Un Lucio Fulci stanco, svogliato, che imbastisce male un horror di maniera privo di spunti interessanti e caratterizzato da una pessima recitazione del cast (soprattutto femminile, la protagonista Meg Register non sembra proprio in parte). La partenza è in pieno Medioevo, con cinque suore crocifisse e arse vive dagli imbestialiti paesani di Santa Rosalia, in Sicilia. Il ritorno ai giorni nostri porta una squadra di archeologi canadesi (capitanata da uno spento Brett Halsey) proprio lì, a un passo dal monastero abbandonato che fu teatro delle esecuzioni. Sono le rovine della Magna Grecia a interessare gli archeologi, ma una di loro (Liza, ovvero Meg Register) sembra inspiegabilmente attratta...Leggi tutto dagli antri bui del vicino monastero. Il paese rumoreggia, parla di antiche maledizioni, vorrebbe che gli stranieri se ne tornassero a casa. Niente da fare: i fantasmi delle suore libidinose (era per quello che vennero punite, si scopre!) cominciano ad ammazzare un po' qua e un po' là in modo atroce: chi finisce fiocinato sullo yacht, chi assaltato (!) da gatti che sbulbano gli occhi, chi con la lingua estratta e bucata a chiodate, chi addirittura si ritrova squartato in due nella scena più splatter in assoluto (un vero colpo di coda di Fulci). Intanto la polizia indaga e il commissario Carter dell'Interpol è un Fulci che si scopre attore ritagliandosi un ruolo nemmeno troppo secondario. Ma il ritmo è blando, la confezione poverissima (un horror molto solare, forse in omaggio alle terre dove è ambientato) e la sceneggiatura è proprio terribile.
Tristissimo tardo episodio di una valorosa carriera ormai al crepuscolo (e senza 'na lira). E dire che l'idea, per quanto trita, non sarebbe stata poi male, se solo le risorse fossero state dignitose. Purtroppo invece ne vien fuori un disastro. Gli attori (se è consentita l'iperbole) avrebbero meritato di finire in uno snuff con supplizi affini a quelli del film.
Il film è incompleto, causa produzione dalla quale Fulci si distacca in fase di editing (molto piatto e privo di sonorità interessanti il doppiaggio), ma non per questo risulta del tutto privo di un fascino particolare e macabro.
Pre-finale girato in un vero ossario (come in Antropophagus di Massaccesi), effetti ultrasplatter (lo sventramento dell'uomo appeso a testa in giù, la lingua del macellaio trafitta ed amputata) ed una storia forse banale, ma ricca di fascino (recentemente ricordata in The Nun). Carismatico.
Non è poi così malvagio questo Fulci di fine stagione! Pur penalizzato da una fotografia piuttosto sciatta, ma dotato comunque di un encomiabile montaggio, Demonia è un buon horror che si lascia guardare dall'inizio alla fine. Non mancano poi "gustose" scene splatter davvero niente male (tra cui l'ossessione per l'enucleazione delle pupille, stavolta ad opera di gatti, e un assurdo squartamento in due) e pur di vedere Fulci nel ruolo di un commissario di polizia, siamo anche disposti a soprassedere sul resto del cast! Da rivalutare.
Uno dei peggiori Fulci di sempre se non il più brutto. Ciò perché a differenza di altri suoi lavori discutibili qui mancano anche il divertimento e l'autoironia di cui il regista non è mai stato privo. In questo caso, infatti, ci si trova davanti ad un film senza capo nè coda, con una sceneggiatura pessima, attori inguardabili (soprattutto la protagonista) e tanta ma tanta noia. Nemmeno alcune scene molto splatter riescono a risollevare le sorti di questa pellicola.
Fulci definì "Demonia" un film truffa in quanto il produttore (Ettore Spagnulo) sembra che sparì senza pagare nessuno. Perdoniamo quindi Fulci, considerando la situazione, per aver realizzato forse il peggiore dei suoi horror. Sceneggiatura, doppiaggio, cast indecenti. Si salvano alcune scene splatter veramente notevoli dove Fulci ci mette del suo. Peccato, perché l'idea di partenza del film era interessante.
Un Fulci ormai in fase calante, che vive essenzialmente di autocitazioni: dal linciaggio di Non si seviziae L’Aldilà alla seduta spiritica di Paura; dagli spuntoni mortali di Manhattan baby alle picconate di 7 note. Interessanti la location (una Magna Grecia insolitamente “maledetta”) e le oniriche luci blu, ma sceneggiatura e recitazione sono di scarsissimo livello. Obliabile.
MEMORABILE: La Cassola aggredita dai gatti. La lingua inchiodata di Salemme.
È un film che pur con tutti i suoi difetti (e ne ha parecchi) ha molte frecce al suo arco; su tutto due cose: le stupende location che sono molto suggestive e l'atmosfera che suscita la pellicola nei passaggi soprattutto all'interno del monastero, ma anche nel paesello siciliano (belle le sequenze davanti al bar). Condito con alcune scene altamente splatter (un paio assurde ma girate bene) secondo me si tratta di un film più che dignitoso. Bravo come sempre (per me) Lino Salemme.
Pellicola sfortunata. Poteva essere un vero rilancio nelle intenzioni, ma tutto è andato per il verso sbagliato. Il film soffre di una sceneggiatura raffazzonata, attori e doppiaggio scadenti, effetti pedestri, montaggio letteralmente ad occhi chiusi (peraltro non fatto dal regista che abbandonò alla fine delle risprese) ed una delle peggiori fotografie che si siano mai viste. Salvabili un paio di sequenze oniriche. Il Fulciano gradirà comunque.
Secondo me un discreto Fulci-movie. Non siamo certo ai livelli dei suoi classici dei primi anni '80, ma lo stile fulciano è perfettamente riconoscibile, se non altro nelle sequenze splatter, che sono brutalmente spettacolari come al solito. A causa del budget ridotto si respira un po' un'atmosfera da B-Movie, ma le location sono ottime e inusuali e la storia tutto sommato funziona bene. Presenti alcuni dei fedelissimi di Fulci (Halsey, Cliver) e Fulci stesso tra gli interpreti. Tutto sommato uno dei migliori Fulci degli ultimi anni.
MEMORABILE: Il tipo appeso e squartato in due di fronte al figlioletto!
Mediocre horror dell'ultimo periodo di Fulci. La mano del maestro (che compare nella parte di un commissario) è quasi irriconoscibile, vista la trascuratezza dell'insieme, se non fosse per le povere ma cruente scene splatter (l'ultima, che omaggia Conquest, è da antologia). Insufficiente il cast, fatta esclusione per Brett Halsey, bravo ed espressivo ma penalizzato dall'infimo doppiaggio. Fotografia molto mediocre penalizzata ancor di più dell'uso del fullscreen. Solo per appassionati.
"Un film truffa", cosi Lucio Fulci definì il suo film "Demonia" a lavoro ultimato. Infatti si dice che il produttore Spagnuolo sia sparito senza pagare nessuno. Uno dei film del tardo periodo Fulciano, da rivalutare per i notevoli effetti splatter (lo sbulbamento da parte di gatti, lo squartamento in due) e per le scenografie. Attori, doppiaggio, fotografia da bruciare mentre ottimi sono la regia, gli effetti speciali e le musiche. Andrebbe rivalutato sopratutto il finale, che sembrerebbe più adatto ad un film romantico che ad un horror. Un film da vedere.
Quando Fulci girò Demonia era malato, inoltre il budget a sua disposizione era assai esiguo (per non dire inesistente, visto che il produttore fuggì con i soldi prima che le riprese fossero finite). Questo probabilmente spiega il perchè di una sceneggiatura così tirata via, di effetti speciali mal riusciti e di una regia insolitamente piatta. Eppure il risultato finale non è così negativo: c'è qualche sequenza suggestiva e un'atmosfera, a tratti, davvero intrigante.
La vera leggenda è quella del produttore del film, che scappò a metà delle riprese con tutto il malloppo a disposizione, nonché dello stesso regista che prese in seguito le distanze da tutto e da tutti! Il risultato, scialbo e improvvisato, è da dimenticare e basterebbe da sola la pessima recitazione della protagonista (che si limita ad un'unica espressione di attonita meraviglia) a renderlo praticamente inguardabile.
Su questo prodotto atroce regna il mistero, poiché nonostante le ricerche non sono riuscito a capire chi abbia finito il film, se è vero che Lucio Fulci non terminò nemmeno le riprese perché il produttore era fuggito con la cassa. Chi allora ha diretto la postproduzione e, si pensa, concluso le riprese? Questo dubbio salva a mio giudizio l'opinione positiva che si può avere di Fulci. Lati pregevoli del film: lo squartamento, il fondoschiena di Meg Register (ma non certo la di lei "recitazione") e qualche sprazzo di regia qua e là.
Demonia testimonia la fase di dismissione del cinema fulciano, uno di quei suoi film “finiti” ancor prima che terminasse di girarli completamente. A mancare infatti non è tanto l’idea (nemmeno brutta a dir il vero) quanto quel mordente, quella convinzione, la cattiveria che ha sempre contraddistinto il Lucio migliore. Così tutto è tirato via: le location ipoteticamente “paperinesche”, gli assassinii talora raffazzonati (non male però quello del macellaio), un immanente senso di stanco deja vù. Si suspiria di noia e a nulla vale qualche truce effetto gore.
Dispiace dirlo ma è uno dei peggiori lavori di Fulci, nonostante un'ottima ambientazione. Gli attori sono pessimi e la storia si poteva sviluppare molto meglio; si salvano solo alcune uccisioni molto ben curate. Il regista nei panni del commissario che segue le indagini si ritaglia una parte piuttosto importante, rispetto ad altre sue apparizioni. Solo per i devoti del "terrorista dei generi"!
Sicuramente tra i peggiori film di Fulci, arrivato ormai alla fine della sua carriera. Per niente riuscito, anche a causa dei vari problemi di produzione che ha avuto. Noioso e molto lento; neanche gli effetti splatter alla Fulci riescono a incidere sulla valutazione. La cosa più interessante è l'ambientazione nella cripta del convento.
Un Fulci decisamente minore, alle prese con una storia abbastanza risaputa e un cast non all'altezza (il migliore è lo stesso Lucio Fulci, nel ruolo dell'ispettore). Un parziale riscatto lo si ha solo nelle scene splatter, di cui Fulci rimane un maestro. A ulteriore discolpa del regista, va detto che questi, per motivi economici, non ha nemmeno terminato l'opera (il montaggio non è stato realizzato da lui).
Per oltre un'ora, quanto visto nel prologo, viene ribadito a oltranza. Negli ultimi 20 minuti c'è spazio per un paio di sequenze ultra-gory (a dirla tutta, abbastanza accampate). Poi noia a palate e attori in panne tra siculo, italiano e americano. Tant'è. L'ostracismo degli oriundi rimanda al Paperino, ma il confronto è impietoso. Sarà per il soggetto sviluppato in modo approssimato (a che culto erano dedite le suore? Cos'avevano commesso? Perché la protagonista sviluppa con loro un rapporto medianico?), sarà per la post produzione dissestata: ma più che brutto, rimane un film insignificante.
MEMORABILE: La lingua inchiodata e lo smembramento verticale.
Insopportabile e tedioso centone di citazioni e autocitazioni di un Fulci avviato ormai al declino. Non si salva nulla in questo pasticcio, a cominciare dalla protagonista (graziosa ma inespressiva) per finire alla narrazione vera e propria, un trionfo del déjà vu. Qualche (malfatta) sequenza splatter alla fine risulta solo irritante invece che davvero liberatoria (com'era nel cinema di genere del periodo d'oro). Un fallimento.
Non certo il miglior Fulci (che comincia qui a essere fuori tempo massimo) ma oggettivamente non così disprezzabile. Anzi, nelle atmosfere cupe riesce ancora a dire la sua in un panorama che cambia rapidamente. Note dolenti per il cast, poco convinto né convincente. È un peccato. Se Fulci fosse stato supportato adeguatamente sarebbe stato egli stesso più motivato, invece firma un prodotto che si colloca nella media.
Non il peggior film di Fulci, ma di certo uno dei suoi prodotti più mediocri. L'idea di suore crudeli e redivive che commettono atroci delitti poteva far sperare in qualcosa di divertente, ma a parte le succulente scene splatter (quelle degne di nota sono soltanto tre, ma molto crude, se si chiude un occhio sugli effetti speciali rudimentali) il resto del film è monotono e scontato. Di memorabile c'è solo la presenza di Fulci, che non si limita a un cameo ma veste un vero e proprio ruolo, forse preparandosi al successivo Un gatto nel cervello.
MEMORABILE: L'attacco brutale dei gatti; La lingua inchiodata; La crudele scena di smembramento per mezzo di un albero.
Una produzione disastrata (specialmente in fase conclusiva; e si vede), una sceneggiatura con buchi grandi come il pianeta Giove (con l'aggravante della ridondanza), interpreti poco espressivi, inficiano questo oggetto fulciano alla radice. Ridotto a sostenersi solo con le visioni gore e macabre del maestro (alcune buone, altre meno) traballa e rischia di franare rovinosamente. Resta in piedi ma non con stile inesorabile; e si autoconsegna al despota della mediocrità.
MEMORABILE: La lingua; Il violento dimezzamento di un personaggio; Certi ambienti (tra cui l'ossario).
Nel 1990 Lucio Fulci era ormai in caduta libera. Eppure questo film, pur essendo mediocre, conserva ancora qualche tratto interessante. Le scene splatter, consuete nella filmografia del regista, sono di notevole effetto e sono belle anche le location. Peccato per la recitazione penosa e il low budget, che ne fanno un film comunque di serie B. Troppe le citazioni, ma soprattutto le autocitazioni. Da guardare (e poi da cestinare) solo se si è veri appassionati di Fulci.
Della serie non risvegliare la suora che dorme. Ultime cartucce di Lucio Fulci, che si ritaglia una parte, per un film che insegue il filone demoniaco/splatter a tema "archeologico", che nella seconda metà degli Anni '80 trovò un certo consenso. Il film è un vero pasticcio, girato in sottrazione e con evidenti buchi di sceneggiatura. Resta qua e là qualche discreta intuizione del regista, maestro del genere, ma povertà di mezzi e doppiaggio da telefilm di seconda fascia tolgono fiato a un'opera complessivamente scarsa.
Piantato in asso dal produttore in corso d'opera, seguito a ruota da Fulci, finito e montato alla bell'è meglio non si sa bene da chi, il risultato finale denuncia ampiamente tutte le traversie produttive, nonché la ristrettezza dei mezzi a disposizione. In realtà l'idea di base, per quanto già sfruttata, non era poi da buttare ma richiedeva, oltre a risorse più consistenti, una maggiore attenzione nella sceneggiatura, attori più convincenti, soprattutto la Register, e una regia meno svogliata che sembra voler giocare le sue uniche carte in effettacci gore particolarmente efferati.
MEMORABILE: Il neonato, figlio della suora, gettato fra le fiamme.
Difficile concentrarsi in modo serio e vivere la storia con trasporto in quanto i limiti sono decisamente totalitari e invalidanti. Le note disavventure inerenti alla produzione devono aver influenzato la realizzazione, che risulta deficitaria e ai limiti dell’amatoriale. Nemmeno gli scenari siciliani si prestano bene e il piattume generale della fotografia e della messa in scena li rendono ancor più fuori contesto. Gli effetti speciali e il montaggio negli omicidi mettono la croce definitiva addosso alla pellicola, risultando troppo finti e buttati lì, solo per dovere di cronaca.
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Spectra ebbe a commentare: Fulci definì "Demonia" un film truffa in quanto il produttore (Ettore Spagnulo) sembra che sparì senza pagare nessuno. Perdoniamo quindi Fulci, considerando la situazione, per aver realizzato forse il peggiore dei suoi horror. Sceneggiatura, doppiaggio, cast indecenti. Si salvano alcune scene splatter veramente notevoli dove Fulci ci mette del suo. Peccato, perché l'idea di partenza del film era interessante.
De gustibus non est disputandum.
Quello che dici Fulci lo riferì -ero presente- nel contesto del Fangoria Film Festival (1990) in quel di Bologna.
La notizia è riportata, se non erro, anche nel mitico Il Terrorista dei Generi.
In parte è vero che il regista ha abbandonato la lavorazione (ma solo in fase di editing) senza curarsi del doppiaggio finale: ed è questo il limite maggiore del film, ovvero l'assenza di una traccia sonora efficace ed il doppiaggio stesso.
Ma nel complesso il risultato finale non è così spregevole, essendo comunque, Demonia, pellicola che ha un suo fascino dovuto -principalmente- alla serie di scene cruente (alcune delle più eccessive dell'ultima fase del regista), allo scenario di un set tetro e claustrofobico (il vero ossario) ed alla lunga interpretazione dello stesso Fulci nei panni dell'ispettore Carter.
Rivedilo, tenendo a mente alcuni suoi film TV (Quanto Alice Ruppe lo Specchio o Il Fantasma di Sodoma, ad esempio).
* Il vero ossario collega (per affinità d'ambiente) Demonia ad Antropophagus, quest'ultimo diretto da Massaccesi (come Joe D'Amato) nel 1980.
** L'abbandono del produttore (Ettore Spagnuolo, già all'opera con Fulci nel 1987 per Aenigma) si è pesantemente fatto sentire sul film, chiuso malamente, con editing non più curato da Fulci.
*** La sceneggiatura è stata redatta da Piero Regnoli, in collaborazione con il noto critico cinematografico Antonio Tentori.
**** Nel ruolo di Turi De Simone (quello a cui viene trafitta la lingua) appare Lino Salemme, attore coinvolto in alcune delle ultime produzioni horror italiane, già contaminate con la televisione (Una Notte nel Cimitero, Le Foto di Gioia, L'Uomo che non Voleva Morire, La Dolce Casa degli Orrori).
Salemme aveva già prestato il suo volto anche nel programma televisvo Giallo (1987), interprentando L'Incubo di Dario Argento (il n. 7 Addormentarsi) e l'episodio di Turno di Notte dal titolo Giubetto Rosso.