Kinski: il mio nemico più caro - Documentario (1999)

Kinski: il mio nemico più caro
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Mein liebster feind - Kinski
Anno: 1999
Genere: documentario (colore)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Dopo cinque film insieme, il regista Werner Herzog e Klaus Kinski decidono di dividere le loro strade. Negli anni il loro rapporto è sempre stato contraddistinto da grandi sfuriate sul set, offese reciproche ma anche da una inesplicabile comunione d’intenti sfociata in un'amicizia strana, indissolubile. Partendo da un viaggio a Machu Picchu sui luoghi delle riprese di AGUIRRE, Herzog racconta le vicissitudini di un sodalizio quasi unico nella storia del cinema; mostrando qualche scena eliminata e combinandola con quelle viste nel film, il regista prova a spiegarci la difficile psicologia di un attore costantemente sull'orlo della follia....Leggi tutto Indimenticabile la furente litigata sul set col direttore di produzione davanti agli occhi sbigottiti degli indios, gli aneddoti di Herzog sugli scatti d’ira che portarono Kinski a fare le valigie per prepararsi a lasciare il film. Per WOYZECK ecco l'intervista a Eva Mattes (una delle poche ad aver stimato Kinski incondizionatamente) e di nuovo i ricordi di Herzog; per NOSFERATU qualche highlight e poco altro, per FITZCARRALDO un paio di rare riprese con Jason Robards (che doveva interpretare il protagonista prima di ammalarsi e lasciare il posto a Kinski) e Mick Jagger più un’intervista alla Cardinale. Di COBRA VERDE rivediamo l’indimenticata sequenza di Kinski che spinge la sua barca in mare (l'ultima scena girata insieme dai due). Momenti interessanti, ma è troppo il tempo perso per ripetere sempre gli stessi concetti. Complessivamente sopravvalutato.

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Lele Emo 26/06/07 08:57 - 184 commenti

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Senz'altro un ottimo sguardo sulla verace follia di Klaus, che in questa pellicola ci viene mostrato anche sul palco di un teatro, dove con tanto di schiuma alla bocca impersona la sua personale trasposizione di Cristo e inveisce ed insulta a destra e a manca. Peraltro da un punto di vista documentaristico mi sarei atteso qualcosa di più, da una persona che ha conosciuto così bene Kinski, invece il documentario è quasi un "making of" di Fitzcarraldo e di Aguirre. Scadenti anche le interviste che nulla dicono in più.

Homesick 23/08/08 18:10 - 5737 commenti

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Appassionante, commosso documentario sul rapporto di amore-odio in una delle partnership cinematografiche più fruttuose della storia: il titanico e geniale regista Herzog e l’animalesco, istrionico attore Kinski, immortalato nei suoi eccessi di rabbia derivati dal suo ego sconfinato, così come in più rari momenti di serenità e dolcezza. Completano il quadro alcuni making-of, qualche aneddoto, i ricordi affettuosi delle colleghe Cardinale e Mattes e le necessarie scene tratte dai cinque film della coppia Herzog-Kinski. Nostalgico.
MEMORABILE: Le sfuriate di Kinski sul set. Il finale con Kinski che gioca con la farfalla.

Herrkinski 7/09/08 15:22 - 8437 commenti

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Interessantissimo documentario su Kinski da parte del regista con cui produsse i suoi capolavori, Werner Herzog. Eterni amici/nemici, capaci di passare dal desiderio di uccidersi ad un'amicizia quasi fraterna, i due hanno realizzato capisaldi del cinema d'autore. Il film ci mostra tutti i lati del carattere del talentuoso ma schizoide attore tedesco, ma al tempo stesso ci offre la possibilità di vedere rare scene tratte dai vari film in una specie di making-of esteso. Alcune interviste aggiuntive completano l'opera. Un bel tributo a Kinski.
MEMORABILE: Il commovente finale, con Kinski che gioca con una farfalla e il sentito commento del regista in sottofondo.

Pigro 11/12/08 09:49 - 9927 commenti

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Documentario realizzato con perfida scientificità da Herzog per distruggere l'attore con cui ha lavorato più spesso: un pazzo lunatico e aggressivo, messo a confronto con un regista paziente e indulgente. Certo, qua e là ci sono segni di stima (e ci mancherebbe...), ma stride l'astio pacato e pettegolo di Herzog che racconta la codardia e gli attacchi isterici di Kinski con le descrizioni affettuose e accorate delle attrici. Evidentemente pure Herzog non è molto sano e questo film è la personalissima sublimazione di un rapporto irrisolto.

Galbo 24/12/09 09:31 - 12534 commenti

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La collaborazione artistica e il legame odio/amore tra il regista tedesco e il suo interprete-icona Klaus Kinski in un documento realizzato dal primo, molto interessante ma decisamente di parte. L'attore ne esce infatti piuttosto male anche se si intuisce il profondo legame tra i due. Il documentario è pertanto un buon (ma non unico) complemento alla filmografia dei due artisti.

Daniela 23/01/10 16:07 - 12966 commenti

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Scarso dal punto di vista puramente documentaristico e con apporti esterni non molto incisivi, è opera invece molto interessante su un mistero inesplicabile come il solidalizio artistico fra due uomini tanto diversi quanto simili nell'esaltarsi nell'eccesso. Herzog racconta poco di Kinski, a parte la follia egocentrica (nulla ci viene detto, ad esempio, della sua vita privata), ma molto di se stesso: "Te lo dobbiamo uccidere?", chiedono gli indios sul set di Fitzcarraldo - e lui risponde "No, mi serve ancora." Imperdibile per i fans del regista diAguirre.
MEMORABILE: La scena finale in cui Kinski gioca con una farfalla tropicale, il volto sereno e pacificato: momento commovente

Blutarsky 5/04/10 17:07 - 360 commenti

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Non un documentario su Kinski ma il racconto (forse troppo parziale) di Herzog del loro rapporto-scontro umano e artistico. Ne viene fuori un ritratto pessimo del Kinski uomo, pazzo egocentrico e iroso che tiene la troupe in ostaggio delle sue sfuriate incontrollabili, con le sole Cardinale e Mattes a contrastare questa visione. Interessante sopratutto per il materiale di repertorio girato sui set dei film del duo (per la maggior parte di Aguirre e Fitzcarraldo), che mostrano il luciferino e magnetico Kinski in azione al suo meglio (o peggio?).
MEMORABILE: Le scene di Fitzcarraldo girate al limite dell'incoscenza su un barcone alla deriva nella corrente.

Fabbiu 15/04/11 11:06 - 2174 commenti

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Kinski: attore mostruoso, la sua verve artistica strettamente correlata alla sua pazzia; quale l'ostacolo maggiore: girare un film nella giungla selvatica o dirigere l'attore? Herzog racconta e mostra i backstage, aneddoti e fatti interessanti e divertenti che riguardano questo folle genio che ha lavorato nei suoi film (ma non solo quelli su Kinski): il risultato è buono, non fosse che il pretesto di dipingere poeticamente (ritornando sui set e sussurrando il tutto) il rapporto amore/odio resta sfocato rispetto al vero intento di parlare di lui.

B. Legnani 31/07/12 01:36 - 5611 commenti

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Stupendo documentario (***½) che ricostruisce Kinski, ovviamente quello visto da Herzog (ma non è che tante altre valutazioni siano molto dissimili). Assolutamente necessario per chi adora Aguirre (basterebbe la narrazione sulle nuvole, disciplinatamente rimaste sulla destra). Ma anche i materiali di repertorio (da vero culto il risveglio in bianco e nero di Kinski in divisa, mostratoci tre volte) sono di prim'ordine. Piccoli nei in talune non necessarie ripetizioni, quasi annullati da quella che è una vera crestomazia kinskiana.

Rebis 16/12/12 17:58 - 2419 commenti

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Herzog falsifica la ricostruzione documentaria quando rappresenta Kinski come forza indomabile della Natura: lo fa per trascendere il loro rapporto ad un livello epico, romantico, in cui la potenza del nemico conferisce, a sua volta, potenza. L'ossessione dell'uno è l'ossessione dell'altro, la megalomania del primo è un riflesso del secondo, e la soggettività iniqua del regista diventa amissione di parzialità, ma anche di dedizione e amore. Vendetta e sentito omaggio si intrecciano, informando di (scomoda) sincerità l'unico tributo possibile. Fondamentale per accedere al mondo del regista.

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Mickes2 30/12/12 20:41 - 1672 commenti

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Documentario intimo, nostalgico, combattuto, nervoso, di profondo reciproco rispetto-odio-amicizia... poli opposti che si attraggono. Herzog racconta con palpabile sincerità il suo rapporto umano e lavorativo con Klaus Kinski, figura eccentrica, pazzoide, viscerale, partendo dai meandri dell’infanzia passando poi per i lavori più importanti e difficili (Aguirre e Fitzcarraldo su tutti) inframezzati da gustosi aneddoti e interessanti testimonianze di Eva Mattes e Claudia Cardinale. Bello il finale poetico, commovente.
MEMORABILE: Gli indios domandano a Herzog il permesso di uccidere Kinski; Lui risponde che per ora gli serve, ma sarebbe bastato un solo "sì" per l'esecuzione.

Jurgen77 20/03/13 13:26 - 629 commenti

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Bel documentario sul rapporto di amore/odio tra Kinski ed Herzog. Ci sono aneddoti e spezzoni di Kinski veramente interessanti (soprattuto alcune recite teatrali dello psicopatico Kinski e dettagli su Aguirre e Fitzcarraldo). Due "geni" che si compensano e che, malgrado le liti, hanno bisogno uno dell'altro...

Enzus79 1/04/13 11:12 - 3059 commenti

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Notevole documentario di Werner Herzog su uno degli attori più controversi d'Europa. Un rapporto, fra i due, di amore/odio, ma che ha portato a bellissime realizzazioni (Aguirre, Woyzeck, etc.). Testimonianza che a tratti può sembrare teccessiva ma che comunque raffigura al meglio il "buon" Klaus.

Minitina80 20/07/16 09:59 - 3106 commenti

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Herzog è stato il regista che più di tutti è riuscito a valorizzare le qualità attoriali di un personaggio controverso come Klaus Kinski. L’unico che è riuscito a incanalare la pazzia in pathos e verve rimasta impressa su pellicole pregevoli. Herzog conferisce al documentario un tono romantico, quasi a voler enfatizzare l’aura mistica che aleggiava sul loro tormentato rapporto, rivelando in realtà solo poche curiosità; il modo migliore per suggerire un altro piccolo mito alla storia del cinema.
MEMORABILE: I nativi che chiedono a Herzog di uccidere Kinski; Kinski che gioca con la farfalla con in sottofondo il commiato di Herzog.

Magi94 29/08/17 19:31 - 986 commenti

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Un documentario veramente gustoso su Klaus Kinski, ma Herzog visto il soggetto avrebbe potuto sforzarsi di più. Gli aneddoti, le riprese fuori scena, le soggettive nei luoghi dove Kinski ha vissuto e recitato sono meravigliosi, eppure viene indagato puramente il rapporto tra i due (a volte in modo un po' ripetitivo), mentre forse sarebbe stato interessante andare un po' più a fondo nella vita di Kinski o nei film di cui si parla. La follia dell'attore viene messa in luce con precisione, ma in quanto a megalomania Herzog non gli è da meno.

Hackett 10/09/17 14:12 - 1868 commenti

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Gustoso e sentito racconto del celebre regista tedesco, che ricorda in un mix di angoscia e nostalgia il suo tortuoso cammino professionale e personale con l'eclettico Klaus Kinski. Impreziosito da alcune scene prese dai set (purtroppo solo di un paio di film) e da interviste con attori e collaboratori, il documentario è un'interessante strumento per conoscere meglio uno dei più strani sodalizi della storia del cinema contemporaneo e per riscoprire il meglio di un regista coraggioso e mai banale.

Cotola 4/08/18 10:19 - 9310 commenti

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Bel documentario in cui Herzog ci dà la sua personale visione del suo grande amico-nemico Kinski cui era legato da un profondo rapporto di amore e odio. Lo si può accusare di eccedere un pochino nel mostrare le magagne di Kinski (tra l'altro risapute) e magari anche di parzialità ché manca il controcanto, ma non di insincerità (vedi le voci femminili) ed ipocrisia. Mi sembra anzi un sentito omaggio ad una persona, più volte rimpianta, che è stata sicuramente fondamentale nell'esistenza umana e professionale del regista. Molti i momenti emozionanti e che restano nella memoria.
MEMORABILE: Le note minacce di morte reciproche; Gli indios chiedono a Herzog se vogliono che gli uccidano Kinski; Kinski e la farfalla (da brividi).

Kami 22/02/24 18:16 - 105 commenti

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Bellissimo il titolo (in tedesco suona ancora meglio) di questo documentario, che non chiarisce però i motivi che hanno portato due persone agli antipodi tra loro a iniziare una pur travagliata collaborazione. Le parti più interessanti riguardano la conoscenza che Herzog fece di Kinski quando era ancora bambino (si capisce che fu attratto in modo impulsivo dalle sue stravaganze) e, per dir così, il dietro le quinte di Aguirre. Documentario consigliatissimo anche a chi vuole farsi semplicemente quattro risate: al regista tedesco lo humor non manca (e lo si capisce già dal titolo).
MEMORABILE: Kinski si presenta sul set di Aguirre munito delle attrezzature più costose e griffate, ma ha paura di tutto e va in albergo.
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  • Discussione Buiomega71 • 10/01/13 09:45
    Consigliere - 26630 interventi
    Trivex ebbe a dire:
    Agghiacciante rivelazione di una figlia di Kinsky alla stampa, su violenze subite:

    http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_10/altra-figlia-klaus-kinsky-violentava_12c89690-5af6-11e2-b99a-09ab2491ad91.shtml


    Notizie da prendere sempre con le pinze.

    Scusa Zender, ma non si era detto che la vita privata degli artisti (soprattutto in questi casi) e meglio lasciarla fuori dal sito?
    Ultima modifica: 10/01/13 14:45 da Buiomega71
  • Discussione Trivex • 11/01/13 09:42
    Portaborse - 1320 interventi
    Ma..va bene mi adeguo e cancello ma non sono d'accordo per niente.

    Si tratta di una notizia riportata da organi di stampa importanti e fa riflettere sulla personalità di un attore considerato un mito.
  • Discussione Zender • 11/01/13 09:51
    Capo scrivano - 48439 interventi
    Sì, ma non è questo il luogo, altrimenti ci mettiamo a ragionare sulle malefatte degli attori e ne troviamo mille, di cui magari pure molte false, dicerie ecc.
  • Discussione Pigro • 12/01/13 11:37
    Consigliere - 1688 interventi
    Sono d'accordo, ma paradossalmente il post di Trivex sarebbe perfetto se inserito in un altro film, e cioè in Kinski: il mio nemico più caro, che per l'appunto è il racconto di tutte le anomalie psichiche di Kinski (e, secondo me, di Herzog che fa un film per raccontarle). Quindi, se inserito in Nosferatu, il post rimanda all'ennesimo racconto sulla vita privata dell'attore (che non ci interessa), se invece lo inserissimo in Kinski diventerebbe una sorta di "integrazione" (passatemi il termine che, voglio sottolinearlo, è ironico) al documentario di Herzog, che non è altro che una serie di aneddoti e pettegolezzi: autorevoli finché si vuole, ma pur sempre gossip acido...
    Ultima modifica: 12/01/13 11:38 da Pigro
  • Discussione Rebis • 12/01/13 14:48
    Compilatore d’emergenza - 4441 interventi
    No, dai, Pigro, non è vero. Il doc di Herzog è un tentativo di traslare il loro rapporto ad una dimensione epica, uno scontro fra titani, tra Uomo (Herzog) e Natura (Kinski) a costo di mistificare i dati: è una dichiarazione di oggettività impossibile e quindi anche d'amore. E di odio, certo. La falsificazione e la manomissione delle fonti è una caratteristica della poetica di Herzog, per altro, che infatti non ha mai girato un vero e proprio documentario. Forse il film ha una funzione più elaborativa per l'autore che documentaria per lo spettatore, ma ridurlo a un mero pettegolezzo mi sembra eccessivo.
  • Discussione Pigro • 13/01/13 12:26
    Consigliere - 1688 interventi
    Mah, io sono rimasto molto sconcertato dalla visione di quel film, e ci ho trovato molta cattiveria da parte di Herzog nei confronti di Kinski (che non era un santo, ovvio, ma da qui a farci un film per dirne male...). Alla dimensione epica di cui parli manca proprio lo scontro fra titani: c'è solo Herzog, che infierisce con la sua versione, dopo aver aspettato che il suo "nemico più caro" fosse morto. È vero che non parlar male dei morti sa di lezioso buonismo, ma farlo sa di cattiveria e basta, visto che il morto non ti può rispondere. Quindi, ho trovato l'operazione di Herzog assolutamente squallida: non epica, ma pettegola. E che a fare pettegolezzo (ripeto: dopo la morte di quello di cui parli male) sia un grande regista non cambia, anzi forse peggiora, perché è un pettegolezzo maligno ma molto ben costruito e confezionato (e infatti - intelligenza del grande manipolatore mediatico - lui mette sì in evidenza i lati positivi di Kinski, ma guarda caso sono sempre riferiti a Herzog, del tipo "Kinski, grazie a me, è stato bravo").
    Detto questo, sono d'accordo con quel che dici alla fine: forse il film ha una funzione più elaborativa per l'autore che documentaria per lo spettatore. Infatti, sono anch'io convinto che si tratti di un tentativo di portare a compimento interiore un rapporto complesso. Ma questo, appunto, riguarda lui, non noi, e allora perché farci un film?
  • Discussione Rebis • 13/01/13 13:08
    Compilatore d’emergenza - 4441 interventi
    Mah, mi sembra un approccio molto parziale, perché è sicuramente vero che Herzog non ci risparmia le malignità e l'autocompiacimento, ma ci sono pure dichiarazioni commosse, sentite, sia da parte del regista che delle attrici (avrebbe potuto ometterle, e invece assumono un peso ancora più forte perché rivelano un altro punto di vista, un lato umano, gentile di Kinski che nel rapporto con Herzog non è riuscito – e forse non ha potuto - emergere). Nelle parole del regista si avverte sì la rabbia, il dispetto, ma anche il senso della perdita, della mancanza, e implicitamente riconosce che dopo la sua morte anche il suo cinema è cambiato, ha perso vitalità, ha smarrito il senso della sfida e del pericolo. E poi se davvero ci fosse solo malignità e pettegolezzo non avrebbe mai realizzato quel finale struggente, bellissimo in cui Kinski gioca con una farfalla davanti alla macchina da presa, manifestando una tenerezza e una delicatezza che toccano il cuore: è una resa per il regista che non può che limitarsi a filmare attonito il prodigio della natura.

    Zender che ne dici di spostare questo interessante confronto con Pigro nel salotto di Kinski, il mio nemico più caro? Sono certo che ci sentiremo più a nostro agio :)
    Ultima modifica: 13/01/13 16:10 da Rebis
  • Discussione Herrkinski • 14/01/13 01:48
    Consigliere avanzato - 2654 interventi
    Totalmente d'accordo con l'ultimo intervento di Rebis! Oltretutto leggendo sia l'autobiografia di Kinski che vedendo il documentario, si capisce bene che i ripetuti attacchi verbali "a distanza" tra i due erano frutto di una montatura, un divertimento alle spalle del pubblico per alimentare questo mito dell'odio sfrenato che correva tra loro.
  • Discussione Pigro • 14/01/13 11:14
    Consigliere - 1688 interventi
    Ho visto questo documentario una sola volta, e quindi mi rimane addosso quella prima impressione. Ho riletto ora il mio commento, e vedo che è proprio quel che scrivevo nel post precedente. Scrivevo che il film "è la personalissima sublimazione di un rapporto irrisolto", che è poi, in altre parole, quel che scrive Rebis. Ma, detto questo, non mi va giù il fatto che Herzog non manchi un momento per rimarcare la follia di Kinski facendo passare le sue tremende frecciate come se fossero complimenti. Mi ha ricordato (scusate se cambio àmbito espressivo) quel che ha fatto Walter Siti curando l'opera omnia di Pasolini in 10 volumi per Mondadori: ne ha fatto un monumento, ma nelle note e nei suoi commenti senti sempre un tono acidulo (e di pettegolezzo intellettuale) che punta a sminuire ciò che mostra di esaltare. Né Siti né Herzog massacrano i loro oggetti (anzi, non possono non mostrare la loro grandezza), ma fanno in modo di mettere a segno ogni tanto puntine velenose per ridurre quegli oggetti, e quindi esaltare sé stessi: Siti dimostra di essere bravissimo e acutissimo (e intanto risolve il suo annoso problema personale con Pasolini, esorcizzandolo pubblicamente in questo modo), e Herzog dimostra di essere stato bravissimo e indulgentissimo (e intanto risolve il suo annoso problema personale con Kinski, esorcizzandolo pubblicamente in questo modo). Entrambi dopo la morte dei rispettivi oggetti. Quando costoro non possono più rispondere. Ma allora, se hai da ridire qualcosa di qualcuno, o lo dici in vita, oppure lo dici in altro modo, oppure - se non è proprio necessario - stai zitto. Che è quello che Herzog avrebbe fatto bene a fare, perlomeno in quei punti (ovviamente si parla non di tutto il film, ma solo di alcuni punti) in cui si pavoneggia per la sua superiore intelligenza di fronte a quel mentecatto di attore psicopatico che si è ritrovato tra le mani.
  • Discussione Rebis • 14/01/13 15:06
    Compilatore d’emergenza - 4441 interventi
    Non sono d'accordo. A parte il fatto che termini quali “quel mentecatto di attore psicopatico che si è ritrovato tra le mani” sono tue e non sue – ma va bene, perché si sono detti anche di peggio e tanto apposto non lo sono (stati) né l’uno né l’altro - non conosco l'intervento di Siti su Pasolini, e quindi mi astengo da confronti diretti tra le due cose, ma da quello che dici mi sembrano due operazioni molto diverse. Quello di Herzog non è né un approccio critico né divulgativo. Per me rimane un tentativo di eternare il loro rapporto fatto di minacce, scaramucce, abbracci, dispetti, gelosie, un gioco del quale erano entrambi complici e responsabili, dal quale entrambi ricavavano divertimento e rabbia, energia e paura, cosa che emerge nettissima - proprio come dice Herrkinski - quando si parla della biografia: si davano consigli per l'uso dei termini più spregiativi e umilianti da riversarsi addosso, proprio per fomentare questo mito nel pubblico. Insomma ne è uscita una biografia a due mani, e anche questo doc lo è in fondo. Un po' un gioco, un po’ un dispetto tra ragazzacci, il sintomo di una dipendenza reciproca, uno scontro fra titani, va bene, ma insomma la loro relazione rimane una cosa talmente unica, particolare, rivelatrice - per l'uno e per l'altro - che meritava assolutamente un falso herzoghiano. Non penso che da fuori possiamo davvero giudicarne l’opportunità, il rigore o la verosimiglianza (cosa che invece mi sembra inevitabile nel versus Siti-Pasolini): possiamo reputarlo divertente o noioso, interessante o inutile, ma non offensivo. Anche perché davvero le offese sono state reciproche come atti d’amore. Herzog ci offre solo l’opportunità di sbirciare nella loro intimità: se questo si traduce in un giudizio morale da parte nostra non è certo un suo (anzi, loro) problema. Herzog si pavoneggia, Kinski si pavoneggia; Herzog lo insulta, Kinski lo insulta. Herzog gira il documentario su di loro, e Kinski lo smentisce clamorosamente nella sequenza finale (pur morto…). Mi sembra un atto estremo di onestà.