Un John Landis evidentemente a corto di idee (o di denari) accetta di dirigere la terza parte del “serial” poliziesco che vede protagonista unico e insostituibile Eddie Murphy nel ruolo del supersbirro dalla risata contagiosa Axel Foley. Landis sperava forse di sfruttare l'esperienza e le trovate che resero indimenticabile THE BLUES BROTHERS (e il canto gospel durante un funerale sta lì a dimostrarlo), ma purtroppo per lui Murphy non è né Dan Aykroyd né tantomeno John Belushi, e così il nonsense anarcoide dei fratelli Blues viene stemperato in un action movie di maniera, in...Leggi tutto cui un paio di scene originali e molto ben girate (davvero ottima quella in cui vediamo Foley zompettare all'altezza di cinquanta metri tra le cabine di un ottovolante impazzito) non bastano a compensare le troppe, canoniche sparatorie inserite giustappunto per riempire i buchi della sceneggiatura. Cosa aggiunge insomma questo terzo capitolo a una serie che già alla parte due sembrava aver ampiamente esaurite le cartucce? Assolutamente nulla, se non la professionalità di un regista di indubbie capacità che però qui dimostra di aver perso quel senso dei tempi comici e dell'umorismo che caratterizzava le sue migliori produzioni (non solo BLUES BROTHERS, ma anche RIDERE PER RIDERE, SPIE COME NOI eccetera). In BEVERLY HILLS COP III manca proprio il divertimento, perché la gag dell'amico checca o della nuova arma che non spara sono vecchie quanto il cinema. Così Landis punta solo sull'azione fine a se stessa: le prepara un ambiente ottimale (il parco dei divertimenti di Wonderworld), la arricchisce con il motivetto strumentale classico della serie e somma svogliatamente morti su morti. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Non cè due senza tre, ma purtroppo era meglio che il bravo regista John Landis non mettesse mano a questo progetto. Purtroppo tutto il film è piuttosto sottotono e non basta la simpatia di Eddie a risollevare questa pellicola fiacca e priva di idee originali. Una volta visto lascia ben poco nello spettatore. Meglio passare oltre.
Per apprezzare questo film bisogna prima di tutto essere dei Landis dipendenti e solo in seconda istanza dei fan di Axel Foley, perché questo è più un film di Landis che non la terza avventura del simpatico poliziotto. Un film altalenante che non riesce a conciliare le due istanze, seppure in passato la coppia Landis-Murphy abbia dato risultati più che dignitosi. Landis disse di aver accettato per le scene di Walletworld. Infatti si scorda di girare il resto del film... Solito giochino dei camei nel film.
Benché diretta dal bravo John Landis, la terza avventura del poliziotto Foley in trasferta a Los Angeles è parecchio deludente. L'idea originale è l'ambientazione in un parco di divertimenti, chiaramente ispirato a Disneyland. Purtroppo il regista tenta di accentuare il lato farsesco della storia (che diventa in certi punti una sorta di commedia surreale) ma così facendo snatura il carattere action della serie; Murphy inoltre non è chiaramente a suo agio con l'impronta data al personaggio e fornisce una prova incolore.
Terzo e ultimo episodio (al momento). Torna Axel Foley con la sua risata contagiosa ma non convince per niente. Storia risaputa, personaggi stereotipati, dialoghi insostenibili e attori allo sbando. Sprecati Elizondo e Saxon. Landis, in cabina di regia, appone la sua firma per motivi alimentari (è chiaro), ma non fa comunque bella figura. Da evitare.
Pura routine. Poco interessante e abbastanza noioso, neanche le scene d'azione riescono a salvarlo. Eddie Murphy cerca di sfruttare il successo della saga, ma neanche lui ci crede troppo alla fin fine. A mio avviso non merita la visione, neanche da parte degli estimatori della saga.
Terzo seguito di Beverly Hills Cop. A dieci anni di distanza dal primo capitolo, Landis si trova a dover fronteggiare e bissare i due film precedenti, ma non risulta pienamente all'altezza. Il suo film è il peggio riuscito della trilogia, pur contenendo buoni spunti comici e un plot abbastanza scontato ma ragionevole. Il personaggio di Taggart non è più presente. Ad aiutare Axel Foley è rimasto solo Billy, peraltro salito di grado. I due saranno coinvolti in un turbine di intrighi all'interno di un grande parco divertimenti. Non male comunque.
Cosa ha fatto John Landis? Si è limitato a riproporre gli stessi personaggi (Murphy e il collega di Beverly Hills che ha avuto un avanzamento), rendendoli ancora più caricaturali (il collega è più stupido e frescone, mentre Murphy scimmiotta se stesso). Poi, ha aggiunto il cattivo, confondendolo nell'innocente mondo di Wonder World (con bonaccione proprietario allo scuro di tutto). E' decisamente poco; e la sceneggiatura ne risente pesantemente, anche come battute (non ce n'è una degna di nota). Il risultato è quindi deludente. L'azione non manca, ma il tutto sa di operazione inutile.
MEMORABILE: Il salvataggio acrobatico di Axel sulla giostra danneggiata.
Terzo inutile e gratuito capitolo della saga che vede per protagonista lo sboccato ed irriverente poliziotto Axel Foley. Non una genialata quella di riesumare dopo ben sette anni un personaggio che già nel secondo film non brillava. La storia è usuale e bolsa così come il suo svolgimento e Murphy sembra partecipare solo per ragioni alimentari. Deludente anche la regia di Landis che pure non è un pivellino ma che da
tempo non ne imbrocca più una.
"Bverly hills cop", secondo me, è un franchise troppo anni '80 per andare bene anche nei '90. È successo anche ad Arma letale (specialmente il capitolo quattro) e succede anche qui. Gli anni '90 furono tremendi per Eddie Murphy, surclassato dal giovane Will Smith e da Jim Carrey, così come per il regista John Landis, che non è più quello de Il principe cerca moglie. Il film doveva dar respiro al "re della risata", ma né le guest-star, né la trama che si svolge in un luna park mi hanno fatto apprezzare lo sforzo. Peccato!
Il passaggio di Landis alla regia non è un gran giovamento ed anche Murphy sembra essersi stancato del personaggio, che ripropone senza troppa voglia. Meno divertente e sceneggiato ancor peggio: non ci si sforza di dare un senso alle cose e l'ambientazione nel parco dei divertimenti è sfruttata decisamente male. Se un Murphy svogliato e fuori forma rimane il miglior pregio del film figurarsi il resto cos'è. Con tutti i difetti dei sequel inutili. Evitabile.
Inutile ed imbarazzante sequel nonostante alla regia ci sia un maestro della commedia americana. Murphy non brilla più come Axel Foley (forse stanco del personaggio) e le gag veramente riuscite si contano sulle dita di una mano. Anche la sceneggiatura, indirizzata questa volta più sul poliziesco che non sulla commedia, lascia delusi e non poco. Sono passati dieci anni esatti dalla prima riuscitissima pellicola ed ovviamente è passata tanta acqua sotto i ponti. Per Landis come per Murphy. Evitabile!
Se c'è un grande attore che, pur partendo in maniera assai promettente, si è perso strada facendo questo è proprio Eddie Murphy. I segni di questo suo smarrimento si vedono anche quando alle prese col suo personaggio più popolare, che in teoria dovrebbe essere un'ancora di salvezza. Invece questo terzo film è piatto, a distanza siderale dai primi due capitoli e le innovazioni introdotte non convincono. Reinhold ormai troppo macchiettistico e il buon Helizondo non vale quanto Ashton. Migliori in campo Carhart, McHattie e Saxon. **
MEMORABILE: I due meccanici grassoni che ballano nel garage.
Sconfessato dallo stesso Murphy, il terzo (tardivo) capitolo di una serie che aveva meritato il suo culto è quanto di più deludente ci si potesse aspettare. Già sulla carta il disastro era annunciato dall'assenza di personaggi chiave come Taggart e Bogomil (maldestramente sostituiti da Hector Elizondo, che ha il fisico del primo e il ruolo del secondo). Inoltre Landis, che sembrava il più accreditato all'ennesimo cambio di regìa, tradisce la formula fallendo sia sul versante poliziesco che su quello comico. Imbarazzante.
Non si capisce perché rovinare così la "serie". E nemmeno si comprende come il bravo Landis sia finito a fare un film di questo tipo. Lo ricordavo mediocre, ma non così mediocre: siamo vicinissimi al pallino singolo! Non si ride, ci si annoia e la storia non decolla mai. Troppo solo l'ancora bravo Eddy Murphy: anche lui senza una vicenda decente rischia e ottiene, questa volta, un pessimo risultato.
Non bruttissimo, ma il peggiore della serie, nonostante alcune trovate simpatiche (su tutte l'ambientazione nel parco divertimenti) e la regia di John Landis. Murphy strappa ancora qualche risata e qualche sparatoria discreta c'è, ma ogni tanto il film s'inceppa con tempi morti e trovate non troppo brillanti. Bene i comprimari (anche se manca Ashton) e il finale movimentato.
Arrivati al terzo capitolo, in cabina di regia si avvicenda niente meno che John Landis. L’idea di fondo resta fondamentalmente la stessa dei precedenti episodi, ma il film questa volta non può dirsi completamente riuscito. La vena aurifera si è esaurita e il copione è veramente miserrimo e approssimato. Qualche scena riuscita non manca perché la mano del regista in qualche occasione si nota, ma nel complesso resta un episodio mediocre che sente il fiatone. Lo si può vedere più per completezza che per il reale valore dell’opera.
Terzo e ultimo episodio della saga che ripropone in maniera un po' stanca la formula dei precedenti due; di certo la magia è ormai passata (specialmente in confronto al primo) e risulta un revival un po' fiacco ma comunque Landis in regia assicura una certa spettacolarità, con una manciata di sequenze di buon impatto action e una location (un parco di divertimenti per bambini) che dà spazio a svariate gag tra una sparatoria e l'altra. Murphy si contiene rispetto al solito e Reinhold non brilla ma nel complesso il film è ben confezionato e godibile, pur se appare un po' anemico.
MEMORABILE: Sulla ruota panoramica; Travestito da Oki Doki; L'arma "tuttofare".
Terzo capitolo della saga e terza collaborazione tra Landis e Murphy dopo lo splendido exploit di Una poltrona per due e il meno riuscito ma comunque gradevole Principe cerca moglie. Aspettative non molto alte, visto il declinare dell'estro del regista e le prove altalenanti dell'attore, ma risultato comunque inferiore alle attesa: troppo fiacco come action e poco brillante e povero di gag come commedia, un ibrido insapore che non diverte e non appassiona, sprecando anche l'unica buona idea dell'ambientazione di alcune scene in un parco di attrazioni.
I primi due titoli erano in sostanza polizieschi comici ben riusciti: si godevano le scene action nell'ambientazione urbana e Murphy era completamente a suo agio nel panni del poliziotto dai metodi tutt'altro che ortodossi. Lo è anche in questo, e infatti strappa qualche sorriso, ma tutto il contorno non funziona, non trattandosi nemmeno di un vero poliziesco ma di un continuo inseguimento all'interno di un parco di divertimenti in cui dei malavitosi danno la caccia al protagonista. Rimane una delle due spalle (di Ashton riferiscono sia andato in pensione).
La serie inizia ad avere il fiato corto ma quest'ultimo lungometraggio si contraddistingue per l'ottima ambientazione e un discreto livello di suspense. Sicuramente meno divertente del primo, nel quale si erano già sparate tutte le cartucce riguardo le battute comiche. Si è così pensato di puntare più sull'azione che sulle smorfie del protagonista. Tra i tre film di Eddie Murphy girati con John Landis questo è sicuramente il meno riuscito, nonostante non sia poi così male. Cameo simpatico di George Lucas.
Muore di morte naturale la trilogia dello scatenato poliziotto di Detroit Axel Foley, in perenne trasferta a Beverly Hills. Dopo due puntate onestamente divertenti, ormai a corto di idee la terza risulta stanca e logora. In questo capitolo non bastano più le sparatorie con gran spreco di proiettili da pistoleri che sparano come coscritti, né l’ambientazione nel luna park: i personaggi sono deboli, le gag stiracchiate (a parte il solito simpatico ghigno di Murphy), la sceneggiatura con diversi buchi, la colonna sonora inutilmente fracassona o urticante.Si salva Murphy, gigione nato.
MEMORABILE: "Come pensi di spiegare tutto ciò? Per esempio, perché cxxxx mi hanno sparato??".
Terzo capitolo della saga di Axel Foley: dopo la morte del suo capo a Detroit, dovrà ritornare a Beverly Hills per sgominare una banda di falsari. Storia scritta senza inventiva e a dir poco banale. Meno incisivo rispetto al passato, questo film diverte e coinvolge davvero poco. Regia di John Landis poco efficace. Eddie Murphy meno empatico del solito. Peccato per la non riconferma della coppia Ashton/Reinhold.
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DiscussioneRaremirko • 2/03/13 21:24 Capo call center Davinotti - 3858 interventi
Curioso notare come Murphy in questo film faccia un riferimento alla Nintendo riguardo la tecnologia.