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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Mainetti, reduce dall'inaspettato successo ottenuto con JEEG ROBOT, ritorna al tema supereroistico continuando a conferirire ai suoi personaggi aspetto e carattere molto umani. In questo caso, tuttavia, retrocede fino all'ultima parte della Seconda Guerra Mondiale e moltiplica i poteri speciali, che diventando appannaggio di uno sparuto gruppo di circensi sopravvissuti nel prologo a un bombardamento aereo nazista. Il più anziano Israel (Tirabassi), che li tiene uniti, fa sognare a tutti l'America, ma una volta avuti da loro i soldi per comprare i biglietti scompare. Catturato dai nazisti? In fuga col denaro? Conta...Leggi tutto che i quattro strambi personaggi sono ora soli e devono capire cosa fare della loro vita: Fulvio, l'uomo forzuto ricoperto di pelo (Santamaria), Cencio, che chiama a sé gli insetti facendo loro fare ciò che vuole (Castellitto), Mario, un nano con poteri magnetici (Martino) e soprattutto Matilde, un'adolescente carica di elettricità che al solo toccarla finisci mezzo fulminato (Giovinazzo), cominciano la loro avventura per i campi partendo da una Roma quasi disabitata. Incontrano un gruppo di partigiani (il più in vista è lo spregevole Gobbo interpretato da Max Mazzotta), proseguono e inevitabilmente vengono in contatto con gruppi di feroci tedeschi. Anche tra loro c'è chi ha poteri speciali: Franz (Rogowski) vede infatti nel futuro e ha previsto l'arrivo dei quattro, immaginando di poter assoggettare Matilde per sfruttarla come potentissima arma di offesa. Una trama che, soprattutto per come sono dipinti i quattro protagonisti, sa tanto di favola e si serve di un approccio legato a quel mondo, anche se poi il tutto è calato nel'iperrealismo di scontri a fuoco in cui non vengono risparmiati splatter e violenza. A colpire è però prima di tutto la sontuosa messa in scena, un'eleganza formale fuori del comune che a tratti davvero sa restituire un senso del magnifico stupefacente. I movimenti di macchina, la superba scelta di molte inquadrature, una fotografia che trova particolarmente durante la notte luci e colori superbi... A livello di qualità tecnica siamo insomma ai livelli più alti che attualmente si possano trovare in Italia e dispiace un po' che tanti pregi siano al servizio di una storia in fondo banale, che ricalca avventure picaresche poco interessanti mettendo in luce una griglia di sentimenti mielosamente figli di un genere, quello dei supereroi (fantastici o meno che siano), che guarda a un mondo legato all'adolescenza e che sovente fatica a dare spessore e tridimensionalità adulta ai personaggi. E in fondo anche la scelta della lotta contro il nazismo, da sempre momento storico prediletto da chi affronta temi fantastici, è segno di scarsa fantasia. Eccellenti la colonna sonora, la scelta di molte location (in particolare quelle romane, ben note ma riprese in ottica diversa) a conferma del grande lavoro operato da Mainetti, che orchestra il materiale a disposizione riuscendo a ottenere buone risposte (pur non certo virtuosistiche) dal cast. C'è però allo stesso tempo anche un eccesso di autoindulgenza che porta ad ampliare i tempi fino a raggiungere la durata monstre di due ore e venti (che per i film di supereroi è purtroppo ingiustificata consuetudine). Lo scontro finale è un concentrato di tutto il meglio proposto dal film, tecnicamente parlando, anche se poi il successivo epilogo si trascina eccessivamente mostrando l'altra faccia della medaglia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 30/10/21 DAL BENEMERITO MYVINCENT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/03/22
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Myvincent 30/10/21 09:05 - 3803 commenti

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Coniugare umorismo coi temi drammatici della guerra non è impresa facile, fatta eccezione per qualche illuminata produzione USA. E non riesce puntualmente nemmeno a quest'opera-fiume, ingombrante a dir poco, di Mainetti, in cui, francamente, ridere della parlata romanesca "contemporanea" sopra agli orrori dello sterminio ebraico appare forzoso. Un film pretenzioso che non va bene né per gli adulti né per un pubblico di ragazzini, con tanti effetti mirabolanti ma ben poca sostanza, spalmata su una storia pure prevedibile. Insomma, davvero tanto rumore per nulla.

Vice 31/10/21 13:31 - 33 commenti

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Meno riuscito del precedente Jeeg, che presentava personaggi più complessi e approfonditi, questo "Freaks out" rimane però un film unico e una gemma del cinema italiano contemporaneo: prodotto con "soli" 12 milioni di euro, il film raggiunge il livello dei migliori cinecomics statunitensi. L'incipit è perfetto, giocato tra La strada felliniana e omaggi neorealisti, poi più va avanti più la patina realista diventa artefatta e la fantasia del regista esplode, certo con alcune farraginosità, donandoci un film cui vale pena la visione. Bravi Mazzotta e Rogowski, sprecato Santamaria.
MEMORABILE: Le suonate pop e le visioni di Rogowski.

Reeves 1/11/21 12:43 - 2414 commenti

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Grande esempio di cinema che non si accontenta di raccontare drammi personali esistenziali, ma osa e inonda lo spettatore di visioni, di stimoli, non fermandosi di fronte a niente. Era dai tempi di La vita è bella che non si trovava una storia capace di raccontare con umorismo una storia tremenda come l'Olocausto, vera vergogna del 900. Gabriele Mainetti ci riesce, con un film eccentrico rispetto al panorama nazionale.

Pinhead80 2/11/21 20:22 - 4949 commenti

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Dopo qualche anno di attesa Gabriele Mainetti torna alla regia confermando di essere una delle grandi speranze del cinema italiano. La cura per i particolari, a cominciare dagli effetti speciali, rende questo film un'opera visionaria e gigantesca che spazia tra vari generi cinematografici fino a ridefinire lo stesso concetto di genere. Il regista consegna alla storia dei personaggi meravigliosi e un villain (Franz Rogowski) superlativo. Unico neo è il finale un po' confusionario e tirato eccessivamente per le lunghe, che incrementa il minutaggio. Ottimo.
MEMORABILE: Le pazzesche torture di Franz; Le musiche suonate al pianoforte; I numeri dei freaks.

Rambo90 3/11/21 00:46 - 7750 commenti

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Un bell'action fantasy all'italiana, girato molto bene e che non ha nulla da invidare alle produzioni hollywoodiane. C'è una certa atmosfera da X-Men tra i personaggi di questo film, ma Mainetti riesce a innestare nella trama una poesia tutta italiana per stemperare ogni momento con battute ciniche o improvvisi squarci d'amore. Il cast funziona molto bene, soprattutto la Giovinazzo e un Tirabassi dimesso ma ottimo. C'è qualche momento fuori fuoco, qualche minuto di troppo, ma l'obiettivo di creare un'epopea di genere in Italia come non se ne vedono ormai spesso è raggiunto.

Rebis 5/11/21 18:17 - 2377 commenti

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Abbiamo già visto tutto: il circo come riserva indiana, il mostro fuori bello dentro, i supereroi dai super problemi, i nazisti su cui è lecito scatenare ogni forma di violenza. L'architrave del film è il Mago di Oz. E infatti il film scorre via liscio che è un piacere, fino al finale incendiario che ricorda un'allucinazione giapponese post atomica. La vera sorpresa però è che non ci si affeziona mai ai personaggi, per quanto scatenati e divertenti, e lo spettacolo è talmente ben scritto e confezionato che quasi si rimpiange il ruvido e spontaneo cameratismo di Jeeg Robot.
MEMORABILE: La rivelazione sul passato di Matilde.

Thedude94 7/11/21 12:10 - 1113 commenti

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Mainetti realizza il film italiano supereroistico classico che il pubblico meritava di vedere, rimanendo su stereotipi tipici del genere arricchendolo con situazioni reali accadute nel nostro paese e con tematiche molto sensibili. Il cast è azzeccatissimo, ben coordinato e diretto, così come sono ottimamente realizzate le scenografie e tutte le scene d'azione e di battaglia. Si vede che il budget è molto alto per un film del nostro paese, ma questo non ha scalfito troppo l'autenticità e la semplicità (in senso buono) di una brillante sceneggiatura. Speriamo che si continui così.

Bubobubo 11/11/21 23:23 - 1847 commenti

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Ammain(ett)ate le bandiere, l'Urbe occupata dagli incalliti cattivi (para-)nazisti si trasforma in tendone da circo: ogni riferimento a fatti puramente inverosimili è pervicacemente voluto e orgogliosamente rivendicato, sparato dalla bocca di un cannone fumante nel tritatutto di un action movie glocal che eutrofizza in ambizione (e carineria citazionista) quello che drammaticamente fa sfiorire in personalità. Sicuramente troppo lungo, ma fosse quello il problema: tra svasi retorici, ammiccamenti pop e trebisonde amorose persino il metagenere va in iperglicemia e si fa inconsistente.
MEMORABILE: In meglio: il personaggio del tenero nano erotomane Mario (Martini); In peggio: tutti i retorici ammiccamenti filostatunitensi.

Nick franc 12/11/21 01:33 - 529 commenti

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Alla prova seconda Mainetti alza l'asticella delle ambizioni ma il risultato finale non è quello sperato. Dopo l'ottimo incipit felliniano il film si perde tra la ricerca del poetico a tutti i costi, inspiegabili cadute di gusto (Mario che si masturba, l'amplesso tra Fulvio e la donna scimmia), citazioni assortite e anacronismi (il cellulare). A favore del film va l'ottima cura di fotografia e scenografia. Tra gli attori decisamente convincenti Giovinazzo e Rogowski, deludente Castellitto. La battaglia finale rialza un po' il livello, ma siamo di fronte a un'occasione mancata.
MEMORABILE: La presentazione dei personaggi in stile felliniano; Le esibizioni al piano; La fuga con il cannone.

Gabigol 18/11/21 07:42 - 608 commenti

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Il secondo lavoro di Mainetti, rispetto al più umile esordio, mostra immediatamente i muscoli: fotografia, scenografie e comparto registico di alto livello. La storia di quattro individui straordinari viene innestata al tempo della Seconda guerra mondiale, tra rastrellamenti e rigurgiti di resistenza. Purtroppo la sceneggiatura si mostra molto basilare; la stessa scrittura dei personaggi - con le felici eccezioni dei personaggi della Giovinazzo e di Rogowski - non si rivela folgorante rispetto alle pur interessanti premesse. Rimane cinema con personalità, al netto di qualche difetto.
MEMORABILE: L'incipit circense; La visione lisergica di Rogowski; L'esordio claudicante della resistenza; Lo sciame nel treno; Il potere liberato al termine.

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Cotola 23/11/21 23:51 - 9188 commenti

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Baracconata à la Marvel, dalle parti degli X-men. Perché? Ce n'era proprio bisogno? Ma il problema non è certo la derivatività. Troppo lungo, con una storiellina minimale, dall'ambientazione spaziale e temporale gratuita - perché i nazisti? E gli ebrei? Mah! - diluita in ben 140 minuti. Non mancano anche le cadute di gusto, e l'umorismo è rancido. Infine, ma non meno importante, l'affezione ai personaggi è pari allo zero, tranne un po' per Matilde. La confezione si salva, ma con tutti i soldi spesi è il minimo. Chi non ama il genere, può passare oltre.

Il ferrini 4/12/21 15:49 - 2440 commenti

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Mainetti aveva già mostrato il suo talento con un budget ridotto, stavolta invece i soldi ci sono e si vedono tutti. Ma a sbalordire, più degli effetti è un cast di grande talento diretto in modo magistrale. Perfetta la Giovinazzo ma anche Castellitto Jr. e tutti i personaggi secondari, dal partigiano gobbo Mazzotta a "Glauco" Tirabassi. Menzione speciale poi per Santamaria, che accetta di essere irriconoscibile per tutto il film e non è cosa da poco per un attore. Si ride, ci si emoziona, ci si diverte. Ricorda gli X-Men? Senza dubbio. Ma in questo genere non pare un difetto.

Orson 12/12/21 13:30 - 122 commenti

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All'opera seconda Mainetti fa il classico passo più lungo della gamba, rilasciando un'opera vistosamente imperfetta e fredda. La narrazione non coinvolge mai e la sceneggiatura presenta falle imperdonabili (la presa di coscienza di Matilde già era stata anticipata in maniera ridondante, togliendo forza al finale) mentre la battaglia conclusiva dura troppo ed è caotica. Ci sono poi pecche tecniche (l'effetto notte assai cheap) che non ti aspetteresti da una produzione del genere e cadute nel favolistico eccessivo (la scena alla E.T. ma anche le inutili visioni di Franz). Molto noioso.

Tarabas 19/12/21 11:24 - 1883 commenti

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Gli X-Men de noantri sono fenomeni da baraccone in un povero circo itinerante nella Roma città aperta del 1943. Senza volerlo finiscono coinvolti nella Resistenza, con un deuteragonista ubernazi con sei dita per mano e la passione per le torture. Di tutto, decisamente troppo. Fellini, la guerra, la Shoah, il rastrellamento del ghetto di Roma, il gobbo del Quarticciolo. Derivativo e magniloquente, rende impossibile empatizzare con i protagonisti (con l'eccezione del bravissimo Tirabassi) e si risolve in un colorato spettacolone con poca anima. Occasione sprecata.

124c 28/02/22 19:38 - 2935 commenti

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X-men all'amatriciana, in salsa film neo-realista e tarantiniano, perché dove si fermano quelli della Marvel, Gabriele Mainetti continua, non risparmiando il politicamente scorretto (il nano freak buono che si masturba), le scene di sesso (il personaggio peloso di Santamaria che copula con una sua simile), tortura e  violenza, soprattutto sugli ebrei e sui freak circensi. Come opera, però, è inferiore a Lo chiamavano Jeeg Robot, anche se lo psicotico gerarca nazista che vede nel futuro è un cattivo che non fa rimpiangere Luca Marinelli. Bello, ma non perfetto.
MEMORABILE: La ragazza elettrica, protagonista del film, che esplode in tutta la sua potenza; Il ruolo di Tirabassi; Le visioni del cattivo nel suo circo.

Capannelle 20/03/22 23:04 - 4451 commenti

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Opera imperfetta che parte con una prima mezz'ora magistrale ma che nel secondo tempo non sfrutta quanto seminato passando dalla dimensione fiabesca a quella da war movie. Però tecnicamente è un gran bel vedere, con un connubio di immagini e sonoro che denota grande abilità da parte di Mainetti. Attori che trovano la loro dimensione, tra i quali spiccano Tirabassi, Rugowski e la Giovinazzo, ed effetti speciali quasi tutti indovinati. Peccato per alcuni inserti che sfociano nel triviale e un che di derivativo nel finale. Tre pallini pieni.

Paulaster 8/03/22 10:05 - 4544 commenti

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Artisti da circo cercano lavoro da un tedesco durante l’occupazione. Il clima iniziale è garroniano e ha un approccio favolistico (citando Chaplin), il prosieguo è come fosse una sorta di Bastardi senza gloria. Mainetti si diverte nelle iperboli digitali ma poteva fare molto meno, specie nell’ultimo conflitto, in cui gli manca l’idea vincente. Dei quattro protagonisti si preferisce però il villain Rogowski. Qualche riferimento sessuale gratuito tra amplessi e masturbazione; non si capisce a che pubblico sia indirizzato. Tirabassi in un tenero ruolo.
MEMORABILE: Le canzoni al piano di Rogowski; L’incubo futurista; Le scosse; Il bacio in volo; Gli insetti a forma di svastica.

Bobby 17/03/22 10:15 - 4 commenti

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Non comincia benissimo questo secondo film di Gabriele Mainetti; no, perché Aurora Giovinazzo, ragazza elettrica con la lampadina accesa in bocca non può non far pensare a zio Fester. Per fortuna sono solo i primi minuti, cioè quelli in cui Israel (Giorgio Tirabassi) presenta il suo scalcagnato circo di fenomeni con anche il nano magnetico, il ragazzo degli insetti e l'uomo peloso forzuto. Poco dopo parte un bombardamento apocalittico e lì comincia il vero film di guerra e di sopravvivenza.
MEMORABILE: In negativo il coito di Santamaria con la donna pelosa e il pisello del nano a penzoloni; In positivo la rilettura di Guns'n'Roses e Radiohead.

Daniela 23/03/22 16:37 - 12815 commenti

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Mainetti torna sul tema dei mutanti, questa volta con un budget molto maggiore, ben utilizzato perché dal punto di vista della messa in scena c'è poco da eccepire. Tuttavia, mentre il film precedente aveva convinto per il suo approccio innovativo al tema, lascia perplessi questo con 4 freaks circensi presi nel mezzo fra nazisti e partigiani: i toni sono troppo inclini al patetico, l'uso tanto esibito del dialetto rischia la saturazione, certi passaggi risultano ridondanti o stucchevoli. Anche se si ama il fantasy declinato al favolistico, delusione e noia sono da mettere in conto.
MEMORABILE: Il personaggio del nazista che suona il piano con dodici dita interpretato da Franz Rogowski.

Jdelarge 28/03/22 17:38 - 1000 commenti

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Difficile non valutare positivamente un film italiano che fa della commistione di generi il suo cavallo di battaglia. Va premiato il coraggio di Mainetti nell'affrontare un ambito così poco italiano come il fantasy, innestato in un contesto storico che rende possibili scene di guerra assolutamente credibili per quanto assurde, visti i protagonisti. Fotografia di alto livello, così come le performance dell'intero cast. Originale, piuttosto folle e decisamente riuscito.

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Puppigallo 4/04/22 13:04 - 5341 commenti

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Pellicola con qualche spunto interessante, girata con un certo mestiere, ma che finisce per risultare poco incisiva e convincente, sia perchè minata da un'eccessiva durata, che per alcune cadute piuttosto evidenti della qualità dei dialoghi. Se poi si aggiungono personaggi anche passabili (il peggiore è il gobbo) ma che non colpiscono più di tanto (il migliore è il folle pianista ossessionato dai freak come arma e dal pessimo futuro che attende i nazisti), ecco che il risultato non va al di là del vedibile, nonostante l'innegabile sforzo visivo.
MEMORABILE: "Noi senza circo semo solo na banda de mostri"; "Respira!"; "Era come un padre per noi". "A me mio padre me dava sempre un sacco de botte".

Nando 13/04/22 15:43 - 3838 commenti

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Magniloquente pellicola di Mainetti che in questo prodotto fantasy genera molte riflessioni e strappa talvolta il sorriso, benché le situazioni non siano delle più piacevoli. Ricostruzioni e scenografie di alto livello e un cast appropriato in cui la Giovinazzo emerge con prepotenza, anche se Tirabassi non è da meno. Nel complesso validissimo, nonostante le spese.

Gottardi 18/04/22 19:01 - 396 commenti

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1943, il proprietario ebreo di un piccolo circo è catturato dai nazisti. Quattro ”freaks” del circo si mettono alla sua ricerca mentre un ufficiale nazista  che ha visioni di preveggenza insegue il folle sogno di costituire un esercito di freaks superdotati per vincere la guerra in extremis. Un film tenero e crudele, a tratti onirico nelle particolarissime, fantasiose, e curate messe in scena, che lancia la forza dell’umanità misconosciuta contro la guerra e le discriminazioni. Ottime le location romane sfruttate con insolita originalità. Qualche raro, perdonabile passaggio a vuoto.

Galbo 26/04/22 06:16 - 12465 commenti

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Un gruppo di artisti da circo intraprende un viaggio difficoltoso alla ricerca del loro capo mentre infuria la Seconda Guerra Mondiale. Gabriele Mainetti dirige un film ambizioso dimostrando la sua piena padronanza del mezzo cinematografico e un comparto tecnico che non sfigura davanti alle grandi produzioni internazionali. Un film pienamente godibile, segnato da ottime interpretazioni a cui si può fare qualche appunto limitatamente alla durata eccessiva e a una sceneggiatura non sempre impeccabile, specie nella parte centrale.

Giùan 8/05/22 10:25 - 4678 commenti

I gusti di Giùan

Si è preso il suo tempo Mainetti dopo l'inossidabilmente tenero Jeeg; uno spazio in cui ha continuato a costruire il suo personalissimo, fragile circo marveliano casalingo, uno specifico filmico che, come il precedente, vive d'un mutante e provvisorio equilibrio che qui, facendosi più ambizioso, diventa quasi spasmodicamente instabile. Resta però al fondo, pur se meno trasparente visto il contesto anche produttivo, una sincerità che molti errori redime (Franz, il troppo lungo, pur se ben girato, finale da war movie). Fluido, magmatico, buffo e pagliaccesco, disordinatamente intimo.
MEMORABILE: La Giovinazzo e Castellitto; Il gobbo di Mazzotta.

Enzus79 8/07/22 22:14 - 2994 commenti

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Quattro circensi italiani dotati di poteri speciali devono salvarsi dai nazisti. Film che si fa apprezzare più per la parte tecnica (fotografia davvero convincente, buoni gli effetti speciali) che per la trama: troppa carne al fuoco. A tratti poetico e felliniano, il film intrattiene, ma alla fine si ha la sensazione di aver visto qualcosa di incompiuto, che poteva risultare indimenticabile più che una meteora.

Pigro 31/01/23 10:01 - 9812 commenti

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Fantastici Quattro nella Roma dei rastrellamenti nazisti degli ebrei, ovvero freaks circensi in una reinvenzione favolistica della Storia: fantasy grottesco e ipercitazionista, tra partigiani pirateschi e felici anacronismi. Il superpotere è un dono o una maledizione? E chi sono i veri mostri? Un apologo fiabesco sulla diversità, roboante e fascinoso. Un kolossal fantastico e avventuroso che scardina e innova la narrativa sulla guerra e la Shoah, forse un po’ lungo (dieci minuti di troppo, soprattutto sul finale), ma emozionante e frizzante.

Schramm 30/05/23 14:47 - 3592 commenti

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Fenomeni da baraccone-baroccone paranormali e incontrollabili: insetti magnetismo forza erculea o frankliniana. La diversità come superpotere, prima ancora del superpotere che assicura diversità. Ma sono più freaks i nazisti che i mostri vogliono sfruttarli per conquistare il mondo o i partigiani che intendono servirsene come armi per impedirlo? Poco importa, c'è ESPeranza nel domani e Mainetti, che non ha perso il magico tocco affabulativo, ce lo dice in un grandissimo numero di illusionismo di 145' unendo i puntini che vanno da Browning a Tarantino passando per Argento e la Marvel.
MEMORABILE: Svastica di blatte; Sogno-compendio ciclotronico del futuro; Il Gobbo (un grandissimo Mazzotta).

Gugly 20/04/24 00:05 - 1195 commenti

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Dopo lo Zingaro, il nazista; Mainetti continua con le sue storie di diversi e stavolta li moltiplica per cinque (i quattro circensi più l'esadattilo folle) calandoli pure nella stessa Roma occupata di Rossellini; non tutto fila, lo scontro finale è una baracconata e i partigiani macchiette inutili, ma lo spettacolo di effetti speciali e poesia ha un suo fascino; cast efficace malgrado la sensazione fastidiosa di vedere una versione "coatta" di Wolverine & Co. Santamaria è un Cecconi più peloso e colto.
MEMORABILE: Le visioni futuristiche sotto etere del mondo che verrà, corredate di gadget tecnologici.

Mco 9/06/24 01:54 - 2342 commenti

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Uguale a tanti altri ma alla fin fine simile solo a se stesso, questo lavoro di Mainetti con e sui poteri straordinari si rivela un'opera di sicura bellezza visiva. Difficile, quando non impossibile, riconoscere tutti gli attori coinvolti dietro la maschera dei relativi personaggi, tra peli superflui, supertelecinesi e scariche elettriche dalla potenza devastante. Scontri che richiamano il meglio del pulp e cura dei dettagli superiore alla media rendono la visione adatta a spettatori di ogni età e gusti. Talvolta viene da chiedersi se la combriccola sia in cerca del mago di Oz...
MEMORABILE: L'incontro di Matilde con il Gobbo; Il salto col cannone; Le fusa della tigre.

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