Pur potendo avvalersi di una confezione assolutamente decorosa, il film pecca invece sia dal punto di vista narrativo (la storia è abbastanza risaputa) che da quello del ritmo: succedono pochissime cose e per giunta per nulla coinvolgenti. La noia insomma domina ampiamente per lunghi tratti. Anche la regia, pur non essendo completamente pedestre, avrebbe potuto osare un po’ di più.
Dal titolo a mio parere davvero bello, questo film più sexy che horror racconta la storia di due fanciulle in vacanza, cadute nelle perfide mani della fata cattiva. Nel suo regno si cerca la vita eterna ai danni altrui. Dipinto con tratto decisamente francese, alterna il fascino della magia e delle belle donne, con l'evoluzione spesso risibile della storia. Tecnicamente scadente, lento e noioso, con una bella scenografia e costumi curati, è indicato solo per lo specialista del genere. Gli altri si astengano, pena noia e rivendicazione per il prezzo pagato.
Inchiodato di fronte alla tivvù di notte a sedici anni capii cos'era per me il gotico. Ed era Le diavolesse, freak-movie che a definirlo strano gli si fa uno sgarro e chiamarlo naif si rende poco l'idea della morbosità che lo ammanta. Dà l'impressione d'essere stato girato nongià per risultar eccentrico bensì da uno con qualche greve tarla mentale. Fin dalla scena nel pagliaio, quando Françoise incontra il nano Gurt e comincia a seguirlo manco fosse il Bianconiglio si sgama l'andazzo onirico. Sia chiaro, il film è una lagna, il sesso appena accennato ma visivamente ha una sua ritorta potenza.
Lento, trasognato, una via di mezzo fra un gotico e una favola nera, che potrebbe ricordare sia i film sexy-horror di Jean Rollin (con i quali condivide alcune interpreti femminili, come Ursule Pauly e Solange Pradel), sia altre bizzarre operazioni (a me rammenta un pochino anche l'italiano Il delitto del diavolo - Le regine). Certo, i suoi "pregi" possono essere al contempo difetti e potremmo allora parlare di eccessiva lentezza, persino di noia abissale. Dipende. Un film molto particolare. Per pochi, insomma...
Gustosissima tranche di cinema bis francese fra erotismo e gotico, languori decadenti e blande suggestioni esoteriche. Fanciulle ragguardevoli (d'altronde nel regno di Morgana la bellezza è confinata solo al muliebre, col nano mastelloniano in ruolo subalterno, mentre nel mondo reale gli uomini sono ancor più mostruosi). Per gourmets del bizzarro.
Uno dei film culto che giravano, in versione mutilata, sulle prime tv private. La trama onirica dolcemente insensata, i languori saffici, l'andamento cullante privo di quelle asperità chiamate snodi narrativi... tutto congiurava a ingigantirne il ricordo. A rivederlo oggi nella versione integrale (e in tempi di Basso Impero della moralità), mi tocca ammettere che Morgane si ostina a conservare parte del vecchio fascino. Inconsistente e bizzarro, un'anticaglia erotica per nostalgici.
Comunemente considerato un horror, come fa ingannevolmente supporre il classico incipit, è in realtà una sorta di fantasy a sfondo saffico avvolto dalle inconfondibili atmosfere dell'eros transalpino ma con vari richiami scenografici e cromatici al peplum nostrano del decennio precedente. Ai tempi massacrato dalla censura italiana, ma ora finalmente disponibile in versione integrale, si fa apprezzare per le bizzarre soluzioni visive, la suadente partitura musicale e il superbo gineceo capeggiato dalla fascinosa e inquietante Dominique Delpierre.
MEMORABILE: Le danze sensuali nella grande festa al castello di Morgana.
Ottime l'atmosfera gotica e l'ambientazione castellana, che salvano molto l'esito di questo erotico lesbico dalle sfumature horror. Notevole pure la fotografia. E' proprio il fattore orrorifico a lasciare a desiderare, complici delle protagoniste imbambolate e la mancanza di mordente nelle scene più drammatiche. La trama perde colpi e la pellicola si trascina avanti preoccupandosi più che altro dell'eleganza formale.
Passabile. La storia di fata Morgana è riproposta in salsa lesbo: belle attrici, cast tutto sommato valido e film che si lascia digerire. Non è propriamente un horror, è più un misto di fantastico, erotico con qualche innesto "gotico". Molto bella l'ambientazione, con un castello che pare davvero stregato.
MEMORABILE: L'inizio, con la lettura delle "colpe" della sventurata; Le ragazze che hanno stufato Morgana trasformate in donne anziane.
Audace, libertino, elegante, esoterico e ben girato. Gantillon fa doppietta con un gol di gran classe. Non ha paura di osare, di scatenare pruriti nascosti o sollevare facili moralismi, non teme lo scandalo (ricordiamoci che siamo nel 70) e la sua audacia lo premia. Per gli intenditori un esoterico seventy da collezionare con bramosia, la stessa bramosia mostrata dalle protagoniste. Ricco di atmosfere gotiche e impregnato di un erotismo sussurrato (esplicitato nella versione estesa). Un omaggio all'amore saffico, con scenografie e costumi da urlo.
Non so cosa c'entri la Fata Morgana, ma qui c'è ed è a capo di un nugolo di ragazze semisvestite e svolazzanti che praticano l'amore lesbico senza tante reticenze, in un vecchio maniero ai margini di un lago. Ovviamente, tutto uno stratagemma per proporre scene porno-soft, con una bella fotografia nitida e indugiare, sin troppo lentamente, su centimetri di pelle femminile. Cast di sole donne, fatta eccezione per un nano, femmineo perdipiù.
Storia apparentemente orrorifica usata come banale pretesto per costruire un film sul nulla. Se poi ci si accontenta di un gruppo di belle ragazze apatiche e seminude che parlano a caso ok; se invece si cercano anche una storia, atmosfere, tensione e un minimo di empatia coi personaggi meglio evitare la visione. Ci sarebbe anche una confezione stilistica raffinata, ma un'ora e mezzo di soli intrallazzi saffici e svolazzanti vestaglie di seta inducuno solo a una smaniata sonnolenza.
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audio italiano (con un po' di fruscio), francese
sottotitoli italiano
extra cortometraggio di Bruno Gantillon "Un couple d'artistes", trailer, galleria fotografica
durata 1:22:28
Grazie amico. A volte mi sento più ispirato, altre volte li butto così come vengono. Dipende anche dal tempo libero.
DiscussioneZender • 2/06/17 08:28 Capo scrivano - 48890 interventi
Lucius ebbe a dire: altre volte li butto così come vengono. Dipende anche dal tempo libero. Detta così non è esattamente il massimo Lucius :) Sarebbe bene di aspettare di avere il tempo libero, nei casi in cui.
Tante cose non sono il massimo Zender, anche il fatto che manchi regola per location estere o per documentari...
DiscussioneZender • 2/06/17 20:03 Capo scrivano - 48890 interventi
Lucius, al di là del rispondere a pere quando si parla di mele, le regole ci sono, te le ho dette e quelle che si concedono si chiamano eccezioni, alle quali sei abbonato più di chiunque altro, quindi che sia tu a dire che manca una regola è piuttosto paradossale. In ogni caso per qualsiasi dubbio c'è il davibook, dove puoi chiedere tutto quello che vuoi o la mia mail, alla quale ti ho sempre risposto, come sai. Tirar fuori cose così dove nulla c'entra non è il caso, anche perché non ho lo spazio per rispondere e in ogni caso poi mi tocca cancellare.
Detto questo, la mia era una battuta (ci avevo pure messo la faccina) in risposta a una frase di non immediata interpretazione. Perché il "buttare lì un commento come viene" sembrava quasi un "se non ne ho tempo butto giù la prima cosa che mi viene e chissenefrega".
Io non penso affatto che tu faccia così né mi pareva un bel messaggio da dare. Proprio perché io ho sempre detto nessuno vi corre dietro, se non vi viene in mente niente non costringetevi a scrivere perché non esistono premi. Poi certo, che alcuni commenti riescan meglio di altri è naturale e capita a tutti.
Penso che un po mi conosci, non sono il tipo che non prende a cura sito e commenti. Il tempo libero è poco, è solo quello che volevo dire. La mia vuole essere una critica costruttiva pubblica: non credo di essere l'unico utente ad amare le location estere. Inoltre il sito si arricchirebbe solamente. Io ne metterei una al massimo (la principale) anche per i documentari...
Dietro l'esotico nome di Cisco El Rubio - presente nei titoli di testa come autore della colonna sonora - si cela in realtà Francois De Roubaix, uno dei maggiori compositori francesi di colonne sonore, geniale musicista e polistrumentista prematuramente scomparso all'età di 36 anni. Suggestiva la soundtrack del film, basata prevalentemente sulle chitarre (classica, acustica, 12 corde) con tutta probabilità suonate (anche) dallo stesso De Roubaix.