Vai alla scheda Sei nel forum Discussioni di

Discussioni su Kinski: il mio nemico più caro - Documentario (1999)

DISCUSSIONE GENERALE

14 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Blutarsky • 7/04/10 18:48
    Magazziniere - 339 interventi
    x Zender

    nel mio commento correggeresti "trupe" con "Troupe", devo aver sbagliato a digitare.
    Thanks!
  • Zender • 7/04/10 19:05
    Capo scrivano - 49182 interventi
    naturale. Ho anche aggiunto i link che la mia vista sfocata evidentemente mi aveva impedito di vedere.
  • Fabbiu • 15/04/11 11:15
    Archivista in seconda - 662 interventi
    Stracult dedica uno speciale a Kinski intervistando i registi italiani che hanno dovuto lavorare con lui, l'intento (cioè quello di rendere nota la famosa pazzia dell'attore) a mio parere funziona di piu nella trasmissione televisiva che in questo "film" di Herzog, dove vuole mettere in scena il sentimentalismo che legava i due, ma questo intento rimane sempre e comunque in secondo piano apparendo quasi solo un pretesto, o comunque una motivazione tra le tante per parlare ancora dell'attore tedesco
  • Pigro • 15/04/11 12:03
    Consigliere - 1712 interventi
    Ma più che il sentimentalismo che legava Herzog e Kinski, mi sembra che questo film mostri l'ego smisurato e pettegolo di Herzog, che fa un film per far vedere a tutti come Kinski fosse un pazzo pericoloso e lui un povero santo che lo ha reso famoso.
    Secondo me, come ho detto nel mio commento, il vero pazzo è Herzog, se ha dovuto fare un film per distruggere umanamente la persona grazie alla quale è diventato quel regista che è...
    Mi ha fatto davvero una pessima impressione, di una persona meschina e vendicativa, talmente spietata da riuscire a costruire tutto il film con sottili tecniche di persuasione in una vera e propria auto-agiografia.
  • Buiomega71 • 10/01/13 09:45
    Consigliere - 27323 interventi
    Trivex ebbe a dire:
    Agghiacciante rivelazione di una figlia di Kinsky alla stampa, su violenze subite:

    http://www.corriere.it/cronache/13_gennaio_10/altra-figlia-klaus-kinsky-violentava_12c89690-5af6-11e2-b99a-09ab2491ad91.shtml


    Notizie da prendere sempre con le pinze.

    Scusa Zender, ma non si era detto che la vita privata degli artisti (soprattutto in questi casi) e meglio lasciarla fuori dal sito?
    Ultima modifica: 10/01/13 14:45 da Buiomega71
  • Trivex • 11/01/13 09:42
    Portaborse - 1329 interventi
    Ma..va bene mi adeguo e cancello ma non sono d'accordo per niente.

    Si tratta di una notizia riportata da organi di stampa importanti e fa riflettere sulla personalità di un attore considerato un mito.
  • Zender • 11/01/13 09:51
    Capo scrivano - 49182 interventi
    Sì, ma non è questo il luogo, altrimenti ci mettiamo a ragionare sulle malefatte degli attori e ne troviamo mille, di cui magari pure molte false, dicerie ecc.
  • Pigro • 12/01/13 11:37
    Consigliere - 1712 interventi
    Sono d'accordo, ma paradossalmente il post di Trivex sarebbe perfetto se inserito in un altro film, e cioè in Kinski: il mio nemico più caro, che per l'appunto è il racconto di tutte le anomalie psichiche di Kinski (e, secondo me, di Herzog che fa un film per raccontarle). Quindi, se inserito in Nosferatu, il post rimanda all'ennesimo racconto sulla vita privata dell'attore (che non ci interessa), se invece lo inserissimo in Kinski diventerebbe una sorta di "integrazione" (passatemi il termine che, voglio sottolinearlo, è ironico) al documentario di Herzog, che non è altro che una serie di aneddoti e pettegolezzi: autorevoli finché si vuole, ma pur sempre gossip acido...
    Ultima modifica: 12/01/13 11:38 da Pigro
  • Rebis • 12/01/13 14:48
    Compilatore d’emergenza - 4448 interventi
    No, dai, Pigro, non è vero. Il doc di Herzog è un tentativo di traslare il loro rapporto ad una dimensione epica, uno scontro fra titani, tra Uomo (Herzog) e Natura (Kinski) a costo di mistificare i dati: è una dichiarazione di oggettività impossibile e quindi anche d'amore. E di odio, certo. La falsificazione e la manomissione delle fonti è una caratteristica della poetica di Herzog, per altro, che infatti non ha mai girato un vero e proprio documentario. Forse il film ha una funzione più elaborativa per l'autore che documentaria per lo spettatore, ma ridurlo a un mero pettegolezzo mi sembra eccessivo.
  • Pigro • 13/01/13 12:26
    Consigliere - 1712 interventi
    Mah, io sono rimasto molto sconcertato dalla visione di quel film, e ci ho trovato molta cattiveria da parte di Herzog nei confronti di Kinski (che non era un santo, ovvio, ma da qui a farci un film per dirne male...). Alla dimensione epica di cui parli manca proprio lo scontro fra titani: c'è solo Herzog, che infierisce con la sua versione, dopo aver aspettato che il suo "nemico più caro" fosse morto. È vero che non parlar male dei morti sa di lezioso buonismo, ma farlo sa di cattiveria e basta, visto che il morto non ti può rispondere. Quindi, ho trovato l'operazione di Herzog assolutamente squallida: non epica, ma pettegola. E che a fare pettegolezzo (ripeto: dopo la morte di quello di cui parli male) sia un grande regista non cambia, anzi forse peggiora, perché è un pettegolezzo maligno ma molto ben costruito e confezionato (e infatti - intelligenza del grande manipolatore mediatico - lui mette sì in evidenza i lati positivi di Kinski, ma guarda caso sono sempre riferiti a Herzog, del tipo "Kinski, grazie a me, è stato bravo").
    Detto questo, sono d'accordo con quel che dici alla fine: forse il film ha una funzione più elaborativa per l'autore che documentaria per lo spettatore. Infatti, sono anch'io convinto che si tratti di un tentativo di portare a compimento interiore un rapporto complesso. Ma questo, appunto, riguarda lui, non noi, e allora perché farci un film?
  • Rebis • 13/01/13 13:08
    Compilatore d’emergenza - 4448 interventi
    Mah, mi sembra un approccio molto parziale, perché è sicuramente vero che Herzog non ci risparmia le malignità e l'autocompiacimento, ma ci sono pure dichiarazioni commosse, sentite, sia da parte del regista che delle attrici (avrebbe potuto ometterle, e invece assumono un peso ancora più forte perché rivelano un altro punto di vista, un lato umano, gentile di Kinski che nel rapporto con Herzog non è riuscito – e forse non ha potuto - emergere). Nelle parole del regista si avverte sì la rabbia, il dispetto, ma anche il senso della perdita, della mancanza, e implicitamente riconosce che dopo la sua morte anche il suo cinema è cambiato, ha perso vitalità, ha smarrito il senso della sfida e del pericolo. E poi se davvero ci fosse solo malignità e pettegolezzo non avrebbe mai realizzato quel finale struggente, bellissimo in cui Kinski gioca con una farfalla davanti alla macchina da presa, manifestando una tenerezza e una delicatezza che toccano il cuore: è una resa per il regista che non può che limitarsi a filmare attonito il prodigio della natura.

    Zender che ne dici di spostare questo interessante confronto con Pigro nel salotto di Kinski, il mio nemico più caro? Sono certo che ci sentiremo più a nostro agio :)
    Ultima modifica: 13/01/13 16:10 da Rebis
  • Herrkinski • 14/01/13 01:48
    Consigliere avanzato - 2664 interventi
    Totalmente d'accordo con l'ultimo intervento di Rebis! Oltretutto leggendo sia l'autobiografia di Kinski che vedendo il documentario, si capisce bene che i ripetuti attacchi verbali "a distanza" tra i due erano frutto di una montatura, un divertimento alle spalle del pubblico per alimentare questo mito dell'odio sfrenato che correva tra loro.
  • Pigro • 14/01/13 11:14
    Consigliere - 1712 interventi
    Ho visto questo documentario una sola volta, e quindi mi rimane addosso quella prima impressione. Ho riletto ora il mio commento, e vedo che è proprio quel che scrivevo nel post precedente. Scrivevo che il film "è la personalissima sublimazione di un rapporto irrisolto", che è poi, in altre parole, quel che scrive Rebis. Ma, detto questo, non mi va giù il fatto che Herzog non manchi un momento per rimarcare la follia di Kinski facendo passare le sue tremende frecciate come se fossero complimenti. Mi ha ricordato (scusate se cambio àmbito espressivo) quel che ha fatto Walter Siti curando l'opera omnia di Pasolini in 10 volumi per Mondadori: ne ha fatto un monumento, ma nelle note e nei suoi commenti senti sempre un tono acidulo (e di pettegolezzo intellettuale) che punta a sminuire ciò che mostra di esaltare. Né Siti né Herzog massacrano i loro oggetti (anzi, non possono non mostrare la loro grandezza), ma fanno in modo di mettere a segno ogni tanto puntine velenose per ridurre quegli oggetti, e quindi esaltare sé stessi: Siti dimostra di essere bravissimo e acutissimo (e intanto risolve il suo annoso problema personale con Pasolini, esorcizzandolo pubblicamente in questo modo), e Herzog dimostra di essere stato bravissimo e indulgentissimo (e intanto risolve il suo annoso problema personale con Kinski, esorcizzandolo pubblicamente in questo modo). Entrambi dopo la morte dei rispettivi oggetti. Quando costoro non possono più rispondere. Ma allora, se hai da ridire qualcosa di qualcuno, o lo dici in vita, oppure lo dici in altro modo, oppure - se non è proprio necessario - stai zitto. Che è quello che Herzog avrebbe fatto bene a fare, perlomeno in quei punti (ovviamente si parla non di tutto il film, ma solo di alcuni punti) in cui si pavoneggia per la sua superiore intelligenza di fronte a quel mentecatto di attore psicopatico che si è ritrovato tra le mani.
  • Rebis • 14/01/13 15:06
    Compilatore d’emergenza - 4448 interventi
    Non sono d'accordo. A parte il fatto che termini quali “quel mentecatto di attore psicopatico che si è ritrovato tra le mani” sono tue e non sue – ma va bene, perché si sono detti anche di peggio e tanto apposto non lo sono (stati) né l’uno né l’altro - non conosco l'intervento di Siti su Pasolini, e quindi mi astengo da confronti diretti tra le due cose, ma da quello che dici mi sembrano due operazioni molto diverse. Quello di Herzog non è né un approccio critico né divulgativo. Per me rimane un tentativo di eternare il loro rapporto fatto di minacce, scaramucce, abbracci, dispetti, gelosie, un gioco del quale erano entrambi complici e responsabili, dal quale entrambi ricavavano divertimento e rabbia, energia e paura, cosa che emerge nettissima - proprio come dice Herrkinski - quando si parla della biografia: si davano consigli per l'uso dei termini più spregiativi e umilianti da riversarsi addosso, proprio per fomentare questo mito nel pubblico. Insomma ne è uscita una biografia a due mani, e anche questo doc lo è in fondo. Un po' un gioco, un po’ un dispetto tra ragazzacci, il sintomo di una dipendenza reciproca, uno scontro fra titani, va bene, ma insomma la loro relazione rimane una cosa talmente unica, particolare, rivelatrice - per l'uno e per l'altro - che meritava assolutamente un falso herzoghiano. Non penso che da fuori possiamo davvero giudicarne l’opportunità, il rigore o la verosimiglianza (cosa che invece mi sembra inevitabile nel versus Siti-Pasolini): possiamo reputarlo divertente o noioso, interessante o inutile, ma non offensivo. Anche perché davvero le offese sono state reciproche come atti d’amore. Herzog ci offre solo l’opportunità di sbirciare nella loro intimità: se questo si traduce in un giudizio morale da parte nostra non è certo un suo (anzi, loro) problema. Herzog si pavoneggia, Kinski si pavoneggia; Herzog lo insulta, Kinski lo insulta. Herzog gira il documentario su di loro, e Kinski lo smentisce clamorosamente nella sequenza finale (pur morto…). Mi sembra un atto estremo di onestà.