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TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/05/11 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 19/05/11 23:46 - 9012 commenti

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I fratelli Dardenne ci regalano un altro film dolente e lo fanno nel loro stile, ma modificandolo parzialmente. C'è sempre la macchina a mano (ma stavolta non fa venire il mal di testa), si trattano temi importanti ed interessanti, ma lo si fa in modo più "leggero" (secondo parte della critica ufficiale, favolistica) pur abbondando i momenti critici e drammatici. Il finale potrebbe scontentare i dardenniani più puri, ma in realtà mi è sembrato più coraggioso così, che far finire tutto in tragedia. E in ogni caso non è un lieto fine. Bello.

Xamini 8/06/11 00:26 - 1247 commenti

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Cécile De France mi ingrifa in modo spaventoso. Fatta questa lecita premessa, Il ragazzo con la bicicletta è un film asciutto, (neo)realista e poggia gran parte del proprio indubbio peso sulle spalle del giovane protagonista, che recita con la naturalezza di un bambino (appunto). La suddetta De France entra bene nel gioco e nel complesso il film paga giusto la sua essenza (ossia non aspettatevi virtuosismi o risate a profusione).

Paulaster 20/11/11 12:59 - 4391 commenti

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Ci si può consolare che con l’età si abbassano i toni, si stemperano le ingiustizie... ma qui siamo in Belgio, la terra di nessuno. Stavolta i Dardenne puntano allo stesso bersaglio di sempre, ma la freccia è spuntata, tocca ma non punge. Il ragazzino fa quel che può e Cécile De France è troppo affascinante per fungere da eroina. Addirittura si palesano scene col sole, in un miracolo di redenzione.

Bruce 28/11/11 11:37 - 1007 commenti

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Dramma neorealista, con protagonista un bambino-adolescente e la sua vita tutta in salita. I disagi e le difficoltà quotidiane per lui sono enormi, i rapporti con gli altri inesistenti o pericolosi... alla fine però ci rimane un orizzonte di speranza. Film asciutto, che non concede nulla o quasi di facile al pubblico ma che non lascia di certo indifferenti.

Galbo 4/12/11 09:09 - 12380 commenti

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Cinema in puro stile Dardenne; i due cineasti belgi non tradiscono mai e portano avanti un cinema neorealista fatto di storie plausibili di emarginazioni, realtà sociali difficili con (forse elemento nuovo rispetto ai film precedenti) un tenue sguardo di speranza nel finale. Commovente ma nello stesso tempo sobrio, Il ragazzo con la bicicletta ha tra le sue "armi" vincenti l'interpretazione di uno straordinario gruppo di attori e un'ottima (e anonima) ambientazione.

Mickes2 14/12/11 15:54 - 1670 commenti

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Realtà complicate, vite ai margini, disagi esistenziali: questa volta tutto filtrato dagli occhi di un bambino, Cyril, che vive in istituto dopo una flebile promessa fattagli. L'irresponsabilità di un padre che fugge di fronte ai propri doveri. Una storia squallida, priva di sane prospettive e dell'amore che solo un padre può regalare al proprio figlio. Arida e dolente la descrizione del contesto che circonda il ragazzo, soprattutto quando emerge tutta la sua forza di volontà nella vana ricerca di un punto di riferimento. Lunga vita ai Dardenne.
MEMORABILE: Il finale.

Daniela 27/12/11 07:46 - 12626 commenti

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Un ragazzino senza madre e abbandonato dal padre, ospitato in un istituto vissuto come una prigione e dal quale tenta comntinuamente di fuggire, convince una parrucchiera gentile a prenderlo con sé durante i week-end, ma anche il rapporto con lei non sarà facile. Finale aperto, nel quale lo spiraglio di speranza è smorzato dalla sensazione che altre dure prove aspettano Cyril, cugino belga di Antoine Doinel. Cinema neo-realista delicato e sensibile, con un piccolo interprete mirabile, che tocca il cuore senza bisogno di forzature drammatiche.
MEMORABILE: La reazione in machina, dopo aver rintracciato il padre in un ristorante

Myvincent 5/02/12 08:38 - 3727 commenti

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Dodici anni e una bicicletta con cui pedalare selvaggiamente in faccia al mondo ed accorgersi drammaticamente di essere stato messo al mondo non desiderato dal padre. Il film racconta con sobrietà e poesia le difficoltà di un mondo giovanile che sta ai nostri margini e che spesso non conosciamo. Tra fughe ed errori Cyril alla fine capirà l'importanza di un amore materno non consanguineo e la sua bicicletta prenderà un ritmo diverso.

Capannelle 5/02/12 19:05 - 4399 commenti

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È il realismo tipico dei Dardenne, sobriamente pungente, a tratti compiaciuto, capace di seguire una bicicletta in modo puerile ma anche di offrire personaggi empatici e significati non banali. In questo racconto è proprio il disegno del triangolo bambino-padre irresponsabile-determinata parrucchiera (tre interpreti notevoli per differenti motivi) a catalizzare l'attenzione e tenere alto l'interesse. Un po' costruito il resto della vicenda.
MEMORABILE: Le visite al padre al ristorante.

Ilcassiere 14/06/12 19:33 - 284 commenti

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Nel titolo del film c'è un mezzo di trasporto e non è un caso, perché questa bella pellicola dei fratelli Dardenne racconta il percorso di Cyril, un bambino abbandonato dal padre che ha un disperato bisogno d'una madre. Tristezza e solitudine vengono rappresentate in modo molto realistico, ma c'è spazio anche per la speranza. Mi unisco al coro: Cecile De France è brava e bella.

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Rullo 29/07/12 15:07 - 388 commenti

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Interessante soggetto che si mette sul groppone il duro compito di raccontare una storia di vita, quella di un giovane bambino abbandonato dal padre. La sceneggiatura funziona bene (ottima l'interpretazione di Doret) nonostante alcune forzature e un certo alone di ipocrisia a permeare il tutto. Sviluppo e conclusione sono ben articolati e lasciano un retrogusto piacevole. Non esagerato né troppo scontato.

Nando 21/09/12 20:24 - 3810 commenti

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Neorealismo belga ambientato in terra francese in cui si narrano le vicende di un ragazzino abbandonato dal padre. Un delicato spaccato pregno di atmosfere degradate, con qualche spruzzo poeticamente favolistico. La narrazione è lineare e alla ricerca di uno spiraglio di ottimismo che potrebbe emergere nel finale apertissimo. Buono il cast.

Md2716 24/09/12 15:21 - 3 commenti

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La storia di un ragazzo difficile e senza sorriso alla spasmodica ricerca di un padre e di una donna che riesce a dargli (ed alla fine anche a riceverne) amore mantenendo un atteggiamento sobrio e rispettoso di bisogni, tempi e modi. Sobria è anche la sceneggiatura, nella quale anche il giovane mariuolo viene presentato come vittima di una situazione familiare difficile. Pessima figura invece dei personaggi maschili: il padre che si autodichiara inadeguato, il compagno della donna, il negoziante. Il film non cerca di compiacere lo spettatore.

Saintgifts 8/10/13 20:03 - 4098 commenti

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L'intento dei Dardenne è buono: mostrare un mondo adulto irresponsabile (con le dovute eccezioni) e non solo nella figura del padre di Cyril, il dodicenne protagonista, padre incredibilmente duro e cinico più bambino del suo stesso figlio, ma anche in quella dell'altro padre, considerato "normale", protettivo nella maniera più sbagliata. Il protagonista però sembra manovrato forse troppo violentemente dai registi, (che devono perseguire il loro scopo); Cyril perciò sembra spesso incoerente, con l'unica scusante dell'età e della sua situazione.
MEMORABILE: Il finale.

Pigro 16/11/13 10:10 - 9636 commenti

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Un bambino abbandonato dal padre e in cerca di un proprio posto nel difficile mondo: è il nuovo ritratto dei Dardenne, come sempre fulminante grazie al consueto minimalismo poetico. Ma la storia sembra troppo “esemplare”, dove le tappe del percorso di affrancamento sembrano infilarsi in un vicolo cieco. Il finale, nella sua “sorprendente banalità”, evita l’ovvietà, ma lascia perplessi, facendo intravedere un probabile impasse di sceneggiatura, come se i topoi del racconto avessero preso la mano ai registi, impoverendone l’estro.

Giùan 24/02/14 10:54 - 4540 commenti

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Da sempre in perpetuo movimento, il cinema dei Dardenne vive una peculiare fase di passaggio e crisi (peraltro in sintonia coi tempi) che dal tentativo "dreyeriano" di Lorna approda a questo ritratto di ragazzino post-truffautiano. Se la volontà di mettersi, comencinianamente, a livello del disagio di Cyril è sincera, a stonare e apparire scentrata però è una certa evenescenza del racconto, con troppe situazioni e personaggi "chiamati" a svilupparsi con forzata meccanicità. Da paragonare in tal senso alla ben più nervosa complessità de La guerra di Mario.
MEMORABILE: Le acconciature e la naturalezza della De France; Jeremy Renier, attore feticcio dei fratelli belgi, che scaccia Cyril.

Giacomovie 7/07/15 23:56 - 1397 commenti

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Un bambino scontroso cerca il padre ma incontra casualmente Samantha, una donna che se ne prende cura. I fratelli Dardenne raccontano una storia sempre più attuale nella realtà per via dell'aumento delle separazioni e lo fanno riuscendo ad attirare l'attenzione. Lo dimostra il Gran Prix della Giuria a Cannes, ma la storia del bambino e i risvolti del sentimento incondizionato che la donna è disposta a offrirgli appassionano al punto da lasciare alla fine l'amaro in bocca per la sensazione di un finale affrettato e di un film che poteva dare di più.

Enzus79 25/04/20 21:21 - 2874 commenti

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Un dodicenne ha un solo pensiero fisso: ritrovare il padre. Storia che ricorda vagamente il neorealismo italiano. Ben strutturata, con risvolti che seppur lascino parecchie interpretazioni non fa scivolare il film nel pietoso, che francamente non avrebbe meritato. Si può guardare senza farsi scendere la classica lacrimuccia. Buona la regia. Da vedere.
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  • Homevideo Gestarsh99 • 10/11/11 20:16
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 14/12/2011 per Lucky Red/Medusa Video:

  • Discussione Capannelle • 9/02/12 11:24
    Scrivano - 3487 interventi
    @ Paulaster: cosa vuoi dire con "ma qui siamo in Belgio, la terra di nessuno"?
  • Discussione Paulaster • 10/02/12 12:37
    Controllo di gestione - 97 interventi
    Il Belgio l’ho sempre visto come il buco nero d’Europa. Il Paese delle miniere di Marcinelle, che ha dato i Natali al serial killer Dutroux, ai casi di pedofilia della Chiesa. E i film dei Dardenne ne danno ampia visione della miseria sociale, oppure basti guardare Ex Drummer per farsi un’idea. Lo Stato che è stato un anno senza governo… forse perché il cielo è sempre grigio.
  • Discussione Jandileida • 10/02/12 13:00
    Addetto riparazione hardware - 431 interventi
    Scusa Paulaster ma io non sono proprio d'accordo: il Belgio è un paese molto complesso e riassumerlo in Dutrox e Marcinelle mi sembra un po' riduttivo.

    La sofferenza sociale è vera e reale, sopratutto in alcune zone della Vallonia ma il fatto che questa venga portata su pellicola dai Dardenne (che fanno qualcosa di assolutamente meritorio e necessario) non significa che sia l'unico posto in Europa in cui l'esaurirsi di una produzione industriale basata sulla metallurgia e sulle attività estrattive ha causato sconquassi sociali: il nord dell'Inghilterra è un buon esempio (Loach).

    Tra l'altro Ex drummer è basato su un romanzo di Herman Brusselmans, uno scrittore che fa del paradosso, dell' esagerazione e della provocazione la sua cifra stilistica: le Fiandre che disegna sono una estremizzazione della realtà.

    Ci sono pure film divertenti come Les barons o gli ottimi thriller di Van Looy

    Di governi in realtà ce ne sono pure troppi: il governo federale conta sempre meno, ti assicuro che tutto funzionava perfettamente e che gli stipendi venivano pagati regolarmente. Magari si può fare una riflessione sull'importanza di un governo all'interno di una Europa diversa, ma è un altro discorso.

    Per concludere, ti parlo per esperienza personale: io vengo da una famiglia diciamo atipica, mia moglie che è fiamminga ha una famiglia stile Italia anni '50 da cartolina, con le zie che appena mi vedono mi rimpinzano di dolcetti e bacetti.

    Scusa ancora per la tirata, ma volevo condividere la mia esperienza "sul campo"
    Ultima modifica: 10/02/12 13:02 da Jandileida
  • Discussione Zender • 10/02/12 15:54
    Capo scrivano - 47730 interventi
    Sì, in effetti Paulaster, mi sembra un'analisi superficiale. A ragionare così l'Italia sarebbe allora il paese della corruzione, della mafia, delle periferie degradate, del mostro di Firenze e di Foligno... E per quanto riguarda il governo lasciamo perdere, nevvero? Da noi basta guardare Gomorra, se serve... Conosco gente che abita in Belgio (italiani) e si trova molto meglio che da noi.
    Ultima modifica: 10/02/12 15:55 da Zender
  • Discussione Paulaster • 10/02/12 16:17
    Controllo di gestione - 97 interventi
    Accetto le critiche, se qualcuno si è sentito offeso potete rimuovere la frase incriminata dal mio commento.
  • Discussione Schramm • 10/02/12 16:28
    Scrivano - 7694 interventi
    Beh, è vero che la realtà è sempre sfumata, ma è anche vero che alcune zone del Belgio sono molto grige. Personalmente ho un pessimo ricordo di Bruxelles e di Namur.
    Ed è pur vero che l'aereoporto di Charleroi era tappezzato di cartelloni di missing di bambini.
  • Discussione Capannelle • 10/02/12 16:40
    Scrivano - 3487 interventi
    No offesi no ma, come ha fatto Jandi, portare argomenti alternativi che evitino generalizzazioni tipo quella di Der Spiegel su Schettino e l'Italia.

    Sono anch'io legato al Belgio però capisco chi lo vede come uno stato senza radici storiche e percorso da profonde divisioni.

    Sono rimasti senza governo per un anno e hanno un debito pubblico alto ma non per questo hanno tagliato stipendi e servizi sociali che noi ci sogniamo.
    Sulla pedofilia credo che ne saranno macchiati in eterno, come noi per la mafia: ma entrambi i fenomeni sono radicati dappertutto, ahimè, sotto diverse forme. E l'attenzione che ci prestano i media a cambiare la carte in tavola.

    PS una nota di colore: condivido cosa dice Xamini sulla De France
    Ultima modifica: 10/02/12 16:42 da Capannelle
  • Discussione Galbo • 11/02/12 13:58
    Consigliere massimo - 3990 interventi
    A mio parere un film come questo dei Dardenne avrebbe potuto essere ambientato dovunque in europa, non ci vedo una connotazione geografica particolare...
  • Discussione Nando • 21/09/12 20:44
    Risorse umane - 1427 interventi
    Concordo con l'affermazione di Galbo certe pellicole non hanno una specifica connotazione territoriale, anche se certe delicatezze poco si confanno all'esasperazione italiana. Per quanto riguarda l'analisi sulla nazione Belgio devo dire che Bruges e' una città meravigliosa anche con il cielo plumbeo e generalizzare l'intera nazione con la pedofilia e le miniere mi sembra riduttivo, ricordo negli anni 70/80 una nazionale di calcio belga molto forte ed una squadra l'Anderlecht vincitrice di svariate coppe europee...scusate la divagazione sportiva.