The giant gila monster - Film (1959)

The giant gila monster
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Giant Gila Monster
Anno: 1959
Genere: animali assassini (bianco e nero)
Note: Rifatto come "Gila" (2012).
Papiro: elettronico

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In America vengono chiamati gila monster certi grossi lucertoloni velenosi che bazzicano il sud del Paese (qui siamo in Texas) e che difficilmente, se di dimensioni normali, potrebbero spaventare. Per terrorizzare la cittadina al centro della vicenda si è dovuto quindi immaginare che uno di questi sia incredibilmente aumentato di dimensioni. Dal momento che però i mezzi a disposizione del film sono limitatissimi, per far credere sia enorme il mostro viene semplicemente ripreso da molto vicino (basta tuttavia dare un occhio alla vegetazione circostante per accorgersi del “trucco”). Fa capolino un gran numero di volte per spezzare in parte la monotonia dell'azione, ma solo...Leggi tutto in due occasioni agisce all'interno di misere ricostruzioni che possano dare un minimo di senso all'operazione: quando passa sotto un ponte ferroviaro distruggendolo con conseguente, tragico deragliamento del trenino (e urla tra i rottami di persone che ovviamente mai si vedono) e quando nel finale attacca il locale in cui i protagonisti ballano. In questo caso sommaria ricostruzione dell'edificio dall'esterno e qualche macchinina parcheggiata fuori. Ci sarebbe da aggiungere la resa dei conti finale, ma anche qui con un modellino d'auto in movimento ci si arrangia facilmente. In tutti gli altri casi (come quando il gila monster attacca un camioncino facendolo uscire di strada) ci si limita a patetici giochi di campi e controcampi. Insomma, dal punto di vista dello spettacolo richiesto a film del genere siamo al di sotto dello zero: si può giusto godere di qualche simpatica ripresa semidocumentaristica dell'animale (che nella scena del ponte non fa altro che passarci sotto scassando il fragilissimo modellino). Quanto alla storia, che vede lo sceriffo (Graham) indagare sulla scomparsa di una coppietta di giovani attaccati (presumibilmente, non si vede nulla) dal mostro nell'incipit e fatti precipitare con la loro auto in un burrone, c'è ben poco da dire. Aiutato da un gruppo di ragazzetti molto alla moda, capitanati dal piacente meccanico Chase (Winstead) che non si risparmia di cantare un paio di brani (anche perché scopre che un cliente dell'officina è un noto deejay), lo sceriffo interroga amici e conoscenti arrivando a scoprire cosa minaccia la sua città. Qualche ingenuo tocco ironico (l'ubriacone locale), un gran numero di inutili dialoghi per riempire, tensione a zero, spaventi manco a parlarne. Tra i più scalcinati esempi di film con animali assassini che si possano incontrare, ne rappresenta uno dei punti più bassi di sempre.
Marcel M.J. Davinotti jr.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/06/19 DAL DAVINOTTI
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Puppigallo 28/06/19 19:04 - 5148 commenti

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Qui il vero e unico mostro non è il lucertolone più impedito del mondo, ma la pellicola stessa. Un bel mucchio di niente, intervallato da una "bestiola" piuttosto brutta (non si chiama mostro di gila per caso). La colonna sonora è un motivetto ripetuto a oltranza, i dialoghi sono al limite del soporifero e c’è più tensione in un cartone animato con Tom e Jerry. E’ praticamente impossibile salvare qualcosa, se si esclude la minima durata che, se non altro, non costringe lo spettatore a subire troppo a lungo, camminate, scambi verbali di rara pochezza e il lento avvicinamento del bestione-lumaca
MEMORABILE: Lo zampone verso il babbeo, che casca all'indietro, praticamente lanciandosi di sua spontanea volontà; La canzoncina colpo di grazia col banjo.

Anthonyvm 30/05/23 01:59 - 5199 commenti

I gusti di Anthonyvm

Titolo "mitico" nel panorama della serie B da drive-in del Sud, originariamente distribuito in coppia con The killer shrews dello stesso Kellogg, ma invecchiato peggio. Il mostro del titolo è un lucertolone desertico poco minaccioso, che per la maggior parte del tempo si riposa sulla sabbia o zampetta pigramente fra modellini di treni e macchine (non sempre le proporzioni tornano, ma pazienza). La creatura è cheesy, ma mai quanto Don Sullivan, ragazzo dal cuore d'oro che ama il rock & roll e intrattiene la sorellina disabile con canzoni cristiane all’ukulele. Brutto ma spensierato.
MEMORABILE: I primi piani sull'heloderma che assaggia l'aria con la lingua; Lo zampone che schiaccia l'autostoppista; L'incidente ferroviario; Attacco al party.

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