Stavolta il cane glielo lasciano vivo, la macchina se la riprende e i problemi vengono da un patto stretto con la Camorra; quella italiana proprio, che infatti ha la faccia del nostro Riccardo Scamarcio. E' lui Santino D'Antonio, vecchia conoscenza di Wick che gli fa ricordare di come gli impegni presi in passato (specie se firmati col sangue) vadano rispettati, pensione o non pensione: per farsi restituire un favore Santino chiede così a John di andare a Roma e uccidergli la sorella (Gerini), alla quale il criminale vuole subentrare come nuovo capo dei capi camorristi. John non vorrebbe, ha già seppellito tutte le armi sotto il pavimento, ma capisce presto (gli fan saltare in aria la casa) che a...Leggi tutto quell'ordine non può sottrarsi. Ecco allora la trasferta nella Capitale - ripresa nei suoi scorci più ovvi - con qualche innesto di attori italiani: oltre ai due fratelli camorristi, più in secondo piano si rivede anche l'internazionale Franco Nero. Si recuperano dal primo capitolo l'idea della catena d'alberghi di lusso Continental in cui è vietato sparare e dove il direttore (McShane) "è sempre in sede", quella della matita come arma letale (con felici esiti splatter) e naturalmente la figura stessa dell'inammazzabile John Wick, che parla il meno possibile ma in qualsiasi lingua (pure quella dei sordomuti), lotta, spara e fa secchi grappoli di avversari lanciati in massa contro di lui e armati fino ai denti. Il regista Chad Stahelski punta moltissimo sulla confezione estetizzante, a cominciare dalla fotografia per arrivare alla scelta degli interni: da quelli dei sotterranei in cui avviene l'incontro tra Reeves e la Gerini a quelli dell'albergo in cui si svolge il finale tra specchi, riflessi e porte automatiche. La ricercatezza, la raffinatezza nella messa in scena cozza con la rozza semplicità della trama originando un contrasto piacevole, che di tanto in tanto la qualità di alcuni scambi o la bravura degli attori (McShane su tutti) rende più evidente. Un po' troppi i corpo a corpo interminabili che banalizzano il tutto, non sempre azzeccate le scelte del cast (per quanto diverta ritrovare Scamarcio in un ruolo così), ma la profonda rilassatezza del protagonista, che si armonizza con la sfarzosa scenografia di ambienti che comunicano spesso una ieraticità caratterizzante, conferma la bontà di una formula sufficientemente vincente da garantire un numero 3.
Un seguito abbondantemente preannunciato in cui, dopo un abbozzo iniziale di trama, si assiste a un'infinita fuga del protagonista che spara e uccide qualsiasi cosa lo minacci. Tendenzialmente monotematico con un Reeves in forma, uno Scamarcio improponibile e una Gerini matrona stile Gomorra. Il ritmo è elevato, conseguentemente, per una serata priva di ragionamenti.
Come tutti i secondi capitoli di questo genere di film, perdendo la novità del personaggio si perde almeno il 50% di interesse. E siccome anche questo secondo capitolo è solo una sfilza interminabile di combattimenti e ammazzamenti (a dire il vero senza nemmeno molta fantasia) senza una concreta sceneggiatura, ecco come un action diventa una vera e propria tortura per gli occhi (e le orecchie). Gli unici momenti di interesse sono quelli con la presenza di McShane al quale, veramente, basta soltanto uno sguardo. Scamarcio ridicolo involontario.
MEMORABILE: Tutte le scene in cui compare Winston/McShane.
John Wick è costretto a tornare in azione quando un potente boss mafioso lo informa che per estinguere un debito deve uccidere la di lui sorella. Il secondo capitolo segue più o meno lo stesso canovaccio del primo: azione a più non posso, stemperata saltuariamente da un pizzico di ironia. Ottimamente coreografate le scene di lotta, il ritmo non cala praticamente mai e il divertimento si mantiene su livelli altissimi. Cast di tutto rispetto, con un redivivo Reeves e uno Scamarcio davvero efficace come villain (ma la dizione è rivedibile).
Rispetto al precedente, qui persino il protagonista inizia ad essere in linea con ciò che lo circonda e travolge (o almeno, che tenta di travolgerlo, visto che marca male per chiunque; gli basta infatti una matita per fare un macello). Ovviamente, risulta "credibile" quanto la vicenda in sè e il pazzesco sviluppo. Ma si impara ad apprezzare la sua capacità sovrumana di incassare mazzate che abbatterebbero un rinoceronte e di rispondere al fuoco, ammucchiando cadaveri e feriti gravi (questi, per "cortesia" professionale). Il ritmo e gli scontri sono davvero tutto; e il risultato non è male.
MEMORABILE: La preparazione; "Ti finirò alla svelta". "Grazie, cercherò di fare la stessa cosa"; "Tu hai occhi che chiedono spiccioli a ogni angolo della città".
Sequel che porta all'estremo l'azione già esagitata e senza sosta del primo capitolo. Con toni quasi grotteschi il protagonista fa fuori decine e decine di nemici in sequenze di sparatorie e combattimenti curatissime e divertenti e in fondo il giochino è tutto qui, insieme alla gustosa costruzione di un sottobosco di killer e criminali con le sue regole e gerarchie. Reeves in parte, Gerini affascinante, Fishburne e Nero camei di lusso, Scamarcio invece improponibile. A patto di accettarne lo stile ci si può davvero divertire.
Divertente come il primo e come nel primo sembra di essere davanti a un videogame in cui il nostro protagonista fa fuori una quantità indescrivibile di nemici con calci, fucili e... matite. Rispetto al numero uno viene spiegata meglio la storia che sta dietro agli alberghi "Continental" a e tutta l'organizzazione segreta degli assassini. Scamarcio nella parte del mafioso non se la cava affatto male, così come la Gerini. Bellissimi i colori e la fotografia. Ritmo frenetico dall'inizio alla fine che non deluderà gli appassionati del genere.
MEMORABILE: L'incontro tra John Wick e Bowey King (Keanu Reeves e Laurence Fishburne) che parlano di un loro precedente incontro citando così Matrix.
Il manifesto è emblematico: John Wick contro tutti, come vuole una regola aurea dell'action spinto. Però oltre a dargli una pistola in mano e dirgli di non demordere mai, altro non hanno fatto. I dialoghi e le ambientazioni sono banali. Le lotte coreografate allo stesso modo, anche perché ti tocca riempire quasi due ore e rinunci a qualsiasi variazione sul tema o personaggio ironico. Gli attori purtroppo non lievitano, fatta eccezione per il protagonista, Mcshane e Fishburne. Gerini qualcosa, Scamarcio buttato via. Proprio concepito male.
Vendicato il primo cane e recuperata l'auto, il letale sicario vorrebbe tornare a fare il baby-pensionato ma ci sono debiti da onorare... Se il primo capitolo, grazie alla linearità narrativa e a certe trovate curiose, era risultato più gradevole del previsto, questo sequel toppa risultando una lunga e noiosa compilation di inseguimenti, sparatorie e scontri fisici con un protagonista infrangibile. Come spesso accade negli action USA, le sequenze ambientate in Italia risultano fasulle al limite dell'imbarazzo ed anche gli attori nostrani non brillano. Da salvare McShane e pochissimo altro.
John dopo aver vendicato il cane cerca l'amata Mustang e già questi primi 10 minuti sarebbero sufficienti per decantar le doti del nostro; se non fosse che arrivano Santino e un vecchio pegno... Questo secondo capitolo è un'iperbole di violenza, un incensamento senza soluzione di continuità di Wick che finisce per demolire i personaggi di contorno relegati a meri punchball. Gerini e Scamarcio tanto affascinanti quanto poco incisivi, l'unico in forma è McShane. Buone le musiche, ma 120 minuti sono davvero un'eternità.
MEMORABILE: L'infrastruttura alla base del sottomondo.
Iconico nel primo capitolo, prigioniero della routine nel secondo. John Wick ex sicario richiamato gioco forza in servizio, semina cadaveri come se piovesse ma la minima plausibilità della prima parte è assente in questa occasione che rappresenta sostanzialmente una sequela di sparatorie e combattimenti di vario genere, ben realizzati ma terribilmente routinari. Reeves fa ciò che può ma non basta a rivitalizzare un film che vede anche la dimenticabile performance di attori italiani. Mediocre.
Dopo uno scoppiettante inizio - che riprende le redini del primo capitolo - John viene "obbligato" a spostarsi in Italia. La location pare non proprio adatta alle scorribande del nostro (personaggio che pretende di essere più serio di quanto il pubblico creda), qui anche sottoposto a troppi sbalzi temporali. Oltre alla non più tanto "ficcante" colonna sonora di Tyler Bates, anche la fotografia - orfana di Jonathan Sela (in forza a David Leitch per Atomica bionda) - pare aver perso smalto. Per non parlare dei più che deboli antagonisti: i fratelli "camorristi" Gerini e Scamarcio.
MEMORABILE: In fuga dai taxi; Dal libraio, dal sarto, dal sommelier; Il barbone e un cameo speciale; Spari nella fontana; La lotta in metro; Un omaggio a 007?
Secondo capitolo piuttosto ripetitivo, che non aggiunge nulla di nuovo rispetto al primo. John Wick è un personaggio sovrumano, che quando spara e uccide pare essere immerso in un videogioco piuttosto che nella vita reale. A parte questo non c'è molto, causa una sceneggiatura risicata e dialoghi poco interessanti. Certo, chi ama l'action può guardarselo, ma non si va oltre la sufficienza.
Inferiore - e non poco - sequel di un film che pur restando nell'ambito dell'action si era distinto quantomeno per lo spunto originale (vendicare la morte di un cane). Qui invece siamo alle prese con trite questioni di mafia, ovviamente rappresentata da un italiano (Scamarcio), che si concretizzano in un'infinita serie di corpo a corpo e scontri a fuoco. Il tutto si risolleva nel finale, che è direttamente collegato al terzo e più interessante capitolo. Affascinante il personaggio interpretato da Lance Reddick, anonimo invece quello della Gerini, nonostante l'epica uscita di scena.
Gli elementi per imbastire un secondo capitolo c'erano tutti, ed ecco che John Wick viene richiamato dalla camorra per saldare un pegno firmato con il sangue. Immancabile l'adrenalina che scorre a fiumi e, a impreziosire ulteriormente l'opera, abbiamo un cast ricchissimo di attori italiani. Sparatorie e inseguimenti mozzafiato sono tutti in nome di quella sete di vendetta di cui è impregnato ogni singolo millimetro della pellicola. Gli effetti speciali sono soddisfacenti e un plauso è da fare al lavoro degli stuntman, impegnati in acrobazie esaltanti e pericolose.
Action analogico, meno legato all'intreccio e più alla risoluzione tecnica dei combattimenti, ridondanti (quasi tutte le scene in cui la mdp a mano non lascia fuori campo nulla). Grandissima prova fisica, un'altra volta, di Reeves; la frase a effetto è pronunciata ogni due minuti e tutto ricerca tale effetto; il film scorre lento quando l'azione è inarrestabile, veloce quando finalmente si ferma per lasciare spazio alla scoperta delle diverse bande criminali e ai legami fra la guerra feroce e le regole del Continental; miscuglio fra videogioco e mafia. Azzardato.
Costretto dal super-boss Riccardo Scamarcio (sigh), che gli fa saltare la casa, il killer John Wick parte per Roma per uccidere Claudia Gerini (in un ruolo più convincente e di potere, rispetto a quello di quello di Monica Bellucci in Spectre). Visto che il primo film ha funzionato, Keanu Reeves rincara la dose della ultra-violenza e dell'auto-ironia aprendo le porte a vecchi amici da Matrix, come Laurence Fishburne, e rendendo più pericolosi i personaggi del Continental Hotel. Buono il doppio scontro fra Reeves e Common, brillante la comparsata di Franco Nero.
MEMORABILE: Il nuovo cane di John Wick, accudito dal maître del Continental Hotel; Il finale a sorpresa che apre un cliffhanger con il terzo film.
Continuano le vendicative e coreografiche ecatombi del "Baba Yaga" ammazza-mafiosi, immischiato in complotti fraterni fra camorristi (buona prestazione di Scamarcio nei panni del villain) e impegnato prima a seminare di cadaveri mezza Roma (compresa la Gerini), poi a sterminare bounty killer nella Grande Mela. Fumettone ironico e dal ritmo ineccepibile, spassoso e senza pretese, fra le consuete frenesie stordenti all'azione e la violenza ipertrofica (si alza il livello di sangue rispetto al primo capitolo). Sequel avvincente, sebbene privo, per ovvie ragioni, dell'elemento novità.
MEMORABILE: La casa di John salta in aria; Cameo di Franco Nero; La morte stoica della Gerini; Il cacciatore di taglie obeso duro a morire; I barboni organizzati.
Pace significa continuar la guerra con altri mezzi: perché non il contrario? Ed è così che Ponzio Silato torna a lavarsene le mani. Col sangue. Per non voler la guerra, ne scatena un'altra con chi gliela commissiona. E giù botte, botti, tutto che diventa arma impropria, celebrazione della demolizione corporea. Scongiurato anche il perseverare nei casus belli primevi, il sequel fa ammenda per il capostipite, dal quale impara a far di meglio, e ara il campo al threequel. Certo, quanto a dargli credito c'è da aprirgli un mutuo, ma bello poter esclamare "beh, chi l'avrebbe mai detto!".
Secondo capitolo: per un pegno con un boss della camorra John Wick ritorna, controvoglia, al suo ex lavoro. Adrenalinico, intrattiene più del dovuto, con una storia tutt'altro che banale, seppur non sia niente di eccezionale. Regia efficace: i combattimenti sono superlativi (su tutti quello sulle scale). Keanu Reeves sembra a suo agio nel ruolo. Discreta la colonna sonora.
Il secondo capitolo vede come protagonista un intramontabile Keanu Reeves nei soliti panni dell'uomo nero, inafferrabile e ineffabile, con il suo sguardo imperturbabile e sempre cupo, che ha segnato la seconda fase della carriera dell'attore amato da tutti. Rispetto agli action commerciali americani medi, questo film è di gran lunga superiore, sia per le scene ottimamente girate e coordinate da Stahelski sia per la fotografia e il montaggio di ottima qualità, nonostante comunque la sceneggiatura sia molto forzata e priva di spunti indimenticabili, ma tant'é. Godibile, dopotutto.
Intanto ci si cosparge doverosamente il capo di cinematografica cenere per l'errore di aver preso la parte per il tutto e si dà a Stahelski quel che di Stahelski è. Ripartendo dal (poco di) buono del capitolo iniziale (l'hotel di confine e una sorta di ottuso romanticismo dell'eroe), infatti, l'ex stuntman prende a costruire un inquietante universo parallelo tra Suburra mafiosa, mondo di sopra canagliesco, Underworld di paria e codice d'onore samuraiesco, regalando un indimenticabile sessione romana (in cui trionfa una matronale Gerini) e facendosi voler bene con l'omaggio a Buster.
MEMORABILE: La grande prova di Ian McShane/Winston; L'assassinio di Scamarcio/D'Antonio nella "sacralità del Continental.
La cosa più interessante del wickismo è l'universo parallelo di criminali che (sembra) controllino il mondo dai loro inviolabili hotel e le loro regole ferree. E infatti McShane gran maestro del Continental è il personaggio più interessante della saga. C'è anche un certo maestoso gusto scenografico nell'imbandire i set (ad esempio la parte a Roma è rimarcabile). Purtroppo ad affossare il tutto sono i lunghissimi, tediosi massacri di Mr Wick che in maniera monocorde, in stile videogioco, sparatutto abbatte decine di nemici, invulnerabile come neanche Neo era. Fumettistico.
MEMORABILE: Stormare mafioso russo; Scamarcio col bazooka; Il suicidio della Gerini da vera matrona romana; Il killer lottatore di sumo; McShane nel parco.
Il secondo capitolo della saga può essere definito, senza troppa difficoltà, il peggiore di tutta la serie. Se il primo capitolo presentava una trama basica ma comunque efficace, qui ci si limita a scene action spesso ambientate in luoghi chiusi (tipo la sala a specchi) e accompagnate da roboanti musiche di sottofondo e contrasti di colori (comunque ben realizzati). L'ambientazione italiana è molto poco sfruttata come d'altronde il cast, pieno di personaggi poco incisivi che non vanno oltre alla comparsata (la Gerini e Nero). Male Scamarcio.
Il secondo capitolo, come da tradizione, deve essere più grande, di più. E questo lo è, nel bene e nel male. Però John Wick non è il solito sparatutti indistruttibile, o meglio non è solo questo. E' ironia, è ambientazioni raffinate, con luci e musiche cool, è coreografie strepitose, è cattivi con i fiocchi. Regia e montaggio senza sbavature. Ma, soprattutto, interpretazioni di livello, con Fishburne, Reddik e soprattutto McShane sugli scudi. Sentita la prova della Gerini, al contrario di quella di Scamarcio. Da guardare in attesa del numero tre.
MEMORABILE: Il cane, adulto.
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DiscussioneZender • 18/03/17 17:19 Capo scrivano - 48681 interventi
Ma quindi il cane ammazzato non c'entra più niente stavolta, Digital? Se l'è messa via?
Zender ebbe a dire: Ma quindi il cane ammazzato non c'entra più niente stavolta, Digital? Se l'è messa via? No, stavolta il pretesto è appunto il pegno che deve pagare al boss malavitoso (almeno, io ho capito così).
DiscussioneZender • 19/03/17 09:31 Capo scrivano - 48681 interventi
Zender ebbe a dire: Un po' meno ridicolo se non altro :) Grazie.
Comunque per spezzare una lancia a favore di Wick, tutto il putiferio del primo capitolo è sia per il cane sia per la Mustang.
Il cane come ultimo regalo dell'amata prima di spirare, la Mustang:
SPOILER
perché nel vano porta oggetti c'è la lettera che accompagnava il dono del beagle Daisy.
DiscussioneDaniela • 17/07/17 16:43 Gran Burattinaio - 5946 interventi
Redeyes, mi unisco allo spezzamento della lancia per Wick primo capitolo.
Dato che serviva un pretesto per far tornare in campo il pensionato fresco vedovo inconsolabile, cane e auto avevano almeno una valenza affettiva legata al ricordo della moglie morta.
Invece nel secondo capitolo, con macchina recuperata e nuovo cane, il pretesto è Scamarcio che si presenta alla porta ed esige da Wick il pagamento di un debito, con tutta la serie di conseguenze se non ottempera perché c'è il codice d'onore dei killer che lo impone.
Ora, è vero che Scamarcio qui recita in maniera tremenda (verrebbe da dire il classico "come un cane"), ma questa faccenda delle regole da rispettare è un gran menata - anche se Ian McShane è tanto suadente quando ne parla.
Personalmente, sono maggiormente disposta a fare il tifo per chi fa una strage (cinematografica) di fetenti se gli ammazzano il cane, piuttosto di chi ne ammazza sempre a decine, ma per onorare un impegno di tipo lavorativo.
Daniela ebbe a dire: Invece nel secondo capitolo, con macchina recuperata e nuovo cane, il pretesto è Scamarcio che si presenta alla porta ed esige da Wick il pagamento di un debito, con tutta la serie di conseguenze se non ottempera perché c'è il codice d'onore dei killer che lo impone.
Ora, è vero che Scamarcio qui recita in maniera tremenda (verrebbe da dire il classico "come un cane"), ma questa faccenda delle regole da rispettare è un gran menata - anche se Ian McShane è tanto suadente quando ne parla.
Personalmente, sono maggiormente disposta a fare il tifo per chi fa una strage (cinematografica) di fetenti se gli ammazzano il cane, piuttosto di chi ne ammazza sempre a decine, ma per onorare un impegno di tipo lavorativo.
Onestamente, e lo verificherai dal commento in uscita mio, concordo sull'aspetto tifo, seppur dissento sulle regole del killer, che mi sembrano l'unico elemento gradevole del secondo capitolo insieme al buon McShane.
Scamarcio in effetti non mi piace per niente a cominciare da un doppiaggio forzato e poco efficace.
La sexy Gerini di pari passo suona farlocca, ora non che mi aspettassi Imma Savastano o Elena Sanchez , ma neppure una caratterizzazione così all'acqua di rose.
ps comunque Daisy ci stava simpatica, anche se il figlio del boss del primo capitolo mi fa tenerezza, è il buon Theon Greyjoy...
Nel settembre 2017 la Lionsgate fissa la data di uscita del film John Wick 3 - Parabellum, terzo capitolo della saga. La pellicola verrà distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 17 maggio 2019 ed in quelle italiane dal 16 maggio.