Dopo EL MARIACHI e DESPERADO Rodriguez torna al primo amore con questa terza puntata della sua saga messicana ma precipita nel baratro: la trama viene voglia di abbandonarla dopo dieci minuti tale è l’inutile groviglio di personaggi che la confonde fino a renderla di ardua comprensione. Banderas si mostra, Salma Hayek ce le sbatte in faccia, Johnny Depp fa l’eccentrico agente CIA, Mickey Rourke ci fa vedere quanto l'incidente gli abbia deformato i lineamenti, Willem Dafoe sogghigna satanico come d’abitudine. Tutto questo mentre Rodriguez non smette un attimo di farci ammirare quanto bene...Leggi tutto sappia muovere la cinepresa. Inutilmente purtroppo, visto che ONCE UPON A TIME IN MEXICO (sgradevole il richiamo a Sergio Leone, considerato il risultato) è un caos di immagini senza capo né coda, montato forsennatamente per cercare sempre e comunque di stupire in campo visivo. Cosa che riesce solo dal punto di vista epidermico, consegnandoci quello che in definitiva sembra più un lungo, rumoroso videoclip che un film. Un paio di simpatici tocchi ironici qua e là, un Depp fastidiosamente sopra le righe, eccentricità a profusione... Rodriguez ha davvero toccato il fondo, dopo che già con DESPERADO era sceso molto rispetto al primo indimenticato EL MARIACHI. Considerati anche i bambocceschi capitoli di SPY KIDS si direbbe che il regista sia incapace di superare il giochino visivamente ipertrofico fine a se stesso. Grande cura nelle musiche, naturalmente, nella resa delle esplosioni e dei colori (dietro c’è lo zampino della Industrial Light & Magic), ma dopo venti minuti già non si vede l'ora di arrivare alla fine.
Certo non apparentabile, nello spirito, al secondo Leone, quello cui il titolo ammicca, il capitolo conclusivo (?) della saga del Mariachi è però forse il più consapevole e riuscito tentativo di trovare una via contemporanea e credibile al western all'italiana, metagenere all'epoca in procinto di risorgere. Un "tortilla" impazzito e baracconesco, con qualche effetto speciale di troppo, chiassoso e trascinante. Prelibatezza per fans.
Film che nello stesso tempo è un sequel e (in parte) un remake, rappresenta la conclusione della trilogia del Mariachi. Nonostante sia stato girato con larghezza di mezzi, è il meno spontaneo dei tre; molto curato come messa in scena, è tuttavia un giocattolone fatto di inseguimenti, sparatorie e poco altro. Banderas ha sempre la stessa espressione ed unico motivo (o uno dei pochi) di interesse è la carismatica presenza di Depp nel ruolo della carogna.
Fracassone e assolutamente sconclusionato, il film è un'ammasso di figure e scene esagerate messe in campo per una mania di citazionismo sconsiderata. Pur con quanche buona idea e qualche soluzione registica apprezzabile, la pellicola non decolla e si perde nell'assordante caos partorito da un Rodriguez in versione megalomane.
Insomma, dimenticabile. Antonio Banderas non si dimostra (almeno in questo caso) un gran interprete. C'e la sexy Salma Hayek, qualche buon nome nel cast, ma da un regista come Robert Rodriguez mi sarei aspettato qualcosa di meglio, sinceramente. Insufficiente.
Atto conclusivo della trilogia "Leonesca" in salsa messicana e clamoroso tonfo di Rodriguez. Il socio di Tarantino aveva già detto tutto ne El Mariachi mentre tenta di rendere ancora più hollywoodiana di Desperado questa becera operazione commerciale. Banderas non crede più in quello che fa, Depp ci prova, Rourke con chihuahua al seguito è pressochè pietoso, Dafoe è impresentabile nel ruolo del boss, Iglesias farebbe bene a continuare a tentare di cantare, Hayek è quasi invisibile. Scene action fracassoni e sempre più simili a filmetti come Spy Kids.
Il seguito di El Mariachi è una baracconata pazzesca che, nonostante un ritmo abbastanza sostenuto, non riesce a divertire e coinvolgere più di tanto. Il cast non sarebbe male ma è sprecato e da un regista come Rodriguez (per nulla malvagio) è lecito aspettarsi molto di più. In definitiva il solito giocattolone di poco conto. Per chi si accontenta.
Rodriguez richiama in servizio i personaggi e le atmosfere che ne avevano decretato il successo ma tutta l'operazione si risolve in una riedizione poco convinta e poco originale. L'ironia qui è meno tagliente (a parte un paio di situazioni) e spesso votata al kitsch. Diversi protagonisti maschili sono sprecati e anche il tocco sensuale delle due protagoniste tende troppo al patinato. È come se si fosse voluto dare una lucidata ad un capolavoro in modo alquanto pigro.
Nonostante un cast di tutto rilievo, questo "C'era una volta in Messico" non mi ha proprio convinto nemmeno un po'; a parte qualche breve scena rimane piuttosto anonimo e soprattutto non coinvolge assolutamente mai. Non sono un fan sfegatato di Rodriguez ma qui secondo me non ci siamo proprio.
Con un cast così era doveroso fare di meglio, anche se questa pellicola non è così male e si lascia guardare volentieri. Trama un po' intricata, troppi personaggi e stucchevolezza di alcune scene sono i difetti. Depp e alcune trovate i pregi. Nel complesso la sufficienza c'è!
Ed ecco il Rodriguez patriottico: sono spuntati anche i poliziotti, FBI e CIA. Aggiunta di nomi importanti tra gli interpreti, ma la sostanza è sempre quella, con l'aggravante della recidività. Se uno si è innamorato del regista texanmessicano starà aspettando ansiosamente il quarto "capolavoro", per quello che mi riguarda bastano e avanzano questi tre, salvando il primo che, naturalmente, ha il pregio della novità, dei volti nuovi e del buon gusto nel non eccedere fino a sforare nel ridicolo, che non fa ridere e nemmeno eccitare.
Laddove in Desperado Rodriguez era riuscito a perequare lo spirito libero del b-movie e i diktat del cinema più commerciale, in questo seguito-remake delle gesta del “Mariachi” la bilancia pende tutta dalla parte dei secondi, ottemperati con una frastornante baracconata ad alta definizione dalla trama fiacca e scomposta, ironia scarica e citazionismo tirato via (pure le musiche di C’era una volta il West). Il vero protagonista è Depp, mentre i suoi colleghi girano a vuoto (Banderas stesso, Rourke, Dafoe), spariscono subito (Hayek) o sono finiti lì per sbaglio (Mendes, Iglesias). Per adolescenti.
MEMORABILE: Depp che rovescia a favore del toro le sorti dell’impari corrida.
Ne sono ormai convinto: esistono due Robert Rodriguez! Uno è quello che ci ha regalato dei veri e propri cult (Dal tramonto all'alba, The faculty, Planet terror), l'altro è quello che ci propina immonde schifezze come Machete e questo. Ritmo inesistente (!), trama assurda e contorta, attori sontuosi allo sbando, un compiacimento chicano irritante e inutile. Depp nella peggiore interpretazione di sempre, completamente fuori parte.
MEMORABILE: Depp sempre pessimo per ridicolaggine, Rourke al limite della parodia di se stesso.
Ha tutti i difetti che volete: superficiale, sconclusionato, una baracconata di serie A che contrasta con i cult di serie B firmati da Rodriguez. Però mi piace, con la sua storia sopra le righe, il virtuosismo e la macelleria ad elevato tasso di esagerazione. C'è qualcosa di catartico e antimperialista nel suo violento entusiasmo, fra complotti sventati da mariachi armati fino ai denti e un agente della CIA sottoposto a cruente sevizie. Non tutti i colpi che spara vanno a segno, ma è davvero divertente.
MEMORABILE: "Hai soltanto visto troppo..."; Il presidente scortato dai due mariachi pieni di banconote.
Il sequel di El mariachi sostenuto da mezzi e impianti costosi e provvisto di un cast magniloquente in cui Banderas appare monoespressivo, Depp bello ma impalpabile e la Mendez inutile. Emergono preponderanti le sparatorie che rendono la pellicola un fumettone adrenalinico dotato di finale scontato.
Allievo e seguace del più capace Tarantino, Rodriguez è uno dei tanti che continua a provare la strada del pulp senza però mai riuscire a raggiungere le vette del suo maestro. Non è tanto il talento registico quello che gli manca quanto la sagacia nel redigere sceneggiatura e script. E così le scene girano intorno a eccessi sempre fini a se stesso e con dialoghi che a volte rasentano il ridicolo. Fruibile su un unico livello il film, nonostante un ottimo cast di partenza, si arena quasi subito. Banderas e Depp quasi comici involontari.
Molto più divertente del precedente, sia per una trama più intricata e interessante che per una maggiore padronanza dell'azione. Certo ci sono molti momenti che girano a vuoto, ma si colmano con lo splendido cast messo insieme: su tutti svettano Depp e Rourke, entrambi a loro agio con personaggi sopra le righe. Bella colonna sonora, finale di grande impatto spettacolare.
Che Rodríguez non sia Sergio Leone è assodato: arrivato al terzo e ultimo capitolo del Mariachi Rodríguez, avendo a disposizione un budget molto più alto rispetto ai precedenti due, può contare su un ricco cast e una direzione più accurata. Ma purtroppo, come spesso succede, il risultato è solo un giocattolo ipercinetico non molto credibile.
Decisamente inferiore a Desperado sia come soggetto che come sceneggiatura. Banderas è meno centrale, la Hayek è ridotta al mutismo (compare solo in alcuni flashback) e anche Mickey Rourke e Willem Dafoe sono piuttosto inutili. Molto meglio i personaggi di Depp e della Mendes, che - soprattutto il primo - fortunatamente alzano il livello del divertimento. Anche qui le chitarre-armi sono spassose e le scene d'azione riservano sempre buone trovate, purtroppo però è quasi assente la tensione. Se non si è appassionati del genere si può trascurare.
MEMORABILE: Un uomo che non vuole niente è invincibile.
Nonostante sia un bel sequel e divertente da vedere, se vista dopo i primi due capitoli, questa terza parte sembra scarseggiare d'inventiva e si finisce solamente con l'attendere delle sequenze degne di nota (e ce ne sono tante) per godere di una qualche emozione che, altrimenti, solo con la sceneggiatura non arriverebbe mai. Valori aggiunti senza dubbio i personaggi interpretati da Johnny Depp (è lui il vero protagonista di questo capitolo), Mickey Rourke che inspiegabilmente sente l'esigenza di nascondere il cagnolino e un iberico Dafoe.
MEMORABILE: La centrifuga-occhi; Uccidere il cuoco per stabilire l'equilibrio; Il flashback-fuga con Salma Hayek incatenata; La custodia radiocomandata esplosiva.
Rodriguez si ostina a voler imitare il suo mentore Tarantino, ma con risultati disastrosi. Il suo film è solo una serie di omicidi e violenze fini a se stesse, non coordinate da una trama avvincente come accade in Tarantino. Le idee non ci sono, la sceneggiatura è confusa e il tutto stanca subito. Potrebbe salvare qualcosa Johnny Depp, che però qui sembra troppo occupato a piacere alle sue numerose fans. Inguardabile.
La messa in scena è da blockbuster, la trama ricca di colpi di scena, Rodriguez fa volteggiare la cinepresa con destrezza, la fotografia squilla e la ost avvolge, il cast è quello delle grandi occasioni con divi ed altrri volti noti impegnati in personaggi fortemente caratterizzati... allora perché dopo poche sequenze già si avverte un calo di interesse? Giunte al terzo capitolo tra remake e sequel, le avventure del Mariachi non riservano più sorprese e se a questo si aggiunge la mancanza di coinvolgimento, ecco che arriva la noia. Film non brutto ma superfluo, prescindibile.
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HomevideoZender • 25/01/22 15:24 Capo scrivano - 47787 interventi
Uscita in questo giorni una edizione bluray per la Eagle Pictures un cofanetto della trilogia contenente El mariachi, Desperado e C'era una volta in Messico. In realtà una scatoletta di cartone con due buste buttate dentro, ognuna con un bluray. Due perché nonostante non sia scritto sulla serigrafia del bluray (si noti la cura), il bluray di Desperado contiene anche El mariachi.
Uscita in questo giorni una edizione bluray per la Eagle Pictures un cofanetto della trilogia contenente El mariachi, Desperado e C'era una volta in Messico. In realtà una scatoletta di cartone con due buste buttate dentro, ognuna con un bluray. Due perché nonostante non sia scritto sulla serigrafia del bluray (si noti la cura), il bluray di Desperado contiene anche El mariachi.