Nostalgico (a S.Siro - un solo anello! - la parola più volgare è “deficiente” - inoltre fu pluritrasmesso dalle private) e confermante perché ribadisce che in Italia, fra calcio e cinema, il rapporto non è facile. Qui si intrecciano al pallone dramma e commedia ma, nonostante Vallone, Mastroianni e via dicendo, le cose funzionano non benissimo. Da noi il calcio è un’immagine sacra: se lo si ibrida non funziona (Ultimo minuto), mentre va se lo si massacra (Allenatore nel pallone). C’è Vittorio Pozzo, che ha una battuta!
MEMORABILE: Zia Carolina (la Dondini) che narra il regicidio di Monza...
Il mondo del calcio (ieri come oggi permeabile alla corruzione) è la piattaforma su cui Camerini colloca una commedia agrodolce risaputa e superficiale. La direzione gira a vuoto e i personaggi, quantunque affidati a personalità capaci, corrispondono a smorti stereotipi di mariti, mogli, madri, amanti, bellimbusti, ragazze povere e innamorate, visti svariate volte nel cinema italiano degli Anni Cinquanta. Strappano qualche sorriso talune gag di humour nero inscenate dalla coppia Stoppa-Cavalieri.
Io considero questa commedia una specie di capolavoro. Volendo si può criticare, anche aspramente, la regia, la recitazione e altro, ma ci sono un sacco di altre cose buone che fanno passare in secondo piano i difetti, anzi questi ultimi diventano una caratteristica positiva del genere. C'è tutta un'Italia in questa storia e un sacco di situazioni tra il comico e il drammatico che si intercalano tra di loro in modo perfetto per rendere la visione sempre interessante. Ha tutta l'attrattiva di un fotoromanzo, nel senso più nobile della parola.
MEMORABILE: L'eccessiva sparata di Raf Vallone al dottore quando, nonostante tutto, vuol continuare la partita.
Una squadra di calcio di provincia si gioca la permanenza in seria A in una partita in trasferta con il grande Milan del Gre-No-Li: tutto ciò che ruota intorno all'attesa diventa il cardine narrativo per raccontare con sottigliezza e spontaneità i problemi, le speranze e i sogni di giocatori e tifosi al seguito. Il sale dei drammi umani e il pepe di una comicità scaltra dà gusto a consistenza a un film leggero e gentile dal ritmo spigliato e dai toni emotivi caldi e accorati. Trama prevedibile, ma la regia di Mario Camerini è brillante e vivace.
MEMORABILE: La ricostruzione coreografica della partita è perfetta: per un milanista doc come il sottoscritto è un'emozione veder "giocare" il Milan del 1952-'53.
Un film sul calcio che regge bene finché si tiene al limitare del calcio giocato: il minimalismo del regista, attento ai piccoli andirivieni degli uomini, è abbastanza efficace (con il sale di qualche inserto comico: le sequenze con Stoppa). Poi interviene la partita ovvero la negazione del cinematografico: l'azione narrativa si frantuma un po' goffamente, ciò che deve essere oggettivato si intuisce a sprazzi. Raf Vallone alla Holly e Benji pronto all'infarto per la causa muove al sorriso per l'ingenuità; Mastroianni è, invece, impalpabile.
Il calcio di una volta raccontato in una commedia corretta e ben costruita, giocando ovviamente sulla carriera di Raf Vallone che prima di rivelarsi ottimo attore in Riso amaro aveva avuto un'importante carriera nel Torino Calcio. E' veramente un calcio lontano e che forse già all'epoca iniziava a diventare qualcosa di molto diverso, però Mastroianni fa il suo e Mario Camerini sa sempre dirigere con grazia.
La guerra è ormai alle spalle, gli eroi non imbracciano più fucili ma tirano calci a un pallone. Film che descrive più o meno l'atmosfera dell'Italia calciofila di quegli anni, quando una squadra di serie A metteva le maglie ad asciugare su di un filo tirato in mezzo al prato. Le tentazioni erano invece le medesime: donne e denaro. Un quadretto facilone che tocca molti registri: dalla commedia al romantico, dal comico al peggiore neorealismo strappalacrime. Una zuppa che voleva forse descrivere una quadro sociale tutti frutti, ma così facendo si disperde in troppi rivoli.
MEMORABILE: La sintassi usata nell’articolo della Gazzetta dello Sport (un’altra èra giornalistica); Piero e Carlo bloccati dalla zia (la grande Ada Dondini).
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Ho visto i fotogrammi di Nemesi, che ringrazio, e le uniche immagini che potrebbero essere di repertorio sono immagini prese dall'alto e da lontano. Quindi è praticamente impossibile riconosce le maglie dell'avversaria del Milan e reperire immagini di repertorio di un "non gol" di quel periodo.
Fedemelis ebbe a dire: Ho visto i fotogrammi di Nemesi, che ringrazio, e le uniche immagini che potrebbero essere di repertorio sono immagini prese dall'alto e da lontano. Quindi è praticamente impossibile riconosce le maglie dell'avversaria del Milan e reperire immagini di repertorio di un "non gol" di quel periodo.
Fedemelis ebbe a dire: Ho visto i fotogrammi di Nemesi, che ringrazio, e le uniche immagini che potrebbero essere di repertorio sono immagini prese dall'alto e da lontano. Quindi è praticamente impossibile riconosce le maglie dell'avversaria del Milan e reperire immagini di repertorio di un "non gol" di quel periodo.
Visti anch'io.
Direi che ci sono:
- immagini girate per il film, con il vero Milan;
- vari momenti con le panoramiche che ricordavo, a San Siro, di una vera partita, probabilmente del Milan, ma che è impossibile definire;
- un fotogramma scattato in partita vera in altro stadio, circondato da piante molto alte: anche riconoscendo lo stadio, credo impossibile l'identificazione della partita.
Zender, ho scoperto che il film è uscito il 30 dicembre del 1952. Ho già provveduto a modificare l'anno nel primo fotogramma del passaggio a livello che avevi sistemato