Autoreferenziale e masturbatorio, puro Noè (in tutto e per tutto), dalla cinefagia che tutto travolge, all'universo personalissimo del suo autore (il bambino chiamato Gaspar, Noè stesso nel ruolo dell'artista Noè-con risibile parrucchino-, l'ex di Murphy che si chiamava Lucille-la compagna di Noè , quella di
Innocence-, il direttore della fotografia Benoit Debie nel ruolo del "santone" Yuyo-il mome del padre di Noè) i continui rimandi alle sue opere (il club privè è quello di
Irreversible, con aggiunta di sesso esplicito e non simulato, come di
Irreversible prende il racconto "al contrario"--Murphy conosce Elettra al parco solo verso la fine, mostrandoci il loro primo incontro- la droga assunta pre
Climax, le esplosioni in acido di
Enter the void, Murphy ripreso a letto come il Nahon di
Solo contro tutti, in un continuo susseguirsi di egocentrismo d'autore, di stucchevolezza narcisistica e imbevuto di tutte le passioni (ma soprattutto ossessioni) noeiane.
Forse uno dei pochi film dove l'atto sessuale, mostrato senza remore e falsi pudori, è tanto sincero quanto vitale, così vivido e realistico, senza il mero scopo di scandalizzare ad ogni costo (notevoli, a questo punto, le "rabbiose" copule nel tunnel della metropolitana) che rende il rapporto tossico di Murphy e Elettra coinvolgente e passionale (bellissima e autentica, poi, la congiunzione carnale a tre, il tringolo sì che Noè lo ha considerato), così come la disperazione e la rabbia isterica che Elettra vomita addosso a Murphy (sputandole pure in faccia) e la litigata furibonda sul taxi, per poi finire, ancora rabbiosamente, a fare l'amore.
Preziosi e estasiatici i piani sequenza (nei parchi autunnali, al cimitero, per le vie albeggianti-o notturne-parigine), così come gli sprazzi di intenso romanticismo (a parlare del film preferito-per Murphy, in questo caso, è
2001, monumento inviolabile per Noè, sempre restando in tema autobiografico), Murphy chiuso nel suo angusto appartamento, prigioniero di una situazione familiare che le sta strettissima, il primo giorno dell'anno nuovo, sotto una pioggia battente e ossessiva, a rimembrare la focosa relazione con Elettra (flashback nei flashback che si perdono in altri flashback), le continue telefonate alla segreteria della mamma di Elettra, quella chiusa astrusa e ermetica, nella vasca da bagno, che stà tra
L'ultima donna di Ferreri e il zulawskiano
Possession.
Poi il sesso, carnoso, umido, vitale, come le tre lingue che si cercano, si frugano, una nella bocca dell'altro, erezioni, fellatio, il seme dell'uomo che sprizza copioso (pure in CG, nel viaggio psicotronico a base di droghe, nella penetrazione come la lama del pugnale che perforava il cuore di Eva Axen in
Suspiria), dove Noè sottolinea l'impero dei sensi scevro da ogni artificio, in quello che potrebbe essere il suo personale
The Dreamers sotto mescalina.
Esilarante (ma allo stesso tempo disturbante) l'incontro con il/la transessuale, la capatina al sex shop con locale zeppo di vhs porno, il già citato club privè oltre la porta verde, il sesso occasionale chiusi nel bagno, il preservativo che si rompe e crea l'apocalisse dei sentimenti.
Genio e sregolatezza come tutto Noè, del resto, che ci infila, con dubbio gusto, colonne sonore carpenteriane e nenie argentiane, un 3d del tutto inutile, la tira un pò troppo per le lunghe (in dirittura d'arrivo non sarebbe stato male scorciarlo un pò), racconta del nulla (alla fine), ma è come lo fa che rende
Love tanto schietto e , a volte, doloroso, come la naturalezza dei tre attori protagonisti, perchè è davvero così che i ragazzi (e non solo) si amano e si odiano, fino ad una ricerca del sesso estremo (ma senza violenza) che aggiunga brivido al loro già burrascoso rapporto (anche quì nulla di nuovo, ma Noè sa ben giostrare quella Parigi di notte, oscura e tentatrice, che ben conosce e che già bazzicava in
Irreversible)
Nella cameretta/bunker di Murphy (dove scatta Polaroid a Elettra, oltre a fare il resto) troneggia il gusto divoratore del Noè cinefilo (tra quelli riconosciuti:
Salò,
Taxi driver,
Nascita di una nazione,
Emanuelle nera,
Il mostro è in tavola...barone Frankenstein,
Defiance of good,
M-Il mostro di Dusseldorff,
Freaks), ritorna la voragine stroboscopica di
2001 (il cerchio luminoso che tutto fagogita)
e Noè si gingilla nel suo mondo ermetico, nella sua personale (e ipnotica) versione di
Jules & Jim, ad un passo dal baratro dell'irreversibile di una storia d'amore andata a remengo.
Attenzione al senso di incompiutezza e di vuoto che lascia a post visione (con il tormentone che ti batte in testa: "Ma che fine ha fatto Elettra?"), potrebbe sedimentare nel tempo (e nello spazio).
Curioso come il dvd francese della
Wild Side (nella sua totale integralità) abbia il solo audio inglese e i sottotitoli francesi.