Giovani studenti da mezza Europa si incontrano in un appartamento a Barcellona, grazie al programma Erasmus. Il tono è leggero, i temi sfiorati sono tanti (paura di crescere, libertà sessuale, persino la paternità) ma nessuno viene minimamente approfondito... Resta comunque un film godibile e un po' ruffiano, parlato in molte lingue diverse e con un protagonista (il francese Romain Duris) all'altezza della situazione. Per inciso, le belle figliuole non mancano.
MEMORABILE: Il fratello di Wendy che si finge gay per coprire la sorella.
Film costruito a tavolino con l'intento di piacere al pubblico giovanile: al centro il ben noto progetto Erasmus (esperienza di studio all'estero per universitari) che diventa l'occasione per una storia che mette a confronto ragazzi di diverse nazionalità ed esperienze. L'intento è lodevole ma il risultato piuttosto mediocre visto lo scarso approfondimento dei temi trattati; ben lungi quindi dall'essere un veritiero ritratto del mondo dei giovani.
Commediola giovanilista facile facile e piuttosto furba (ed il pubblico tutto sommato ha abboccato) che si lascia guardare senza intoppi ma che non presenta alcuno spunto interessante né originale. La regia e la sceneggiatura sono quello che sono, così come pure gli attori (compreso l'allora tanto strombazzata Tatou). A tratti simpatico ma nulla di particolarmente coinvolgente.
Curioso che abbia avuto un discreto successo (almeno così ricordo). La nullità del film è evidentissima, così come le oscene recitazioni degli attori, presi dalla strada presumo. La fiera delle ingenuità nella nostra società multietnica. Pollice verso: un pallino.
Divertente cronaca di un anno passato a Barcellona attraverso il famoso progetto Erasmus. Il crollo delle raffazzonate sicurezze sulla vita di uno studente francese avviene proprio grazie a quest’esperienza, che aprendogli un nuovo mondo, mettendolo in contatto con coetanei di altre realtà, lo obbliga a rimettere tutto in discussione. Simpatico e veritiero, non mancherà di far sognare molti studenti e aspiranti viaggiatori. Le molte lingue parlate nel film potrebbero creare qualche difficoltà.
MEMORABILE: La scena in cui il fratello di Wendy si finge gay.
Allora, ci sono un italiano, un francese, un tedesco, una spagnola, un'inglese... direttamente tratta dalla barzelletta del fantasma Formaggino, la trama del film è tutta qua. Mettiamo alcuni "gggiovani" studenti Erasmus a rappresentare l'UE in un appartamento della trendissima Barcellona (pessimamente sfruttata dal regista e ce ne vuole, data l'abbondanza di luoghi da filmare), facendo un campionario di "tipi" nazionali. Tantissimi temi sfiorati, nessuno offre uno spunto, nessun attore rimane in mente. Anche il complicato mix doppiaggio-sottotitoli infastidisce.
Banalissimo filmaccio sull'Erasmus zeppo di luoghi comuni ed assurdità. Il personaggio di Xavier è assolutamente insostenibile ancor più per la tediosa voce fuori campo che ci delizia lungo il film. Non si ride, non si riflette né ci si riflette, è più un calderone di forzate situazioni che mai accadon nella realtà come, invece, ci vengon propinate. La tenera imbranata moglie del professore che diventa una virago è una piccola perla di freschezza nel cinema moderno, ed aggiungetevi pure le visioni su Erasmo da Rotterdam! Da brividi!
MEMORABILE: Unica nota positiva la bellissima "No surprise" dei RadioHead.
L'Erasmus è una grande esperienza di vita che permette di mettere in contatto giovani studenti di varie parti del mondo. Purtroppo l'approccio di Klapisch all'argomento è quanto di più banale abbia mai visto. Le vicende affrontate con sufficienza, invece che alleggerire il film lo appesantiscono e lo rendono frivolo. Zeppo di luoghi comuni da far rabbrividire chiunque, anche chi non abbia mai sentito parlare dell'Erasmus. Pessimo.
Il più grande difetto del film film è assolutamente la mancanza di una sceneggiatura originale e credibile. I personaggi sono trattati solo superficialmente e il risultato è evanescenza e inconsitenza allo stato puro. Il dramma è che non è nemmeno divertente; anzi, a tratti risulta molto noioso. Evitabile!
Non fosse che una volta che vedo mezz'ora di film la mia moralità mi impone di finirlo, lo avrei abbandonato presto, visto quanto è stato in grado di irritarmi. A partire da un fastidiosissimo doppiaggio mal curato che associa al protagonista e al suo narrare i toni stereotipatissimi del fighetto riflessivo in stile Dawson di Dawson's Creek; parla di universitari in Erasmus in Spagna (gli stessi compiaciuti che me lo hanno consigliato), ma poi sembra essere sviluppato per intrattenere dei liceali; la vita non è necessariamente una fiction scontata...
Certo che l'impatto di trovarsi, giacca e cravatta, nei corridoi e uffici ministeriali a Parigi, tra impiegati imbalsamati e macchinette del caffè, dopo aver vissuto un anno a Barcellona assieme a colleghi e amici studenti di mezza Europa, è piuttosto duro da sopportare, anche se garantisce il famoso posto di lavoro garantito. Il film affronta con "leggerezza" temi giovanili importanti dove sogni, amicizie, amori, esperienze che rimarranno per una vita, sono freneticamente intrecciati tra loro. Avrei preferito un viso diverso per il protagonista.
Insipida commediola sull'Erasmus. Le premesse sono originali, ma alla lunga l'esperimento fallisce. La recitazione è scadente, al pari della regia (pessima la scelta di non dar rilievo a Barcellona). L'errore principale di Klapisch è quello di gettare nel calderone troppe problematiche senza svilupparne una in maniera decente; a tal punto che in dirittura d'arrivo sembra più di assistere a una fiction che a un film. Veramente misero il finale. Film mediocre ma molto furbo, che pur fra i mille difetti riesce ad ammiccare a un pubblico giovane.
A suo tempo ebbe molto successo. Racconta la storia di un gruppo di studenti, ognuno di nazionalità diversa, durante l'Erasmus a Barcellona. Klapisch sceglie tutti attori non professionisti dando un grande senso di spontaneità; oltretutto la vicenda è molto semplice, non c'è una trama contorta con situazioni surreali; è la semplice storia di un gruppo di amici, una storia che potrebbe capitare a chiunque. Film leggero e divertente che si fa vedere e rivedere.
Studente francese passa un anno a Barcellona col progetto Erasmus. Film europeista con riunione di ragazzi di diverse nazionalità alla loro prima trasferta di vita. Le fasi proprio nell’appartamento restituiscono la confusione di tanti inquilini nonché la freschezza nell’affrontare il quotidiano e l’interscambio di idiomi diversi funziona. Per rimpinguare la storia vengono aggiunti l’inutile relazione extraconiugale e l’arrivo del fratello inglese. Conclusione più di facciata che appartenente al mondo reale. Regia che cerca di essere “giovane” e propone split screen per il pubblico.
MEMORABILE: Il tentativo di fare sesso col rumore continuo; Il frigo a scomparti; L’inglese che offende gli spagnoli a tavola; La lezione in catalano.
Film manifesto di una generazione che per la prima volta sperimentava il programma europeo Erasmus e che, giustamente, ha come nazione protagonista delle vicende dei giovani la Spagna, in particolare la città di Barcellona. Klapisch si mette in mostra per la buona regia che, aiutata da un montaggio molto sperimentale e idee interessanti nell'intreccio della trama (messe su schermo in maniera particolare), fa il suo. Buono anche il cast, giovanissimo e molto complice nelle azioni e nei rapporti che vengono mostrati. In generale un film godibile.
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DiscussioneRaremirko • 19/10/21 22:08 Call center Davinotti - 3863 interventi
Volgarotto, superficiale, di immeritato successo, alterna momenti cazz.oni ad altri di filosofia spicciola sinceramente un pò fasulli.
E' quasi un American pie corale, alla francese, streotipatissimo, esuberante e farfallone.
Cast solo medio, dove spicca solo la brava Tatou (che si vede poco); praticamente il film sembra un lungo spot pubblicitario che cerca di dare risalto all'Erasmus (20 anni fa magari non del tutto diffuso come ora, ma comunque frenato dal Covid del cavolo), vedibile per carità, ma assolutamente nulla di più.
Di Klapisch molto meglio Parigi, mentre di Bambole russe non ricordo quasi nulla.