Film di Pietro Germi che deve molto al neorealismo. E' la storia di una rapina compiuta all'interno di uno stadio di calcio ad opera di 4 incensurati. Mano a mano ci vengono presentati i personaggi spiegandoci i perché del loro gesto e mostrandocene il destino. Considerato, a ragione, un Germi minore, resta comunque un discreto film drammatico che risente inesorabilmente del mezzo secolo abbondante passato.
Per raccontare la malasorte di quattro poveracci che si improvvisano fuorilegge, Germi si richiama al b-movie poliziesco-noir statunitense, ma i contenuti restano quelli dell'analisi neorealista della società (alla sceneggiatura, non a caso, collaborano Fellini e Pinelli). La crudezza della scena dello strangolamento al porto non si dimentica facilmente.
Germi inizia il film come un poliziesco vero e proprio, salvo poi concentrarsi sulle storie personali dei 4 protagonisti della rapina allo stadio (sequenza notevole, che apre il film), approfondendone la psicologia. Se si esclude qualche concessione alla retorica, come la voce fuori campo che magnifica il lavoro delle forze dell'ordine, è un buon film, teso e svelto, che si fa seguire con piacere e con almeno una sequenza memorabile che non posso citare per non contravvenire alla terza sacra regola davinottica.
Mescolando suggestioni noir (di stampo francese ed americano) a intenti realistici, Germi costruisce un discreto film dal ritmo abbastanza sostenuto e dalle buone caratterizzazioni psicologiche dei personaggi. Peccato però che a tratti indulga un po' troppo nella retorica e cerchi la facile emozione. In ogni caso tecnicamente molto valido. Non male ma una maggiore sobrietà gli avrebbe sicuramente giovato.
Teso para-poliziesco di Germi (sceneggiato anche da Fellini) con un piede sul suolo patrio ma l'altro saldamente piantato in prossimità della RKO e degli altri studios americani produttori dei grandi noir della storia. Dall'italianità deriva qualche difetto (ma anche la sostanziale credibilità dei personaggi), dal gusto "americano" i pregi formali. Buono.
Quattro criminali improvvisati fanno una rapina allo stadio, ma la polizia è sulle loro tracce (da qui il titolo ridicolmente roboante). Più lacrimoso che drammatico, più moralista che poliziesco, il film (scritto da Fellini, ma con echi del grande noir americano) ha buoni spunti (gli sfigati che innescano un meccanismo più grande di loro e, da perdenti, soccombono), ma scivola nella retorica, certamente ispirata dalla volontà di descrizione post-neorealista della miseria diffusa nel paese, ma ugualmente intrisa di fastidioso patetismo.
Da chi si deve difendere la città? Dai poveri, dai disperati? Film ambiguo, sicuramente non voluto con questo intento. I veri cattivi rimangono in circolazione, gli sfortunati che si improvvisano rapinatori, come tutti gli improvvisati, vanno incontro a un triste destino. Solo un barlume di speranza lasciato aperto per i giovani. In rilievo le forze dell'ordine e la macchina della giustizia che, a dire il vero, con poca fatica e con aiuti determinanti, compiono il loro lavoro. Buono l'inizio fulminante, per virare poi nelle fatiscenze di vita.
MEMORABILE: I costumi sono visibilmente invernali, in contraddizione con il grano maturo nei campi; Germi appare nella foto dove c'è Guido, il professore.
Un po' neorealista, un po' noir, il film di Germi sembra indeciso sulla strada da percorrere tanto che alla fine esagera i toni adottando una narrazione troppo melodrammatica. Il film è comunque apprezzabile per la buona caratterizzazione dei personaggi e l'efficace ricostruzione ambientale. Imperfetto.
Inizio ardito per un noir: l'elemento centrale, la rapina, generatrice di tensione, è già stata assolto. Il prosieguo si sviluppa, quindi, illuminando le varie e ben assortite psicologie dei personaggi: lo sportivo fallito, il giovane, l'intellettuale glaciale, l'uomo timoroso per la famiglia. Germi conduce la ricognizione con stile, eccedendo, però, nel crossover di generi: il noir, appunto, di taglio americano, il realismo sociale, il melodramma, tutte ispirazioni ch'egli amalgamerà con felice sintesi nella produzione successiva. Incompiuto.
Già il titolo non è molto azzeccato, buttato lì per un film vago non tanto nei caratteri (scritti da Flaiano e Pinelli) quanto negli intenti. L'umanità disperata è sì in primo piano - Germi non lesina inquadrature strette - ma il pentimento immediato post-rapina degenera in autodistruzione quasi meccanica. Nessuno ride né sorride se non di scherno, regola osservata così rigidamente da apparire teoretica. Baldini macera bene il personaggio più tragico, l'ex calciatore; Tozzi e Maggio senza squilli; Muller la smorfia più patetica. Sottoutilizzata la Lollo. Non il Germi migliore.
MEMORABILE: I ragazzini riconoscono il calciatore azzoppato; Il ritratto al ristorante.
Commistione fra noir e neorealismo. Film ben più di Germi che degli attori, non solo perché manca un vero protagonista (notare che la Lollo, primo nome dei crediti, resta in scena per meno di dieci minuti), ma perché la resa attorale, ad esclusione del sensibile Tozzi, non è particolarmente notevole. Notevole invece è la capacità di gestire la trama, le inquadrature e le ambientazioni. Ne esce un film breve, ma sempre teso, un po' retorico, ma sempre efficace, che testimonia il magistero di Germi pure nelle piccole cose, come quando Paolo ritarda la fuga per nostalgìa dello stadio.
MEMORABILE: Il virtuosismo dell'inquadratura nel suicidio fra i campi.
Firme illustri in sceneggiatura (Fellini, Comencini, Pinelli e Mangione) per questa commistione tra noir d'oltreoceano e neorealismo italiano in cui i criminali non hanno alcuna fascinazione o alone romantico, ma sono soltanto dei disperati che provano a uscire da una grama esistenza. A tratti affiora il patetico, ma il ritmo svelto, il pathos drammatico e l'ottima rappresentazione ambientale rendono la visione piacevole. Corretta la prova del cast (Muller ha il personaggio più intenso, Tozzi quello più insipido), musiche di Rustichelli. Titolo enfatico ma poco pertinente.
Esercizio stilistico dalla notevole raffinatezza fotografica, molto più preoccupato di curare l'enfasi visiva di tagli, luci e ombre, che la plausibilità delle azioni umane, circoscritte nel canovaccio della retorica pietistica. Un pseudo-noir che monta in groppa al melodramma neorealista più lacrimevole e lo gonfia con le maschere piangenti di mamme e bambini. In pratica preferisce puntare su un tipo di pathos di facile lettura più istantaneo e popolare, che intagliare profondamente intreccio e caratteri per coinvolgere lo spettatore in modo più strutturato.
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si anche a me ha ricordato il film di Kubrick, a tratti quello di Germi e' anche piu' intenso anche se la macchinazione di quello di kubrik e' spettacolare
DiscussioneZender • 27/02/10 09:53 Capo scrivano - 48450 interventi
Occorre fare una lieve modifica a un attore: Enzo Maggio. Il nome è giusto, ma qui si tratta del figlio di Enzo Maggio, che - ahimè - ha lo stesso nome. Non ho ancora capito bene chi ha fatto cosa, ma Enzo Maggio (il padre, nato nel 1902) ha fatto tantissimi film, mentre Enzo Maggio (il figlio, che non so quando è nato) ha fatto questo interpretando per l’appunto un teenager. Quindi, nonostante il nome nei titoli sia “Enzo Maggio” e basta, sarà il caso di aggiungere “jr” nella nostra scheda, proprio per evitare che si possano sovrapporre i due attori. Quindi: sostituire Enzo Maggio con Enzo Maggio jr. Tra l’altro è difficile districarsi nella filmografia di padre e figlio, vista l’omonimia: l’unico altro film sicuramente con Enzo Maggio jr che ho trovato è Pari e dispari (dove però nella scheda sul Davinotti non compare proprio).
Inoltre è segnato due volte uno stesso attore: Paul Muller. Quindi anche qui c'è da correggere.
DiscussioneZender • 23/03/12 13:30 Capo scrivano - 48450 interventi
Il problema esiste da sempre per tutti gli omonimi. Perché se anche tu qui puoi chiamarlo Enzo Maggio jr, se Imdb li dà entrambi con lo stesso nome l'equivoco si ripeterà sempre, in futuro, dal momento che non abbiamo personale che si dedichi a controllare ogni inserimento nuovo di film...
Zender ebbe a dire: Il problema esiste da sempre per tutti gli omonimi. Perché se anche tu qui puoi chiamarlo Enzo Maggio jr, se Imdb li dà entrambi con lo stesso nome l'equivoco si ripeterà sempre, in futuro, dal momento che non abbiamo personale che si dedichi a controllare ogni inserimento nuovo di film...
In effetti, è un gran casino. Per capire il problema basta vedere su Imdb la pagina di Enzo Maggio: http://www.imdb.com/name/nm0535982/ Anche sorvolando sul fatto che a 50 anni non può aver fatto il teenager in "La città si difende" (che è la ragione per cui mi sono insospettito), la cosa più surreale è che dopo morto, nel 1973, risulta aver recitato ancora in 13 film! Lì, in realtà, il problema è ancora un altro, perché vengono accreditati a Enzo Maggio i film di Vincenzo Maggio (che non è Enzo Maggio jr., in quanto nato nel 1950), visto che in realtà il vero nome di Enzo Maggio (senior) sarebbe... Vincenzo Maggio! C'è da impazzire: praticamente tre attori con lo stesso nome, in periodi diversi, che per Imdb (e molti altri) diventano un unico attore versatilissimo e soprattutto estremamente longevo......
La partita durante la quale avverrà la rapina è Roma-Juventus del 30 aprile 1950, 34° giornata di Serie A 1949/1950 e terminata 1-0. Partità già utilizzata per il film L'inafferrabile 12 (1950). Prima dell'uscita dei ladri dallo stadio ci viene mostrato il gol della Roma.
In relazione ai post precedenti, segnalo che questo Maggio juniornacque a Napoli il 5 aprile 1934 e scomparve a Roma l'11 novembre 2003: era fratello di Domenico e figlio di Dante (1909-1992), a sua volta fratello di Enzo (1902-1978). Fonte: thrillingforum. Lavorò lungamente come attore di contorno con Spencer e Hill, per cui è l'Enzo Maggio che non va confuso con l'omonimo celebre.
In questo film debutta il giovane Enzo Maggio jr., cosi schedato su IMDb, ove risulterebbe attivo solo in questo specifico film. In realtà ha lavorato in un centinaio di film, come qui correttamente presentato. Grande caos viene dal fatto che ha lavorato sia col nome di Vincenzo Maggio sia col nome di Enzo Maggio, esattamente come il suo più celebre zio, per cui attualmente (agosto 2024) IMDb mescola i ruoli di zio e nipote, per di più dopo aver creato due schede separate. Sul Davinotti a nome di Enzo Maggio jr. sono stati correttamente inseriti i film da lui interpretati.