La paura dietro la porta - Film (1975)

Oscuro thriller di un oscuro regista, uscito durante il periodo argentesco. Ma non vi è traccia di alcuna influenza del thriller innovativo del regista romano. Qui la tensione è distribuita in maniera convenzionale e infatti questa pellicola può sprofondare nelle lunghe notti delle privatine (lì l'ho visto). Belli gli occhi della Tolo (unico vero trait d'union con Argento). Trascurabile.

Hostage-movie italo-francese, racconta di come il caso possa mettere a repentaglio la vita di un uomo qualunque e della sua famiglia, nelle mani di loschi criminali senza scrupoli a cui interessa solo svaligiare una banca. Il film si gioca sul dubbio interpretativo di come uno sviluppo non bene congegnato della storia possa bagnarsi del sangue di innocenti. Dunque la tensione non manca, amplificata sino a un epilogo che non poteva essere che catartico in qualunque modo fosse andata.

Agente immobiliare entra causalmente in contatto con dei rapinatori in procinto di compiere un grosso colpo, i quali, per imporgli il silenzio, gli prendono in ostaggio la famiglia… Pur con qualche ingenuità nella sceneggiatura, un poliziesco/thriller teso e ben ritmato in cui incuriosisce la reazione del protagonista, più propenso a fidarsi di spietati criminali che di poliziotti dai modi spicci. Più contenute del previsto le scene madri. Constantin è la solita maschera, Bouquet se la cava con un personaggio per lui inconsueto, la Tolo recita con lo sguardo, sprecato Bonacelli.

Buon polar francese, si fa notare per la cura dei dettagli (belle ambientazioni, telefoni con il doppio ascolto in mostra...) e per una certa dose di cinismo e cattiveria (i banditi non sono i soliti antieroi romantici, sono crudeli e spietati). Ottimo il cast: su tutti la coppia Michel Constantin e Michel Bouquet, già vista insieme in altri film d'oltralpe. Un piccolo gioiello francese anni 70 da recuperare.

Misconosciuto polar francese di buona fattura, senz'altro debitore di Ore disperate. Il regist Yannick Andréi è stato collaboratore di Melville e si vede: il ritmo è serrato, lo stile asciutto e senza fronzoli, con lunghi silenzi e sguardi intensi. Il buon risultato è garantito soprattutto dalla qualità del cast: Constantin (che non sarà Bogart, ma ha proprio i tratti del villain), Crauchet, Bouquet nel ruolo della vittima; meno bene invece la quota italiana, con la Tolo e Bonacelli. Titolo poco noto, da riscoprire.