Note: Aka "Il talento di mister Ripley". Tratto dall'omonimo romanzo di Patricia Highsmith, già portato sullo schermo col titolo "Delitto in pieno sole" (1960).
Da un bellissimo romanzo di Patricia Highsmith, il cui protagonista appare anche in L'amico americano di Wenders, un thriller che ha come momento centrale un furto di identità compiuto da Ripley, che dà inizio ad una spirale di crimini. Il film è un thriller molto raffinato, in cui una calibrata sceneggiatura dosa sapientemente i momenti di suspance, e ben caratterizza psicologicamente i personaggi, in modo particolare il protagonista di cui è rivelata la natura disturbata e paranoide. Molto valido il cast, specie Damon.
Discreto thriller tratto da un famoso romanzo con un buon cast della nuova generazione holliwodiana (Damon, Law e la Paltrow); non male anche Cate Blanchett. Piacevole anche l'ambientazione italiana (c'è anche l'inutile partecipazione di Fiorello). Trama solida, buona la confezione. Discreta tensione.
Bella e profonda riflessione sulla crisi di identità sia personale che sessuale fatta da Minghella, che sceneggia e dirige con classe. La parte iniziale è solo descrittiva, folkloristica, una sorta di esercizio di stile. Dopo il "fattaccio" sulla barca l'azione si movimenta, con le varie peripezie di Tom/Dickie impegnato a sorreggere il suo doppio gioco. Damon interpreta con gran bravura il suo personaggio, una sorta di gatto dalle 7 vite. Tra gli attori italiani c'è un sorprendente Rubini che recita in un inglese maccheronico. Finale beffardo e geniale.
Dopo "Delitto in pieno sole" di Clement, un’altra valida trasposizione cinematografica del romanzo della Highsmith, di cui vengono seguite fedelmente le tappe principali. Di particolare rilievo la seconda parte, in cui i delitti, le indagini, i sospetti e le insinuazioni di Freddie contro i depistaggi di Ripley creano la giusta tensione. Damon in parte, supportato dai felici contributi di Law, Paltrow, Hoffman, Blanchett. Qualche anacronismo nella ricostruzione dell’Italia del 1957.
Storia di un multiplo furto di identità, diretto con ambizioni autoriali da Minghella, a cui però riesce bene soprattutto l'oleografia. L'inizio è lungo e sostanzialmente cartolinesco. La svolta nera, apparentemente, ha come unica motivazione l'attrazione gay di Ripley per Dickie. Da lì in poi il film dovrebbe diventare un thriller psicologico, ma non c'è nessuna tensione e la recitazione di Damon non aiuta: troppo prevedibile. I ruoli femminili sono mal congegnati. Il finale aperto è deludente.
Giovane americano in Italia ruba l'identità a un altro, seminando il suo cammino di morti e misteri. Un cupo thriller calato nella solarità mediterranea, con un personaggio smaliziato e furbetto che nasconde nel suo cuore l'angoscia devastante di uno sradicamento d'identità. Una bellissima storia che Minghella dirige giocando con l'ambiguità della situazione, sbandando tra la commedia e la tragedia, lasciando gli spettatori confusi, descrivendo in questo modo al meglio lo sbandamento di una psiche senza bussola. Eccellente.
Meno felice del precedente film francese tratto dallo stesso romanzo che poteva contare sulla bella coppia protagonista Delon-Ronet, questa trasposizione ne differisce soprattutto nel finale, beffardo e più fedele al testo scritto. L'intrigo, ben congegnato, funziona soprattutto nell'ansiogena seconda parte, ma la riuscita complessiva è compromessa degli eccessi cartolineschi e dalle prestazioni modeste di Damon, la cui faccia da bravo ragazzo poco si presta al ruolo, e dell'anonima Paltrow. Odiosamente convincenti invece Law e Seymour Hoffman.
Un equivoco sull'identità di Tom Ripley è il motore primo della vicenda: questo camaleontico giovanotto è uno, nessuno e centomila. Quando incontra l'affascinante Dick, Tom lo sceglie come alter ego di riferimento, la sua cronica crisi di identità si vena di narcisismo omoerotico. Film un po' squilibrato tra una prima parte lenta e una seconda parte dal ritmo serrato, da nodo alla gola. Gli attori li ho apprezzati tutti, anche Damon, con quel viso così poco caratterizzato, un po' gommoso, è adattissimo al suo ruolo e molto convincente.
Trasposizione non proprio entusiasmante del romanzo della Highsmith. Minghella si perde fra una scenografia da cartolina e una caratterizzazione untuosa, quasi dimenticandosi di coltivare la tensione necessaria a far progredire il film. Nonostante una buona recitazione e qualche momento interessante, la lunghezza eccessiva e la staticità tarpano le ali al film. Il finale non ha l'effetto desiderato.
Un giovane Matt Damon si presta ad un thriller veramente ben riuscito e sicuramente contribuisce notevolmente al buon esito. La storia è interessante, niente misteri, tutto è chiaro: sta qui la bravura dell'intero cast e di chi dirige il film; l'interesse non cala mai.
La cialtroneria di Damon e, a tratti, di Law (complice anche la mano di Minghella questa volta meno sicura del solito) riesce a mandare a monte una delle migliori sceneggiature degli ultimi decenni. Un buon thriller che tarda a decollare ma che quando entra nel vivo non lesina colpi di scena e ritmi serrati. Aperto a tutte le soluzioni fino alla fine, Minghella sceglie la migliore oltre che la più emblematica. Buona prova anche per i camei italiani: da Fiorello a Rubini, da Marescotti alla Longhi. Do 3 come media.
Non male questo giallo, tratto da un racconto di Patricia Highsmith e diretto da Anthony Minghella. Personalmente non amo troppo Matt Damon, ma devo ammettere che riesce a dare le giuste sfumature al suo personaggio (anche se per me il vero Ripley rimmarrà sempre Dennis Hopper). Un po' lento, giocoforza, ad entrare nel vivo della vicenda, quando lo fa diventa un thriller teso che fa stare col fiato sospeso fino al buon finale. Sicuramente merita la visione. ***.
Pellicola per più di un verso intrigante, costruita però in modo diseguale, dove a una prima parte introduttiva ridondante, monocorde e cartolinesca ne subentra un’altra ficcante, ambigua e febbrile sulla psiche dell’individuo, lo scambio d’identità e l’omicidio passionale nonché l’insana pulsione, con accenni omosessuali, del desiderare a tutti i costi di essere qualcun altro. Impossessarsi di chi non si può avere sembra l’unico pensiero di un Damon in parte, indecifrabilmente calmo come l’acqua cheta che smuove i ponti.
Molto curato dal punto di vista della confezione: fotografia e musiche ottime, dialoghi ben scritti. Manca però di tensione, così che il film finisce per non coinvolgere mai davvero lo spettatore, con alcuni punti addirittura a rischio noia. Il cast è valido: Damon se la cava bene nel ruolo di Ripley, la Paltrow e Law sono in uno dei loro ruoli migliori e anche Hoffman si fa notare. Rimane comunque per tutta la durata la sensazione che non si entri mai nel vivo, che la vicenda sia piuttosto sterile.
Anthony Minghella a volte ha deluso, ma qui non gli si può dire nulla. Una regia coinvolgente e una splendida fotografia fanno da cornice a una storia torbida e inquietante, che dipinge uno dei personaggi più interessanti in assoluto del genere thriller. Con un grande cast, su cui spicca Matt Damon con un piccolo contorno di italiani (che però sfigura). Tratto da un romanzo che venne trasposto cinematograficamente già nel 1960. Cammeo per Gianfranco Barra. Ottimo.
Elegante e bel thriller psicologico, Il talento di Mr. Ripley è un film dove più o meno tutto è interessante, dal profilo dei personaggi (tutti caratterizzatissimi, pure quelli secondari), all'evoluzione dell'intreccio (per non parlare delle splendide ambientazioni e dell'incontro con una cultura, quella italiana, che appare sconosciuta ai tre protagonisti). Forse un po' troppo prevedibile, con un finale che poteva regalare qualche emozione in più, ma per il resto molto valido. Damon in una delle sue migliori interpretazioni.
Il protagonista ha proprio un grande "talento", ovvero quello di riuscire a prendere l'identità altrui per crearsi una vita diversa, manipolando tutto e tutti. Bravissimo Damon a dare sfogo a un personaggio tra i più viscidi e pericolosi del grande schermo. Dietro alla faccia del bravo ragazzo, infatti, si nasconde una personalità malata. Molte scene infastidiscono proprio per questo, ed è la dimostrazione che Minghella ha saputo ricreare sul grande schermo le emozioni date della carta stampata. Ben recitato e ben diretto.
Thriller con atmosfere melò, che avvolge e trascina lentamente. Forse con qualche lungaggine di troppo, la pellicola di Minghella mantiene comunque un buon equilibrio; come quello del suo protagonista, un ambiguo e instabile Matt Damon. Superate le solite interpretazioni macchiettistiche che Hollywood riserva spesso agli attori italiani (ma Rubini regala qualcosa in più) il cast appare appropriato e funzionale.
Una commedia-thriller americana in terra italiana, con un cast Usa notevole arricchito da comparsate di attori italiani, da Fiorello a Rubini, da Marescotti alla Rocca. Al centro della vicenda lo scambio d'identità di Ripley/Matt Damon, che dopo aver ucciso l'amico Dickey/Jude Law, si sostituisce a lui per emularne la bella vita, per cercare di essere quello che non è e riscattarsi dalla propria nullità. Vicenda complessa, con implicazioni di natura omosessuale, che viene gestita con staticità, senza la necessaria tensione. Prolisso.
Sontuoso adattamento dell'omonimo romanzo della Highsmith; nocivo il confronto con Delitto in pieno sole, non solo perché il pur bravo Damon non può rimpiazzare Delon, ma perché il primo era un libero adattamento contemporaneo, questo offre una maggiore aderenza alle pagine scontrandosi coi limiti del film in costume: l'occhio cartolinesco concede fin troppo alla rievocazione di Vacanze romane ad appannaggio degli americani, ma le grandi prove di Law e di Seymour Hoffman ce lo fanno perdonare. Faticosa la prima parte, eccellente la seconda.
MEMORABILE: Il momento in cui Freddy (pur odioso) si presenta a casa di Dick/Tom intuendo la verità sull'amico scomparso.
Buon lavoro di Minghella, che riesce a rappresentare in maniera convincente la frammentata personalità di Tom Ripley, interpretato da un ottimo Matt Damon. Ciò che colpisce è lo spaesamento causato dalla graduale presa di coscienza da parte dello spettatore che Tom Ripley esiste solo in virtù delle personalità che egli assume nel corso del film: e questo aspetto è ben espresso dalla regia. Un difetto è rappresentato dall'eccessiva ridondanza a tratti paradossale del finale. Di alto livello la prova di tutti gli attori.
Discreto thriller modestamente diretto da Minghella, che vede un giovane Damon alle prese con un personaggio dotato di un "particolare" talento. Antagonista principale è Law, caratterialmente opposto e ottimo nell'interpretazione, il quale determina l'andazzo thriller di questa storia che sembra all'apparenza normale. I costumi e le musiche fanno da contorno a una buona sceneggiatura che prevede diversi colpi di scena. Oltre ai già citati attori, vanno considerate le due evanescenti prove della Paltrow e della Blanchett.
Americano ruba l'identità a connazionale in Italia. Partenza colorita che descrive bene l'epoca degli anni Cinquanta e le bellezze ambientali del Belpaese. La virata nel giallo dà struttura al film anche se i momenti thrilling danno solo un accenno di tensione; anche gli spunti di natura omosessuale son poco esplorati. Law il migliore, Damon inspiegabile scelta nei panni noir, la Paltrow si sveglia nel finale. Conclusione che non affonda emotivamente il colpo.
MEMORABILE: Hoffman che stuzzica Damon sulla barca.
Premettiamo subito che, nonostante molte similitudini di trama, il film c'entra poco con il romanzo: la differenza di caratterizzazione nei personaggi, che sono il romanzo, è infatti troppo forte. Oltre ai molto diversi Dick e Marge, qui appare un Ripley che esterna troppo i suoi sentimenti, li razionalizza, ci fa quasi empatizzare per lui e per la sua omosessualità esplicita. Nulla di questo nel libro, freddo e lucidamente imperscrutabile. Il thriller funziona però bene, tolto qualche scivolone nella seconda parte e il film è godibile.
MEMORABILE: La descrizione filmica dell'Italia: falsa e sciocca per un italiano, vera per un americano coi soldi.
Bello a vedersi (location meravigliose, campanilismo a parte), persino meglio a sentirsi (grande colonna sonora), senza però tralasciare l'intreccio thriller del plot, arzigogolato e improbabile, al limite dell'inverosimile, ma sempre coinvolgente e costellato di magistrali esempi di suspense. Molte, infatti, le sequenze tese, che siano i climax delittuosi o i machiavellici sotterfugi adoperati da Matt Damon per farla franca. Eccellente il cast, con memorabili prove della Paltrow e di Hoffman. Peccato per qualche lentezza e un finale moscio.
MEMORABILE: I camei dei Fiorello; La partita a scacchi nella vasca da bagno, un concentrato di tensione omoerotica; Il delitto sulla barca; Hoffman capisce tutto.
Il senso di disgusto verso il protagonista e i suoi comportamenti viscidi e doppiogiochisti permane sempre. Minghella ha fatto quindi un ottimo lavoro nel caratterizzare il personaggio, interpretato da un giovane Damon in maniera magistrale. Buona anche la prova della Paltrow, di contorno quella di Law. Buono anche l'affresco dell'Italia fine anni 50. Cameo dei due Fiorello in stile animatori Valtur.
MEMORABILE: Oooh quante fidanzate!!! (l'interrogatorio a Venezia).
Thriller abbastanza riuscito che ha nell'evolversi della trama il pregio maggiore. Prima parte sfiziosa, che tende più ad intrattenere che a coinvolgere. La seconda parte (dall'omicidio in poi) invece è quella riuscita meglio, nella quale il protagonista viene messo più in evidenza. Niente da dire di negativo sul cast, che risulta davvero essere convincente.
Un bravo Matt Damon veste i panni di Tom Ripley, giovane americano che in Italia si avvicina a Dickie (un altrettanto ottimo Jude Law): seguiranno peripezie, intrighi e omicidi. Buon film, deve la riuscita alla valida sceneggiatura, tutta incentrata sulla personalità da finto bravo ragazzo del protagonista (vedere per credere i comportamenti e le espressioni di Damon). Belle le riprese italiane, in cui figurano diversi caratteristi del nostro cinema.
MEMORABILE: Law e Damon in barca.
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Disponibile in edizione Blu-Ray Disc dal 25/01/2012 per Miramax/Eagle Pictures:
DATI TECNICI
* Extra Riflessioni su "Il talento di Mr. Ripley"
Speciale "Il talento di Mr. Ripley"
Video musicale "My Funny Valentine"
Video musicale "Tu vuo' fa l'americano"
La colonna sonora
DiscussioneDaniela • 4/02/14 10:44 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Il talento di Mr. Ripley è tratto dall'omonimo romanzo di Patricia Highsmith, già portato sullo schermo nel 1960 col titolo Delitto in pieno sole, diretto da René Clément) ed interpretato da Alain Delon (nel ruolo di Ripley), Maurice Ronet e Marie Laforêt.
Al personaggio di Tom Ripley, che compare in altri romanzi di Highsmith, sono stati dedicati anche questi film:
- L'amico americano (1977), regia Wim Wenders con Dennis Hopper e Bruno Ganz, con cameo di Sam Fuller
- Il gioco di Ripley (2002), regia di Liliana Cavani, con John Malkovich e Ray Winstone(Ripley)
- Il ritorno di Mr. Ripley (2005), regia di Roger Spottiswoode con Barry Pepper, Willem Dafoe, Ian Hart, Tom Wilkinson
Forse il film migliore del compianto Minghella e una delle migliori interpretazioni di Matt Damon
DiscussioneDaniela • 4/02/14 12:36 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Galbo ebbe a dire: Forse il film migliore del compianto Minghella e una delle migliori interpretazioni di Matt Damon
Concordo con l'apprezzamento come miglior film di Minghella, mentre Matt Damon non mi ha convinto molto, mi è sembrato fuori parte.
Nel film compare anche Philip Seymour Hoffman, un ruolo breve ma incisivo. Che attore straordinario! Dopo i due Pusher che mi restano da vedere e un paio di altre cose già in programma, voglio fare una piccola retrospettiva dei suoi film, a cominciare da quelli che, per un motivo o per l'altro, non ho ancora avuto modo di vedere, come The Master, Truman Capote, Synecdoche New York.
Daniela ebbe a dire: Galbo ebbe a dire: Forse il film migliore del compianto Minghella e una delle migliori interpretazioni di Matt Damon
Concordo con l'apprezzamento come miglior film di Minghella, mentre Matt Damon non mi ha convinto molto, mi è sembrato fuori parte.
Nel film compare anche Philip Seymour Hoffman, un ruolo breve ma incisivo. Che attore straordinario! Dopo i due Pusher che mi restano da vedere e un paio di altre cose già in programma, voglio fare una piccola retrospettiva dei suoi film, a cominciare da quelli che, per un motivo o per l'altro, non ho ancora avuto modo di vedere, come The Master, Truman Capote, Synecdoche New York.
The master l'ho in programma anch'io.....
DiscussioneDaniela • 4/02/14 15:09 Gran Burattinaio - 5941 interventi