Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 7/12/09 DAL BENEMERITO TOMASTICH
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Tomastich 7/12/09 14:25 - 1255 commenti

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Meta-cinema confidenziale. Fellini lo considerava un "filmetto" (nel senso buono del termine). Grandissime le scene e le "fotografie" che vediamo realizzate in-motion. Punto di forza sono anche le partecipazioni dei grandi attori, nel ruolo di loro stessi. Variegato, eclettico, borioso.

Homesick 26/12/10 18:36 - 5737 commenti

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Un 8 ½ su piccola scala in cui Fellini, in prima persona o tramite il suo alter-ego (un giovane e timido Rubini) o stretti collaboratori come l’aiuto Maurizio Mein, confessa gioie, ansie e delusioni vissute a Cinecittà e riepiloga i punti cardine della sua fastosa arte immaginifica: il sogno, il ricordo, la burla, il senso del magico e del grottesco, la carnalità (spesso caricaturale) della donna, i volti popolani, il passato e il futuro sovrapposti allegoricamente all’hic et nunc. Un taccuino di appunti che si trasforma in un nuovo, illuminante capitolo del grande libro Fellini.
MEMORABILE: La reunion nostalgica in casa di Anita Ekberg; gli indiani armati di antenne televisive, minaccioso presagio dell’imminente tramonto del Cinema.

Harrys 3/04/12 19:26 - 687 commenti

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Scrollatosi di dosso l'ingrombrante "machiavellismo" di 8 e mezzo, Fellini celebra più modestamente se stesso con un frullato di metacinema stuzzicante (epocale la sequenza delle riprese di America di Kafka) che non si risparmia i consueti stralci autobiografici (tutto Rubini chiaramente). Parebbe nulla di particolarmente rilevante, non fosse per il carattere principe del Fellini sul viale del tramonto: la tematica dell'avvento delle tv private. Restìo all'invasione barbarica, si prodiga sibillinamente nel ridicolizzarla al confronto col Signor Cinema.

B. Legnani 7/10/12 18:21 - 5532 commenti

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Delizioso (il metaforico finale western, poi ...). È superfluo definire "felliniano" un film di Fellini, ma credo che non esista aggettivazione migliore per narrare questa vicenda di sogni, di ricordi, di nostalgìa, di premonizioni. Atto d'amore verso Cinecittà, verso il cinema, verso la finzione che produce il cinema. Rubini adeguato al ruolo, dolcissima la Ponziani. Divertente, come sempre con Fellini, il cast secondario: la Facchetti, Ettore Geri, Cantàfora...

Pigro 27/04/13 09:37 - 9666 commenti

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Vent’anni dopo il film da fare c’è (America di Kafka), ma contaminato da un’intervista in cui Fellini traccia in modo immaginifico la sua poetica. Tra realtà, sogno e fantasia, Cinecittà si svela come immagine di un mondo vero e finto al tempo stesso, capace di creare altri mondi e dilapidarli. Omaggio caleidoscopico e disincantato al cinema, prima della sua morte per mano della tv (gli spot tv uniche pellicole girate, gli indiani con l’antenna), con momenti formidabili: i pittori del cielo, Anita e Marcello che rievocano La dolce vita.

Ryo 9/03/14 00:45 - 2169 commenti

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Altamente autobiografica e autocitazionistico, un'opera che quasi fa il punto della situazione sulla vita trascorsa del regista e che è una raccolta di numerose sue pellicole passate. Con l'espediente dell'intervista da parte di una tv giapponese, il regista si racconta e gioca in continuazione entrando e uscendo dal film, interpretando se stesso e incontrando vecchi amici che puntualmente getta in mezzo alla mischia. Inspiegabilmente in tutto ciò manca la figura di Giulietta, neppure nominata. Un tripudio nostalgico che potrebbe benissimo esser preso come testamento finale.
MEMORABILE: La rievocazione magica de La dolce vita; "Ah Cè... sai che stavo pensando...?"

Paulaster 8/02/18 12:06 - 4419 commenti

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Con l’escamotage di un’intervista fattagli da una troupe giapponese, Fellini narra e descrive il suo mondo di Cinecittà. Nostalgico con Rubini che indossa i panni del suo alter-ego, si apprezza di più nei dietro le quinte, durante la ricerca dei volti particolari o quando si autocelebra con Mastroianni. Oggettivamente si percepisce il caos che regna prima di un ciak e l’effetto “felliniano” prodotto dalle sue scene. Finale coi cavalli che esprime la sua genialità.
MEMORABILE: Mastroianni fuori dalla finestra in marsina blu; La Ekberg e Mastroianni dietro la tenda.

Rufus68 5/07/18 15:06 - 3842 commenti

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È pur sempre un Fellini, ma gli anni non passano invano. A mutare è proprio il paesaggio circostante al grande regista: urbano, sociale, attoriale. Rubini e gli altri giovincelli assecondano a stento il narcisismo dell'autore; qualche volgarità inutile fa capolino a mimare un pittoresco irrecuperabile; e quando, a corto di idee, si richiama in servizio la coppia del secolo, imbolsita, l'impressione è quella di un furbo ripiegamento in famiglia, su terreni già battuti e sicuri. Nostalgia di maniera.

Noodles 12/04/20 17:32 - 2228 commenti

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Non male la reunion tra Anita Ekberg e Mastroianni e i primi venti minuti, dotati di un buon ritmo e alcune parti interessanti. Per il resto si tratta di un'opera egocentrica e abbastanza inutile nella filmografia di Fellini, che sembra compiacersi del suo personaggio tanto da mettere in ombra tutti gli altri (pur non apparendo continuamente) e ridurli a pure comparse. È bello vedere il mondo di Cinecittà raccontato da un grande, ma il tutto viene a noia quasi subito.

Panza 10/05/22 20:20 - 1842 commenti

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Cinecittà è rappresentata come caotico crocevia di comparse, trovarobe, scenografie, cavi... un mondo a cui Fellini dedica l'ennesimo amorevole omaggio, qui velato da una certa malinconia: c'è la consapevolezza che quel mondo sta per scomparire. Il maestro riminese non ritorna ai livelli del passato, ma riesce comunque a colpire, anche se le parti con Fellini da giovane sono poco coinvolgenti. L'incontro con la Ekberg è invece il momento più riuscito, perché non scade nell'autocitazione da Narciso ma è un'affettuosa rimpatriata. Mediocri le musiche (Piovani subentra a Rota).

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Cotola 25/03/23 23:46 - 9043 commenti

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Banale dire che sia felliniano, specie considerando che il suo obiettivo è rievocare il cinema del grande regista riminese. Ma è anche e soprattutto un inno, un atto d'amore alla settima arte con il suo carico di verità e finzione, con la sua genialità e la sua "cialtronaggine", con le sue ricchezze e le sue "miserie". Delizioso, a tratti sublime con le sue punte verso l'alto e con certi momenti in cui è difficile non provare una forte emozione - se si ama il cinema - e provare anche un pizzico di (profonda) nostalgia. Strepitosa la direzione degli attori. Finale quasi "funereo".
MEMORABILE: La malinconica e struggente rievocazione de "La dolce vita" con Mastroianni e la Ekberg; Gli indiani armati di antenna.

Thedude94 31/03/23 00:26 - 1097 commenti

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Una sorta di testamento e di racconto della sua vita a Cinecittà, questo film di Fellini è tutto un viaggio all'interno del cinema e soprattutto del suo cinema, fatto di scenografie abnormi, attori strampalati ed emotivi e quel pizzico di follia che rende speciale ogni cosa che il maestro ha realizzato. Le immagini scorrono senza una direzione ben precisa, il linguaggio metacinematografico caratterizza questa sceneggiatura, che per lo più sembra essere improvvisata. Ottimo anche il cast, il quale fa rivivere momenti emozionanti in particolar modo durante un incontro speciale.
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  • Discussione Thor76 • 4/09/11 20:02
    Disoccupato - 3 interventi
    Nel Cast Vanno Assolutamenti Aggiunti gli Attori
    1) Domiziano Arcangeli nel ruolo del Giovane Attore "Scoperto All'Ambasciata Ungherese" e che verra' sottoposto a piu' Provini per il Giovane Protagonista di una 'Ipotetica Versione Cinematografica' di "Amerika" di Franz Kafka, che,in Intervista, Fellini Dice di aver Voluto Realizzare per molto Tempo,ma,fu travolto Sempre dalla Impossibilita' di Trovare Gli Attori Giusti ed un Budget Adeguato, come per il mitico e mai Realizzato, "Il Viaggio di G.Mastorna".

    2)Christian Borromeo nel Ruolo del Biondo,aitante e sempre Sorridente Fotografo di Scena.

    Una Vera Curiosita' invece e' che la nota Attrice internazionale,Nastassja Kinski,allora Sposata col principale Produttore del Film,Ibrahim Moussa,Giro' almeno 2 Settimane Piene Sul Set, Alcune Scene,anche con appunto Domiziano Arcangeli e Christian Borromeo,che Fellini Decise drasticamente di'Tagliare' in Fase di Montaggio,perche' non Soddisfatto della resa dell'Attrice(normalmente Straordinario Animale Cinematografico!) nel suo Film,ed anche,forse,per Alcune Difficolta' legate al rapporto interpersonale sul Set del Film, del Noto Regista, con la Diva,nonche' allora-ripeto-Moglie Del Produttore del Film.
  • Discussione Zender • 4/09/11 20:11
    Capo scrivano - 47787 interventi
    Ok, li ho aggiunti. Però Thor, innanzitutto non scrivere tutto maiuscolo e metti gli spazi dopo la punteggiatura, non siamo in chat.