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Discussioni su Climax - Film (2018)

DISCUSSIONE GENERALE

20 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Herrkinski • 26/02/19 03:10
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Madonna che bruttura, il punto più basso della filmografia di Noé. Tolta la mera tecnica (comunque tutti trick già visti e stravisti nel resto dei suoi film, dalla fotografia virata in rosso ai piani sequenza interminabili, alla mdp che rotea su sè stessa), il nulla assoluto. Il fatto che lo script fosse di 5 pagine la dice lunga, c'era materiale per un cortometraggio al massimo. Una noia mortale per un film che non va a parare da nessuna parte e che non ha neanche l'effetto puramente destabilizzante delle altre sue opere; non c'è provocazione, non ci sono messaggi, il filo conduttore che legava le altre pellicole è del tutto assente. Se fosse andato a un vero rave-party e avesse filmato la serata con un cellulare forse sarebbe stato più appassionante.
  • Bubobubo • 28/02/19 15:43
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    Madonna che bruttura, il punto più basso della filmografia di Noé. Tolta la mera tecnica (comunque tutti trick già visti e stravisti nel resto dei suoi film, dalla fotografia virata in rosso ai piani sequenza interminabili, alla mdp che rotea su sè stessa), il nulla assoluto. Il fatto che lo script fosse di 5 pagine la dice lunga, c'era materiale per un cortometraggio al massimo. Una noia mortale per un film che non va a parare da nessuna parte e che non ha neanche l'effetto puramente destabilizzante delle altre sue opere; non c'è provocazione, non ci sono messaggi, il filo conduttore che legava le altre pellicole è del tutto assente. Se fosse andato a un vero rave-party e avesse filmato la serata con un cellulare forse sarebbe stato più appassionante.

    Per me Enter The Void e Love sono di gran lunga più stiracchiati e tediosi.
  • Herrkinski • 4/03/19 23:05
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:

    Per me Enter The Void e Love sono di gran lunga più stiracchiati e tediosi.

    Hanno comunque durate eccessive ma rispetto a questo almeno hanno una trama, un fil rouge con gli altri film di Noé. Questo è proprio basato sul nulla cosmico. In generale comincio a pensare che Noé sia stato un fuoco di paglia; tolti Seul Contre Nous e Carne il resto è ampiamente discutibile.
  • Bubobubo • 13/03/19 20:32
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Herrkinski ebbe a dire:
    Bubobubo ebbe a dire:

    Per me Enter The Void e Love sono di gran lunga più stiracchiati e tediosi.

    Hanno comunque durate eccessive ma rispetto a questo almeno hanno una trama, un fil rouge con gli altri film di Noé. Questo è proprio basato sul nulla cosmico. In generale comincio a pensare che Noé sia stato un fuoco di paglia; tolti Seul Contre Nous e Carne il resto è ampiamente discutibile.


    Su questo mi trovi perfettamente d'accordo. ;)
  • Schramm • 28/07/19 17:31
    Scrivano - 7817 interventi
    coty, herr, sbalordisco al vostro astio: se con von trier posso fare saliscendi perché veicola la propria bastardaggine in due differenti modalità, giocando a volte a carte troppo scoperte laddove altre bara abilmente con carte del tutto coperte, con noé - togliendo forse un paio di corti - sono acritico da far schifo, perché è sempre il solito irriducibile stronzo, e a ogni manovra, così uguale alle precedenti e così diversa dalle precedenti, lo è sempre più del solito e sempre più irriducibilmente. per dirla più facile: non mi sembra certo uno nato piromane e disposto a crepare da vigile del fuoco.

    non sarei anzitutto d'accordo, quindi, con chi ha scritto che questo è il suo film meno nichilista, e per conseguenza formale come sostanziale, più vuoto o arido: ci sono più idee e corto-circuitazioni prospettiche, semantiche e sensoriali (e soprattutto angoscia da restarci quasi secchi: a una certa ci si sente annaspanti come in nessun horror) qui che in 40 best horror ever a caso degli ultimi 15 anni.

    eppoi meno nichilista? seriously? cacchiarella, accade un finimondo di atrocità mai visto in altri suoi film, che non risparmia creatura alcuna
    SPOILERONE nemmeno le più innocenti o quelle che ancora devono venire al mondoFINE,
    chiamamelo quasi riconcilato col cosmo. ché qua è proprio il cosmo a esser tirato in ballo e preso a calci sotto la cinta con punte ferrate (mi è venuta alla mente Kalì in quel corpo di ballo, che è appunto allegorico microcosmo)

    non un'idea che sia una? ne estrapolo un paio da un mazzo tutt'altro che striminzito: mostrarci una coreografica staffetta di vorticosi e meravigliosi assoli (e a proposito, parliamone, del potere seduttivo delle coreografie, levano davvero il fiato, si vorrebbe una prima sezione di tre ore; e detto da uno che ha sempre messo la danza nel punto più piramidalmente basso delle proprie passioni, c'è un po' da crederci) privilegiando quella che sembra essere la prospettiva meno accomodante e favorita, salvo farci rendere conto che ne accentua l'ipnotica sinuosità e la potenza. se non è un colpo di fulmine questo..!!

    o fingere di smentire il titolo, e di conseguenza il film (ma naturalmente chi ormai conosce bene noé non è granché disposto a cascarci) partendo direttamente dai titoli di coda, per poi lasciar spazio (e come e quanto questo venga quasi dipinto e sondato dalla mdp, parliamone) a una forza inerziale di un male così onnicomprensivo e soffocante da farceli invocare, quei benedetti titoli. che invece sono già arrivati e si resta in balia del "si sa come si inizia ma non come si finisce, né quando".

    per il resto certo, da indomito ripetente non rinuncia al suo coté e ai suoi mal vezzi (come quello di avvallare il tutto con semplicistiche e apodittiche didascalie dall'esclamativo tono e senso, in questo caso va detto molto belle), ma quale regista non riparte da lì per ribattere con nuovo passo sempre la stessa strada?

    e poi mi resta assolutamente adorabile quando nella maniera più organica (e ai limiti del visibile) possibile innesta i propri amori/ossessioni promuovendoli da semplice omaggio/citazione a pregnante scatto/tono muscolare del film, come (sparando a caso tra le tante che mi sovvengono a caldo) la crisi isterica della adjani in possession.

    certo. è autoreferenziale, è sleale, è spocchioso, è molesto, è una grandissima testa di quattro e non meno di un von trier (anzi forse molto di più) quando c'è da alzare la zampa posteriore e marcare il più abbondantemente possibile il territorio dell'ultimate extreme level (dove estremo è da intendersi nella forsennazione del medium oltre che di quella della materia trattata) lo fa facendo sembrare umile Narciso, ma che dire io lo amo follemente e lo trovo estremamente emozionante e affascinante proprio per questo.

    l'unico punto ove si impiglia un po' su cui posso trovarmi concorde nelle critiche sono quei gommosi 15' finali: cesellandoli della metà e lavorando di condensazione estrema avrebbero probabilmente giovato in potenza percussiva e scalciato più in basso e più forte - e ci sarebbe scappata la recensiva C-word.

    ma anche così, io resto un appagato pendolo che oscilla tra l'estasi mistica e il bisogno di farmi una doccia di tre ore, ancorché curiosissimo di vedere a che disonesti giochi di pre(sti)gio farà ricorso la prossima volta.

    per me, chi ancora non l'ha abitato e ama quest'autore, resta un colpo di mano e di maglio imperdibile.
    Ultima modifica: 15/08/19 01:14 da Schramm
  • Raremirko • 28/07/19 23:54
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Grande Schramm, sei sempre perfetto e mi hai fatto venire una voglia incredibile di vederlo; anche io lo adoro.

    Pensa che potevo incontrarlo di persona, era venuto a Milano poco tempo fa.
  • Herrkinski • 29/07/19 00:34
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    coty, herr, sbalordisco al vostro astio: se con von trier posso fare saliscendi perché veicola la propria bastardaggine in due differenti modalità, giocando a volte a carte troppo scoperte laddove altra bara abilmente con carte del tutto coperte, con noé - togliendo forse un paio di corti - sono acritico da far schifo, perché è sempre il solito irriducibile stronzo, e a ogni manovra, così uguale alle precedenti e così diversa dalle precedenti, lo è sempre più del solito e sempre più irriducibilmente. per dirla più facile: non mi sembra certo uno nato piromane e disposto a crepare da vigile del fuoco.
    Regista divisivo di sicuro, per me andando avanti mostra sempre di più quanto fosse un fuoco di paglia, più che un piromane. E' partito in modo deflagrante con Carne E Soul Contre Tous ed è andato subito in calando con una serie di titoli per me interlocutori e che solo in parte avevano spiragli del genio nichilista mostrato nell'esordio (pur non dispiacendomi Enter the void, forse il più pretenzioso ma anche quello dove si è effettivamente messo un po' in gioco). Love mi aveva abbastanza deluso; questo Climax mi ha fatto l'effetto di una band rock di cinquantenni appesantiti da abusi vari che dopo mille esperimenti più o meno riusciti dicono di tornare col disco più crudo e "vecchio stile" a richiamare i loro primi capolavori e invece fanno un disco con un feedback di chitarra di un'ora confezionato come un capolavoro d'estremismo sonoro, imbellettato con una confezione d'impatto e con qualche intervista ad hoc in cui te la raccontano con delle supercazzole atte a far presa sugli hipster di turno.


    non sarei anzitutto d'accordo, quindi, con chi ha scritto che questo è il suo film meno nichilista, e per conseguenza formale come sostanziale, più vuoto o arido: ci sono più idee e corto-circuitazioni prospettiche, semantiche e sensoriali (e soprattutto angoscia da restarci quasi secchi: a una certa ci si sente annaspanti come in nessun horror) qui che in 40 best horror ever a caso degli ultimi 15 anni.

    C'eran talmente tante idee che la sceneggiatura è di 5 pagine, immagino scritte a caratteri molto grossi :°)
    Io proprio d'idee non ne ho vista l'ombra. E' come le Mentos, un buco con il film intorno. Idem per l'angoscia, a me ha annoiato a morte.


    non un'idea che sia una? ne estrapolo un paio da un mazzo tutt'altro che striminzito: mostrarci una coreografica staffetta di vorticosi e meravigliosi assoli (e a proposito, parliamone, del potere seduttivo delle coreografie, levano davvero il fiato, si vorrebbe una prima sezione di tre ore; e detto da uno che ha sempre messo la danza nel punto più piramidalmente basso delle proprie passioni, c'è un po' da crederci) privilegiando quella che sembra essere la prospettiva meno accomodante e favorita, salvo farci rendere conto che ne accentua l'ipnotica sinuosità e la potenza. se non è un colpo di fulmine questo..!!

    Non so, sulle scene di danza mi pare che il Suspiria di Guadagnino stia avanti mille anni.


    o fingere di smentire il titolo, e di conseguenza il film (ma naturalmente chi ormai conosce bene noé non è granché disposto a cascarci) partendo direttamente dai titoli di coda, per poi lasciar forza a una forza inerziale di un male così onnicomprensivo e soffocante da farceli invocare, quei benedetti titoli. che invece sono già arrivati e si resta in balia del "si sa come si inizia ma non come si finisce, né quando".

    Più che altro se ci fosse, un finale... Quello che dovrebbe esserlo lascia ben poco di cui restare soddisfatti.


    e poi mi resta assolutamente adorabile quando nella maniera più organica (e ai limiti del visibile) possibile innesta i propri amori/ossessioni promuovendoli da semplice omaggio/citazione a pregnante scatto/tono muscolare del film, come (sparando a caso tra le tante che mi sovvengono a caldo) la crisi isterica della adjani in possession.

    La cosa di Possession non l'ho rilevata perchè dovrei rivedere il film ma in Climax non mi è parsa particolarmente differente da crisi analoghe viste altrove. In generale mi ha fatto l'effetto di esser sobri a un rave e guardare con pietà un gruppo di gente strafatta che si dimena e urla a caso, salvo tirare un respiro di sollievo quando finalmente stramazzano al suolo.
    Poi quell'incipit con le VHS in bella mostra... Manco Tarantino è arrivato a livelli così wannabe del genere "guardate tutti come sono cult ed erudito sul cinema andergraunddd!". Il fatto che mi piazzi Zombi 2 in bella mostra non mi farà credere che il film sia influenzato da Fulci, tantomeno da tutti gli altri film mostrati.

    Mi spiace essere severo con un regista che ha comunque fatto uno dei miei film preferiti di sempre, però dopo tanta pazienza ho la fortissima impressione che si sia montato la testa e pensi che qualunque cosa butti fuori i suoi fedelissimi grideranno al miracolo, cosa che ho già rilevato in altri autori blasonati (tra cui il già citato Tarantino). Va bene aver talento, va bene esser visionari e provocatori, ma quando una, due, tre volte si pensa di cavarsela con furbetti esercizi di stile mi sento preso per i fondelli, specialmente in quest'ultimo caso che mi è parso proprio un onanismo filmico di chi pensa di potersi ormai permettere di far uscire film senza nemmeno uno script.

    Per me, insieme a Mandy uno dei film più insopportabilmente presuntuosi visti di recente, anche se là perlomeno un minimo d'idee (molto confuse) c'erano. Poi, inutile dirlo, vale sempre il de gustibus.
    Ultima modifica: 29/07/19 00:40 da Herrkinski
  • Bubobubo • 29/07/19 01:00
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Io, devo dire la verità, sono d'accordo con entrambi. Condivido l'apprezzamento generale di schramm per questo Climax (anche se smussato di qualche entusiasmo che comunque non biasimo), ma condivido anche il giudizio di Herrkinski sulla parabola di Noé regista.
    Anche per me la sua fase creativa più compiuta si esaurisce già con il micidiale esordio (e con i primi 3/4 di Irreversible) e i corto-/lungometraggi successivi sono una rincorsa al tedio che più tedio non si può (un giorno avrò la forza di lasciare due righe sia su ETV che su Love, ma mi estenuarono entrambi sino al limite dell'umana sopportazione).
    Di questo, che pure formalmente rientra perfettamente nello stile del regista, ho apprezzato molto il deragliare inarrestabile degli eventi, il modo in cui viene rappresentato ed orchestrato (è il caso di dirlo).
  • Schramm • 2/08/19 17:06
    Scrivano - 7817 interventi
    @herrkinski pioggia di sangue:

    >>> C'eran talmente tante idee che la sceneggiatura è di 5 pagine, immagino scritte a caratteri molto grossi :°)

    si ma non è che script breve o quasi nullo equivale per forza a idee zero. il rapporto corposità dello script = idee bomba non credo sia così assoluto, perché le idee possono venire a badilate in corso d'opera. per un certo numero di autori un foglio di sceneggiatura è solo un tesissimo tappeto elastico mentale con cui fare il grande balzo e procedere via via per accumulo e intuizioni fortuita. cinema e teatro sono visitati da non pochi autori che nemmeno elaborano uno storyboard e fanno grandi cose perché internamente hanno già molto chiara la sceneggiatura, altri vengono sgambettati dal caso che vince sul calcolo e dalla propria incapacità gestionale e finiscono con l'orchestrare male corpose lunghissime sceneggiature di ferro scritte e riscritte 100 volte.

    noé è uno di quei registi che non funziona sulla scrittura a monte e su stilemi narrativamente classici e canonici (non credo che gli script di enter the void e love abbiano tagliato il traguardo delle 20 pagine), se si vuole o addirittura pretende questo va da sé che ostinarsi a stargli da presso significa farsi del male e buttare via il proprio tempo perché noé non ti dirà mai quel che vuoi sentirti dire ed è proprio il suo bello.
    intendiamoci non c'è assolutamente niente di male nel volere il contrario del cinema di noé, ma non chiedendolo proprio a lui: non l'ha mai fatto, nemmeno col suo esordio e non credo lo farà retrocedere una selva di fischi; e se andiamo a scalfire la crosta tutto quanto venuto di conseguenza è stato non solo del tutto coerente a seul contre tous in termini di nichilismo e di slancio stilistico (alla fine anche SCT non è che la stessa lagna in loop pedal per quasi 2 ore, una giravolta stilistica intellettiva applicata alla gnosi negativa del vita-mondo-uomo = tuttomerda; questo a dire che gli esercizi di stile possono essere carnali e sensuali non meno di approcci asciutti e rigorosi, e che il criterio quantitativo dello script non è in sé inficiante, non se partendo da quello – e come in questo caso abbandonandolo o tenendolo come catapulta - si fanno poi i quadrupli carpiati: lo script di seul ha dalla sua più pagine solo per via dell'infinito soliloquio del protagonista, ma è il suo film più immobilista – e non è una critica o una polemica, l'ho amato), ma è nel suo insieme visto dall'alto un capolavoro di polimorfismo esasperato. ossia a ogni passo riconferma di non avere mai fatto lo stesso film pur girando sempre attorno allo stesso palo (una pianta di fagioli di jack rivolta verso l'ade), o se vuoi al contrario ha sempre fatto lo stesso film applicato a specifici apparentemente stranieri e scollegati tra loro, che è poi quanto fanno in tutta spontaneità gli artifex più assolutamente liberi di perseguire senza filtro alcuno le proprie ossessioni e manie (mi sembra infatti curioso stravedere per la casa di jack e affondare noé, dato che gaspar e lars possono dirsi per diversi motivi che meriterebbero almeno due pagine diapprofondimento, gemelli eterozigoti).

    >>>Io proprio d'idee non ne ho vista l'ombra.

    eppure è un'opera non troppo distante dal tanto acclamato esordio, che esplicita in sole immagini quanto il protagonista pensava della razza umana, con un'assoluta sfiducia nella specie anche più marcata che in irreversible (che immagino ti sia piaciuto quanto questo)

    >>>E' come le Mentos,
    ...le polo... ;) 

    >>>Non so, sulle scene di danza mi pare che il Suspiria di Guadagnino stia avanti mille anni. 
    ...non avendolo visto (avrei dovuto proprio il giorno che ho visto questo in successivo tandem con jack, ma il diluvio universale scatenatosi -forse chiamato da noé- ha mandato un fulmine interno all'abitazione a friggere fritz box, smart tv e mio nuovo pc) non posso giocare di comparazione, ma non so quanto sia il caso. Pur sospettando da che sono usciti delle affinità o convergenze sul binomio danza – vita/morte (...la totentanz!!) è di per sé all'interno dello specifico discorso estetico e visivo portato avanti da noé che il fattore danza mi interessa, prescindendo dai paragoni cui può andare soggetto (perché se iniziamo con quelli si varca l'ingresso di un dedalo sterminato che ci porta su ai musical di inizio secolo scorso :D). E se non è una principessa di idea (poi per carità può non piacere o lasciare anche indifferenti ma va riconosciuto lo spessore dell'intuizione) quella di far si che un'intera sessione di assoli venga mostrata per intero in schiacciato aplomb per farla diventare via via visivamente una pura onda sonora in immagine e viceversa (e questo per annotare solo un'idea tra le tante pescabili a strascico) non so proprio a cos'altro dare quell'onorificenza, o forse più semplicemente abbiamo davvero diverse aspettative ed esigenze su quella che dovrebbe essere una messa in scena o una macchina rappresentativa perfetta o sfavillante. Poi certo, noé fa e strafà, disfa e stradisfa, fa fare alla mdp infiniti esercizi di aerobica artistica, ma quello di creare per queste modalità una distorta simbiosi tra formalismo e contenutismo è il suo modo di mandare l'opera in avanscoperta da sempre. si prende o si lascia.

    >>>Più che altro se ci fosse, un finale... Quello che dovrebbe esserlo lascia ben poco di cui restare soddisfatti. 
    per te naturalmente non c'è un finale perché non c'è proprio niente: idee né sentimento empatico (angoscia, piacere visivo estetico etc), ma cercando di bypassare il rischio spoiler il più possibile dico solo che quella ricucitura con l'incipit basta a farne una macchina filmica per me assolutamente perfetta.

    >>>La cosa di Possession non l'ho rilevata perchè dovrei rivedere il film ma in Climax non mi è parsa particolarmente differente da crisi analoghe viste altrove.

    ammazza è forse la sua citazione organica più scoperta e riconoscibile. ha luogo quando la protagonista errabonda, dopo averne viste di ogni e di oltre, si ritrova sola in un camerino e per tot minuti d'orologio si contorce sbatte ovunque urla sbava lacrima con movenze che sono quasi identiche all'assolo dell'adjani. io di crisi nevrasteniche così iper-agitate e assurte al ruolo di assolo recitativo ne ricordo solo in zulawski (un altro che temo non ti piaccia granché dato che sembra essere stilisticamente uno dei santini di gaspar) e difatti fa capolino tra le opere stipate ai lati dello schermo. peraltro non ho nemmeno visto, come da rimprovero sul commento, un numero così alto di altri film fatti con lo stampo in cui una sessione di danza in un luogo isolato sui monti diventa un uragano che tutto svelle e abbatte per via di lsd piazzato nella sangria, tra ipercromie efferate e mdp che fa esercizi agli anelli e sulle parallele in piano sequenza mentre impazza una colonna sonora così potente e curatissima nell'editing con quegli alti che diventano super-boost e quei bassi al limite dell'ipoacusia... boh, se ne esistono davvero così tanti come lamenti ti prego seriamente di farmi l'elenco perché non esito a segnarmeli e spararmeli tutti in fila (e non sono ironico)...

    >>>In generale mi ha fatto l'effetto di esser sobri a un rave e guardare con pietà un gruppo di gente strafatta che si dimena e urla a caso, salvo tirare un respiro di sollievo quando finalmente stramazzano al suolo. 

    porca paletta se a tutti i rave accade quel che accade nella seconda metà di questo film la razza umana dovrebbe estinguersi di circa la metà :D

    >>>Poi quell'incipit con le VHS in bella mostra... Manco Tarantino è arrivato a livelli così wannabe del genere "guardate tutti come sono cult ed erudito sul cinema andergraunddd!". Il fatto che mi piazzi Zombi 2 in bella mostra non mi farà credere che il film sia influenzato da Fulci, tantomeno da tutti gli altri film mostrati. 

    mah, non capisco il rimbrotto; rivelare in un'intervista o in una conferenza stampa le proprie influenze o esplicitarle all'interno di un film (ecco l'idea: lo fa mentre intervista i protagonisti del film) che differenza fa?, è sempre l'autore che parla (del/i film tramite un film), e parliamo di un autore che da sempre va come un razorback per la sua rischiando il jackpot di sputi fischi e fucilate come pochissimi oggi possono davvero permettersi di fare; e poi non ci ha messo solo opere andergraaundd, ma anche classici, e non credo che l'abbia fatto per citare di buzzo buono ogni film impilato ma per rimarcare le coordinate del suo luogo a procedere... e dai un'occhiata, se mai lo rivedrai, ai libri impilati sulla sinistra, sono anche più indicativamente teorici dei film. ;)

    poi chiaro, sono abbastanza concorde che è la scorciatoia postmoderna di un autore che più paraculo non ce n'è (che però non dimentichiamolo, è volere o volare figlio di un'epoca post-moderna e terminale che contrassegna non poco perorare artistico), ma di nuovo, che noè veda nel proprio ombelico il big bang del cinema non mi sembra certo una novità venuta fuori con climax, era già palese in seul (che infatti fu in parti eguali odiato e acclamato non meno di questo, tra i "BUUUH dagli all'epater!" e i "siore e siori tutti in piedi: abbiamo un nuovo Autore!") e si è via via assestata e radicata di film in film.

    >>>Va bene aver talento, va bene esser visionari e provocatori, ma quando una, due, tre volte si pensa di cavarsela con furbetti esercizi di stile mi sento preso per i fondelli, specialmente in quest'ultimo caso che mi è parso proprio un onanismo filmico di chi pensa di potersi ormai permettere di far uscire film senza nemmeno uno script.

    perdonami, ma se all'invasato talento levi la visionarietà, levi la provocazione, levi la spregiudicatezza, levi la sfrontatezza, la presunzione, la cattiveria e la voglia di compiere salti in alto e in lungo e in basso a suon di esacerbazioni ed esasperazioni stilistiche e poni limiti e dogane, mi dici poi cosa resta?! davvero non mi spiego discorsi del tipo "d'accordo il genio ma a tutto c'è un limite". o al genio/talento non c'è alcun limite o non è genio/talento. Noè e tarantino son tali proprio perché vanno a forsennare senza porsi troppo il problema del dover abdicare al gusto del pubblico o della critica (ovvero, fanno quel che piace loro, e che vorrebbero vedere loro andando al cinema - e il resto vedremo, affari del pubblico).

    sottratti tutti questi aspetti (e ripeto, piacciono, non piacciono, entrambe possibilità valide al mondo) viceversa nemmeno ne parleremmo e anzi climax passerebbe assolutamente inosservato senza lasciare tracce di dibattito in chi se l'è trovato davanti.

    e ripeto, un von trier che fa dell'esuberatissimo esercizio di stile sempre più tassonomicamente greenawayano una forchetta per arrotolare l'intero scibile lo si può forse dire più umile e modesto, più contenuto e sobrio?!

    @bubo

    >>>Di questo ho apprezzato molto il deragliare inarrestabile degli eventi, il modo in cui viene rappresentato ed orchestrato (è il caso di dirlo).

    che a me nella sua indiscriminata spietatezza ha molto ricordato, fatti tutti i debiti distinguo del caos, la dirompente mezzora finale di madre (n'artro che ok fermi tutti parliamone :D )
    Ultima modifica: 2/08/19 17:17 da Schramm
  • Herrkinski • 3/08/19 17:33
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Mi scuso per il lapsus sulle Polo, lo andrò ad editare x-D
    Il mio problema con Climax e con buona parte dei lavori del Noé post-Seul contre Tous è che laddove nell'esordio i monologhi del protagonista erano scritti benissimo e rappresentavano per me vere perle di nichilismo, trainando interamente il film al di là della ferocia di certe immagini e concetti, via via il regista è andato lasciando sempre più all'improvvisazione l'aspetto della scrittura e a mio gusto il saturare lo schermo di immagini e colori forti non basta senza una base di concetti che accompagnino il tutto. Climax in particolare mi è sembrato proprio un esercizio di stile pigro di un regista che non ha più la voglia o le idee di scrivere dialoghi di un certo peso e basa tutto sull'impatto visivo; che per carità, è assodato che abbia, ma io da uno che ha fatto Seul contre tous voglio molto di più. Salvo rari casi, mi piace che nel cinema ci sia della ciccia e in molti lavori per così dire "visionari" spesso si perde di vista che bisognerebbe anche avere dialoghi e concetti di un certo livello, se no tanto vale vedersi un videoclip di un'ora e mezza. Sia nella musica che nel cinema detesto quando l'estro artistico viene usato per giustificare un'assoluta assenza d'idee. Se non erro a te piacciono l'ambient e affini; ecco, a me ad esempio alcuni dischi dove c'era un'evidente ricerca della varietà (nei limiti del genere) piacevano, altri dove si teneva schiacciato un tasto del synth per un'ora li trovavo delle prese per i fondelli quasi quanto certe mostre di arte moderna o le bottigliette di "aria di Napoli", per capirci. Se poi tale presa per i fondelli è anche imbellettata con pretese intellettualoidi o con hipsterismi fuori luogo da millenials (mi vengono in mente le VHS in bella mostra di Noé o il lettering in stile black metal di Mandy), mi fumano le orecchie. Se c'è una cosa che mi fa salire l'intolleranza è quando ti ritrovi con un prodotto evidentemente parco d'idee e c'è la fazione di hipster faziosi del caso che te la vuole metter giù come "tu sei ignorante e non l'hai capito, lui è un genio": nella maggior parte dei casi non c'è niente da capire proprio, sei tu (non tu Schramm, è un TU generico) che vuoi fare il figo a dire che ti è piaciuta una cosa evidentemente brutta per darti un tono in un certo ambito, perchè è figo fare gli elitari. E il mondo è pieno di gente così in tutti gli ambiti, purtroppo (coff coff - gli ultras di Lynch! coff coff).
    Climax mi ricorda quando l'amico ti porta nel suo ristorante preferito e il piatto forte è si e no nella media; me la puoi girare come vuoi che oggi il cuoco ha l'influenza o che "non c'è più il tipo che cucinava l'altra volta però secondo me non è male neanche così" o che è la migliore pasta della città, ma NO, la pasta - almeno a sto giro - è appena mangiabile. In questo senso su questo film abbiamo un divario di pallinaggio estremo; magari io da un lato sarò stato il cliente rompicoglioni del ristorante, ma credo sia anche esagerato dare quasi il massimo a un film che potrà esser confezionato bene ma in cui con tutta la buona volontà non vedo genialità o eccellenza manco da lontano. Dici bene che per certi versi vale il discorso di Von Trier (infatti alcuni suoi film li trovo pessimi) ma in La casa di Jack secondo me c'è ben più ciccia che qui, così come in Madre!, al di là che possano piacere o meno. Il Noé attuale mi sa tanto di provocazione calcolata e proprio per questo mi risulta piatto e inoffensivo, al di là che tra l'altro non l'ho trovato nemmeno tanto "pesante" rispetto a certi suoi exploit passati.
    Ultima modifica: 3/08/19 17:39 da Herrkinski
  • Schramm • 3/08/19 23:25
    Scrivano - 7817 interventi
    >>>Il mio problema con Climax e con buona parte dei lavori del Noé post-Seul contre Tous è che laddove nell'esordio i monologhi del protagonista erano scritti benissimo e rappresentavano per me vere perle di nichilismo, trainando interamente il film al di là della ferocia di certe immagini e concetti, via via il regista è andato lasciando sempre più all'improvvisazione

    a freddo trovo meno improvvisato di quel che può sembrare questo film (se noé ha dichiarato che lo è ha fatto il furbacchione), ma se è vero che saper improvvisare è arte, questo film è per me sillogisticamente improvvisato.

    secondo me ha semplicemente dato un canovaccio dialogico agli attori attorno al quale impostare gli scambi di battute ma con dei nuclei tematici ben specifici afferenti i personaggi, dai quali non allontanarsi troppo; così come l'ho visto e lo ricordo, non è certo un film allo sbaraglio più totale della serie massì scriviamo due schizzi due che ho il callo dello scrittore che mi duole e que sera sera. Le situazioni sono troppo ben circostanziate e precise nel loro intersecarsi e cozzare tra loro creando il loro stuolo di danni collaterali complementari e supplementari, così come anche le problematiche che legano e fanno collidere di malissimo modo i personaggi non mi sembrano certo piazzate alla butta su, fate voi qualunque cosa va bene purché ci sbrighiamo e andiamo a casa (di nuovo, per tutte: le coreografie). Il vettore narrativo c'è, come anche uno studio dietro, ed è troppo preciso per dire che questo film è improvvisato nel senso deteriore dell'inventare lì per lì e andò cojo cojo. ti dirò di più: quello di noé è un cinema libero proprio perché risponde a delle leggi.

    e sia pure, manca il nichilismo nei dialoghi, mancano dei dialoghi scritti dopo aver fatto overdose dei più agguerriti pensatori agnostici o cinici, che qua è ridotto a condensata bozza negli immancabili pannelli finali, ma di nuovo, quel che non sta nel parlato lo abbiamo appieno a livello tutto situazionale e visivo in un carosello di tutti contro tutti che fa diventare la danza (la danza è vita, ripeteva un personaggio di king) una guerra o un caotico domino che non risparmia, per cattiveria casuale o causale, nemmeno infanti e feti sul nascere (un altro assillo di tutto noé, peraltro, quello delle gravidanze violentemente interrotte, questo per dire di volata quanto non perda di vista le proprie coordinate di sempre).

    per cui a me dialoghi a parte non sembra affatto voltare le spalle a seul come al restante operato pregresso e il concetto di base o la base di concetti di cui lamenti la mancanza sta tutto nella deriva comportamentale dei protagonisti che rende la seconda parte un inferno assoluto e senza fondo, polarizzando tutto il vitalismo sfrenato trasudato dalla prima.

    quello di noé è sempre stato un cinema sanguigno, tutto sensoriale, dove il cavillo intellettivo di fondo è subordinato al più sfrontato esubero formale. la sola differenza con quel seul che tanto rivorresti in vs 4.0 è che là avveniva un gioco di leve che rovesciava l'assunto, e il nichilismo era un io narrante che ribadendo in tutte le salse e minestre che poco serve e nulla vale e che la vita fa schifo e poi crepi (cose che peraltro noé tiene a ribadire in ogni suo film, solo che non le fa ripetere a philippe nahon) si trainava e mangiava l'intero film. a me non sembra da meno un esercizio di stile, anche se ho capito che tu intendi che di negativo qua c'è lo style over substance. ma anche questo non mi trova d'accordo: noé estremizza la forma per farne sostanza carnale; e viceversa, quale/quanta che sia la sostanza di fondo, foss'anche solo un'idea scritta su una scatola di cerini, la esaspera sin da renderla pura forma, e quest'ultima, pura sensazione. a ben vedere è esattamente quel processo alchemico dove formalismo e contenutismo si annullano e raddoppiano di continuo a vicenda diventando un unicum che tanto auspicava artaud per il teatro. a me non pare proprio pochissima cosa.

    pigro, dici. non mi sembra, non se vogliamo dare a questo termine l'accezione del fancazzismo da trovarobiere a tempo perso. per tirar fuori un'opera simile, così elaborata e survoltata in tutto, serve invece (parlo proprio da un punto di vista dell'artigianale processo registico e tecnico) un'attenzione, una delicatezza e un controllo a 360° spietati da perfezionista rompipalle che nulla lascia al caso. serve un approccio da appassionatissimo. se però vogliamo dare a pigro il senso di quel che diceva locke del genio (fa quello che può, non quel che vuole), accetto la bacchettata. perché a me non sembra affatto un'operazione svogliata e sfiatata o inerte.
    il massimo sarebbe se ora arrivasse Pigro a svelarci di essere noé in incognito.

    >>>un regista che non ha più la voglia o le idee di scrivere dialoghi di un certo peso e basa tutto sull'impatto visivo

    insomma quel che proprio non gli perdoni è che tenga secondari i dialoghi e si butti su un cinema di figura. tolto che il cinema, anche il più letterario e narrativo, è per sua primigenia natura immagine, quanto osservi e non ammetti è però lapalissiano già a partire da irreversible e ripeto se è questo che chiedi al cinema, ci sta, ma non è a quello di noé che dovresti rivolgerti per ottenerlo nella speranza che calchi l'esordio all'infinito, non dopo 3 film che rendono abbastanza chiaro che a lui non interessa bagnarsi due volte nello stesso fiume e che è proprio la dirompenza dell'impatto che più e prima di tutto gli preme, e più forsennata è meglio lui sta (che poi hai detto poco: che farsene di un cinema che ha dei bellissimi dialoghi ma tiene a stecchetto l'impatto?)

    >>>Salvo rari casi, mi piace che nel cinema ci sia della ciccia e in molti lavori per così dire "visionari" spesso si perde di vista che bisognerebbe anche avere dialoghi e concetti di un certo livello

    però ferma un attimo: prendiamo proprio l'idea narrativa base di climax (esile, se vuoi): costruire un bad trip allucinogeno corale che porta a ogni peggio (senza peraltro ricorrere all'esplicitazione visiva delle singole allucinazioni dei personaggi, scorciatoia evitata che gli fa acquisire molti punti extra, veramente pigro sarebbe stato farlo ponendosi come un neo-jodorowsky) come già fece grossomodo in ETV: perché mai graffettarla con appendici posticce e appesantirla di dialoghi stradensi di chissà quali e quanti significati? non trovi che così facendo sarebbe diventato pretestuoso e ancor più pretenzioso e fasullo? voglio dire, a parte due casi i personaggi di questa storia sono quasi tutti giovani edonisti menefreghisti piccoloborghesi figlidipapà che pensano solo a scopare, al soldo, all'ambizione e allo sballo. che senso compiuto avrebbe avuto riempir loro le bocche di sentenze dal micidiale peso filosofico come quelli del flusso di coscienza di seul? avrebbe coperto tutto di un ridicolo immenso, e tolto ogni credibilità a quelle che sono le pedine di questo specifico contesto/gioco al massacro zulawskiano (il mondo dell'arte, per sé un bel nido di vipere e vespe mica da stare al sicuro). per me è perfettamente centrato e coerente che esponenti di una generazione Z come questi quando parlano vadano a esprimere null'altro che il vuoto che hanno dentro e attorno con dell'altro vuoto, dipingerli al contrario facendoli sembrare dei filosofi di mondo sarebbe stato la barzelletta del 2019.

    >>> se no tanto vale vedersi un videoclip di un'ora e mezza

    non capisco, che male ci sarebbe? ci sono videoclip di 96' che picchiano durissimo (the wall). assassini nati era un videoclip di 125' venuto dall'inferno. i primi due aronofsky sono praticamente videoclipponi con dentro un'esile storia che sgomita assurti a lungometraggio e funzionano perfettamente. neon demon era tutto un ve lo dò io il videoclip!, e non lo ricordo rifulgere per dialoghi da nobel per la letteratura, eppure ha ottenuto i tuoi più pieni consensi. questo pur avendo grossomodo gli stessi difetti di impostazione estetica che stai attribuendo a questo. col tutto che il linguaggio di climax non mi sembra proprio aderire al prototipo del videoclip, che per sua natura e standard è di norma spezzettatissimo, a meno che nel frattempo i videoclip non siano diventati tutti (ed è certamente possibile che mi sia perso qualcosa nell'ultimo decennio non avendo più tv da tempo) piani sequenza con le mdp che vorticano tra capriole e movenze tai chi..

    >>>Sia nella musica che nel cinema detesto quando l'estro artistico viene usato per giustificare un'assoluta assenza d'idee.

    non credi però che se le idee fossero in balia di un'assenza assoluta il film raccoglierebbe dissensi unanimi ovunque e soprattutto le sue recensioni si ridurrebbero a quest'unica frase perché tanto il film non è/ha nulla e quindi nulla al di fuor di questo se ne può dire? a me sta anche benissimo che non ti abbia toccato un dente e non ti sia piaciuto neanche per sbaglio, sta benissimo che te le abbia fatte girare o te le abbia gonfiate dalla noia, e sono pronto ad ascoltarne i perché, ma da qui a dire che è oggettivamente una bruttura assoluta ed "evidentemente parco di idee" è un bel salto. se non fosse un'evidenza solo tua sarebbe così. io (e non so chissà quanti altri con me) invece lo trovo parco di idee nel senso che è un parco-idee :D

    poi nemmen vedo perché se questo film piace i fruitori debbano necessariamente essere hipster o nerd o modaioli o non ho capito bene che altro. non credo difenderlo sia neanche da elitari, dato che è (prepara i sali) un film che è piaciuto almeno quanto è spiaciuto. per prendere un campionario tra gli altri, su imdb ha la media del 7.2, per cui (là dentro almeno) si è forse più elitari nel dargli addosso. certamente non è un film che può piacere a tutti, tant'è vero che l'italia se ne è guardata bene dall'azzardare una distribuzione, e ciò nonostante abbia fatto il botto a milano.

    del mio credo che semplicemente non ti è arrivato, non ci sei entrato tu, magari perché non ti appartiene l'immaginario di noé e il suo intendimento estetico e cinematografico o perché per un dialogo in meno ogni film perde la cappa, o più semplicemente (cosa applicabile a OGNI opera di ogni tipo) ci hai avuto a che fare nella giornata sbagliata o nel paio d'ore più sbagliate di una giornata giusta. insomma, non è il tuo o avrebbe potuto esserlo ma non è stato così. e questo perfetto, lo capisco, capirai se non capita anche a me. ma in sé e per sé il fatto che manca ciò che ti aspetti (dei dialoghi possibilmente pesi nei modi e nei significati) non significa che manca giocoforza tutto il film, o che il film non abbia un'idea di regia e di cinema dietro o idee/cinema dentro..

    a ogni buon conto il cinema ha di molto bello che se si vede lo stesso film e a me strapiace e a te stradispiace (o viceversa) alla fine non muore nessuno dei due. alla fine donnina del termosifone rulez.

    >>>ma credo sia anche esagerato dare quasi il massimo a un film che potrà esser confezionato bene ma in cui con tutta la buona volontà non vedo genialità o eccellenza manco da lontano.

    è proprio per questo che non è esagerato. che sia tu a non vederla non esclude che possano vedercela altri o che il film in sé non ne disponga in sé. e credo che qualitativamente a climax si possa rimproverare poco.

    >>>in La casa di Jack secondo me c'è ben più ciccia che qui

    ne ho visto solo 80', mi stava anche piacendo il giusto e fors'anche quel poco di più, ma sostanzialmente VT a) ripete, senza neanche estremizzarlo più di tanto quanto aveva fatto in nymphomaniac, applicandolo a serial killer che teorizzano su se stessi come tanti se ne son visti, e tra questi tanti anche migliori (in termini di teoretica dell'omicidio che si fa arte nel suo compiersi il trio belga ci aveva già servito l'intero menù) e b) non fa praticamente altro per 154', o almeno per quei primi 80 da me visti. sono solo due idee in croce e tautologicamente protratte per due ore e mezzo eppure filano bene e lisce. ma francamente non mi è onestamente parso meno presuntuoso di un noé, e potrei anzi dirti che con tutto quel blablabla di sovradeterministici filosofemi (che a me non bastano da soli a farne un film ricco o soddisfacente) rischia davvero -lui sì- di fare la figura dell'hipsterone più one di tutti.
  • Raremirko • 4/08/19 22:11
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Schramm, ti prego, prova la via dello scrittore, secondo me diventi il nuovo King!!!


    ne hai tutti i numeri
  • Raremirko • 4/08/19 23:47
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Ma scusa schramm, perchè allora anche neon demon non estremizzava stile sino a farne sostanza?
  • Schramm • 5/08/19 00:23
    Scrivano - 7817 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Schramm, ti prego, prova la via dello scrittore, secondo me diventi il nuovo King!!!
    ne hai tutti i numeri


    ...'sagerato, mò! :D


    Raremirko ebbe a dire:
    Ma scusa schramm, perchè allora anche neon demon non estremizzava stile sino a farne sostanza?

    uhm no. mancava proprio di visceralità e restava fermo alla patina. qualcuno lo definì stupendamente "un numero di vogue senza le pagine dentro", e non potrei essere più concorde.
  • Herrkinski • 5/08/19 03:11
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Ma scusa schramm, perchè allora anche neon demon non estremizzava stile sino a farne sostanza?

    uhm no. mancava proprio di visceralità e restava fermo alla patina. qualcuno lo definì stupendamente "un numero di vogue senza le pagine dentro", e non potrei essere più concorde.

    Disapprovo ma non ripeto in quanto avevo già sviscerato i significati di Neon Demon nella discussione apposita.
    Ultima modifica: 5/08/19 03:11 da Herrkinski
  • Herrkinski • 5/08/19 03:32
    Consigliere avanzato - 2663 interventi
    Schramm ebbe a dire:

    >>>Sia nella musica che nel cinema detesto quando l'estro artistico viene usato per giustificare un'assoluta assenza d'idee.

    non credi però che se le idee fossero in balia di un'assenza assoluta il film raccoglierebbe dissensi unanimi ovunque e soprattutto le sue recensioni si ridurrebbero a quest'unica frase perché tanto il film non è/ha nulla e quindi nulla al di fuor di questo se ne può dire? a me sta anche benissimo che non ti abbia toccato un dente e non ti sia piaciuto neanche per sbaglio, sta benissimo che te le abbia fatte girare o te le abbia gonfiate dalla noia, e sono pronto ad ascoltarne i perché, ma da qui a dire che è oggettivamente una bruttura assoluta ed "evidentemente parco di idee" è un bel salto. se non fosse un'evidenza solo tua sarebbe così. io (e non so chissà quanti altri con me) invece lo trovo parco di idee nel senso che è un parco-idee :D

    poi nemmen vedo perché se questo film piace i fruitori debbano necessariamente essere hipster o nerd o modaioli o non ho capito bene che altro. non credo difenderlo sia neanche da elitari, dato che è (prepara i sali) un film che è piaciuto almeno quanto è spiaciuto. per prendere un campionario tra gli altri, su imdb ha la media del 7.2, per cui (là dentro almeno) si è forse più elitari nel dargli addosso. certamente non è un film che può piacere a tutti, tant'è vero che l'italia se ne è guardata bene dall'azzardare una distribuzione, e ciò nonostante abbia fatto il botto a milano.

    Ma guarda, qua apriamo un abisso che non si chiuderà mai nell'ambito di tutte le arti, nel senso che se dovessimo basarci sul successo, sui trend o sui voti (più o meno eminenti) dati alle varie opere in un determinato momento storico allora dovremmo decretare grandi artisti gente che ha fatto robaccia della peggior specie; il fatto che una cosa incontri i gusti del pubblico (specialmente in un dato momento) non vuol dire che sia di qualità, ma questo penso che lo saprai bene senza che te lo dica io. Così come io mi sono spesso trovato a difendere cose che per la maggioranza erano delle opere minori. Credo però fermamente in una via di mezzo oggettiva di valutazione delle cose; il mio voto a sto giro forse ha sofferto di una delusione cocente ed è stato eccessivamente punitivo, dall'altro lato anche il tuo mi pare eccessivamente celebrativo, direi irrealistico. Per fortuna essendo sul Davinotti i nostri estremi di pallinaggio verranno moderati per forza di cose :-D
    Sul discorso degli hipster, ultras, modaioli e blablabla ho cercato di mettere bianco su nero un punto di vista che capisco sia difficile da comprendere perchè è una visione un po' estrema di certe cose. E' un discorso complesso che forse senza conoscersi di persona è difficile capire da dove venga. Ci ho provato, ma capisco che sia un po' estremo e non del tutto chiaro perchè dipende molto dal background personale. Purtroppo mi rendo conto che sia difficile condividere certe visioni delle cose anche perchè generalmente ho dei gusti impopolari che mi trovano in minoranza.
    Per concludere tornando al film, forse un domani gli ridarò una possibilità; l'ho fatto con Irreversible qualche anno fa e un pallino l'ha guadagnato, però da qui a cambiare radicalmente idea la vedo durissima. Non penso supererei mai un 2 palle per Climax.
    Ultima modifica: 5/08/19 03:33 da Herrkinski
  • Schramm • 6/08/19 17:53
    Scrivano - 7817 interventi
    >>>se dovessimo basarci sul successo, sui trend o sui voti (più o meno eminenti) dati alle varie opere in un determinato momento storico allora dovremmo decretare grandi artisti gente che ha fatto robaccia della peggior specie; il fatto che una cosa incontri i gusti del pubblico (specialmente in un dato momento) non vuol dire che sia di qualità, ma questo penso che lo saprai bene senza che te lo dica io.

    io però intendevo dire tutt'altra cosa e cioé che a me il tuo assunto di base secondo il quale difenderlo è da frangia modaiola elitaria mi pare sfasato se non rovesciato dato che sembra aver raccolto più consensi che detrazioni (e qualche sì con riserve), e che una rondine farebbe primavera solo se ci fosse quell'unica rondine. detto altrimenti, parleremmo di primavera se trovare climax oggettivamente vacuo e brutto fosse un giudizio unilaterale di millemila spettatori (un unico garrire). invece il film spacca in due (come peraltro noè ha sempre fatto) e si porta a casa premiazioni da cannes (il C.I.C.A.E) e da sitges (nientemeno), e non credo le giurie di cannes fossero costituite da barbuti simil boscaioli radical chic. sitges, poi, men che meno. insomma non stiamo parlando dell'oscar: per essere un film di nulla qualità evidentemente vacuo e oggettivamente brutto, parliamone (anche perché scendiamo un po' nello specifico tecnico: può far storcere la bocca per tutti i suoi 95', ma come si può negargli l'intrinseca qualità artigianale?). come sopra, non è piaciuto a te, non ha soddisfatto il tuo gusto, il tuo intendimento, il tuo immaginario, le tue aspettative. ma questo non ne fa necessariamente un film nullo di per sé. a me non piace punto sokurov per dire, e se attacco a elencarti i motivi per cui non lo reggo finisco di scrivere il 9 agosto ma del 2020, e tuttavia gli riconosco tutta l'oggettiva grandezza che ha. sapere che non mi appartiene è già tutto, perché mi suggerisce che non sono coartato a continuare a seguirlo.

    quanto al pubblico in rapporto agli hipster saiwa: credo che tra quanti l'hanno amato (e alcuni anche più di me) o anche solo apprezzato con riserve, l'eterogeneità non difetti: secondo me non è un film che vuole furbescamente rispondere a un mirato trend, o ammiccare provolone a una data fascia di finto-alternativi, vuole rispondere sic et simpliciter agli amori e alle passioni cinematografiche (e non) che noé non ha mai mancato di esplicitare con tutte le spacc(on)ate del caso; e foss'anche stato pensato per tot trend credo che il gradimento generale sfugga poi all'intenzione, e che tra i non pochi estimatori è piaciuto all'hipster come al punkettone come all'ottantenne reazionario come alla freakettona cannarola come alla casalinga di voghera come al più aristocratico e acculturato degli spettatori. così come anche al contrario, cioè è dispiaciuto a ogni tipo di spettatori, hipster compresi. non credo molto (per la verità non ci credo affatto) a quest'idea del cinema modaiolo fatto per un diagramma di venn che convoglia e soddisfa una sola fascia d'utenza, e fuor di questa non accontenta nessun altro. mi sembra sci-fi delle più pure e sono anzi pronto a scommettere che magari ha deluso fan accanitissimi che fino a love l'hanno acclamato (o anche: per molti magari climax è stato il loro primo incontro con noé). perchè noè è indubbiamente paraculo, sono il primo a riconoscerlo, ma lo è tanto quanto è stronzo.

    in ogni caso, come già ti dissi per tarantino, vorrei tanto capire che accidentaccio te ne impippa del pubblico, e del look di chi lo acclama? È il film che conta. il suo pubblico sei tu e tu solo. non è che se un film piace agli hipster e anche a te tu sei un hipster, cos'ì come non è che valuto se un film mi piace in rapporto a chi lo acclama. non capisco davvero il parametro, dato che tenere secondario il pubblico vale anche per l'autore: ciascun regista è anzitutto il primo spettatore di se stesso. a meno che non andiamo a spostare il discorso, chessò, su fenomeni di largo consumo come cinepanettoni e marvel movies pensati per far andare a casa contentissime le platee...

    >>> dall'altro lato anche il tuo mi pare eccessivamente celebrativo, direi irrealistico.

    su questo riesco a risponderti con più semplicità e assoluta certezza: non gli ho dato 5 solo per il motivo già enucleato a pagina 1. ma posso stragarantirti che è uno di quei film che mi rivedrei, potendo, almeno una volta a settimana da qui a che noé non sforna il prossimo, anche solo per le straordinarie coreografie della prima parte (e quanto a trovarle trascurate: il cast è quasi interamente formato da bellerini professionisti che non le hanno certo improvvisate in 2 minuti). È un film abissale, indisciplinatissimo, più buio di una notte senza stelle, meno superficiale di quel che appare, che non ha alcuna paura di andare fuori dai propri binari creando i peggio scempi e che nello spirito ha del profondamente zulawskiano, non posso non amarlo.

    quindi corroboro: ****! che più realistico non si potrebbe. ;)
  • Raremirko • 26/04/20 23:28
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    Visto, finalmente!

    e' un Noè al 100% che però, 'stavolta, a mio modestissimo parere, graffia un pò meno, colpisce un pò meno.

    Fotografia, uso della mdp, atmosfera, musiche dance, tutti elementi che ci sono sempre stati serviti molto curati ci sono anche in questo caso, ma forse c'è meno visceralità, meno respiro.

    Coreografie mirabolanti (ne avrei volute vedere di più), cinismo, stile, in un buonissimo film (se potete, fate fermo immagine, ogni frame pare un quadro!).
  • Raremirko • 26/04/20 23:36
    Call center Davinotti - 3863 interventi
    C'è poi quella sessuomania (soprattutto nei dialoghi, in francese ed in inglese) che il regista pare abbia intrapreso da Love in poi, ma il tutto può anche essere visto come una critica verso uan società vuota.
  • Buiomega71 • 7/11/20 11:00
    Consigliere - 27174 interventi
    Piaccia o meno, Noè non lascia indifferenti, già all'apertura del film (videointerviste fisse su di uno schermo televisivo, con ai lati un pò di vhs-si riconosce, tra gli altri: Salò, Angst, Possession, Querelle de Brest, Suspiria, Un chien andaloux- e di libri "teorici" tra cui una monografia su Fritz Lang) e a una tensione quasi insostenibile che accompagna, maligna e subdola, per tutto il film (dopo le tracannate di santa sangria qualcosa di sinistro stà per accadere, si avverte , si odora, poi esplode in tutta la sua furia distruttrice).

    Noè è il paradigma del "prendere o lasciare", il suo universo non lascia scampo alcuno, immerge il tutto in inestricabili dedali infernali dove è difficile uscirne (e sempre più cupa e corrosiva la fotografia del fido Benoit Debie, che si dipana argentianamente tra corridoi, stanze e salottini, come se fosse un'inestricabile dedalo in cui si muovono-disperati-i protagonisti in alta gradazione di stati di allucinazione progressiva-Noè, saggiamente, non mostra allo spettatore le terrificanti visioni che tormentano i ballerini-) tra interminabili piani sequenza, riprese dall'alto, montaggio febbrile e inquadratura distorte e allucinate (tutta la parte di Selva che si incammina per gli angusti corridoi è Irreversible allo stato puro).

    Impreziosito da un'apertura (la ragazza che urla nel candore della neve e la scia di sangue) e da un finale (l'arrivo dei poliziotti con il cane sulle note di Angie dei Rolling Stone e l'inquadratura genialmente sottosopra) indissolubilmente straordinari , dove si odora puro cinema , Climax è il Suspiria visto dall'autore di Love, è il suo My little eye in mescalina, che prende l'idea dall'oscuro e macabro finale di Wild Beasts (l'acqua contaminata dalla letale "zombi dust", diventa quì una sangria all'LSD dagli effetti non poco devastanti) o nel rinfresco velenifero di The Sacrament e si dipana in isterismi di chiara impronta zulawskiana (i momenti di isterismo di Selva tra urla , mani infilate all'interno dei collant e contorcimenti nevrotici in via di possessione) per finire nelle derive di un Angelo sterimatore sotto l'effetto di stupefacenti pesantissimi.

    I balletti sono ipnotici e trascinanti (quasi da sembrare un sabba), la musica rimbomba e scuote il corpo (consiglio di sentirla sparata a tutto volume), i dialoghi spesso taglienti, cinici e crudeli, fino alle accuse reciproche di chi ha messo LSD nella brodaglia alcolica, dove saltano fuori, a nervi scoperti e senza freni inibitori, le cattiverie e le meschinità fin lì represse.

    Diviso in quattro tronconi (interviste, prove coreografiche, disquisizioni e spetegulessss su quella e quell'altro, su chi mi farei o non mi farei-la parte che, in tutta sincerità, mi è piaciuta meno- e gli effetti spiacevoli degli ingredienti alterati sul fisico dei ballerini, che tirano fuori, ognuno, il peggio di sè), il Climax noeiano vanta una tensione che si riscontra difficilmente in altri film (mi viene in mente The invitation, che mi ha dato un pò le stesse disturbanti sensazioni) eppoi un pissing improvviso, sulla pista da ballo, della statuaria Psyche, dà il via alla danza macabra tra SPOILER agghiaccianti autoflagellazioni sollecitate dal gruppo ormai in preda del sadico delirio (Lou abortisce prendendosi a pugni nellla pancia e si incide le carni  con un coltellino), pestaggi (Lou picchiata dalla ragazzona nera e calva, David preso a bersaglio dal gruppo ormai a briglia sciolta), caldissime effusioni lesbo (Selva e Ivana), bambini rinchiusi nel seminterrato  e fulminati dal quadro elettrico, ragazze che prendono accidentalmente fuoco (per poi curarsi le devastanti ustioni nel lavandino), la passione incestuosa, e morbosa, per la sorella si fa finalmente carne, suicidi, grottesche manifestazioni gaye, docce frenetiche per lavare via sangue immaginario, grida, urla, musica sempre più ovattata, delirium tremens che tutto avvolge e fagocita, sino al vero colpevole dell'atto scellerato-che ha gli acri sapori di un'incantesimo stregonesco-, che si inietta, negli occhi, dell'acido , con il suo volto, e i suoi occhi lacrimosi e inebetiti che sfuma nel candore di un bianco accecante FINE SPOILER

    Al di là delle scritte in sovraimpressione che ogni tanto (e inutilmente)  Noè spara a tutto schermo, ai titoli di testa che appaiono dopo 40 minuti di film (titoli di coda subito all'inizio e il titolo CLIMAX alla chiusa, ormai prerogativa del regista argentino) anche Climax, però, non si sottrare all'emicranica scelta di far venire la nausea allo spettatore, e mi riferisco alla lunga (e francamente estenuante) danza/lisergico/orgiastico/epilettica girata a testa in giù, dove la totale confusione di quello che stà succedendo frena un pò l'emotività, in un sussegguirsi di immagini caotiche e antiestetiche, dove si vede una beata mazza del delirio e delle convulsioni senza freni. Scelta registica (tipicamente noeiana) di dubbio gusto (per quel che mi concerne), in un andirivieni stroboscopico più fastidioso che altro, e più incline al mal di testa che non all'immedesimazione sugli effetti poco costruttivi dell'LSD. E di fatto, questa non esaltante scrittura registica del buon Gaspar, ne ha limitato l'effettivo pallinaggio , che da un possibile ***! se ne scende a **!

    Gran comparto gineceo (notevoli le beghe saffiche tra Ivana e Psyche, la Boutella è un gran bel bocconcino che si ravana da sotto i collant e da addocchiare subito la ragazza in perenne ricerca di cocaina, cheppoi si lascia andare a accoppiamenti interracial), un atmosfera claustrofobica degna del miglior Kubrick shininghiano (c'è pure chi muore assiderato come il caro vecchio Jack) e quel marciume dell'animo umano che non lascia certo indifferenti.

    Noè, genio e sregolatezza, in quello che si può definire il suo primo "horror" (definizione, però, da prendere con le dovute cautele e leggendo bene il foglio illustrativo e gli effetti collaterali) che trascina in un sincopato e allucinogeno viaggio in quello che si può definire gruppo di danza in un inferno tutto girato in interno.

    Curiosamente, visto il suo autore, la violenza grafica e il sesso esplicito non sono contemplati nella loro più pura essenza (del primo, però, avrei magari gradito qualcosina in più). E per quanto mi riguarda eccessivo (oggi come oggi) il divieto ai 18.

    E il nostro Noè spiattella che Climax è un film fieramente francese, sotto l'egidia di quella bandiera che fa innervosire e inquieta alcuni dei ballerini, prima che il distruttivo trip faccia il suo irreversibile (mai aggettivo fu più consono) corso.

    La razza umana da non preservare sull'arca di Noè, e che santa sangria sia!

    Da affrontare (seppur con qualche steccata) a mente lucida.

    Nota a margine: nella sequenza in cui Selva rientra nella stanza della pista da ballo, e dove tutti sono strafatti, sul divanetto alla sua destra c'è Ivana che fa strani numeri erotizzanti solitari, completamente andata. Nel mentre mi è venuto un riverbero curioso, una sequenza analoga che c'è nell'Arbitro (nel salotto di Joan Collins , credo), dove tra gli invitati partiti a trip allucinogeno, ce n' era uno (o una, adesso non ricordo con precisione) che faceva, più o meno, gli stessi numeri lisergici.
    Ultima modifica: 8/11/20 01:18 da Buiomega71