Persa per strada l'efficace semplicità di PITCH BLACK, quella quintessenzialità che ne aveva decretato il successo trasformandolo in un piccolo classico della fantascienza senza troppe pretese, David Twohy si aggrappa disperatamente al carisma di Vin Diesel (molto relativo, ma dai più era stato giudicato lui il vero asso nella manica di PITCH BLACK) e ai roboanti effetti speciali per dare un sequel al suo film più celebrato. Purtroppo per lui l'aver complicato la storia tirando in ballo popoli e costumi che ricordano più che altro la paccottiglia di FLASH GORDON...Leggi tutto, ha prodotto un'ipertrofia deleteria: CHRONICLES OF RIDDICK è solo la storia di una lunga, tediosa fuga dell'eroe del titolo, braccato un po' da tutti e costretto a subire (con l'abituale nonchalance) vari tipi di prigionia mentre sullo sfondo astronavi futuristiche combattono tra cieli bruciati dal sole e nei palazzi del potere si discute sulla conservazione della specie. Più insopportabile del solito il montaggio frenetico, che accentua l'impressione d'inseguire soprattutto l'azione a discapito del resto. D'altra parte i dialoghi sono prevedibilmente piatti, i personaggi privi di qualunque spessore (compreso il protagonista, tutto sommato). Rimane esclusivamente lo scintillio sterile di una confezione di serie A, con effetti speciali (e conseguente abuso di CG) di qualità e una fotografia piuttosto ricercata. Forse, sintetizzando nella canonica ora e mezza il tutto, si sarebbe ottenuto un film più sciolto. Molto migliore no di sicuro.
Peccato. E' un vero peccato: questo film aveva grandi potenzialità che, per negligenza o mancanza di esperienza del regista o degli sceneggiatori, sono rimaste tali. La trama, ad esempio, non poche volte si perde in inutili sottotrame che non fanno altro che far dimenticare allo spettatore il filo logico del film. Alcune battute sono al limite del ridicolo e quasi sempre interessano il nostro caro "Diesel" (probabilmente le avrà scritte lui). Comunque è davvero un peccato.
E'sul territorio della morale che si gioca il confronto tra Pitch Black ed il suo sequel The Chronicles of Riddick, entrambi diretti da David Twohy. Nel primo, Riddick era un villain, nel secondo salva l'universo. In più, la maggior disponibilità di mezzi spinge verso l'eccesso di visione, rispetto alla suggestione del fuori campo sfruttata dal prototipo. Insomma, Twohy dimostra di reggere una macchina produttiva di ingente portata (il film è comunque un gradevole action movie fantapocalittico), ma, visto anche Below (uscito in sordina nel 2003), farebbe bene a tornare nel suo regno.
Del primo, riuscitissimo, episodio non rimane più nulla a parte l'interprete. L'atmosfera è cambiata, i dollari hanno preso il posto della scarsità di mezzi del primo capitolo, che però risultava meglio sceneggiato e pensato, più intrigante, con un protagonista più ambiguo. In questo seguito si è voluto creare un nuovo eroe e l'antieroe si è perso.
Il regist David Twohy dirige il seguito del suo grande successo Pitch Black, adoperando una cifra stilistica opposta a quella del precedente; non più un ambiente e un tono claustrofobico ma un action fantascientifico più "fracassone" ma nello stesso tempo più anonimo. Il risultato è quello di snaturare sia il film che somiglia a molti prodotti del genere che il personaggio principale che perde il suo cupo carisma. Evitabile.
L'entrata in scena del protagonista con un mocio sulla capoccia fa capire cosa bolle in pentola. Il minestrone, fra "Necromonger" e "Furiani" (aborigeni di Furya), rimane indigesto da subito anche perché il bandolo della storia è perso nei meandri d'una sceneggiatura labirintica quanto insulsa. Ci si rassegna, perciò, alle trovate più goffe, urlate a pieno amplificatore, mentre il nostro simpatico pelatone distribuisce pizze un po' a tutti col suo fare da gradasso interstellare. Sfiancante.
Non brutto, ma molto penalizzato dal confronto con il film d'esordio del detenuto spaziale Riddick: per quanto questo era misterioso, ansiogeno, elegante, tanto il secondo è esibizionista, fracassone, burino. A farne le spese è soprattutto il personaggio principale, che perde buona parte del suo fascino. Anche la storia, confusa e troppo affollata di personaggi, non aiuta, come pure i dialoghi, talvolta ridicolmente pomposi. Da salvare invece la buona confezione ed i discreti effetti speciali, per cui la visione, pur paccottigliosa, può risultare comunque non sgradevole. 2+
Confuso dai molti effetti speciali che denotano incertezze sulle forme dei pianeti o dei sistemi percorsi. Riddick mi sembra molto tenero. Rispetto al precedente è molto meno avvincente e ci lascia ad un finale poco consono al personaggio, che meritava tutt'altro. Noioso.
Purtroppo tutti i complimenti che si fanno al primo episodio di Riddick, qui cadono. Non c'è niente che appartenesse a Pitch black. La suspence è poca poca, azione a sprazzi, effettacci speciali a mille. Non si capisce perché il regista (che ha fatto bei film oltre al già citato) sia caduto nella trappola del "tutto fumo e niente arrosto". Peccato.
Cercare sempre un sequel, con la speranza di doppiare il successo, significa entrare nel mondo delle probabiltà del caso del fato, in definitiva (al 90%) nella delusione. Non fa eccezione questo filmaccio, che si regge sul nulla più assoluto. E dire che il regista ce la mette tutta, imbastisce un film accettabile. Purtroppo deve fare i conti con un Diesel che si è preparato in sala attrezzi molto bene, ma trascurando la recitazione. Il suo viso risulta da bonaccione senza molto carisma.
Predestinato deve salvare l'universo dai cattivi che impongono la loro religione. L'handicap del film è essere il sequel del notevole Pitch Black: nel passaggio si perde il fascino del mistero a favore della solita paccottiglia di spettacolarità immaginifica e muscolosa, innestata su una storia arruffata e appiccicaticcia in cui tutto suona come scopiazzatura di altre storie (Riddick come Cristo!) e altri film in un banale pot-pourri. Comunque il film è ben realizzato, con buona sensibilità visionaria e ritmo stringente: non male dopotutto.
Film dalle grandi potenzialità visive, con grandi mezzi a disposizione, sciupato da una sceneggiatura piuttosto monocorde e soprattutto dai pesanti limiti imposti dalla figura e dalla recitazione di Vin Diesel, che mostra tutte le sue carenze sceniche e l'assenza di vero carisma dopo la sorpresa positiva di Pitch black. Un'occasione persa per far decollare una serie che prometteva bene.
Purtroppo non si è riusciti a replicare quanto di buono si era visto nel primo capitolo della saga, che vede come protagonista il galeotto Riddick. Non che le idee non ci fossero, ma lo sviluppo troppo intricato (fatto di congiure e tradimenti), nonchè l'aver abbandonato le atmosfere suggestive utilizzate nel primo capitolo, hanno finito per inficiare la storia. Si segnala comunque positivamente per alcune scene d'azione e per il finale. Occasione persa.
Del primo capitolo rimane poco o nulla. Twohy si fa divorare dall'ambizione e dai soldoni e ne esce uno sgangherato e noioso mix tra le scenografie di Dune e Il gladiatore scottiano. Il tutto imbastito con sfx invasivi e poco consoni, che alla lunga tendono allo sbadiglio. Buona la Thandie Newton novella lady Macbeth e non male il finale, ma tutto il resto è solo tronfia chincaglieria che viaggia a encefalogramma piatto. Sembra un episodio mal riuscito di Star Trek, dove si arriva perfino a "copiare" il carcere di Rurapende. Un flop in parte meritato.
MEMORABILE: Vin Diesel dà una bella annusata a Thandie Newton e bofonchia:" Era da tempo che non annusavo un po' di bellezza"; Gli uomini/lente al calore.
Riddick torna in gioco per salvare, non per sua volontà, un popolo dalla distruzione dei temibili conquistatori di "fede" necromonger. Il finale, in parte triste, è ben congegnato. (pronto per il sequel!) Molto più barraccone e scontato di Pitch black, ha comunque il merito di tener vigile lo spettatore con ottimi effetti speciali e una trama non poi così banale. Ci sono collegamenti col primo episodio e alcuni significanti informazioni sulle origini di Riddick. Non lo boccerei a priori, anche se è stato un flop al cinema. Discreto.
A parte scoprire le origini del protagonista, questa nuova avventura del ricercato più pericoloso dello spazio non porta niente di buono. Il tutto è poi appesantito da una sceneggiatura elefantiaca, quasi priva di vere trovate interessanti e, soprattutto, di personaggi in grado di fare da degna spalla (amici e nemici) all'antieroe dagli occhi che penetrano l'oscurità. Gli stessi invasori sono poca cosa (inscatolati in armature e più impegnati a fare sguardi torvi). E se non fosse per un Diesel pur sempre in parte, si faticherebbe ad arrivare a metà pellicola. Inutile.
MEMORABILE: Riddick al cacciatore di taglie: "Di chi è quest'astronave?". "Mia". "Sbagliato"; I robot di coda frenanti, che evitano all'astronave di sfracellarsi.
Seguito che sfocia nel sottogenere della space opera, ma con una sceneggiatura scriteriata che ridimensiona non solo i personaggi del vecchio film, ma anche tutte le nuove aggiunte (antagonisti in primis, dei macisti monoespressivi dall'inspiegabile culto e l'ancora più bislacco movente dell'Oltreverso da raggiungere). Riddick diventa un piatto antieroe dalla battuta pronta; attorno a lui esplodono cose, ci si spara addosso senza troppe domande e qualunque intrigo ordito avviene perché sì. Brutta operazione commerciale, spiace dirlo.
Il regista decide di darsi la zappa sui piedi da solo trasformando la saga in una sorta di Gladiatore ai tempi di Star Wars, con razze diverse, pianeti diversi, legioni di combattenti invasori che strizzano l'occhio alle dimensioni parallele e via discorrendo. Si perde tutto quello che di buono c'era nel predecessore e lo stesso personaggio principale spesso si perde in questa accozzaglia fantascientifica forzata, salvo rari casi in cui ci si concentra nuovamente su di lui (la prigione). Passo decisamente più lungo della gamba e inutile.
Il primo episodio funzionava perché era un piccolo film di fantascienza classica che azzeccava il personaggio principale, quelli di contorno e la trama essenziale. Qui si vuole incredibilmente strafare e si sforna una magniloquente storia di invasioni planetarie, razze dominatrici, eroi furiani. Il film non è brutto ma un po' pesante, ridondante e senza la freschezza dell'originale. Riddick diventa una specie di supereroe, la trama è abbastanza scontata con numerose assurdità, l'impianto scenografico grandioso. Moderatamente divertente.
MEMORABILE: I confronti tra Riddick e i cacciatori di taglie (le parti non a caso più in linea con lo stile di Pitch black); Il carcere spaziale di Crematoria.
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*Per creare il mondo dove vivono i Necro, all'incrocio tra fascismo e teocrazia, lo scenografo Holger Gross si è ispirato all'architettura dell'europa centrale del Quattrocento, ribattezando lo stile "Necrobarocco". Il coreografo dei combattimenti è Bradley James che ha lavorato per sette anni al fianco di Jackie Chan.
Fonte: Scheda di Ciak del film.
*I set sono stati costruiti in sei immensi teatri di posa di Vancouver che si estendono su una superfice di 29.000 metri quadrati. Il superbudget del film parte da 105 milioni di dollari , quasi cinque volte il costo del primo episodio.
Fonte: Ciak, agosto 2004.
*Errore nella scheda tecnica e artistica di Wikipedia, il soggetto non è di David Twohy, ma dei fratelli Jim e Ken Wheat, mentre la sceneggiatura e di Twohy stesso. Nella scheda wikipediana sono stati invertiti i ruoli.
Piccola crepatura della recensione del sommo Marcel. Perchè scrive che questo sarebbe un prequel? Niente di più sbagliato! E un sequel vero e proprio...e pure bruttino anzichenò.
DiscussioneZender • 3/02/12 11:39 Capo scrivano - 48439 interventi
In effetti è strano però è cosa che ho sentito dire anch'io in giro. Boh, sarà il titolo che trae in inganno (di solito chroncles si usa quando si vuol fare la storia del personaggio). Purtroppo non ricordo sufficientemente bene il film per spiegare la cosa. Abbattimento realizzato, in ogni caso, grazie Buio!
Assolutamente confermo che è un sequel (l'ho visto ieri sera, per cui...), e ci sono pure flashback in seppia e personaggi sopravvisuti del primo capitolo (l'imam di Keith David, e la ragazzina Jack, divenuta un improbabilissima e super gnocca incazzosa alla Matrix)
Probabilmente il buon Marcel si è lasciato un pò prendere dalla triturinante chincaglieria di questa semi-boiatona.