Jack Carter (Caine) è un killer: lo si capisce subito, nella prima scena in cui è seduto con altri gangster intenti a seguire un filmino porno d'epoca. Suo fratello è stato da poco trovato morto a Newcastle ed è lì che Carter ha intenzione di andare, per capire se si tratta davvero di suicidio come ha stabilito la polizia o di omicidio. Una volta raggiunto da Londra il nord del Paese si installa alla pensione "Las Vegas", la cui tenutaria non sembra uno stinco di santo, e comincia le indagini, che dal funerale lo porteranno a conoscere le persone che gravitavano intorno alla vittima. Proprietari di bar, di macchinette mangiasoldi o semplici criminali di piccolo cabotaggio a Jack già noti, dal...Leggi tutto momento che a Newcastle ci abitava. Anche donne, certo, come la bella ragazza che conosce a casa di uno dei tanti loschi individui che popolano il film. I nomi da ricordare sono parecchi e la prima parte non ingrana facilmente; meno appassionante del previsto, incappa in qualche pausa di troppo e non riesce a focalizzare in modo soddisfacente il personaggio di Carter, freddo sì ma senza particolari caratteristiche che ce lo facciano ricordare. Il carisma gli viene più dal grande appeal di Caine, che permette al suo (anti)eroe di apparire sempre elegante e in possesso di un invidiabile self control, facendogli sbrigare il lavoro senza mai indisporre coloro con cui viene in contatto. Poi però le cose cambiano: non precipitano subito, ma si delineano i prodromi della vendetta destinata a occupare la seconda parte, decisamente migliore e ricca di ottimi momenti in cui lo stile del regista Mike Hodges può imporsi con maggior decisione; a colpire però è innanzitutto la grande attenzione riposta nella scelta delle location: l'Inghilterra delle fabbriche, del cielo grigio, delle grandi costruzioni in cemento e delle cupe strutture in ferro si fa protagonista, con la mdp che sceglie sempre di posizionarsi al meglio (molti i campi lunghi e le panoramiche dall'alto) per donare al film la stessa sofisticatezza del suo protagonista. Senza lesinare sangue e violenza, Carter si fa glaciale macchina da guerra, incapace di trattenersi dal fare ciò che in fondo i sicari eseguono da sempre per mestiere. Non è un caso che per il remake trent'anni dopo verrà scelto Sylvester Stallone, perfetta incarnazione del concetto stesso di vendicatore dall'attore già portato in scena con RAMBO. Una vendetta che nasce anche dalla condizione della nipote, la figlia di suo fratello che si fa credere possa persino essere figlia sua, di Carter! Seguire la storia richiede attenzione non comune per via del gran numero di personaggi coinvolti, quasi tutti associabili a gangster di pari livello e quindi confondibili, e per questo quando si lascia più spazio all'azione il film ci guadagna, lasciando libero sfogo all'estro del regista. L'Inghilterra più vera, meno inflazionata, lontana dal cosmopolitismo londinese emerge con prepotenza marchiando a fuoco il lavoro di Hodges. Crudo, freddo e anzi raggelante, ben riflesso nello sguardo cupo di Caine, CARTER si fa ricordare anche per il raggelante finale, privo di inutili spettacolarizzazioni ed efficacissimo.
Carter se ne torna alla natia Newcastle per scovare chi gli ha ammazzato il fratello, e il comitato di benvenuto è particolarmente "caloroso". Splendida OST, bellissime riprese, personaggi ben delineati e un Michael Caine in particolare stato di grazia, ironico e cattivissimo allo stesso tempo. Violenza, sesso (tanto che ha un vm 18 in UK), humour inglese, e sullo sfondo un'Inghilterra disperata ben lontana dalla "swinging London". Un film fondamentale, che ha influenzato il genere negli anni a venire.
Bel film d'ambiente britannico, nei suoi toni più grigi o addirittura cupi, dominato dall'eccezionale prestazione di Michael Caine, qui forse al suo massimo, che cerca una doppia vendetta. Momenti tragici e momenti lividi in una trama che non appare chiarissima all'inizio, ma che poi sa prendere e conquistare lo spettatore. Deliziosa, come sempre, peraltro, Britt Ekland. Da vedere.
Notevolissimo noir livido (non c'è altro aggettivo) e amaro, esaltato da un maestoso Michael Caine, che ritrova atmosfere e ambienti "suoi", seppure in contesto gangsteristico. Ma tutto è estremamente efficace. Indispensabile la colonna sonora di Roy Budd, e la visione (con imprescindibili sottotitoli) in lingua originale, un english decisamente non-BBC... Vanta un remake realizzato da Stallone, finora evitato per cautela.
Un film fondamentale nel genere noir e sopratutto nella carriera di un giovane Michael Caine. Nel ruolo del cinico Carter, infatti, Caine regala una prova da incorniciare. Bel mix di umorismo nero, sesso e violenza, condotto magistralmente dal bravo Hodges con due o tre sequenze da antologia. Splendida colonna sonora di Roy Budd. Un vero e proprio classico imperdibile.
Michael Caine nel ruolo di una vita assieme a Harry Palmer; in questo particolare oggetto filmico crea un personaggio sfaccettato, viscido, sensibile, criminale e giustiziere. Hodges lo circonda di un milieu britannico squallido e pervertito, simile a quello de "Il mascalzone" con Richard Burton, con grande efficacia (anche se a volte oggi un po' datata). Tra i tre titoli fondamentali per chi ama Caine. Il cattivo è il commediografo John Osborne.
Ottimo noir inglese dai toni lividi, sporchi e molto violenti (all'epoca era vietato
ai minori). La storia sembra essere la solita: quella di una vendetta. Eppure riesce
ad avvincere sempre più: merito della solida regia, di una buona sceneggiatura, di una
colonna sonora magnifica e piena di ritmo (grazie Roy Budd). Ah poi c'è una splendida prestazione di Michael Caine. State ancora leggendo? Correte a vederlo!
Un film eccezionale: teso, duro e violento come ci si aspetta da una storia di vendetta. Michael Caine è perfetto, il suo personaggio è ben ritratto in ogni sfaccettatura, ma non sono da meno nemmeno gli attori/personaggi di contorno. Bella la colonna sonora, ottimi gli ultimi trenta minuti, dove la furia vendicativa del protagonista raggiunge i picchi più alti. Imperdibile.
Tra i noir di nuova generazione, "Carter" svetta prepotentemente grazie alla solida regia di Hodges (autore pure della sceneggiatura), il quale realizza ottime atmosfere immortalando con classe una cinerea Newcastle. Anche se l'interpretazione di Caine resta indelebilmente impressa in memoria, è l'intero cast a risultare all'altezza del compito (personaggi minori ben delineati e con le facce giuste). Al tutto va poi ad amalgamarsi una colonna sonora tanto ossessiva quanto azzeccata. Chapeau.
MEMORABILE: Il forsennato inseguimento finale nei pressi della cava.
La lunga serie di indizi e piste monche inanella episodi volti più che altro a esplorare e restituire un clima sociale di sordida abiezione morale: ne risente - in parte - l'andamento complessivo, sfilacciato e poco sostenuto. Le cose migliorano quando l'indagine investigativa lascia il posto ad una furibonda vendetta privata, che riserva sequenze di un nichilismo e di una brutalità inusitate. Finale un po' affastellato con epilogo spiazzante. La perizia di fotografia e stile, comunque, è fuori discussione. Seducente l'accordo tra musica e montaggio parallelo. Caine repellente e magnetico.
Malavitoso londinese torna nella natia e grigissima Newcastle per scoprire la verità sulla morte del fratello... Film importante per la capacità di inserire in un ritratto spietato di desolazione umana ed ambientale sequenze di inusitata ferocia non tanto per il loro contenuto quanto per la rappresentazione secca, senza fronzoli. Caine offre una prova memorabile dando vita ad un personaggio freddo, senza scrupoli, misogino ma anche sottilmente ironico, la cui sete di vendetta non ha alcun valore catartivo. E' un cattivo che sa di esserlo e non cerca alibi, destinato ad ispirarne molti altri.
MEMORABILE: La telefonata erotica a doppio obiettivo - l'inseguimento finale nella cava
Mi aspettavo qualcosa di più estremo. Oggi fa solamente sorridere, la violenza presente in questo film. Comunque sia, rimane un buon prodotto che non ha nulla da invidiare ai tanti noir americani realizzati. Buona l'interpretazione di Caine, freddo nella sua vendetta.
Jack Carter è uno spietato killer, freddo e ironico vendicatore nonché travolgente amatore, che – non credendo all'ipotesi di un incidente – vuole vendicare la morte del fratello. Un inesperto Hodges, fastidioso in particolar modo negli stacchi, raffigura tutti i canoni del genere in modo tipico, dal cinico protagonista all'incidente che nasconde un complesso intrico, dalle avvenenti ragazze ai farabutti e i loro scagnozzi. La fredda Newcastle si abbina bene a Carter e alla spietatezza dell'intera vicenda. Buon film, ma Hodges è biasimevole.
MEMORABILE: Carter che esce nudo con un fucile in mano; Il colpo di scena finale, che chiude il cerchio di delitti e quasi monda la città dall'intera vicenda.
L'Inghilterra delle minigonne, decadente e innovatrice allo stesso tempo, con mani su mani di vernice a coprire la ruggine. Squallidi, sporchi, contaminati scorci di una Newcastle ottimo sfondo per una storia altrettanto sporca, dove si muovono personaggi che, dopo più di quarant'anni, rischiano il ridicolo. Jack Carter si muove a suo agio, conosce ogni anfratto della sua città, non teme nessuno, ha un compito da svolgere e sa come farlo. La sua superiorità ha raggiunto il culmine e la parabola è già in discesa. Non tutto si può prevedere.
Originale e spregiudicato noir britannico, che ha il suo punto di forza nell'ottima interpretazione di un Michael Caine perfetto nei panni del killer professionista che vuole vederci chiaro sulla morte del fratello. Storia non troppo lineare, ma la regia è scattante, i personaggi di contorno ben delineati e si respira fin da subito una bella dose di cinismo che prelude all'esplosione di violenza della mezzora conclusiva. Finale che chiude perfettamente il cerchio e buona colonna sonora di Roy Budd.
Rugginoso come i dolenti moli inglesi, desolato come le nebbiose mattinate del nord, il racconto (neanche tanto originalissimo) si dipana implacabile avvalendosi della faccia e della fisionomia di Michael Caine, senza le quali non sarebbe lo stesso. In breve, un malavitoso segue le tracce dietro alla morte del fratello buono, non risparmiando nessuna cattiveria. Qualche situazione anche comico-ironica fa il resto.
Gangster movie duro e realistico che è un po' la versione inglese dell’hard-boiled con l’investigatore sostituito da un killer che indaga sulla scomparsa del fratello in una fredda e squallida Newcastle. La messa in scena brutale e senza fronzoli può ricordare lo stile di Aldrich, con Caine che aggiunge un altro importante tassello alla sua galleria di antieroi. La visione del filmino porno anticipa Un gioco estremamente pericoloso e Hardcore. Memorabile anche il tema musicale di Roy Budd reinterpretato da molti artisti (compresi gli Stereolab).
MEMORABILE: Carter nudo e armato di fucile sulla soglia di casa; L'inseguimento finale, La letale iniezione per punire Margaret; L'incontro con Eric alle corse.
In pieno stile british questa rocambolesca e frenetica storia di vendetta, dal forte cinismo di fondo, che non lesina in nudi e humor. La trama inizialmente aggrovigliata e spiazzante decolla febbrilmente nella seconda parte, coinvolgendo lo spettatore fino all'epilogo secco e pessimista. One-man show per Caine, gangster elegante ma spietato nella sua freddezza; ottimo il mix di generi della colonna sonora.
MEMORABILE: La doppia telefonata piccante; La scena di sesso sfalsata alla guida veloce.
Non fosse per la risibile, antipatica (seppur necessaria) ideuzza finale dell'assoldamento telefonico del sicario da parte di Kinnear (Osborne di femminea spietatezza), praticamente un noir perfetto. Hodges indovina con armoniosa perizia cinematografica la astrale congiunzione tra fonte letteraria (il racconto di Lewis), restituzione d'ambiente (una Newcastle indimenticabile nella sua crepuscolare freddezza) e un protagonista (Caine) a metà tra villain ancestrale e l'eroe mitologico. Nell'inderogabile cast segnalo il viscido Hendry e l'Edna della Durnham.
MEMORABILE: La telefonata di Caine a Anna con Edna che l'ascolta; Caine esce fuori di casa nudo col fucile in mano mentre un gruppo di majorettes si esibiscono.
Alleggerito della parti più caduche (quelle pruriginose con la Ekland, le allusive-sexy della corsa in macchina) rimane un classico del revenge movie. Merito di Michael Caine, ovviamente, ma anche della pletora di solidissimi comprimari che gli fanno corona, a partire dall'ambiguo Kinnear di Osborne. Hodges gira pulitamente e senza strafare e innesta su un tronco action debitamente torbido un finale pessimistico e senza scampo.
Deciso a verificare la poco credibile versione del suicidio del fratello, Jack torna in una livida e nebbiosa Newcastle scoprendo una verità purtroppo ben più dolorosa e ambigua che lo spingerà a una spietata vendetta. L'ambiente dei misfatti e delle gang senza scrupoli è perfettamente inserito nel disegno di una città che cova malavita e rancori e in cui nessuno sembra pulito, compreso il protagonista che può soltanto opporre violenza a violenza. Un bel ritratto di un periodo e di una società, esaltato da fotografia e musica di spessore, un po' troppo narrato ma stretto nel finale.
Gangster movie inglese duro e puro, con un grande Michael Caine nei panni del protagonista John Carter, in rotta per la giustizia per l'omicidio del fratello. Senza grandi sussulti narrativi riesce comunque a non concedere momenti di stanca, rimanendo ancorato al consueto passo lento e al sofisticato disegno registico. Poche le concessioni all'adrenalina ma una ragionata e chirurgica crudeltà da freddo affresco neo-noir.
MEMORABILE: La scena iniziale; Carter guarda il film; La vendetta.
Il film si rivela presto un banale revenge movie che nemmeno la presenza (normalmente carismatica) di Michael Caine riesce a sollevare da una piatta sequela di scene di violenza senza grande fantasia. Il resto del cast non sarebbe male, ma anche qui nulla che tiri su la media. Regia dinamica, ovviamente, ma anche qui non si ricorda nulla di particolare. Modesto.
Non un capolavoro ma un buonissimo noir british tra la cupezza di Melville e le impennate di ferocia di Di Leo, che tuttavia non arriva mai ai loro massimi vertici; il film, infatti, inizia a decollare solo dopo una buona mezz'ora e l'atmosfera plumbea e squallida propria della triste tematica (e della grigia Newcastle) rende il tutto più doloroso; ad ogni modo è memorabile per il cinismo e pessimismo generale che lo rendono più realistico di pellicole dello stesso genere dall'impronta più glamour. Non facile da vedere ma da non perdere, anche per l'ottima regia e per Caine.
Killer torna nella natìa Newcastle per scoprire chi ha ammazzato il fratello. Il soggetto è un noir che finisce nel classico revenge movie e divaga nel torbido. Caine incarna le vesti dello spietato con un pizzico di humor inglese ed è pure controverso (potrebbe essere il padre della nipote). Elementi sessuali espliciti nei filmini privati che ne fanno un film diverso dal genere. Inoltre, non ci sono argomenti solo da "duri" e pure la Ekland mostra le grazie. Regia con diverse buone soluzioni, sia per sfruttare le ambientazioni portuali o marine che per andare dritta al sodo.
MEMORABILE: La telefonata hard che insinua l'atto; La teleferica; Il filmino; Nudo col fucile fuori di casa.
Fotografia e ambientazione sono i punti di forza del film. L'alternanza di campi lunghi e primi piani appassiona, ma alla lunga ci si stanca e l'attenzione cala, perché ci sono decine di personaggi impossibili da ricordare. L'intreccio risulta dunque confuso, sarebbe stato preferibile diminuire il numero dei personaggi e approfondirli di più psicologicamente. Caine è un ottimo attore ma, appunto per questi motivi, rimane ben al di sotto del carisma che aveva raggiunto in Ipcress. Godibili alcuni brevi intermezzi di humour tipicamente inglese. Non male, ma poco appassionante.
MEMORABILE: Le contorsioni durante la telefonata erotica scambiate per "un attacco di mal di pancia".
Opera livida, cupa e violenta (sotto tutti i punti di vista) che ancora oggi sa colpire: per il ritratto del protagonista (un Caine esemplare per misura e carisma), figura "selfish", fredda e spietata con cui è davvero difficile provare empatia (definirlo antieroe sarebbe dargli connotati troppo positivi); ma anche per una regia personale e ricca di stile, location assai azzeccate, il coraggio di non arretrare (quasi) davanti a nulla per descrivere un ambiente marcio e opprimente in cui non si salva nessuno. Non scontato nel 1971. Ed erotismo quanto basta. Ottimo lo score musicale.
MEMORABILE: Albert: "ti ho detto tutto quello che sapevo", Carter: "Lo so che me lo hai detto" (coltellate); La sorte di Margareth; Il cinismo del protagonista.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
CuriositàEllerre • 8/06/09 11:36 Call center Davinotti - 1218 interventi
Celebre colonna sonora del jazzista britannico Roy Budd. Il prodigioso compositore qui ci delizia con il suono di un clavichord elettrico nel tema principale http://www.youtube.com/watch?v=8kMhcf8eyiA Riferimento discografico: Roy Budd, Get Carter, Cinephile 1971.
ROY BUDD - "GET CARTER" OST 45rpm WEST RECORD EG 180 (1971)
CARTER...singolo 45rpm di ROY BUDD. Stampa originale italiana su etichetta WEST RECORD (EG 180) del 1971. Un capolavoro del British jazz dal ritmo incalzante con assoli di piano elettrico funky di Budd e splendide percussioni di tabla indiana da parte del batterista, Chris Karan, di chiara fama per aver suonato come musicista di studio e session man per Ian Carr Nucleus / Basil Kirchin / John Schroeder / Bedazzled OST / Mike Nock Trio / Quincicasm fame. Questa fantastica mood music appare nei titoli di apertura del film, basato sul romanzo del 1969 di Ted Lewis, "Jack's Return Home". La B side è di un altro artista e non fa riferimento alla colonna sonora di questo film.
HomevideoRocchiola • 28/06/18 11:00 Call center Davinotti - 1318 interventi
Ottima edizione che presenta un video abbastanza granuloso ma pulito e dalla definizione discreta. L'audio dolby digital è pulito ma davvero molto basso come livello d'uscita e pertanto bisogna alzare parecchio il volume. Credo abbiano utlizzato il master dell'edizione Warner uscito all'estero anche in bluray nel 2014.
Uno delle pellicole preferite da Stanley Kubrick, che del film disse: "Ogni attore che lo vedrà, poi vorrà lavorare con Mike Hodges".
Fonte: Imdb
DiscussioneRaremirko • 12/08/19 23:30 Call center Davinotti - 3863 interventi
Lo trovo inferiore al remake, ma ha dalla sua il fascino inglese e l'interpretazione di Caine, molto buona; un pò lento e macchinoso, risulta invecchiato bene e si merita la nomea di cult anche per il finale coraggioso e controcorrente.
Hardcore di Schrader prenderà da qui almeno qualcosa.
La donna di nome Glenda, quella sul letto, è Geraldina Moffat, madre di Sam Houser, l'auore di Gta 3-4-5, della Rockstar !!!!!!! ; è grazie a lui se GTA e' 3D, come lo conosciam ora.