Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Forse il più sincero, più sentito, più “vero” film sul calcio tra quelli girati in Italia. Pupi Avati, regista di talento discontinuo, ha saputo infondere a una storia buona ma non trascendentale un realismo incredibile, pur senza mostrare mai una partita di calcio vera e permettendosi addirittura il lusso di non dire mai il nome della squadra di calcio sulle cui vicende si impernia il film (anche se dai titoli di coda e dal colore biancorosso delle maglie si intuiscono molte analogie con il Vicenza). Ogni personaggio della storia ha una sua dimensione e la riconosciuta capacità di Avati nello sfruttare al massimo le doti degli attori (non dimentichiamo che con...Leggi tutto REGALO DI NATALE ha riscoperto e riabilitato lo straordinario Diego Abatantuono, presente anche qui in un ruolo marginale ma in cui dimostra una volta di più di possedere un invidiabile talento naturale per il cinema) fa sì che tutti si ritaglino un meritato spazio, dal presidente Lino Capolicchio all'immancabile Nik Novecento fino al bravo capo ultras Carlo Monni. Sopra tutti svetta in ogni caso la sentita e appassionata recitazione del compianto Ugo Tognazzi e cioè il manager occulto della squadra, personaggio attraverso cui ogni mossa dietro le quinte deve passare. I suoi rapporti con gli altri esponenti del club (presidente, allenatore, giocatori) e del mondo esterno (la figlia, i giornalisti, i procuratori) sono curati nei minimi dettagli per far emergere il carattere di un uomo deluso ma risolto a rivalersi sui propri avversari. Ottima la sceneggiatura, che Avati nobilita con uno stile peccato e raffinato, senza mai lasciar debordare Tognazzi (cosa non facile) o qualcuno dei suoi “colleghi”. Insomma, un film esemplare, sottovalutato, che dimostra quanto un cast affiatato e ben diretto possa rendere. Musiche poco incisive.

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Caesars 3/04/07 13:40 - 3773 commenti

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Pupi Avati ci regala una buona opera ambientata nel mondo del calcio, nella quale racconta la storia di un dirigente, perfettamente interpretato dall'ottimo Ugo Tognazzi, alle prese con un cambiamento epocale nel suo mondo. La sua squdra è in crisi e i metodi adottati dal nostro risultano irremidiabilmente sorpassati da un mondo che cambia velocemente. Non certo il miglior film di Avati, ma sicuramente un prodotto che va visto per la profonda umanità col quale il regista sa disegnare i suoi personaggi.

Homesick 7/06/07 18:34 - 5737 commenti

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Tipica commedia avatiana, pregna di umori agrodolci, questa volta ambientata nel discusso mondo del calcio. Il sommo Tognazzi esterna con sincera passione i problemi familiari, personali e professionali del vecchio dirigente, prima messo da parte e poi rimpianto; altrettanto validi i personaggi di contorno, tra i quali si segnalano in particolare Abatantuono, talent scout duro ma dal cuore tenero, Capolicchio, sdegnoso neopresidente, e Diberti, allenatore incapace. La colonna sonora di Cipriani è un semplice coro da stadio, opportunamente riarrangiato per il mood della storia.
MEMORABILE: L'entusiasmo giovanile e la timidezza della "Primavera" Leonardi; Tognazzi durante la partita.

B. Legnani 8/06/07 18:30 - 5519 commenti

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Avati affronta il mondo del calcio, ambiente difficile per il cinema italiano, e ne ricava un risultato classico: un film avatiano di risultato non indimenticabile ma chiaramente superiore alla sufficienza. Molto buono Ugo Tognazzi, bene Bonetti, così così la Ricci. C'è Federico Orlandi, il maresciallo de La Casa.

Sibenik 4/11/07 14:34 - 90 commenti

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Un grande Ugo Tognazzi interpreta Walter Ferroni, finto avvocato e presidente tuttofare di una squadra di calcio che - ottenebrato dai colori del proprio club - perde tutto e rischia anche la dignità. In un mondo del calcio calato praticamente nelle fogne, cade e si rialza, diventando beniamino del pubblico, anche se è tutto fuorché campione di morale. Il tutto condito da procuratori spregiudicati, giornalisti luridi ed una figlia che si concede agilmente ad un calciatore nel giro delle scommesse clandestine. Forse il miglior film sul calcio.
MEMORABILE: Il Ferroni nella sua stanza d'albergo commenta le parole del neo-tecnico, il mediocre Corti, con sole quattro parole: "Ma va' a cagare!".

Markus 28/12/07 11:32 - 3680 commenti

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Sfortunata (al cinema fu un fiasco) incursione avatiana nel mondo del calcio. La consueta tendenza del regista a porre l’accento su aspetti caratteriali dei personaggi si focalizza in particolare sul direttore sportivo, qui interpretato da un ispirato Tognazzi, il quale sa dare al personaggio affibbiatogli una pregevole carica emotiva; tuttavia - e a mio avviso - viene surclassato in quest'occasione da un Capolicchio in gran spolvero (in questo senso esemplare la scena in cui lui, schiaffeggiandosi il volto con un dopobarba, ufficializza il licenziamento di Tognazzi).

Lovejoy 29/12/07 17:52 - 1823 commenti

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Scritto dai giornalisti sportivi Michele Plastino e Italo Cucci, un bel film drammatico sul mondo del calcio e dei suoi protagonisti, dentro e fuori il rettangolo da gioco. Il buon Avati dirige con mano sicura una vicenda che non ricerca mai il facile effetto ma, grazie a personaggi ben disegnati, avvince fino all'ultimo minuto. Penultima, bellissima interpretazione dell'indimenticabile Tognazzi. Al suo fianco un misurato Abatantuono e un bravo Capolicchio.

Cotola 29/12/07 20:19 - 8998 commenti

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Mediocre incursione nel mondo del calcio di Avati, che cerca di raccontare lo sport più amato dagli italiani, ma senza riuscire a centrare il bersaglio. Il pessimismo di fondo (uno dei marchi di fabbrica del regista), infatti, sembra più programmatico che sincero e inoltre stavolta Avati non ha il coraggio di essere cattivo e disilluso fino alla fine. In più la storia è molto debole e non coinvolge per niente. Insomma, a parte la bella prova di Ugo Tognazzi, nel resto c'è poco altro.

Capannelle 13/03/08 09:07 - 4394 commenti

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Si parla di calcio in modo serio, senza eccessi folkloristici, ed emergono gli strani intrecci dove ogni componente (società, giocatori, capi della curva, procuratori) cerca il proprio tornaconto a prescindere dal risultato sportivo. Bella e malinconica la prova di Tognazzi, Capolicchio e Monni funzionali, ma il resto della compagnia delude (specie la statua Ricci). La confezione del film è scarna, in tono con la storia, la fotografia minimale.

Galbo 14/12/08 08:13 - 12372 commenti

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Benchè non premiato dal pubblico, Ultimo minuto oltre ad essere una delle opere più pregevoli del regista Pupi Avati, è anche il migliore dei non molti film dedicati al gioco del calcio realizzati in Italia. Il regista descrive con parecchio realismo il mondo di una piccola squadra di provincia, sempre in lotta per evitare la retrocessione, con un variegato "sottobosco" di personaggi ben descritti ed intepretati dall'ottimo cast nel quale eccelle il grandissimo Ugo Tognazzi.

Mco 25/11/09 01:59 - 2323 commenti

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Uno dei film sul mondo del pallone più coinvolgenti e ben fatti, grazie anche alla bravura del cast reclutato dal bravo Pupi Avati. Tognazzi su tutti, ma senza dimenticare Bonetti ed Elena Sofia Ricci. Si intravvedono già pregi e difetti di questo universo in cui muovono interessi davvero di grande portata. Bel film.

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Rambo90 31/03/10 22:23 - 7661 commenti

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Ottimo film sportivo, diretto da Pupi Avati con un grande senso del ritmo e un'ottima costruzione dei personaggi. Su tutti il grande Ugo Tognazzi, che riesce a tratteggiare un personaggio pieno di dignità e di orgoglio, ma bravi anche la Ricci nel ruolo della figlia innamorata del giocatore tronfio e pieno di sé (il pure bravo Massimo Bonetti). Il film fila liscio fino alla fine, dove però qualche situazione rimane irrisolta, peccato perché poteva essere un capolavoro. Occhio ad Abatantuono nel ruolo di Duccio.

Franz 2/06/10 09:36 - 110 commenti

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Il ritratto cinematografico sul mondo del calcio più aderente al vero che mai sia stato fatto in Italia. Se si esclude la parte finale, che forse poteva essere più serrata e meno "telecronistica", il resto è pressoché perfetto: circa 20 anni dopo, Moggiopoli ci confermerà che il dietro le quinte, la "politica" che circonda l'universo-football funziona esattamente così, con intrecci (tutti al confine del lecito) tra presidenti, capi ultrà, giornalisti, dirigenti. Tognazzi super: dg smaliziato ma corretto, dignitoso nella caduta e nella risalita.
MEMORABILE: L'incontro in stanza d'albergo, dove il presidente liquida con cinismo Tognazzi. Bonetti ingrato fino in fondo... Biscardi as himself recita benino!

Coyote 15/01/11 10:17 - 185 commenti

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Pupi Avati riesce a coniugare la sua nota vena malinconica e nostalgica allo sport più popolare d'Italia, lascia in secondo piano il gioco per costruire un racconto sui sentimenti che ruotano intorno al pallone. A differenza di altre sue pellicole, non mancano alcuni momenti di riscatto (amaro, naturalmente) per i protagonisti, in particolare per il presidente Ugo Tognazzi.

Rigoletto 19/09/14 11:59 - 1785 commenti

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Ottimo film, in cui c'è poco da ridere ma molto da riflettere e il grande Tognazzi dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutta la sua grandezza e la sua lucidità. È un catalizzatore nel dirigere gli eventi, un magnete capace di polarizzare l'attenzione dello spettatore in modo concreto. Chi si aspetta o ricerca un film sul mondo del calcio simile a L'allenatore nel pallone o Mezzo destro mezzo sinistro rimarrà apparentemente deluso, ma poi lo gradirà moltissimo. Ottimo Avati.

Deepred89 29/11/14 16:55 - 3701 commenti

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Il mondo del calcio secondo Avati, sospeso tra passione e corruzione, ha un colore che più avatiano non si potrebbe, dall'atmosfera provinciale fino al malinconico personaggio principale (a cui dà volto un Tognazzi misuratissimo e crepuscolare), un loser con molti rimpianti e molta passione alla disperata ricerca di un riscatto. Film nel complesso riuscito, che avrebbe forse meritato qualche minuto in più per meglio delineare le sue vicende.

Ultimo 15/12/14 17:45 - 1652 commenti

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Sebbene non si veda un solo minuto di calcio giocato come si deve, questo film di Avati è probabilmente il miglior film sul mondo del pallone girato in Italia e uno dei migliori in assoluto. Figura centrale è Ugo Tognazzi, che interpreta il "patron" di una squadra di bassa classifica di serie A (della quale non sarà mai svelato il nome). La capacità del regista è quella di analizzare tutto ciò che circonda una società calcistica: i problemi economici, le insidie delle scommesse, il rapporto coi giornalisti. Grande esempio di cinema.

Paulaster 29/07/15 15:40 - 4375 commenti

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Una storia di calcio solo nei suoi dietro le quinte, nelle pieghe di una società di provincia che cerca di restare aggrappata al treno della serie A. I giornali scrivono ciò che è concesso, il manager è visto come un maneggione, le scommesse sono dietro l’angolo, gli allenatori fanno i muti e le donne sono un pericolo. Tognazzi regge le fila con presenza e anche i comprimari non disdegnano, con Bonetti che fa intravedere la sua abilità calcistica.

Alex75 3/08/15 09:27 - 876 commenti

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Film sul calcio, concentrato su quanto avviene dietro le quinte e visto attraverso lo sguardo di un anziano dirigente che non si ritrova più nel mondo in cui ha vissuto per anni. È triste constatare che oggi quella realtà sia ancora più marcia di come la descrisse Avati nel 1987 con toni amari, malinconici e crepuscolari, perfettamente nelle corde di un Tognazzi alle sue ultime prove. Nel resto del cast, buono ma non eccezionale, meritano una citazione Capolicchio e Abatantuono.
MEMORABILE: Il coro da stadio riarrangiato da Cipriani; Il cameo di Biscardi.

Silvestro 19/07/21 22:42 - 357 commenti

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Il mondo del calcio usato come contesto per parlare della storia di un uomo che deve fare i conti con la propria vita. Un film pieno di spunti e umanità affidato alle mani di un sapiente regista e valorizzato dall'interpretazione di un grande attore come Ugo Tognazzi. Nel complesso un film che si fa apprezzare sia dagli amanti del calcio (le scene in campo sono poche, ma l'atmosfera calcistica è ottimamente  riprodotta) che dagli appassionati del buon cinema.

Androv 8/04/22 01:02 - 194 commenti

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Interessante e disillusa analisi del mondo del calcio, che all'epoca sembrò delirante ma che certi fatti recenti hanno ampiamente rivalutato. Il film è incentrato sul personaggio di Tognazzi, un vero mattatore presente in quasi ogni inquadratura. Interessante il suo percorso di caduta e riscatto, con tanto di scheletri nell'armadio. Buono il cast di contorno, Abatantuono sprecato in una particina. La Ricci acerba, Capolicchio tutto sommato convincente. Il povero Novecento fa qui da tappezzeria. In ogni modo godibile, anche se, oggi come ieri, tutto sommato impalpabile.

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Keyser3 24/09/22 20:10 - 444 commenti

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Omaggio sincero al mondo del calcio di Avati che, come in Regalo di Natale, dimostra di saperci fare anche al di fuori del cinema nostalgico cui si era tanto dedicato. Visto a più di trent'anni di distanza è forse ancora più evidente per lo spettatore un senso di rimpianto verso un mondo non troppo limpido ma di sicuro più genuino. Tanti volti cari al regista bolognese, ma la parte del leone non può che farla Tognazzi, al canto del cigno e probabilmente alla sua ultima grande interpretazione.
MEMORABILE: Tognazzi a Diberti: "Come ti veniva il bue? Bene?".

Straffuori 1/03/23 21:22 - 338 commenti

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Direttore sportivo di una squadra di provincia recentemente passata di proprietà fa di tutto per salvare la propria squadra e la faccia. Toccante e intensa storia di uomini e di calcio, e di che cosa si è disposti a fare per la propria squadra del cuore e per il proprio sogno. Tognazzi perfetto nelle vesti del vecchio volpone ancorato ai vecchi metodi di fronte al nuovo che avanza. Bella e giovane Elena Sofia Ricci; c'è anche Abatantuono, sedicente procuratore e scopritore di talenti. Bravo Bonetti nelle vesti del vecchio bomber con ancora qualcosa da dare. Entra nel cuore.
MEMORABILE: Lo sfogo di Tognazzi.

Noodles 15/10/23 23:21 - 2196 commenti

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Un Pupi Avati deludente in questa incursione nel mondo del calcio del regista bolognese. Non che il film sia fatto male, il tocco avatiano c'è sempre e piace il fatto che per una volta il tema calcistico non sia trattato in maniera comica. Ma la storia non sembra nelle corde del regista, come in generale tutto il cast sembra un po' fuori contesto. Poco credibile anche la composizione della squadra, che pare un gruppo di quarantenni. Il complesso insomma è piuttosto moscio e la prova di Tognazzi e qualche cammeo qua e là non salvano una baracca fondamentalmente mediocre.

Bullseye2 7/11/23 20:26 - 393 commenti

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(Zero) Splendori e tantissime miserie del vero mondo del calcio italiano, argomento tabù in Italia. Il film di Avati è una radiografia cinica dello squallore di un "gioco" tra il business, l'ipocrisia e i lati peggiori dell'essere umano, ma che alla fine, tuttavia, è forse l'unico vero amore della vita. Canto del cigno di un grandissimo Tognazzi in un ruolo davvero coraggioso e sgradevole (come tanti della sua premiatissima carriera), ma anche il resto del cast non è certo da meno. Toccando certi nervi "proibiti" della fabbrica dei sogni calcistica, non stupisce che fu un flop.
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