Reality - Film (2023)

Reality Winner è stata un'attivista e linguista statunitense, arrestata per aver consegnato alla stampa notizie segrete in relazione al "Russiagate" e alle elezioni del 2016 negli Stati Uniti; il suo chiacchierato arresto da parte dell'FBI è qui riproposto seguendo paro-paro i dialoghi dell'interrogatorio ufficiale. In sostanza un kammerspiel, derivato infatti da un'opera teatrale della stessa regista; tolta la curiosità di vedere una Sweeney acqua e sapone, in un ruolo drammatico diverso dai suoi standard, il pur breve film è di una noia mortale e il cast di contorno non eccelle.

Nel giugno 2017 Reality Winner è sottoposta a un interrogatorio presso la sua abitazione da parte di due agenti FBI mentre altri agenti perquisiscono la casa alla ricerca di prove del suo coinvolgimento nella fuga di notizie relative all'interferenza russa nelle elezioni USA 2016. L'originalità del film sta nel non inventarsi nulla: i dialoghi ricalcano in modo fedele le registrazioni effettuate dagli stessi agenti e questo, se costituisce un limite per quanto riguarda la spettacolarità della pellicola, diventa un pregio se la si considera un documento dei tempi in cui viviamo.

Sicuramente spiazzante. La Satter, all'esordio nel lungometraggio, adatta una sua pièce utilizzando un registro di anticlimax spettacolare con inconsueta coerenza narrativa (se pur stilisticamente ancor acerbo), producendo un duplice effetto straniante, sia in relazione alle convenzioni drammaturgiche tradizionali per casi di questo genere che in riferimento alla percezione di realtà e verità, concetti in era social ormai sostanzialmente distopici. L'ironia soffusa è talora ipnoticamente travolgente. Sweeney, dopo aver mostrato body and eyes, testimonia di saper pure recitare.