessante è quello psicologico (ovviamente certi episodi sono più avvincenti di altri). Direi che vi si trova una profondità di ritratti psicologici che talvolta fa pensare sul motivo per il quale la psicanalisi nelle sue fondamenta sia di madrelingua tedesca. Vi è in taluni episodi una profondità tutta tedesca. Bisogna anche riconoscere però un certo razzismo nei confronti degli italiani (corrotti, mafiosi...).
Il poliziesco per antonomasia. Horst Tappert è un grandissimo attore di teatro e si vede, ma anche gli altri non scherzano affatto, a partire dal fidato Harry Klain, impersonato da Fritz Wepper, per finire ai personaggi secondari della lunga serie teutonica. Tutti sempre in parte. Episodi a volte crudi, a volte filosofici, senza mai scadere nella retorica. Molto realistico, l'unica pecca è che la serie è composta da episodi a sé stanti e manca un filo cronologico che colleghi l'intera saga nel corso degli anni. Comunque ammirevole.
Una delle migliori serie televisive di sempre; siamo lontanissimi dai prodotti freddi e supertecnologici attuali, che non lasciano nulla allo spettatore. In Derrick tutto si gioca sulla psicologia: quella raffinata dell'ispettore non ha eguali (e talvolta si scontra con il pragmatismo di Harry). Sceneggiature quasi sempre solide, ambientazioni efficaci; mitica la sigla. Pochi gli episodi non riusciti, molti quelli memorabili. Un classico ineguagliabile. Grandi Tappert e Wepper.
MEMORABILE: La sigla; I siparietti tra Stephan e Harry.
La serie TV poliziesca per eccellenza, genuina e coinvolgente grazie anche alla durata breve di ogni episodio. Abbiamo un ispettore giusto e umano ma ugualmente efficace (anche fin troppo, rasentando la veggenza), molto distante dall’italiano o statunitense violento e senza scrupoli. Nel complesso è un gran capolavoro, anche se in alcuni episodi la barbosità è inevitabile.
MEMORABILE: Attori caratteristi spesso impiegati in episodi consecutivi anche se in ruoli differenti, così come anche i veicoli; L’umorismo di Derrick e Klein.
Teutonico all'ennesima potenza. La Germania forgia questo caposaldo del "krimi" europeo. Bellissime le musiche in ambientazioni di una Germania cupa, così come gli interni nei night (nudi d'avanguardia), nelle fumose bettole da ubriaconi o nelle stazioni della metro. Capivi subito se fosse una puntata vecchia o recente a seconda del modello di BMW usato dal commissario e guidato dal fedele Harry. Alcune chicche con cameo di attori e caratteristi.
Mitica serie televisiva teutonica che ha il merito di trattare il poliziesco da un punto di vista più moderno ed europeo, introspettivo insomma. A parte queste considerazioni, ciò che rimane indelebile sono la grande coppia Derrick-Harry, versione non caricaturale di Sherlock e Watson, le musiche, soprattutto la intro, le atmosfere tedesche con annessa mestizia. E pazienza se in 281 episodi a volte manca l'originalità o il brio fino a essere soporiferi o se gli attori sono sempre gli stessi.
MEMORABILE: L'ufficio lussuoso di Derrick e Harry; Le BMW fiammanti, tranne quelle bianco-verdi della polizia; I boccaloni di birra; I boschi tetri degli omicidi.
Non è un “serietta” televisiva. Derrick è un’icona. L’ispettore che ci ha accompagnato per più di un ventennio è algido ma non troppo, sornione il giusto, ironico quel tanto che basta, stranamente elegante, certamente di poche parole. Un cult la prima serie nata negli anni 70, con una sigla unica e asciutta (come la sceneggiatura del resto) che resterà identica, essendo riconoscibilissima, fino alla fine. Comunque godibili anche tutte le puntate successive. Uno spasso disimpegnato che tiene compagnia e poi... alzi la mano chi da Derrick non è stato - anche solo un po’ - svezzato!
Storica serie TV che ha probabilmente nelle primissime stagioni la sua fase più fortunata, caratterizzata da episodi più efficaci e molto più originali. Il protagonista è un ispettore dai modi raffinati, un vero gentleman, mai violento e dotato di una buona dose di ironia. Le trame sono semplici e i dialoghi ridotti all'essenziale; apprezzabili le musiche che fanno da sfondo alle varie sequenze, così come di grande impatto sono le ambientazioni rigide e "fredde" tipiche della Germania anni '70.
Plumbeo, "germanico", respingente tanto da abbandonarsi spesso alla tentazione di scostarlo. Eppure avviluppante nelle sue lente spire, costituite da quelli interni anfrattosi, da squarci di una Monaco tracimante bar e locali, affogati da disagiati e appiccicosi psicolabili. E poi gli impermeabili di Tappert, il suo immoto parrucchino opposto alla chioma vagamente fluente di Wepper. Quelle indagini così macchinose, incredibili da chiudere in una puntata, episodi che in effetti davano la sensazione di durare giorni in un eccentrico collasso dinamico temporale. Disadorno eppure madido.
Serie poliziesca tedesca per eccellenza, con un protagonista meno dinamico e più introspettivo rispetto ai colleghi americani e indagini in cui prevalgono le notazioni psicologiche e sociali, a volte a scapito del ritmo e con qualche difficoltà a rispettare la durata canonica del telefilm. Nonostante il marcato calo qualitativo delle ultime serie, le sceneggiature di Reinecker sono sempre ben congegnate e si può notare in ogni episodio l'accurata scelta dei caratteristi (spesso ripresentati in ruoli diversi) attorno ai solidi. Inamovibili e inappuntabili Tappert e Wepper.
MEMORABILE: La malinconica sigla di Les Humphries; Il parrucchino e le occhiaie di Derrick; Le BMW; I locali di Monaco.
Semplicemente il miglior poliziesco di sempre. Derrick affianca la sua classe alla sua grande umanità e riesce a dare un'immagine del tutto nuova del tipico commissario di polizia; riesce inoltre ad appassionare milioni di telespettatori nel mondo risolvendo i casì più diversi ambientati nella società tedesca dell'ultimo quarto del secolo scorso riuscendo a descrivere al contempo questa società in modo davvero pregevole... Derrick è un eroe che riesce a far trionfare sempre la giustizia in modo pacato e talvolta anche comprensivo per le debolezze umane...
MEMORABILE: Colonne sonore deliziose di molte puntate.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
DiscussioneZender • 18/09/24 14:14 Capo scrivano - 48328 interventi
8. IL SEGNO DELLA VIOLENZA(Zeichen der Gewalt) *** Puntata decisamente votata all'azione, come poche altre volte si vedrà nel corso della serie. Alla ricerca di un evaso che ha accoppato una guardia carceraria durante la fuga, il nostro dinamico (stavolta si!) duo organizza una vera e propria caccia all'uomo con pedinamenti, inseguimenti, sparatorie, visite al night (con tanto di tette in bella vista). Il tempo sembra scorrere velocemente, e il finale concitato è il giusto coronamento di questa puntata che ricorda un po' i poliziotteschi di casa nostra. (Robykeys82)
242. A CENA CON BRUNO (Abendessen mit Bruno) *! Una delle puntate più soporifere dell'intera serie. E dire che la parte iniziale faceva ben sperare, con Wolf Roth e socio coppia di perfetti bastardi che fa fuori, seppure involontariamente, un ricattatore. Il problema è tutto ciò che viene dopo l'omicidio, di una lentezza esasperante, con Derrick che di fatto si limita ad aspettare la solita confessione libera-tutti. (Robykeys82)
247. PERSONE PER BENE (Ein Mord und lauter nette Leute) * Una noia mortale, nonostante di solito la presenza di Sky Du Mont sia garanzia quantomeno di un po' di interesse. Personaggi sgradevoli nessuno escluso, Derrick in modalità "facciamo passare questi 60 minuti", un super-vegetale derrickiano che passa la puntata imbambolata ad ascoltare musica, e la solita confessione, peraltro totalmente immotivata, visto che di prove non ce n'era una che fosse una. Da dimenticare. (Robykeys82)
DiscussioneZender • 23/09/24 11:50 Capo scrivano - 48328 interventi
48. IL PADRE DI LISSA (Lissas Vater) *** Un buon episodio anni '70 dove Derrick, di fronte a un colpevole che sembra servito su un piatto d'argento, non lesina le indagini e, scava scava, riesce a fiutare la pista giusta, arrivando al vero omicida. Se le indagini sono buone, è il finale un po' tirato via ad abbassare leggermente il voto finale. Curiosità: l'attore che interpreta il padre di Lissa (Heinz Bennent) è il vero padre dell'attrice che interpreta la ragazza (Anne Bennent), attrice che ritroveremo in altre puntate, quasi sempre nel ruolo di vegetale derrickiano. (Robykeys82)
DiscussioneZender • 24/09/24 14:16 Capo scrivano - 48328 interventi
9. FIORI DI CAMPO (Paddenberg) *** Episodio che, anche alla luce della censura postuma calata su Derrick, si vede sempre con un po' di tristezza, per le note vicende storiche che esso affronta. Qui il ritmo è alquanto lento, ma a far da contraltare ci sono le figure principali, tratteggiate egregiamente: la povera vittima, verso la quale non si può fare a meno di provare pietà e dispiacere, il colpevole, solo apparentemente glaciale, e la moglie del morto, che si rivelerà un osso particolarmente duro per il buon ispettore, e che sembra quasi voler riscattare, col proprio comportamento, un matrimonio che poi tanto infelice non era. I fiori di campo sono un riferimento alle decorazioni sui mobili antichi che la vittima eseguiva. (Robykeys82)
DiscussioneZender • 24/09/24 17:20 Capo scrivano - 48328 interventi